Storie originali > Generale
Segui la storia  |      
Autore: Ylenia Lilly    07/05/2018    1 recensioni
"La Chiave di Te" fanfiction originale. I luoghi e i personaggi sono frutto di immaginazione, ogni riferimento alla realtà è puramente casuale. Buona lettura. ❤
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate, Violenza
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
- Lunedì, 15 ottobre 2018.
Il sole era già alto da più di un'ora quando la sveglia suonò ininterrottamente. Riley, ancora a letto ad occhi chiusi, cercò di disattivarla. Dopo qualche secondo si alzò a sedere e si stropicciò gli occhi, sbadigliando..
"Vuoi far tardi a scuola?" spuntò la signora Ward dalla porta della camera, sorreggendo una grossa cesta di panni sporchi..
"Dammi solo... un minuto, mamma" sbadigliò la ragazza un'altra volta e si alzò in piedi, stiracchiandosi. "Devo prepararmi psicologicamente ad affrontare questa nuova settimana, lo sai bene.".
Attraversò il corridoio e abbassò la maniglia del bagno ma la porta non si aprì perché era chiusa a chiave "Mi serve il bagno, fai presto!" bussò impaziente..
Quando si sentì lo scatto della serratura uscì un uomo leggermente barbuto con un giornale piegato sotto il braccio "Buongiorno anche a te, Riley.".
"Scusa papà, mi scappa" disse sorridendo e poi entrando al posto suo..
"Vuoi che ti accompagni prima che vada al lavoro?" le chiese il padre..
"No no, vado da sola, grazie lo stesso" rispose attraverso la porta..
"D'accordo, come vuoi" e con una cantilena, l'uomo scese lentamente le scale per andare al piano di sotto dove un'abbondante colazione aspettava tutta la famiglia..
.
Riley sciacquò il viso e si guardò allo specchio: due grandi occhi verdi si illuminarono alla luce che penetrava dalla finestra accanto al lavandino, gli stessi occhi che qualche tempo prima furono spenti, gocce d'acqua scivolavano e cadevano lungo il mento. Prese l'asciugamano e la strofinò in viso.
.
Alle sette in punto uscì di casa e s'incamminò lungo la strada del quartiere di Saint John's..
Durante il percorso rimuginava su sé stessa, su come sarebbe andata la giornata a scuola. Sperava che quell'anno qualcosa potesse cambiare. Sperava in un cambiamento dopo tutto quello che nei mesi scorsi aveva passato. Lo sperava davvero tanto..
Ma doveva, perché lei era capoclasse. Doveva dimenticare i suoi problemi ed occuparsi dei suoi doveri cercando di rendere la scuola un posto migliore..
Mentre il semaforo scattò rosso, attraversò le strisce pedonali e salì su un'auto che era parcheggiata in un vicolo con un'altra ragazza al volante..
"Sei arrivata finalmente! Ti stavo aspettando.".
Susan Bayles, migliore amica di Riley praticamente da sempre. Lei era la sorella che non ha mai avuto, sin da piccole hanno stretto un legame molto forte. Sempre vicine l'un l'altra nei momenti bui e felici..
Su questo si sentivano fortunate, perché se Susan non si fosse trasferita nella stessa via, sicuramente non si sarebbero mai conosciute..
Una delle studentesse più brave della scuola: intelligente e nerd come la sua amica, ma come direbbero molti altri ragazzi... figa..
Come tutte le mattine, dava un passaggio a Riley fino a scuola. Per fortuna aveva già compiuto sedici anni in estate, l'età legale per guidare..
Frequentava il suo stesso anno, ma di classe diversa. La scuola non era l'unico luogo dove potevano stare in compagnia, si vedevano spesso anche in luoghi come i centri commerciali, i parchi, i bar, o una a casa dell'altra..
"Sei qui da molto?" chiese Riley battendole un pugno come saluto..
"Da circa cinque minuti, in realtà" rispose guardando l'orologio da polso e tese lo sguardo su Riley "Per quanto ancora mentirai ai tuoi genitori, dicendogli che vai a scuola da sola a piedi?".
"Per tutto l'anno, magari" bofonchiò sarcastica. Susan fece una smorfia di risposta "Allora, pronta per andare?" le chiese carica..
"Non prima di aver fatto questo!" disse alzando il volume della radio e facendo finta di suonare una chitarra elettrica..
"Ah ah ah, Riley, sei proprio la solita! Dove la trovi tutta questa energia già al mattino?" accese il motore e partirono..
.
Impiegarono circa dodici minuti per arrivare a scuola, Riley scese dalla macchina ancora con il volume a palla..
Quando chiuse la portiera dell'auto alcuni ragazzi che erano appoggiati su un muretto lì vicino si voltarono per osservare chi fosse a creare quel trambusto. Fra uno di questi, un ragazzo della sua classe con cappuccio e capelli arruffati ridacchiò in segno di disapprovazione..
"Sono ancora fuori dalla scuola, e, come da regolamento, fuori dalla scuola si può fare ciò che si vuole" approntò con fermezza, sapeva che doveva essere lei la prima a dare il buon esempio in quanto capoclasse..
Si fece spazio fra loro insieme a Susan ed entrarono oltrepassando il cancello..
La grossa scritta 'Berrytown High School' sopra la porta principale spiccava alla luce del sole autunnale del mattino, ancora debole nel cielo..
Tutto era uguale come ogni giorno: il bidello che già cominciava a pulire in giro chiacchierando nel frattempo con qualche professore e i soliti, tanti, cartelli contro il bullismo; la droga, l'alcol e il sesso senza anticoncezionali..
Centinaia e centinaia di studenti cominciarono ad incamminarsi verso le proprie aule e Riley pensò di dover fare lo stesso..
"Adesso mi aspetta matematica. Tu che lezione hai alla prima ora?" le domandò Susan..
"Chimica".
"Una delle mie materie preferite".
"Lo so, non potrò mai scordare la pozione che abbiamo creato da piccole. Mia madre è ancora infuriata per il disastro che abbiamo combinato".
Susan scoppiò a ridere "Ah... che bei ricordi. Daì, ci vediamo più tardi, okay?" si allontanò..
"Okay, a dopo!".
Suonò la campanella. "Giusto in tempo" pensò Riley e scattò via lungo il corridoio chilometrico, sparendo fra la marmaglia di studenti che vagavano in giro frettolosi..
Salì le scale perché il laboratorio si trovava al secondo piano e quando la trovò, prima di entrare fece un respiro profondo..
"Rileyyy!!" un secondo dopo si trovò circondata da Alexis e Finn Callagher, due gemelli dai capelli biondi che Riley stimava tanto, loro furono i primi a far amicizia con lei al primo anno, dove frequentavano anche le attività extra-scolastiche insieme..
Alexis era un maschiaccio, più di lei, e di certo film romantici e fiori di rose non erano adatti al suo ego. Mentre Finn era un po' più pacato rispetto alla gemella, fissato con la fantascienza, avrebbe fatto qualsiasi cosa per farsi rapire dagli alieni..
"Ciao ragazzi, come va?".
In quello stesso istante si aprì di nuovo la porta alle sue spalle. Il ragazzo con i capelli arruffati entrò abbassando il cappuccio e dietro di lui anche la professoressa Smith..
"Bene, buon giorno ragazzi, prendete posto per favore, su su".
E con il suo solito fare goffo, posò giacca e borsa sulla sedia e si sedette sulla cattedra..
Era una brava insegnante secondo Riley, una donna un po' sovrappeso ma una persona genuina e tanto simpatica, infatti era stata proprio lei ad assegnarle il compito di dirigere le aule in sua assenza e degli altri professori..
Riley e i gemelli andarono ai loro posti e dopo l'appello la Smith disse: "Allora... oggi voglio farvi fare una lezione diversa rispetto al solito..." con un pizzico di eccitazione..
"Diversa in che senso?" chiese un compagno..
"Ieri sera ho preso questa decisione e ho già fatto una lista, per quest'oggi lavorerete in coppia.".
Molti non erano d'accordo, ma la Smith li ignorò..
Tossicchiò schiarendosi la voce, cominciando a dire tutti i nomi degli alunni a due a due..
"E infine... Martyn con Riley e Ethan con Emma".
"Ma prof, oggi Martyn ed Emma sono assenti, ha appena fatto l'appello..." le fece notare Ethan, giocando con i lacci della sua felpa con il dito..
"Lo so bene, infatti data la loro assenza, tu e la signorina Ward sarete partner, almeno per questa lezione" Riley alzò gli occhi al cielo..
"Ma...".
"Niente scuse, Larson, mettetevi al lavoro, coraggio!".
Riluttante, il ragazzo si avvicinò al banco in fondo alla classe dove Riley stava già preparando alcune miscele..
"Menomale che è solo una cosa momentanea" pensò Riley. Ma forse quella era l'occasione per poter aiutare il nuovo arrivato..
.
"Ci serve più potassio, se vogliamo avere il giusto risultato".
"No, è meglio così. Altrimenti ci farai esplodere tutti, geniaccia." allungò il braccio e prese una beuta vuota..
"Ah, sì? Allora cosa consigli di fare, mister so-tutto-io?".
"Mettere le giuste dosi per quanto basta, né di più e né di meno" e con sicurezza mise un altro ingrediente nella miscela, tenendo gli occhi puntati sul libro di testo..
Straordinariamente non accadde niente di insolito, anzi, la miscela divenne del colore che doveva essere..
"Hai visto, dolcezza?" un ghigno soddisfatto gli spuntò sul viso..
"Non chiamarmi così." disse con un tono di voce un po' più alto del normale ma cercò di contenersi..
"Ragazzi, va tutto bene laggiù?".
"A meraviglia, prof" rispose Ethan stringendo la mascherina da laboratorio "Mi sa che ci son- siamo riusciti".
Era questo quello che detestava dei nuovi arrivati: la loro saccenza. Il fatto che venissero da un luogo secondo loro migliore..
Ma Ethan aveva qualcosa in più oltre che quelle, se ne stava tutti i giorni per i fatti suoi, indifferente dal mondo che lo circondava..
Parecchie volte Riley cercò di renderlo partecipe su ciò che accadeva fra i compagni, ma ogni volta si limitava a dire che non gli interessava e preferiva restare solo. Ma non era l'unica, anche i gemelli a volte provavano a parlare con lui. Finn gli raccontava sulle varie teorie che speculava su una probabile esistenza extraterrestre, ma nemmeno questo sembrava rianimarlo..
Spesso l'aveva beccato con le gambe sopra al banco e lo sguardo fisso in un punto non ben preciso fuori dalla finestra dell'aula, con le cuffiette sulle orecchie. Raramente usciva per l'intervallo..
Insomma, se lei avesse cambiato scuola, certamente si sarebbe interessata a conoscere meglio i suoi nuovi compagni. Perché invece Ethan non lo faceva? Eppure aveva tutte le carte in regola..
.
Durante l'intervallo, Riley e Susan si erano riunite per andare a prendere qualche snack alle macchinette..
"... non ho potuto dire di no stavolta, perc- ops... scusami tanto...!" andò a sbattere una spalla contro un ragazzo del terzo anno..
"Non fa niente, scusami tu" era Blake Chapman, un ragazzo alto -infatti praticava pallacanestro- e snello che andava fiero per la sua squadra e il suo sogno era quello di diventarne il leader. Riley si era presa una bella sbandata per lui, al primo incontro l'anno prima, quando si offrì ad accompagnarla in infermeria per un ginocchio sbucciato durante una corsa ad educazione fisica. Ma non era mai riuscita a dirgli quello che provava, perché sul suo conto giravano strane voci e, un altro motivo ben che valido per allontanarsi da lui, era la scoperta che fosse amico di Ethan..
Qualsiasi amico di Ethan per lei era 'infetto' da quella stessa aura da gente superiore che si portava dietro, o almeno così pensava..
Non che lui avesse tanti amici in realtà... anzi, notò che Blake e il suo gruppo erano i soli a fargli compagnia....
"Ci credo, con quel carattere antipatico che si ritrova..." pensò fra sé Riley..
Susan sapeva che la sua amica aveva una cotta per il giocatore di pallacanestro, e si limitò a dirle che se non provava a conoscerlo, non sarebbe mai venuto il fine..
"Provaci, almeno ti sarai tolta un peso, devi credermi.".
Più tardi, durante le altre ore trascorse in classe, si chiese se in qualche modo Ethan potesse aiutarla ad approcciarla con il suo amico..
Poi nella sua mente si fece nitida l'immagine di Ethan come Cupido, con arco e freccia e con le chiappe all'aria, e sbuffò a ridere..
"Tutto okay?" le chiese Alexis preoccupata..
"Sì, sì, stai tranquilla".
Al termine delle lezioni, Riley e Susan si incontrarono nuovamente e cominciarono a commentare su come trascorrere il pomeriggio insieme. Ma appena varcata la soglia dell'uscita, Riley si fermò..
"Che succede?".
"Non ci credo, penso di aver dimenticato la mia agenda in classe..." mormorò controllando dentro lo zaino. "Mi aspetti qui? Vado a prenderla e torno subito!".
"Okay, non mi muovo di qui".
E con uno scatto, Riley fece dietrofront e corse via ripercorrendo la stessa strada di prima..
Arrivata davanti alla porta, stava per aprirla quando sentì qualcuno parlare all'interno della classe: "...ascolta, Jaden, non posso... mi sono trasferito in una nuova scuola per non frequentare più quel posto del cazzo e per cambiare aria, non lo capisci?".
Riley riconobbe subito quella voce, era di Ethan. Si mise a origliare più attentamente, anche se sapeva che fosse un'azione sbagliata da fare..
"Mio padre mi sta sul fiato sul collo e non voglio che mi rompa le palle un'altra volta per questa storia. Ne riparleremo oggi al Pier Park, vediamoci lì" e riattaccò quella che sembrava una telefonata perché non udì nessun'altra voce rispondergli..
La porta si spalancò e Riley si inghinocchiò immediatamente per far finta di allacciarsi le scarpe..
"E che cavolo...!" recitò cercando e sperando di essere convincente..
"Hai calpestato della merda?" chiese Ethan inarcando un sopracciglio, ironico..
"Ah ah... che simpaticone. No, queste stupidi lacci si slacciano sempre..." si rialzò..
"Non accadrebbe se facessi un doppio nodo anziché uno. Ma comunque, cosa sei venuta a fare qui? Perché non vai a casa?".
"Ci stavo andando, ma ho dimenticato una cosa sotto al banco, quindi potresti spostarti e farmi passare, per favore?" siccome Ethan non si mosse, si fece spazio fra lui e la porta e strisciò dentro..
"Eccola, trovata" sventolò l'agenda contenta di averla trovata nello stesso posto dove l'aveva lasciata, tornò fuori e Ethan era ancora lì a guardarla..
"Senti, so che mi detesti, e so che questo non c'entra assolutamente niente adesso, ma tu in quale attività extra-scolastica partecipi?" le chiese mettendosi lo zaino in spalla e fece per incamminarsi insieme a lei verso l'uscita..
"Ehm... l'anno scorso ero nel gruppo del coro, ma quest'anno voglio cambiare" si affrettò a dire mentre riponeva l'agenda nello zaino. "Mi piacerebbe entrare nel gruppo musicale.".
"Ti piace cantare?".
"Abbastanza. Ma... perché me lo chiedi?" gli domandò cercando di dimenticarsi di quella misteriosa chiamata che era stata ad origliare..
"Il mio amico, Blake, dice che dovrei entrare a far parte nei corsi di basket, ma non ne sono tanto convinto...".
"Devi far qualcosa che a te piace. Una passione, un hobby..." si sentiva molto strana a fare quella conversazione con lui, ciò le richiedeva un enorme sforzo, stando attenta a che parole usare. Per la prima volta stavano dialogando normalmente, senza stuzzicarsi l'un l'altro..
"Il basket mi piace, ma il problema è che non so se mi faranno entrare nella squadra. Ecco, vedi... non sono poi così alto..." fece un mezzo sorriso insicuro, facendo il gesto con la mano vicino alla fronte, come se si stesse misurando con qualcun'altro..
"Ma questo non significa niente. Intanto fai la richiesta d'iscrizione, poi si vedrà" consigliò facendo spallucce, un po' nervosa. Ci fu un attimo di silenzio mentre scendevano le scale..
"A proposito" Riley riacquistò tutta la sua sicurezza e ruppe quel silenzio improvviso che si era creato "il tuo amico, Blake Chapman..." era la sua occasione, non poteva lasciarsela sfuggire, ora che poteva..
"So dove vuoi andare a parare" la interruppe Ethan. "È già impegnato, mi spiace".
Quello spiraglio di speranza che Riley si era creata crollò all'istante, ma fece finta di non darlo a vedere..
"Ah... beh, comunque non era questo che volevo chiederti" disse stringendo la ringhiera "Vorrei solo sapere se tutte quelle voci che girano su di lui sono vere, tutto qui" si arrischiò a dire ormai finite le scale e sorpassando gli armadietti..
"Che sia gay? Perché ti interessa saperlo?" la guardò fissa negli occhi, attonito. "Ti piace Blake, ho ragione?".
"Beh, io non...".
"Riley!" urlò Susan. Erano arrivati all'uscita, senza nemmeno accorgersene. Riley tirò un respiro di sollievo per essersi risparmiata la risposta. Ma pensandoci, nemmeno lui le aveva dato una risposta concreta riguardo al suo amico..
"Hai trovato l'agenda?" disse guardando l'amica e poi Ethan con uno sguardo investigatore, come se lo stesse scansionando con i raggi x. La guardò pure lui e Riley giurò di averlo visto arrossire..
"Sì. Ah, ehm... Susan, lui è Ethan, non ho ancora avuto modo di presentartelo. Ethan, lei è Susan, la mia migliore amica.".
"Piacere" dissero entrambi stringendosi la mano..
"Adesso sarà meglio che vada, ciao ragazze" e rialzandosi il cappuccio della felpa e mettendosi le mani in tasca, andò via a passi veloci..
Quando Ethan fu abbastanza distante, Susan chiese a Riley: "Non mi avevi detto che ti sta antipatico? A me non sembra poi così male, non pensi di star facendo conclusioni troppo affrettate su di lui?" si portò la mano sul mento "Voglio dire, in fondo si trova qui da... non so, appena cinque settimane? Dagli il tempo di ambientarsi nella nuova scuola".
"In realtà, non lo so... non lo sopporto, questo è vero, ma... sospetto di qualcosa, e voglio indagare".
"Sospetti su cosa?".
Strada facendo le raccontò di cosa sentì in classe pochi minuti prima e Susan rimase perplessa tanto quanto lei.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Ylenia Lilly