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Autore: Imperfectworld01    08/05/2018    1 recensioni
1500. Contea di Bedford, Inghilterra.
Una giovane ragazza di nome Margery vive in una piccola casa in campagna e aiuta la madre, senza marito, nel lavoro nei campi.
Da sempre abituata a vivere nella semplicità e con pochi agi, troverà difficile doversi adattare ad uno stile di vita completamente differente.
Che cos'hanno in comune una semplice contadina e una Lady appartenente ad una delle famiglie più ricche della contea? Assolutamente niente.
O magari tutto.
Se volete conoscere la storia di Margery Grey, nata St. John, allora continuate a leggere.
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789), Periodo Tudor/Inghilterra
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«Voi... voi siete un vile! Siete un uomo spregevole, che ha a cuore solo i propri interessi. Vi siete servito di mia madre e poi l'avete abbandonata, lasciandola a vivere nella povertà e a dover crescere da sola una bambina che è stata frutto solo delle vostre azioni prive di accortezza!»

 

Margery era montata su tutte le furie.

 

«L'avete ingannata. Le avete fatto credere che avreste trovato una soluzione al guaio in cui l'avevate cacciata, che nonostante vostra moglie, vi sareste preso cura di me, che non avreste permesso che affrontasse da sola il suo destino, le conseguenze dei vostri errori... ma non l'avete mai fatto. E questo le ha impedito di trascorrere una vita felice. Chiaramente, senza virtù e con una figlia, non è mai riuscita a trovare un altro uomo che potesse amarla» continuò la ragazza. «E ora, come se non aveste già fatto abbastanza, mi avete portata via da lei solamente per usarmi come strumento per riparare agli errori della vostra primogenita e non rischiare di cadere in disgrazia!»

 

Tutte le attenzioni dei presenti erano concentrate su quella giovane ragazzina che sembrava essere uscita di senno e che stava attaccando verbalmente uno dei più importanti e fidati uomini del re, che più volte l'aveva accompagnato in alcuni suoi importanti viaggi e imprese, tra cui l'incontro a Calais che era avvenuto l'anno prima, in cui Anne Boleyn e il re avevano incontrato il re di Francia François I di Valois per ottenere la sua approvazione per le nozze.

 

Le sue dame la tenevano stretta per le braccia per impedirle di assalire l'uomo, ma fin da subito dovettero constatare che richiedeva molte fatiche.

 

Da sempre abituata a svolgere lavori come la mungitura delle mucche o la mietitura nei campi, era dotata di braccia muscolose - sebbene molto magre perché denutrite - e non era per niente semplice contrastare la sua forza.

 

L'uomo, il cavaliere St. John, rimase fermo e in silenzio tutto il tempo.

Era indeciso su quello che avrebbe dovuto fare, e si leggeva chiaramente nel suo volto il suo stupore e la sua incredulità.

 

Certo, in parte se lo meritava, pensò. Non si aspettava di certo che sua figlia ordinasse di organizzare un banchetto in onore della sua riunione col padre, il quale l'aveva sempre tenuta all'oscuro di chi fosse davvero.

 

I rinforzi in aiuto delle giovani dame arrivarono poco dopo.

Due uomini alti e robusti sollevarono Margery per le braccia e la scortarono altrove.

 

«Lasciatemi!» ripetè più volte la giovane contadina mentre cercava di dimenarsi.

 

Gli uomini la lasciarono in una delle stanze dell'enorme castello e la rinchiusero lì dentro.

 

Sicuro sarebbe stata punita per la sua insubordinazione. 

Ma al momento non le importava. Voleva solo lasciare quel posto così lontano da casa sua e rivedere sua madre. E Brandon.

 

Si accasciò a terra, appoggiandosi con la schiena ai piedi del letto e scoppiò in un pianto sconsolato.

 

Era imprigionata lì e non avrebbe mai riavuto indietro la sua vita.

 

Pochi istanti dopo, la porta della stanza in cui era stata confinata fu spalancata.

Margery si asciugò in fretta le lacrime e si alzò in piedi.

 

«Siete stata fortunata che vostro padre sia un uomo molto clemente!» esclamò Katrina.

 

«Clemente?» nella voce di Margery si avvertiva chiaramente un misto di disprezzo, incredulità e anche un pizzico di sorpresa.

 

In fondo, cosa poteva saperne di com'era suo padre se non l'aveva mai conosciuto?

 

«Ai nobili non è piaciuto il vostro atteggiamento. E stavano già facendo girare dei pettegolezzi, ma vostro padre è riuscito a fermarli, salvandovi così dall'umiliazione pubblica» spiegò.

 

«Suppongo di dovergli delle scuse, allora» disse Margery con voce tagliente.

 

Se la sua punizione sarebbe stata quella di scusarsi con l'uomo che le aveva rovinato la vita, allora avrebbe preferito dormire nelle stalle, fra il letame dei cavalli.

 

«Sarebbe meglio. Se non fosse stato per la misericordia di vostro padre, a questo punto...»

 

«Misericordia?» la interruppe.

 

Come poteva dirlo?

 

«L'indulgenza di mio padre è dovuta solo al fatto che ha bisogno di me per non cadere in rovina»

 

«Signorina, non potete parlare in questo modo di vostro padre. Né potete permettervi di esibirvi in certe scenate davanti a tutti i nobili!»

 

«D'accordo, Lady Katrina, basta così» il padre di Margery spuntò da dietro la porta. «Lasciateci soli» ordinò alla dama, che obbedì senza ribattere e uscì dalla stanza.

 

Sir John invece entrò e chiuse la porta alle sue spalle, mentre Margery arretrò di qualche passo.

 

«Margery, capisco come tu possa sentirti...»

 

«No, non lo sapete, padre» lo interruppe, pronunciando l'ultima parola con spregio.

 

«Hai ragione. E hai tutte le motivazioni giuste per aver reagito in quel modo. Io non ci sono mai stato per te, sei dovuta crescere senza una figura paterna, senza mai conoscere l'identità di tuo padre» disse. «Ma prova a metterti nei miei panni: quando ho saputo da tua madre che era in attesa di un bambino, ossia tu, avevo appena saputo da mia moglie, con la quale ho stretto un giuramento davanti alla Santa Chiesa di Roma, che era anch'essa in attesa di un figlio. Sono stato obbligato a fare una scelta. Ma non è trascorso un solo giorno in cui non mi sia chiesto che aspetto avresti avuto, se saresti stata un maschietto o una femminuccia, se mi avresti somigliato... E spesso mi sono interrogato su come sarebbe cambiata la mia vita se avessi scelto te»

 

«Ma non potrete mai saperlo. Perché non avete scelto me, né mi sceglierete mai per prima, perché sono e sarò sempre la vostra figlia bastarda» il tono di Margery era spietato e irremovibile.

 

L'uomo rimase a lungo in silenzio.

 

«Devi essere molto stanca dopo il lungo viaggio di oggi. Ti lascio riposare» disse ad un certo punto, prima di andarsene.

 

Margery approfittò del fatto che fosse finalmente sola per dare un'occhiata a quelle che, forse, sarebbero state le sue nuove stanze.

 

Plurale.

 

Nella sua vecchia casa esistevano solo la cucina e la camera da letto, che divideva con sua madre.

Qui, solo per dormire, c'era una stanza grande quanto la sua casa, con un gran bel letto a baldacchino al centro.

 

Chissà se avrebbe mai dovuto dividerlo con qualcuno. 

Era sicura che di lì a breve sua padre l'avrebbe data in moglie a qualche uomo. E ciò la spaventava.

 

L'unico uomo che era sempre stato al suo fianco, e che avrebbe voluto che avesse continuato a farlo, era Brandon.

I suoi folti capelli biondi, così soffici al tocco, le mancavano.

 

Andando avanti nell'esplorazione delle sue stanze, si fermò davanti ad uno specchio.

Osservò a lungo il suo riflesso, senza riuscire a riconoscersi.

I capelli, da sempre tenuti sciolti, erano raccolti e tenuti fissi da un fermaglio con le perline.

L'abito giallo solidago che indossava era molto stretto e le comprimeva il seno.

Non era abituata a indossare vestiti così attillati, che mettevano in mostra ogni centimetro del suo corpo e davano risalto alle sue forme.

 

Sotto allo specchio c'era un piccolo tavolo in mogano, sul quale erano posati un pettine per capelli e altri oggetti di bellezza.

 

Ciò che attirò l'attenzione di Margery fu un ciondolo, di assolutamente poco valore, che pendeva da un cofanetto.

Era anch'esso in legno. Sopra vi erano intagliate delle iniziali.

 

M.B.

 

Era un ciondolo che aveva intagliato e le aveva regalato Brandon stesso. Le iniziali infatti stavano proprio ad indicare quelle di Margery e del ragazzo.

 

Una sera, una volta tornata a casa dopo il lavoro, si era accorta di non averla più al collo e di averla persa.

Era tornata disperata sui campi e nelle stalle a cercarla, ma non l'aveva trovata da nessuna parte.

 

E ora se la ritrovava lì, proprio sotto al naso.

 

Chi era stato a trovarlo e a metterlo nei suoi alloggi? E come faceva a sapere che era di sua proprietà?

 

La stanchezza la afflisse, perciò decise di smetterla di interrogarsi su questioni alle quali non avrebbe trovato risposta e di mettersi a letto.

 

L'indomani mattina, avvertì la luce e il calore del sole illuminarle il viso e fu costretta ad aprire gli occhi.

Sbattè più volte le palpebre per abituarsi alla luminosità della stanza e si guardò intorno.

 

Le sue dame, insieme ad una serva, avevano provveduto ad aprire le tende delle sue stanze per farla svegliare.

 

«In piedi, signorina. Avete cinque minuti di tempo per alzarvi, vestirvi, pettinarvi e fare colazione» disse Aline.

 

Margery, ancora intontita, non disse nulla e si alzò dal letto.

 

Era abituata ad alzarsi presto per andare a lavorare, ma, poiché la sera prima aveva fatto tardi, era ancora molto stanca e avrebbe volentieri trascorso altre ore a letto, il quale era straordinariamente comodo, morbido e caldo.

 

«Signorina Margery, che cosa ci fate con il vostro abito di ieri ancora indosso? Non ditemi che avete dormito con questo indumento!» esclamò Lady Katrina. «Vostro padre ha provveduto a fornirvi numerosi abiti per ogni occasione, e anche delle camicie per la notte. Li trovate nel vostro armadio»

 

Davvero magnanimo, pensò Margery.

 

Non riusciva a fare a meno di provare risentimento verso quell'uomo.

 

«Ero davvero esausta ieri sera» tentò di giustificarsi.

 

In effetti era vero. Era così affaticata che, dopo essersi sdraiata a letto per rilassarsi, era subito caduta in un sonno profondo.

 

«Fate in modo che non ricapiti più! Guardate, adesso il vostro abito è stropicciato!» la rimproverò la serva.

 

Quindi d'ora in poi la sua vita sarebbe stata quella? Delle persone avrebbero continuato ad intromettersi nella sua vita per dirle cosa fare, cosa era giusto, cosa non lo era, come avrebbe dovuto comportarsi e cosa invece avrebbe dovuto evitare?

 

Non sarebbe riuscita ad abituarsi a tutto quello in fretta. Margery era uno spirito libero. Non era mai stata educata a prendere ordini da nessuno, se non forse da sua madre.

 

«Veloce! Cosa fate ancora lì in piedi, ferma come uno stoccafisso? Correte a prepararvi» la esortò Lady Aline.

 

Margery tirò fuori dall'armadio un abito di raso con le maniche e la veste color vinaccia. Il corpetto era in damascato di cotone, decorato con perline lungo la scollatura.

 

La serva allora mosse qualche passo verso di lei, pronta a rimuoverle il capo che indossava, ma Margery si ritrasse.

 

«Cosa avete intenzione di fare?» domandò allarmata.

 

«Non è chiaro? Dobbiamo vestirvi» rispose Lady Katrina.

 

«So farlo da sola...» si impuntò Margery.

 

Del resto, anche il giorno precedente aveva provveduto lei stessa a mettersi su quell'abito scomodissimo e stretto che le avevano imposto.

Forse le avevano concesso quella libertà solo perché era fin troppo sconvolta affinché si lasciasse spogliare da quelle due estranee.

 

«Certamente ne siete capace, signorina. Solo che, non prendetela per il verso sbagliato, ma d'ora in poi dovrete sottoporvi al nostro modo di fare le cose. Da questo momento in avanti, saremo noi a vestirvi, prepararvi per la notte, pettinarvi, prepararvi la vasca da bagno...» spiegò la serva.

 

Da quel momento in poi non le sarebbe nemmeno più stata concessa la sua intimità? 

 

Dopo circa un minuto passato a meditare, Margery fece un lieve cenno col capo, concedendo alla serva di avvicinarsi.

 

Una volta vestita, passarono ai capelli, l'impresa più ardua.

La lunga, spettinata, ribelle chioma di Margery, era difficile da domare, tanto che furono richiesti parecchi minuti per sciogliere tutti i nodi.

Raccolsero i suoi capelli in una treccia fissata alla sommità del capo, arricchita con delle perle.

 

Passarono poi al trucco. Colorarono le sue gote e le sue labbra di rosa, dopo averle cosparso il viso con uno strano liquido bianco, che faceva risultare la sua pelle estremamente pallida.

 

«Ora siete pronta, finalmente» annunciò Lady Katrina con un sorriso soddisfatto, lasciando che Margery si guardasse allo specchio.

 

Margery non fu a sua volta appagata del risultato finale. Quella non era lei. Non era il suo volto, non erano i suoi capelli, non era il suo corpo.

 

Tuttavia, cercò di simulare un sorriso grato rivolto alle due donne che si erano occupate di lei e le ringraziò.

 

Subito dopo aver fatto una grande, abbondante colazione, venne accompagnata da Lady Katrina e Lady Aline in una sala comune, dove erano riunite più di una dozzina di altre donne riunite a parlare tra di loro, alcune delle quali dimostravano la stessa età delle tre ragazze. Alcune erano in piedi, altre erano comodamente sedute su dei divanetti disposti in varie zone della stanza.

 

«Che cosa ci facciamo qui?» domandò Margery.

 

«Non l'avete ancora intuito? Andiamo a conoscere vostra sorella» rispose Lady Aline.

   
 
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