Ciaoo ragassuoliii!
Eccovi un’altra piccolezza, una Dramione, dedicata alla mia migliore amica che
oggi compie gli anni!!! Questa è tutta per te, tesoro, goditela! XD
Dedicata
alla mia gatta pazza,
una
parola per ogni tuo sorriso.
Grazie
di tutto.
“A present for you”
Compleanno.
È il giorno del mio compleanno, e nessuno lo sa.
Che cosa crudele, direte voi, nemmeno un augurio o un regalo.
E invece no, non è affatto crudele, sono io che non voglio che nessuno lo sappia.
Non mi piace essere festeggiata, non mi piace affatto.
Stare al centro dell’attenzione di tutti, ricevere falsi auguri da
false persone, sorrisi di plastica, ma chi me lo fa fare?
-Ehi Herm! Come ti
va la vita? Tutto bene?-
-Ciao Kat, tutto
bene tu?-
Sto andando a
scuola, un prestigioso liceo in piena città di Londra, a cui ho avuto accesso
con una borsa di studio per meriti scolastici, e la mia migliore amica Katrine
mi ha intercettata per la strada. All’improvviso, sento qualcosa che mi si
infila in mano. Sollevo confusa il palmo, e ci vedo un pacchettino di carta blu
zaffiro con un fiocchetto d’argento sopra.
-Non è un ordigno
esplosivo Mione, è solo un regalo di compleanno.- mi dice Kat sorridendo
sorniona. Un sorriso imbarazzato mi si apre sul viso, mentre apro il mio
regalo.
-Oddio Kat! Ma come
hai fatto a trovarlo?- mi ha regalato
quel bellissimo braccialetto di perline in stile etnico che avevo visto due
mesi fa in un negozio! Quando ero andata per comprarlo, non c’era più, e adesso
ce l’ho al polso!
La guardo nei suoi
occhi vispi, color del cioccolato più dolce, mentre mi sorride astuta.
-Non ti aspetterai
davvero che io ti riveli i miei segretucci, vero? Che migliore amica sarei se
non trovassi un braccialetto per il tuo compleanno?-
-Shhhh!!! Abbassa la
voce, qualcuno potrebbe sentirti!-
Si avvicina al mio
orecchio e mi bisbiglia:
-Allora auguri,
Hermione!-
-Grazie!- sussurro
anch’io.
Ridendo come matte,
ci avviamo sulla strada, spintonandoci un poco, e commentando il braccialetto
come due bambine.
Quando arriviamo a
scuola, vediamo che un sacco di gente sta entrando insieme a noi nel cortile
antistante, ma non ci facciamo molto caso, siamo intente a chiacchierare.
-Ehi, bella
bionda! Com’è che questa mattina non mi saluti?-
Ci voltiamo entrambe
verso il muro esterno della scuola, verso l’origine della voce maschile che ci
ha chiamato. Vicino alla parete ci sono due ragazzi, uno dei quali si sta
avvicinando a grandi falcate verso di noi, e in particolare verso Katrine,
visto che è il suo ragazzo. Si chiama Blaise, ha i capelli neri e gli occhi
blu, occhi di cui Kat si è innamorata al primo sguardo. Le prende la mano e la
attira a se, baciandola dolcemente, e infilandole una mano tra i capelli
castano scuro.
-Blaise, quando la
pianterai di chiamarmi bionda, visto che sono bruna?- chiede Kat con occhi
imbambolati, mentre lo abbraccia.
-Che c’è, bionda
non ti piace? Ma bella bruna sta male…farei prima a chiamarti cioccolatino.-risponde
il moro, sorridendo malandrino, e beccandosi una pacca sul petto dalla sua
ragazza, mentre io ridacchio divertita.
-La piantate voi
due? È ancora prima mattina e siete già appiccicati! Ho appena fatto colazione,
diamine!-
Ed ecco l’insopportabile
migliore amico di lui che viene a scocciare. È l’opposto del primo, capelli
biondi chiarissimi e occhi grigi. Ha il viso molto pallido e affilato, e si
chiama Draco.
-Spupazzarmi il
mio ragazzo prima di entrare a scuola per sei ore di supplizio è un mio
sacrosanto diritto, biondino, e non sarai certo tu a togliermelo.- gli risponde
Katrine, facendogli la linguaccia. Lui fa una buffissima smorfia di dissenso e
sbuffa, mentre io rido.
-Di un po’
Granger, per caso stamattina un uccello ti ha fatto il nido in testa?- mi
abbozza quel gran cafone, alludendo ai miei boccoli castani un po’ arruffati.
-Ieri notte Kat mi
ha tenuta in giro fino a tardi, e stamattina non ho prestato molta attenzione
ai capelli.- bercio io scocciata.
-Ah sì, e dove siete
andate di bello?- domanda Blaise a Katrine. Con sguardo furbo e provocatore,
Kat gli risponde:
-Siamo andate al
pub, poi a ballare, e infine allo strip club.- lo sguardo del moro si fa
inquisitore mentre quello di Draco si fa scioccato.
-Ahahahahahaha! Ragazzi,
dovreste vedere le vostre facce!- esplodo io ridendo come una matta, sono
troppo comici!
-Dai, scherzavo,
niente strip club! Siamo andate allo spettacolo notturno del cinema.- aggiunge
poi la mia amica, ridacchiando anche lei.
Mentre i due si
riscuotono entriamo a scuola. Camminando, Blaise mi si avvicina di poco.
-Ehi Herm, ma come
era vestita? – mi sussurra, e sinceramente troppo piano, quasi non ho capito.
-Chi?- chiedo
facendo la finta tonta.
-Lo sai! Com’era
vestita Kat?-risponde agitato. Io sorrido maliziosa.
-Aveva un bel top
e i jeans neri.-
-TOP? Non avrà messo
quello rosso tutto a lacci, vero?- annuisco, e scorgo la gelosia pura nelle
iridi blu.
-Tranquillo, ha
fatto la brava ragazza tutta la sera.-
Nel mentre
entriamo in classe, e andiamo a sederci. Io e Kat siamo ai due banchi al centro
dell’aula, mentre i ragazzi stanno in fondo, vicino alla finestra.
-Blaise ti stava
facendo il terzo grado, per caso?- mi chiede lei, sedendosi sul banco di
traverso e guardando indietro.
-Noo, voleva solo
sapere com’eri vestita.- lei sospira.
-Geloso e
possessivo. Forse è anche per questo che lo amo. Ma non dirglielo, o finisce
che si monta la testa.- dice con un sorriso sghembo.
-Ok capo.- mentre
prendo un quaderno che ieri ho dimenticato nel sottobanco, cade qualcosa.
Sembra proprio un…
-Un regalo di
compleanno? Che carino, aprilo dai!- esclama a bassa voce Kat, scendendo in
fretta dal banco e mettendosi dietro la mia schiena.
È un piccolo
pensiero, coperto di carta verde smeraldo e con un fiocchetto d’argento. Lo scarto
piano e all’interno trovo un bellissimo fermaglio per i capelli a forma di
libellula. Il corpo e i contorni delle ali sembrano fatti d’argento, mentre l’interno
delle ali è colorato con lo smalto rosso, il mio colore preferito. Mi cade in
grembo un biglietto, che dice:
-Diciannove anni non si compiono tutti i
giorni, buon compleanno. P.S: tra i tuoi boccoli, questa libellula starà d’incanto,
indossala.-
-Wow, sembra
proprio il regalo di un ammiratore segreto.- commenta Kat sorridendo maliziosa.
Raggruppa i miei boccoli, pettinandoli con le dita, e crea una cosa bassa,
fermandola con la libellula appena trovata.
-Ti sta d’incanto
Herm, sei favolosa.-mi dice, con le mani sulle spalle.
-Ma chi può essere
stato? Nessuno sapeva del mio compleanno, a parte te ovviamente.- chiedo io,
confusa. Lei alza le spalle.
-Non ne ho idea,
ma un regalo non si disdegna mai.- risponde poi, sedendosi al mio fianco.
Iniziano le
lezioni, e l’ora di matematica sembra non finire mai. Vedo che Kat continua a
voltarsi indietro, oggi mi sa che soffre di carenza affettiva e vorrebbe
potersi “spupazzare” Blaise un altro po’, come dice lei.
E la mia mente
torna sempre a quel benedetto fermaglio. Ma chi può avermelo regalato? Chi? Nessuno
dei miei compagni poteva saperlo, perché ho sempre fatto in modo che non
trapelasse la mia data di nascita, e comunque nessuno se lo sarebbe ricordato. Se
fosse di una ragazza, avrebbe firmato e le parole non sarebbero così dolci. Quindi
è per forza di un ragazzo. Ma chi mi chiedo io, chi?
Passano le ore, e
tra chimica e storia non so cosa sia peggio, quindi la mia mente vaga ancora sul
fermaglio…e all’improvviso mi si scatena un ricordo nella mente.
L’anno scorso, a metà estate, io, Kat, Blaise e
Draco siamo andati in campagna, a casa del moro per le vacanze. Un giorno,
Katrine ha avuto la brillante idea di fare un pic-nic, così abbiamo scelto un
bel prato, vicino ad un ruscelletto, e ci abbiamo messo radici.
Ricordo che dopo pranzo, Kat e Blaise erano
andati nel fiumiciattolo a giocare con l’acqua fresca, perché avevano caldo, e
mi avevano lasciata da sola con Draco, sotto la quercia.
-Tu non vai a rinfrescarti, Granger?- mi aveva
chiesto ad un tratto.
-No, non mi va ora.- avevo risposto io. Ad un
tratto, qualcosa aveva attirato la mia attenzione svolazzandomi di fronte.
-Guarda, una libellula!- esclamai allora,
sorridendo felice. Quando mi voltai vidi, per la prima volta, un sorriso sul
volto di Draco, che guardava estasiato l’insetto.
-Mi piacciono le libellule.- mi disse poi,
quando si fu allontanata, fissando il cielo blu limpido e pulito.
-Davvero?- chiesi io.
-Sì. Si trovano solo dove l’acqua è davvero
pura, e sono leggiadre e delicate, come le farfalle, ma danno anche un senso di
forza, secondo me.- mi aveva risposto, guardandomi negli occhi.
Quando poi i nostri due amici erano tornati, il
momento di poesia si era rotto, ed eravamo tornati a punzecchiarci.
-Draco…-
-Draco cosa?-
Mi è scappato il
suo nome, sussurrato pianissimo, ma Kat l’ha sentito.
-Credo sia suo il
regalo.- continuo allora.
-Beh, allora
dovresti ringraziarlo.- mi risponde lei, sorridendo sorniona. Io arrossisco
senza un perché, e mi metto a fissare la schiena della prof, che al momento sta
litigando con un gessetto per scrivere alla lavagna.
Quando,
provvidenzialmente, suona l’intervallo, mi alzo e corro subito in bagno.
Una volta ai
servizi mi blocco, e mi fisso allo specchio.
Perché faccio
così?
Semplice, perché sono
confusa.
Come faceva lui a
sapere del mio compleanno?
Perché il regalo?
Perché quel regalo?
Inizio a camminare
su e giù per il bagno, ma non trovo risposta.
Mentre percorro
per l’ennesima volta lo stesso tragitto, la porta si apre e Kat entra nel
bagno.
-Herm, tutto
bene?- mi chiede preoccupata. Annuisco vigorosamente, sorridendo.
-Sì..sì tutto
bene. Sono solo un po’ confusa.-
-Per cosa?-
-Perché…ho l’impressione
che quel regalo conti qualcosa di più del solito…per lui.-
-Pensi che sia
innamorato di te?- mi chiede a bruciapelo. Abbasso gli occhi, intimidita.
-Credo di sì.-
-E tu? A te
piace?-
-È antipatico,
borioso, viziato figlio di papà con un sacco di grilli per la testa, perché mai
dovrebbe piacermi?!- urlo alterata. Lei ridacchia.
-E allora perché scatti
così? Senti Herm, sii onesta almeno con te stessa, ti piace lui?-
Mi piace lui?
-Oddio…credo di sì…-
sussurro sconvolta, una rivelazione così eclatante il mio cervello poteva
almeno anticiparmela…
Mi appoggio al
muro, e sento la campanella suonare.
-Tranquilla Herm,
tutto quello che devi fare ora è dirglielo.- mi dice tranquillamente Kat,
uscendo dal bagno.
Dopo poco esco
anch’io.
Una volta in
classe, punto dritta al mio banco.
Le ore passano in
fretta, e finisce la giornata.
-Diglielo ora,
Mione, è la tua occasione.- mi dice Kat, con una pacca sul braccio.
Io deglutisco a
vuoto, mentre tutti escono dall’aula, Kat abbracciata a Blaise come sempre, e
Draco rimane solo in fondo a mettere via le sue cose.
Ma, mentre fa per
andarsene..
-D-Draco aspetta…-
-Uh? Che c’è
Granger?- mi chiede avvicinandosi. Io mi alzo con uno scatto dal mio posto, ma
rimango ferma in piedi vicino al banco, guardando a terra.
-Sei stato tu a
regalarmi questa bellissima libellula, vero?- chiedo poi, tutta rossa, alzando
gli occhi nei suoi. Lui alza le spalle.
-Sì.- risponde poi
semplicemente. Io sorrido, come un ebete credo, e mi torco le mani.
-Grazie…E-ecco
io..volevo dirti che… che tu…- balbetto io.
-Che io?- mi
chiede lui, avvicinandosi lentamente a me, e facendo cadere a terra la sua
borsa. I suoi occhi sono magnetici, mi ci sto perdendo dentro…
-Tu…mi piaci…-
sussurro alla fine, quando il suo viso è a una spanna dal mio. Fa uno di quei
sorrisi sghembi che credevo di odiare, ma che in questo momento mi sta facendo
venire una tachicardia.
-Tu invece no.- mi
dice, e il cuore mi si ghiaccia in un istante.
-Tu non solo mi
piaci…io sono innamorato di te. Non so come hai fatto, ma ci sei riuscita.-
-A…a fare cosa?-
-A entrarmi
dentro.-
In meno di un
secondo, si è abbassato verso di me, e ha posato le labbra sulle mie. Lentamente,
con delicatezza, mi sfiora una guancia e i capelli, e le sue labbra accarezzano
le mie. Il cuore mi scoppia, ma stavolta, dalla gioia e dall’euforia.
-Non va bene spiare,
non lo sai?-
-Shhh, Blaise, o
mi farai scoprire.- esclamò la bruna, trascinando in basso il suo ragazzo,
mentre spiava la migliore amica da una fessura della porta semiaperta.
-Lo sapevo che si
piacevano.- commentò poi con un sorriso soddisfatto, mentre i due si baciavano.
-Ehhh sì, me lo
avevi detto. L’idea del regalo poi è stata vincente.- rispose il moro,
carezzandole i fianchi formosi, e baciandole il collo, facendola rialzare di
colpo.
-Gli serviva solo
una spinta.- rispose lei.
-Già, alla fine
hanno spiegato le ali.- commentò il ragazzo, e ancora sorridendo baciò la sua
ragazza.