Guardo
il foglio
bianco, intonso, illibato – inquietante.
Sospiro
lasciandomi andare sulla sedia, gli occhi bruciano per la luce
innaturale che me li ferisce tutte le notti– i
giorni– sempre
ormai.
È da un paio di
settimane che mi trovo in questa condizione di stallo e non so come
uscirne.
Sento le idee
accavallarsi, fondersi in chimere inquietanti per poi bruciare e,
come fenici, rinascere a nuova vita.
«Perché questa
non sarebbe un'immagine bellissima da descrivere?!»
L'esasperazione
articola le mie parole e me le fa esalare prima che io possa
controllare la lingua, facendomi imprecare sonoramente. Mi sfrego
veloce i disordinati capelli castani cercando di riacquistare un
contegno.
Non esiste che
Eren Jaeger si faccia mettere i piedi in
testa da un foglio virtuale! Nossignore!
Il
mio fedele
compagno di scrittura apre stancamente un occhio
verde
guardandomi storto, sollevando appena la testa dal suo assonnato
tepore, l'orecchio si muove con gesto rapido e poi riaffonda la testa
fra le zampe raccolte come sempre sotto al suo corpo.
Allungo la mano
affondandola nel suo manto morbido assaporandone il calore, non
faccio in tempo ad apprezzarlo fino in fondo che il maledetto si
rivolta mordendomi a sangue la mano, accompagnando il tutto con un
movimento rapido delle zampe artigliate, ritiro la mano ma ormai il
danno è fatto.
«E che diavolo
Titan!» Soffio sulle ferite che mi ha inflitto in maniera
sleale.
Guardo di nuovo il traditore che si è rimesso a dormire
placidamente
sulla scrivania; sconfitto anche su questo fronte ritento con la
scrittura, magari contro di lei riesco a spuntarla.
Com'è
che
regolarmente mi ritrovo a vivere questi blocchi?
Cos'è che si
incrina, e che mi porta dallo scrivere quintali di inchiostro
virtuale in poche ore, a non saper mettere due parole una di fronte
all'altra, nelle seguenti?
La pagina bianca
è ancora di fronte a me e mi guarda, mi osserva,
percepisco i
suoi occhi sfrontati; e poi c'è lei, lei che mi sfida con
quei
continui aggiornamenti regolari, uno più avvincente
dell'altro.
Quel genio di
ragazza passa dal pubblicare una leggera slice of life,
allo
scrivere una passionale scena smut –e
non nego di essermi eccitato un paio di volte, maledetta lei e lo
yaoi!– per poi piombare senza preavviso nell'angst
più totale, il tutto da un giorno all'altro, e io me ne sto
qui, ad
ammirarla da lontano, non sapendo cosa voglio ottenere con tutto il
tempo che perdo dietro a queste storie.
Mi volto di lato
cercando la bottiglietta dell'acqua, sbattendo contro a delle carte
nel mentre, ah già, l'esame.
Sbuffo buttando a terra con
noncuranza quel mare di fogli e afferro la bottiglia.
L'evoluzione dei
miei pensieri mi dà modo di riflettere, per chi scrivo
davvero? Per
me o per lei?
Forse è per
questo che non riesco a scrivere ultimamente, non ho un obbiettivo,
volevo scrivere per qualcuno che non fossi io; sono un idiota,
quand'è che ha smesso di essere scrittura ed è
diventata
competizione?
Decido
di farmi
del male e vado a vedere la pagina delle pubblicazioni,
chissà se ha
aggiornato.
Ed eccolo
là, in
cima alla lista degli autori preferiti. Dark_Lust&Pain.
Un nome una
condanna!
We
Used to Be -
Ultimo capitolo
[SasuNaru]
[Fluff] [Confession] [Friend to
Lover] [FuckFriendzone]
«...co– Sasuke? Ora sei tu che non mi stai ascoltando!» La faccia irritata di Naruto gli fa capire che deve avergli domandato qualcosa di importante che, però, non è stato abbastanza attendo da ascoltare. Per tutte le volte che lo fa Naruto con lui non è poi tanto grave, e comunque in quel momento ha un solo pensiero in testa.
Si schiarisce la voce, l'altro continua a blaterare, ma non gli interessa. “Ora o mai più” si ripete con convinzione. «Mi piaci Naruto, forse da sempre».
Si pente nell'esatto momento in cui esala l'ultima sillaba quasi in un sussurro.
Gli occhi cerulei dell'amico si spalancano per lo stupore, così come le labbra.
Si volta stizzito, è stato un idiota. «Lascia perdere, sono un coglione» Sancisce calciando con stizza un sasso e incamminandosi ripercorrendo i propri passsi.
_______________________________________________________________________________
Autore:
Dark_Lust&Pain
| Pubblicata: 05/05/18 | Aggiornata: 05/05/18 | Rating: Verde
Genere:
Commedia, Slice of life | Capitoli: 1 - One shot | Conclusa
Tipo
di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Note: AU, OOC | Avvertimenti: Nessuno
Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Categoria: Anime
& Manga
> Naruto
| Contesto: Nessun contesto | Leggi le 0
recensioni
La
pubblicazione
risale ad oggi, apro il link incuriosito, “We Used to Be”
sezione
“Naruto”.
Ecco ciò che la
contraddistingue, la versatilità, la trovo in ogni sezione e
il mio
odio, così come l'amore per lei, aumentano di pari passo.
Vorrei
essere anche io così tanto versatile e fantasioso!
Non controllo
nemmeno l'orario, è tardi, come sempre del resto e mi fiondo
nella
lettura.
Controllo
velocemente le note.
Tipo di coppia
Shounen-ai. E fin qui non si smentisce, le sue storie sono
caratterizzate sempre da coppie omosessuali e la cosa non mi dispiace
affatto, e come potrebbe data la cotta mostruosa che ho per il mio
quasi migliore amico?
Ha aggiunto degli
avvertimenti nelle note iniziali, Fluff – FuckFriendzone
mi
fa sorridere amaramente, siamo più simili di quello che
possa
pensare. Ci sarà da sospirare questa notte.
Lascio
il
computer con la schermata sempre più bianca aperta, a
ricordarmi di
come mi sia distratto, per l'ennesima volta, non concludendo niente
di niente; Titan ha spostato le sue regali chiappe sul letto e
continua a sonnecchiare. Decido di fargli compagnia.
Come al solito
affondo la schiena nei soffici cuscini del mio letto per dedicarmi al
mio secondo passatempo serale preferito, la lettura di fanfiction.
Non
appena
finisco di leggerla non riesco a trattenermi dal recensire; ho ancora
le mani che tremano per la furia con cui hanno corso sui tasti, il
continuo click della tastiera ha infastidito persino Titan che se
n'è
andato esasperato.
Quanto vorrei
avere il coraggio che ho lasciato trasparire nella mia recensione
appassionata.
Non so di preciso
cosa mi abbia spinto a fare il tifo per quella che ho nominato mia
rivale nel fandom, non ne ho idea, ma tant'è.
Devono essere
state quelle note finali, lei non ha mai scritto nulla di sé
in
fondo al capitolo e quella frase, dal tono così esasperato,
mi ha
colpito, deve essere molto afflitta.
“Questo è l'unico modo che ho per confessare ciò che provo alla mia crush, vorrei avere il coraggio di Sasuke, ma a quanto pare sono capace solo di descriverlo... perché la vita non può essere una fanfiction?”
In
quel momento
mi torna in mente il mio blocco dello scrittore che sta per entrare
nella terza settimana di permanenza, e, insieme a quello, anche tutte
le emozioni che è riuscita a smuovermi con un testo
quell'autrice;
forse mi ha coinvolto tanto perché mi sono rivisto nella
narrazione.
Mollo la testa
nel cuscino prendendolo a testate, perché non sono capace di
scrivere cose simili anche io!? Perché non riesco a
convogliare la
mia frustrazione come lei?!
Quando
riafferro
il telefono che stavo mollando sul comodino per metterlo sotto
carica, arriva un messaggio. A quest'ora!?
Lo apro curioso
di sapere chi potrebbe essere, il mittente mi lascia ancor
più
stupito, sento il mio cuore perdere un battito – devo essere
ancora
frastornato per la recensione che ho lasciato alla fanfiction. Levi.
"Domani ci sei per la colazione?
Ho la prima lezione alle 10"
Rispondo
di getto, non mi frega niente dell'orario, o di sembrare troppo impaziente
di un suo messaggio. "Va
bene! Ci incontriamo come al solito alla fontana?"
"Zero Killed" Sorrido a quel modo così da Levi che usa per
rispondere, perché un semplice OK è troppo moderno.
Ok con questo ho raggiunto l'apoteosi delle stranezze per stasera, chiudo la conversazione, metto il telefono in modalità aerea: è ora che mi metta a dormire, non prima di aver controllato che le sveglie siano tutte attive, domani è uno di quei giorni in cui non voglio assolutamente essere in ritardo. Per nessuna ragione.
Mi
sveglio più
stanco di come lo ero quando sono andato a letto ieri notte, speravo
di aver sfogato la mia frustrazione con quella One-shot che mi era
uscita di getto, ma la recensione istantanea che ho ricevuto mi ha
confuso ancora di più. Afferro il telefono di nuovo mentre
sono
ancora nel letto, rileggendola.
Writ'em_All
Nuovo
recensore
07/05/18,
ore 23:37
Cap.
1: We
Used to Be
Il lavoro è eccelso come sempre, grammaticalmente, stilisticamente, sintatticamente; in tutto e per tutto un lavoro firmato Dark_Lust&Pain – che poi, prima o poi mi spiegherai perché un nickname così complesso...
Ma ora
voglio spiegarti la mia impellenza nel volerti lasciare una recensione
a quest'ora.
Il tuo scritto mi ha sollevato dall'imbarazzo dello schermo vuoto che
stavo fissando di nuovo, come tutte le sere di queste ultime settimane.
I tuoi scritti mi accompagnano da quando ti ho conosciuta come
scrittrice e anche in questo momento mi hanno portato a riflettere su
me stesso e su ciò che è la scrittura –
e la lettura – per me.
Questa One-shot, in particolare, mi ha dato come la sensazione di leggermi dentro. La dichiarazione improvvisa, inaspettata – imprevedibile di Sasuke mi ha lasciato spiazzato. E il conseguente smarrimento di Naruto, il suo cadere dalle nuvole, il timido sorriso che gli nasce sulle labbra mentre realizza che non è un sogno, ma che sta succedendo davvero; tutto quello che ha provato Naruto l'ho provato io, e non nego di essermi emozionato moltissimo nel leggerlo. Ma questo te lo dico ad ogni recensione.
Questa
one-shot mi ha fatto venir voglia di prendere il telefono, scrivere
alla mia crush storica e di provare a scacciare questa c@zz0 di
friendzone che mi
ritrovo a vivere – che poi non è reale friendzone
in quanto non mi sono mai dichiarato mmh – anyway, torniamo
alla fanfiction e alle tue note finali.
Voglio lasciarti questa recensione fresca fresca di lettura per
spronarti ad uscire dalla tua
friendzone, dichiarati a quell'idiota del tuo amico senza paura!
– oddio che brutta la ripetizione che ho usato, ma non saprei
come sostituire la parola in questo momento... –.
Mi hai smosso dei sentimenti che non ti dico, ho lo stomaco ancora
sottosopra per le troppe farfalle che vi hanno preso dimora fissa dalla
dichiarazione di Sasuke. Quanto vorrei che anche il mio
Sasuke si
dichiarasse!!
A parte gli scherzi, davvero, se sei riuscita a coinvolgermi
così tanto tramite una fanfiction, ritengo che tenere tutti
quei sentimenti sigillati dentro di te sia uno spreco, lasciali liberi
e se quell'idiota non ti ricambia, bè, sappi che
è uno sfigato e non sa quello che si perde!
Eccelsa
come sempre, e aspetto gli sviluppi della
tua love-story, magari in una prossima fanfiction che non
mancherò di leggere!
Alla prossima.
Writ'em_All. ~ è in momenti come questo che noto quanto il
mio nick-name sia infantile ._. See ya soon.
Maledetta recensione e maledetto lettore insonne; che fra le altre cose non capisco perché sia convinto che io sia una donna, ma non mi disturba la cosa, mi sta bene che abbia frainteso, almeno sono sicuro che nessuno possa scoprire questa mia discutibile passione. In questo contesto posso essere me stesso, senza dover pensare a cosa possa dire o pensare la gente, se scoprisse ciò che traspare del mio pensiero – e delle mie passioni, tramite le storie che pubblico.
«Ahia!»
Mi
sfrego la fronte lanciando via quel telefono maledetto, come da
manuale mi è scivolato dalle mani impattando contro il mio
viso in
maniera brutale.
Devo smettere di
leggere da steso.
Mi alzo, ormai il
danno è fatto; quell'idiota ne avrebbe a
male se non mi
presentassi o se gli dessi buca all'improvviso, devo andare a
quell'appuntamento improvvisato.
Rileggo il
messaggio che gli ho mandato nell'impeto dell'euforia contagiosa
della recensione.
Non è nulla di
compromettente – a parte l'orario troppo insolito per i miei
standard – è un semplice invito per una colazione,
posso sempre
evitare di fare ciò che mi ero prefissato.
Mi dirigo in
bagno, ma il pensiero di ciò che desidero
fare non mi
abbandona.
“A parte gli scherzi, davvero, se sei riuscita a coinvolgermi così tanto tramite una fanfiction, ritengo che tenere tutti quei sentimenti sigillati dentro di te sia uno spreco, lasciali liberi e se quell'idiota non ti ricambia, bè sappi che è uno sfigato e non sa quello che si perde!”
Le
parole di
quella recensione galeotta continuano a tormentarmi, forse dovrei
osare. Il riflesso che mi sta fissando è ancor meno convinto
di
quello che credevo, gli occhi circondati dalle occhiaie sono
dubbiosi, è una pessima idea.
“Voglio
davvero mandare a puttane tutto?”.
Il peso che sento
nel petto aumenta di pari passo con i miei pensieri, che sembrano
aggrovigliarsi l'un l'altro senza darmi respiro; e mi rendo conto di
averlo trattenuto davvero solo quando lo rilascio con un profondo
sospiro; la testa è pesante, provo a massaggiare il ponte
del naso
rilassando quella maledetta increspatura che mi caratterizza.
Quante volte mi
ha ripetuto come io sia il classico soggetto affetto dallo sguardo da
stronzo, e che, sempre secondo il suo modestissimo
parere, se
sorridessi di più, probabilmente, avrei più
chance di trovarmi
qualcuno. È ironico come sia proprio quel pensiero ad
incresparmi le
labbra; quelle labbra sempre tirate in una severa linea orizzontale
che smorzerebbe l'entusiasmo di chiunque, ma non il suo, che
imperterrito, continua a trottarmi intorno.
Appena
mi chiudo
la porta alle spalle mi rendo conto di essere dannatamente in
anticipo sulla tabella di marcia, mi appoggio la tracolla sulla
spalla ed esco comunque, posso sempre ingannare il tempo camminando
fino in facoltà.
Il sole sta già
scaldando l'aria ancora fresca della mattina, la leggera brezza mi
accarezza le gambe.
Mi sono vestito
in maniera anonima come mio solito, non è un giorno speciale
e non
sono obbligato a tener fede alla promessa che ho fatto a me stesso.
Affondo
maggiormente le mani delle tasche dei pantaloni incurvandomi
leggermente, la mia frustrazione si catalizza su un sassolino che
viene calciato via violentemente rotolando sull'asfalto.
“Quanto vorrei che anche il mio Sasuke si dichiarasse!!”
Perché
una frase
così, in quella che è uno dei miei lavori
più superficiali e
personali mi dà tanto da pensare? Perché mi sono
dovuto riflettere
così tanto in una stupida One-shot – che non era
nemmeno in
programma tra l'altro?!
Quella marea di
pensieri mi accompagna fino alla fontana. Riguardo l'orario, sono
riuscito a perdere mezz'ora per strada, mi stiracchio e solo in quel
momento realizzo la maglia che sto indossando; sbuffo infastidito, il
mio stesso inconscio mi rema contro.
La maglia
dell'album fautore del mio pseudonimo da scrittore: “Dark
Passion Play”, che sia un segno che devo seguire il
mio
inconscio?
In quel momento
alzo lo sguardo di fronte a me e lo vedo fare la sua comparsa; quando
mi vede irrigidisce la schiena e si aggrappa alla tracolla, in quel
suo solito gesto che fa quand'è in difficoltà,
deve essersene reso
conto perché molla la presa e alza la mano facendomi un
cenno.
Rispondo al
saluto, ma noto una cosa alquanto singolare.
L'ha sempre avuta
quella maglia – gliel'ho regalata io dato che è un
fan sfegatato
dei Metallica; però quel giorno in particolare noto cose
insolite,
il mio cervello ci legge “Writ'em All” invece
di Kill 'em
All.
Vorrei ridere a
quella casualità, ma mi trattengo, e invece sospiro
allontanandomi
dalla colonna a cui ero appoggiato andandogli incontro.
“Forse non è
un caso”
Ci siamo fermati a far colazione, lo osservo sempre mentre è distratto a mangiare qualcosa o a bere la sua familiare tazza di tè. Osservarlo mi ha dato l'ispirazione per scrivere mille storie diverse nell'ultimo anno, i suoi gesti, i suoi modi così delicati eppure così decisi, le sue mani, tutto di lui attira costantemente la mia attenzione.
“Lo
sguardo
avido indugiava su ogni dettaglio che riusciva a carpire con quelle
occhiate rubate in quei momenti di intimità che si
ritagliavano dal
caos generale della loro quotidianità; ogni volta appuntava
mentalmente ciò che attirava la sua attenzione.
Passava dalle
mani lunghe e affusolate, agli avambracci tonici che si contraevano
mentre afferrava la tazzina e poi si rilassavano quando la lasciava
sul piattino per poi prendere il fazzoletto e tamponare
l'umidità
della bevanda dalle labbra. Sospirò quando alzò
lo sguardo
perdendosi in quelle iridi taglienti come la lama di un
coltello...”
«Oi–
Eren, ci
sei?» Mi ridesto dal mio divagare. «Sembri
più distratto del
solito, il che è un record»
Gonfio le guance
indispettito mentre caccio fuori carta e penna per appuntarmi alcune
cose. Non voglio perdere quella perla che il mio cervello ha
partorito dopo tanta sterilità.
«Un momento» La
mano corre sulla carta, spero di riuscire a capire ciò che
sto
scrivendo quando riprenderò in mano questi appunti.
«Solo– un
momento, ci sono quasi–» Mormoro, il braccio
sinistro si è
informicolito mentre lo tengo ostinatamente su per tenere in sospeso
la sua lingua tagliente.
«Ecco ci sono,
perfetto – dimmi» Chiudo il blocco per gli appunti
ma lo tengo di
fianco a me.
«E quello?» Lo
sguardo è più incuriosito del solito mentre
osserva il mio blocco
per gli appunti.
«Ah lascia
perdere, è una cavolata, cosa stavi dicendo?»
Cerco di sviare il
discorso, non è che non voglia che si
sappia che scrivo, non
ho mai pensato di condividerlo con qualcuno – con lui ancor
meno.
«Il tuo sguardo,
era– interessante» Quell'osservazione mi prende in
contropiede,
alzo lo sguardo e trovo il suo attento, più attento del
solito –
un leggero rossore gli imporpora le guance pallide; afferro la
bottiglietta di tè sorseggiandola per inumidirmi le labbra,
schiarisco la voce. Da quando è così
tanto attento a me?
«Sono solo
appunti, mi piace– uhm– mi piace
scribacchiare robe»
Ammetto di getto distogliendo lo sguardo dal suo, ora insostenibile,
i suoi occhi sono animati da una strana luce.
«Pubblichi?»
Tutto in lui
trasuda curiosità e interesse, e qualcos'altro che non
riesco ad
identificare.
Mi mordo un
labbro, l'indecisione prende possesso di me, poi penso che comunque i
miei lavori particolari sono offlimits per chi non
è
registrato. Mi rilasso.
«S- Sì, ma non
è nulla di che, perderesti il tuo tempo!»
«Se ti anima
così, non credo proprio» borbotta a denti stretti
buttando giù
l'ultimo sorso di tè. «Andiamo? Ho voglia di fare
due passi!» Mi
ritrovo trascinato dalla sua stessa repentinità, mi alzo
andando a
pagare. «Prendi la mia borsa e aspettami, offro io
oggi!»
Non riesco a
replicare e annuisco aspettandolo all'ingresso del locale.
È strano, o
meglio, più strano del solito.
Mi aggrappo alla
tracolla, e stringo la cinghia della sua con l'altra mano, la lettura
di quella fanfiction mi sta suscitando degli strani filmini, anche
ora che sta pagando la mia mente elabora descrizioni, cazzo,
è diventato la mia musa ispiratrice, mi mordo un labbro
mentre il
pensiero vola lontano, di nuovo.
“Lo
osserva
di nuovo, le spalle toniche riempiono la maglia scura che indossa, il
tessuto gli avvolge morbidamente i fianchi celando i fianchi dritti e
gli addominali scolpiti, arrossisce mentre pensa a come potrebbe
rimuoverla; sposta lo sguardo per riprendere il controllo dei
pensieri.
Sta scambiando
alcune osservazioni con la barista, il cui sguardo incrocia il suo
per un momento, squittisce mentre porta le mani alla bocca non
trattenendo un urletto che comunque le scappa, il secondo barista
presente le dà una pacca sulla spalla che la fa scattare da
dietro
al bancone per correre verso il cliente e stringerlo in un abbraccio.
La rabbia
monta dentro di lui, la sente serpeggiare violenta, sa che non
c'è
nulla tra i due, ma i suoi atteggiamenti espansivi lo urtano sempre
di più.
Non ha il
coraggio sufficiente per ascoltarli, non vuole dare forma a quel
pensiero che sta urlando violento.
Prova,
azzarda, osa, urla con sempre più impeto quella vocina.
Le mani sono
fredde per l'agitazione che lo sta animando...”
Mi
tremano le
mani, lui è ancora impegnato con quella ragazza,
mi
infastidisce la mia stessa gelosia, è meglio se esco e mi
schiarisco
le idee, per quanto oggi mi stupisca di me stesso, mi conosco, so che
potrei rischiare di dire cose inopportune.
È Hanji, sono
amici da sempre, ma non riesco a trattenere la stizza che mi sta
animando, però questa rabbia ha una
forma, uno spessore non
indifferente che non voglio perdere.
Tiro fuori il
blocco per gli appunti e trascrivo quelle sensazioni, rabbia,
gelosia, invidia.
Che persona di
merda che sono, dovrei essere felice per lui e invece non riesco a
non pensare a come vorrei riuscire anch’io ad abbracciarlo
con
tanta spensieratezza, a quanto vorrei liberare la mia lingua, ma non
riesco e lascio correre la penna, finalmente.
Il suono della
biro che sfrega con forza sulla carta mentre lascia un segno
indelebile mi rilassa sempre, vedere i miei pensieri materializzarsi,
prendere forma sulla carta è sempre emozionante e mi fa
sentire più
libero: libero di immaginare altro.
«Proprio
non
riesci a stare attento» Sobbalzo a quella voce che mi coglie
assolutamente impreparato, la penna e il quaderno mi cadono dalle
mani per la sorpresa. «Sei ispirato oggi»
Commenta ironico
mentre mi porge il quaderno che ha raccolto da terra, riprende anche
la sua tracolla facendola scivolare via dalla mia spalla, annuisco
mentre ripongo i miei appunti nella borsa.
«Andiamo?»
Sembrerà solo a me, ma è impaziente, cerco di
ridarmi un contegno e
mentre ci incamminiamo penso a ciò che potrei cavar fuori da
quella
giornata così proficua, non vedo l'ora di andare a casa e
buttarmi a
scrivere, stasera è la sera buona, me lo sento!
«Dimmi
di più
sulla tua passione» Mi blocco a quella domanda a bruciapelo.
«Cosa
scrivi?»
«Delle
fanfiction– mi ispiro a un'opera originale e
rielabo–»
«So cos'è una
fanfiction, genere?»
«Tu– tu sai
cos'è una fanfiction?» Non mi sembrava proprio il
tipo.
Uno
strano
pensiero inizia ad insinuarsi dentro di me, sono riuscito a farlo
sbottonare su quel passatempo che proprio non credevo da lui; dopo
una leggera esitazione iniziale si lascia andare, e inizia a parlarmi
dei suoi scritti – che mi sembrano tremendamente familiari,
del perché lo fa e finisce a parlare della scrittrice che lo
sta
tormentando. Quando nomina quel Nickname i miei pensieri si azzerano.
Lui impegnato a
straparlare, non si rende conto che mi sono pietrificato, il nostro
scambio è diventato un soliloquio, non seguo più
ciò che dice; ho
collegato ciò che il fato mi ha sbattuto
in faccia oggi, le
maglie, le recensioni, i discorsi, persino l'ispirazione folgorante
della One-shot di ieri notte credo sia colpa di qualche
divinità
superiore.
Rivedo quella
scritta, “WriteKill'em
All” guardarmi
minacciosa.
«Hey Le– Levi?
Mi stai ascoltando?» L'espressione è frastornata,
quasi
preoccupata.
Deglutisco
puntando i miei occhi nei suoi, voglio essere certo che mi senta
bene. Fa qualche passo verso di me, sospiro pesantemente per poi
esalare quella frase che racchiude tutto ciò che voglio
dirgli – e
anche di più adesso.
«Mi piaci Eren, forse da sempre»
Esalo
col cuore
in gola, avrei voluto dirlo in mille altri modi, ma vista la piega
degli eventi questo è l'unico modo, l'unico e il
più giusto al
tempo stesso, per quanto mi faccia strano autocitarmi.
Lui si blocca, la
borsa gli scivola via dalla spalla, ne ferma la caduta con un gesto
rapido del braccio e la afferra un attimo prima che impatti al suolo
per poi appoggiarla delicatamente ai suoi piedi.
La miriade di
pensieri che affollano la sua mente sono tutti dipinti sul suo viso,
sconcerto, imbarazzo e realizzazione.
Boccheggia un
paio di volte, prima di portare le mani alla bocca, ora spalancata
per lo stupore.
Sono un idiota,
cazzo pure Sasuke ha fatto la stessa cappella nella
mia
storia, eppure a lui è andata bene – ovvio,
perché, chi non spera
in un lieto fine? Mi rivedo troppo in quel personaggio, scalcio via
un altro sasso e mi giro, è meglio che gli lasci i suoi
spazi, sarà
anche Writ'em_All, ma nessuno mi ha mai dato la
certezza che
io potessi essere il suo fantomatico Sasuke.
«Lascia per–»
Non
riesco a
finire la frase, in un attimo sento la sua mano sul mio polso girarmi
malamente verso di lui, lo guardo smarrito, ma prima che io possa
dire o fare altro le sue labbra sono premute sulle mie, il contatto
è
impacciato e sento la mano allentare la presa e scendere fino a
sfiorarmi le dita, con cui subito intreccio le mie.
Non credevo di
poter desiderare tanto un bacio da lui, ma mentre lo sto assaporando
per la prima, volta mi accorgo di non volerne più fare a
meno.
Le sue labbra
sono calde, morbide, il suo profumo mi offusca i sensi con la sua
nota virile, non pensavo di provare tutte queste emozioni con un
semplice bacio.
Cazzo,
non è per niente paragonabile a quelli che ho descritto
finora!
Eren
è riuscito
a catalizzare tutta la mia attenzione, mi rendo conto di averlo
afferrato per la nuca solo nel momento in cui sfioro i suoi corti
capelli solleticarmi le dita. non gli permetto di allontanarsi, tutto
è così repentino e così giusto al
tempo stesso; il parco in cui
stiamo camminando, i commenti della gente, tutto sparisce.
Ecco le famose
farfalle allo stomaco che tante volte ho usato per descrivere quella
fastidiosa sensazione e darle una connotazione
romantica.
Ho baciato e
frequentato altre persone ma non le ho mai sentite con questa
intensità.
Interrompiamo
quel contatto così desiderato da entrambi, senza
però allontanarci
del tutto l'uno dall'altro.
La mia mano è
ancora appoggiata alla sua nuca, ne massaggio le ciocche castane
facendole scivolare tra le dita.
«È assurdo»
Sussurra a un soffio dalla mia bocca.
«Concordo»
Faccio per allontanarmi, ma lui mi riafferra per il colletto della
maglia e mi riporta vicino a sé riappropriandosi delle mie
labbra.
«L'avevo detto
io che quell'idiota non sapeva cosa si perdeva»
Mi soffia
direttamente nel timpano, le nostre dita sono ancora intrecciate, lui
si allontana con un sorriso ebete stampato in faccia, gratta il capo
dove pochi attimi prima c'era la mia mano.
Ci allontaniamo
del tutto recuperando le borse. «Direi che dobbiamo andare a
lezione» Sospira afflitto.
«Tsk ci vedremo
come sempre dopo, Writ'em_All»
«Sentirlo dire
ad alta voce è inquietante» Il tono è
decisamente alto e fa
voltare alcune persone che stanno passando di lì, ma non mi
importa
se i suoi occhi ridono con lui, istintivamente gli porto una mano a
sfiorargli una guancia facendolo arrossire.
«Ma–
un
momento–» Lo sguardo si punta nel mio e si fa
dannatamente serio,
ecco, lo sapevo, non poteva essere così semplice.
«Ma– se tu sei
Dark_Lust&Pain... Tu– Tu hai
davvero scritto quelle robe
smuttissime e yaoissime?!»
Mi ritrovo ad
arrossire di colpo, cosa cazzo gli passa per la mente e poi–
«Parla
il feticista del rimming» Sbuffo
sonoramente, ormai la gente
ci passa attorno incurante dello scambio verbale alquanto criptico
che stiamo avendo.
«To– Touché»
Balbetta al limite dell'imbarazzo mentre mi segue verso l'aula,
dannato moccioso.
«E comunque la
tua ultima vm18 mi ha decisamente accaldato» Mi ritrovo ad
ammettere
a denti stretti. “Se trombi come scrivi siamo a
cavallo”.
«LEVI?!»
«Non
l'ho solo pensato» Asserisco divertito.
«No, decisamente
no».
Ho
iniziato a
scrivere più per sfogo che per altro, ne sentivo la
necessità
viscerale, mi ha aiutato a gestire molti momenti difficili della mia
adolescenza, poi crescendo è diventata un'abitudine
quotidiana che
non mi ha mai abbandonato, e ora mi ha aiutato a fare quello che non
credevo possibile.
Guardo timoroso
la fila fuori dalla libreria che si incrementa attimo dopo attimo,
sono tutti qui per noi, Eren è di fianco a me in trepidante
attesa.
Dalla
pubblicazione di quella One-shot sono passati quasi 3 anni, e ora
siamo qui, insieme, pronti per presentare il
romanzo che
abbiamo scritto insieme.
«Pronto?» Mi
afferra la mano per baciarla dolcemente, sentiamo delle fan esplodere
in alcuni urletti eccitati alla vista del nostro gesto,
quell'esibizionista del mio compagno le saluta sorridendo.
Armin, il nostro
amico, nonché proprietario della libreria ci osserva
sconsolato.
«Le ucciderete
voi due, Eren non approfittartene troppo dei loro ormoni»
Lo ammonisce
ridendo mentre va ad aprire la porta e le nostre fan invadono il
locale.
«Here we go»
Mi sussurra nell'orecchio per poi baciarmi con trasporto, gli
allaccio le braccia al collo mentre alcuni flash immortalano quel
momento.
Io ho sempre
amato scrivere, e ora scrivo per amore.
Fine.