Anime & Manga > Psycho-Pass
Ricorda la storia  |      
Autore: Little Firestar84    09/05/2018    1 recensioni
"A te avrò pure promesso che un giorno ci saremmo rincontrati come persone normali, ma Gino mi aveva fatto giurare che non avrei più fatto vedere la mia faccia da queste parti per non darti altri problemi..." Alla caduta del Sybil System, tutto ciò che resta di Akane e Kogami sono due persone normali, che non vorrebbero altro che vivere vite normali senza troppe paure o preoccupazioni...
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tsunemori, Shinya Kogami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I pallidi raggi del sole mattutino filtravano attraverso le veneziane, illuminando la polvere, facendola danzare nell’aria quasi come fatine scintillanti – o come leggeri fiocchi di neve in una cupa mattina invernale. Akane era, contrariamente al suo solito, addormentata profondamente, sprofondata sotto una coltre di coperte che nascondeva il suo corpo minuto. Il naso piantato nei cuscini, la ragazza sospirava appaga, quasi stesse facendo un sogno particolarmente piacevole, quando la sveglia tuonò.

La mente annebbiata dal disappunto, Akane spense l’arnese infernale senza la benché minima voglia di alzarsi, vociando il suo disdegno con parole impastate dal sonno. Caffè, fu il suo unico pensiero lucido – se voleva poter funzionare come qualsiasi altro essere umano, come prima cosa aveva bisogno di una bella tazza di caffè fumante.

Akane prese a stiracchiarsi, facendo scivola le lenzuola sul petto nudo, sbadigliando in una maniera non proprio da signora. Non che le importasse chissà che – viveva da sola, e nessuno poteva vedere come apparisse davvero appena sveglia, nemmeno più Candy. Forse non doversi preoccupare del suo aspetto sarebbe potuto apparire come un piccolo lusso, ma c’erano giorni in cui avrebbe dato qualsiasi cosa per avere qualcuno con cui dividere la sua rutine. Aveva avuto la chance di amare, incontrato uomini che sarebbero stati ben felici di chiamarla moglie, ma Akane non si era mai stata lasciata dominare dal sentimento, conscia che il Sybil Sytem avrebbe potuto usare i suoi cari contro di lei.

Akane sospirò, pensierosa, cercando di assaporare quel poco di paesaggio che poteva vedere dalle tende, e massaggiò i suoi muscoli indolenziti. Ora che il Sybil System apparteneva al passato, forse avrebbe potuto assaporare la piena libertà. Era tutto così nuovo… il mondo non era finito, la società andava avanti lungo il suo sentiero, e la democrazia era di nuovo nelle mani del Popolo, e non solo una marionetta nelle mani di un sistema corrotto.

Le cose erano cambiate, ma nemmeno poi così tanto. Lei era ancora un ispettore, e non era bruciata all’inferno con il diavolo che aveva servito come aveva sempre pensato. Contrariamente a ogni sua previsione, era ancora viva. Perciò, forse – forse – era una persona diversa, una persona qualunque, come aveva desiderato tanti anni prima, quando lei e Kogami si erano incontrati per l’ultima volta.

“Ma guarda che bello spettacolino…”

Nel momento stesso in cui sentì la profonda voce maschile, Kane si svegliò di soprassalto. La ragazza iniziò a guardarsi intorno freneticamente, quasi incredula, fino a che i suoi occhi non si piazzarono sulla figura che, in piedi al fono del letto, si limitava ad indossare un paio di boxer blu. Akane emise un grido, e afferrando l’orlo delle lenzuola si ricoprì del tutto, lasciando intravedere giusto i suoi occhi e una fronte che era arrossata come pure il resto del suo pallido incarnato.

Ah, ingoiò rumorosamente, incapace di guardare Kogami negli occhi, e io che credevo di aver sognato tutto. 

I capelli ribelli di Kogami erano più che mai fuori controllo, e nonostante l’ora, l’ex collega di Akane stava già fumando una sigaretta. L’ex Esecutore sospirò, posando le mani sui suoi fianchi, enfatizzando il fisico asciutto e muscoli induriti da anni passati suoi più svariati fronti di battaglia. Se Akane lo aveva definito una macchina quando si erano conosciuti, adesso, ne era certa, non esistevano parole per descriverlo.

       Quando Kogami si rese conto che il caro Ispettore non aveva la benché minima voglia di degnarlo della sua presenza, sul viso dell’uomo comparve un ghigno quasi diabolico, indirizzato a quella che era stata la sua compagna di letto nella notte. Occhi scintillanti come acciaio, Kogami si chinò di lei, e senza preamboli, senza il benché minimo preavviso, le strappò le coperte di dosso, lasciando Akane quasi completamente nuda al suo sguardo.

Akane gridò ancora una volta, presa di sorpresa, e proprio come Kogami aveva sempre pensato - e come aveva avuto modo di scoprire la notte precedente – Akane era il tipo di ragazza che arrossiva tutta, dalla punta dei capelli fino alle dita dei piedi. Tutto sommato, però, non la biasimava nemmeno tanto, visto e considerato che aveva addosso giusto un minuscolo paio di mutandine che nascondevano poco e niente, e le sue manine delicate, che non facevano altro che focalizzare ancora di più lo sguardo affamato dell’uomo sui seni che Akane tentava di nascondere.

Chi l’avrebbe mai detto? Alla fine Ginoza aveva proprio ragione – Kogami è più lupo che uomo…

Kogami ridacchiò tra sé, mormorando qualcosa di incomprensibile. Alzò un sopracciglio troppo perfetto per qualsiasi uomo – e ancora meno per uno che aveva passato gli ultimi anni allo sbando – e scosse la testa, quasi non riuscisse a credere a quello che stava succedendo.

Kogami si lasciò cadere sul soffice materasso, distendendosi al fianco di Akane come fosse stata la cosa più naturale del mondo, e si rilassò, mani incrociate dietro al capo e la sigaretta ancora accesa tra le labbra.

“Eh?” Akane era ancora seduta sul letto, girata verso Kogami. Non aveva ancora mosso un muscolo, e non riusciva ad articolare una sola frase di senso coerente.  Non sapeva se non riusciva a connettere il cervello  per il sonno – o per il mancato sonno – o se fosse stata la sorpresa che si era trovata in camera da letto. Era già abbastanza insolito per lei svegliarsi e trovarsi nel letto un uomo nudo, ma il solo pensiero che quell’uomo potesse essere Shinya Kogami… era praticamente impossibile. Akane ricordava le promesse che si erano scambiati, ma le aveva sempre considerate vuote, quasi fossero state frasi di circostanza,  favole della buonanotte.

Ma, a quanto pareva, la favola della buona notte era una storia vera, il Sybil System non esisteva più, erano vivi e liberi e Kogami era , con lei.

Mezzo nudo. Nel suo letto.

“Akane, non pensi che ad una poliziotta dura come te non si addica proprio questa recita della verginella impaurita?” Kogami mormorò, senza togliersi al sigaretta di bocca. “E poi, perdonami, ma la tua scenetta fa un po’ a pugni coll’idea che mi faccio di una donna che, appena vede il suo uomo tornare dal campo di battaglia dopo anni passati a combattere, gli salta addosso e lo trascina in camera da letto.” 

Kogami le fece un mezzo sorrisetto storto, malizioso, e nei suoi occhi Akane vide riflessi i suoi pensieri, il suo desiderio pulsante che non aveva bisogno di esprimere a parole.

“Il mio uomo? E da quando, Signor Kogami?” Akane ridacchiò, lieve, ma mantenne la stessa identica posizione, lo sguardo incollato all’ex Esecutore.

“Ah, donna, tu mi ferisci! Mi sembra quasi di essere stato null’altro che l’avventura di una notte- o peggio, un giocattolo erotico. Sicura di non aver passato talmente tanto tempo con Shion che il cuore ti si è inaridito?” Kogami si girò su un fianco, ed i suoi occhi incrociarono lo sguardo di Akane.

Kogami era sempre stato un uomo un po’ all’antica, con una ricca cultura. Aveva sempre amato parlare, infarcendo le sue conversazioni con la giovane Ispettrice con le più disparate citazioni letterarie. Eppure, in questo momento, non aveva bisogno di dire una sola parola per farsi capire.

Afferrando la sigaretta tra le lunghe dita affusolate, Kogami si chinò sul corpo dell’ispettrice, quasi la volesse schiacciare. Più lo sentiva vicino, più ad Akane si mozzava il respiro in gola, e la ragazza chiuse gli occhi nell’istante in cui sentì la calda pelle di Kogami sfiorarle la guancia. La giovane donna chiuse gli occhi, sperando in una carezza, che lui facesse scorrere quelle lunghe dita nei corti capelli castani, ma Kogami si limitò a posare la sigaretta nel portacenere che Akane teneva sul suo comodino, per poi tornare a coricarsi sul “suo” lato del letto, chiudendo gli occhi compiaciuto, come se l’unica cosa che gli passasse per la testa fosse di andare a dormire.

Signor Kogami!” Akane fece il broncio, e iniziò a colpire Kogami sulla faccia con uno dei cuscini. Sapeva che sarebbe servito a poco o nulla – lo stava picchiando con un guanciale di piume, per l’amor del cielo – ma voleva solo un po’ di attenzione. E vendicarsi giusto un po’. Dopotutto, lui le aveva fatto credere che avrebbero di nuovo sperimentato tutte quelle meraviglie peccaminose a cui si erano dedicati con tanto fervore solo alcune ore prima.

Kogami iniziò a ridere – una risata piena, così colma di gioia e vita che ad Akane vennero quasi le lacrime agli occhi. Il bellissimo uomo che aveva al suo fianco era ricolmo di vita, in un modo che solo alcuni anni prima, quando i loro destini si erano incrociati per la prima volta, lei non aveva creduto possibile. All’epoca, non erano stati nient’altro che un’ ispettrice novellina lei, e uno stagionato Esecutore lui. Ma ora che il Sybil non esisteva più, i confini entro i quali erano stati rinchiusi dalla società erano caduti. Non avevano più bisogno di etichette, potevano essere qualunque cosa volessero, persone normali in un mondo normale.

Akane non smetteva più di fargli il broncio, e quando aprì la bocca per dire qualcosa – probabilmente ricordargli la galanteria con cui si era dedicato interamente a lei la notte precedente – Kogami la zittì posando un dito su quelle soffici labbra da baciare. Senza dire una parola, prese Akane tra le braccia, stringendola a sé, le loro gambe intrecciate, il suo petto contro la schiena di lei, il naso ad assaporare il profumo di miele e limone dei capelli di quella donna che per anni aveva infestato come uno spettro i suoi pensieri.

“Shinya. Sono solo due sillabe. Andiamo, Akane, ripeti con me. Shinya. Senti come ti scorre sulla lingua?” Le fece un altro dei suoi sorrisetti sghembi. “Non che ci fossero dubbi, eh. Stanotte hai urlato il mio nome talmente tante volte che si capisce che sotto sotto ti piace. Che dici, la finisci con le formalità adesso? Pensi di potermi chiamare per nome? O perlomeno piantarla di riferirti a me come al Signor Kogami?”

“Kogami, sei davvero terribile!” Akane sospirò, tutta soddisfatta, appoggiando il capo sul petto caldo e muscoloso. Il battito del cuore di Kogami la stava cullando nel mondo dei sogni – che lavoro andasse al quel paese per una volta – anche se il ritmo non era pacato e regolare come Kogami voleva far apparire. Anche per lui, rivederla, stringerla tra le braccia, era stato… troppo.

“Ah, donna, ma perché non vuoi darmi questa piccola soddisfazione, quando so che tra non molto incorrerò in una morte preannunciata?”  Kogami scherzò, senza mai smettere di affogare il naso in quei capelli profumati.

Eh sì, Ginoza aveva ragione su tutta la linea. Una volta tolto il collare ed il guinzaglio e lasciato allo stato brado, Kogami sa davvero come spassarsela. E ha pure un lato spiritoso… Non che Akane avesse capito quale fosse la battuta. Il tono era scherzoso, ma forse c’era qualcosa che Akane non sapeva ancora, che le impediva di capire le scherzo. Così, si girò nelle braccia di Kogami, rimanendo accoccolata contro di lui, ma occhi negli occhi.

“Sì, beh, avrò pure promesso a te che un giorno ci saremmo rincontrati come persone normali, ma Gino mi aveva fatto giurare che non avrei più fatto vedere la mia faccia da queste parti per non darti altri problemi. Oddio, in mia discolpa, non gli ho dato retta perché secondo me l’ha solo detto perché era geloso.     Pensala come vuoi, ma io dico che il caro fratellino aveva un debole per te!”

 Kogami sospirò in mood grave – ma era chiaro che per lui era poco più che una battuta, che non stava davvero dando tutta questa importanza allo “scambio di opinioni” che lui ed il suo migliore amico avevano avuto anni or sono.

“Se però potessimo tenerci questa cosa per noi ancora per un po’? Perché per quanto mi dispiaccia ammetterlo, i pugni di Gino fanno male, più allo spirito che al corpo, sia chiaro, però, sai com’è… se potessi evitare di dirgli che, appena un certo uccellino biondo mi ha detto che ero stato scagionato, ti sono entrato in casa di nascosto per sedurti, te ne sarei davvero molto, molto grato, Akane cara…” Lo sguardo che Kogami le lanciò era chiaro, come pure lo era il soffice tocco delle dita che danzavano sulla pelle nuda di Akane, facendola arrossire.

Qui pro quo- lei avrebbe tenuto il “loro” segreto, e lui l’avrebbe fatta felice.    

Appena Kogami smise di parlare, Akane fece qualcosa che non faceva da molto tempo – rise, così tanto, così forte, che le vennero le lacrime agli occhi, e le facevano male i muscoli. Era libera, si rese conto – libera dal guinzaglio del Sybil System, non più schiava e prigioniera. Poteva finalmente essere solo Akane T     sunemori, una donna che si godeva la vita senza rimpianti e senza la costante paura che i suoi cari pagassero lo scotto che lei sapeva troppo.

(E comunque, Kogami aveva torto marcio. Certo, lui aveva forzato la serratura dell’appartamento di Akane, ma era stata lei  a saltargli addosso appena lo aveva visto bere un bicchiere d’acqua in cucina. Lo aveva praticamente trascinato a letto, fregandosene dei cocci sul pavimento.)  

Prendendo Kogami di sorpresa, Akane si mosse, svelta, e lasciò una serie di piccoli baci sul collo e sulla spalla di Kogami, godendosi il calore che lui emanava e il profumo di legno sandalo. L’uomo- il suo uomo – sospirò ad occhi chiusi, godendosi il momento, lasciandosi andare. Era rilassato come non era da molto tempo, come, forse, non era stato mai prima di allora.

Kogami aveva passato quasi tutta la sua vita sotto al gioco del Sybil System, non aveva forse mai saputo cosa significasse la normalità, come potesse essere il mondo oltre i confini del Giappone, ma almeno ora era felice: se proprio doveva imparare cosa significasse essere ordinario, allora era al fianco di Akane che voleva farlo.

Però, forse, non sarebbero mai stati del tutto normali – erano stati plasmati troppo in profondità dal passato, dalle lotte, dalle sconfitte e dalle vittorie. Sotto sotto, anche se ormai quelle etichette che erano state loro applicate non esistevano più, sarebbero sempre stati, almeno un po’, l’Ispettore Akane Tsunemori e l’Esecutore Shinya Kogami.

E comunque, non gli sarebbe dispiaciuto essere il cane da guardia di Akane. Per nulla al mondo. Per tutto il tempo che lei avesse voluto – fino al giorno in cui Kogami avesse esalato il suo ultimo respiro, se fosse stato necessario.

(Soprattutto le la cosa avesse implicato condividere il letto con un’Akane molto nuda e altrettanto partecipe fino alla fine dei suoi giorni.)

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Psycho-Pass / Vai alla pagina dell'autore: Little Firestar84