Ancora una Conquista
I
SUL TRENO PER HOGWARTS
1 Settembre
Harry,
Ron, Hermione e Neville stavano discutendo animatamente, seduti, (o
stravaccati, nel caso di Ron ), in un vagone del treno che per
quell'ultimo anno integrativo li avrebbe portati di nuovo a
Hogwarts. Erano partiti
da King Cross solo un'ora prima e già si respirava aria di
guai...
ma questa volta non era Harry nell'occhio del ciclone. Neville
stringeva fra le mani i cocci di un antico vaso, aveva i lucciconi
agli occhi e tremava come una foglia... fin qui nulla di strano* (1)
Non
fosse per l'espressione di rabbia feroce ed il modo nervoso con cui
si mordeva le labbra.
Harry
l'aveva incontrato quasi per caso mentre vagava alla ricerca di un
posto libero, quando ormai il danno era stato fatto. Aveva colto
l'occhiata di scherno e disgusto di Malfoy che si allontanava rapido
dal luogo del misfatto, lasciando dietro di sé una lunga scia di
pezzetti di ceramica, e filamenti e protuberanze verde-oro di quella
che doveva essere una pianta rara. Harry non aveva impiegato molto a
fare due più due. Aveva preso Neville per un polso, dato che il
ragazzo aveva le mani occupate,e lo aveva trascinato via, ben sapendo
che un “reparo” in quel frangete sarebbe stato inutile.
Neville
gli aveva raccontato ogni cosa fra le lacrime: di come quel vaso
antico fosse un cimelio della sua famiglia e un ricordo dei suoi
genitori, della splendida Agremilda del Deserto che aveva ricevuto
per regalo di compleanno quell'estate, e del fatto che Malfoy avesse
lasciato campo libero a Tiger quando quest'ultimo l'aveva colpito con
un Pietrificus alle spalle e con un altro incantesimo aveva fatto
levitare il vaso davanti ai suoi occhi per poi lasciarlo cadere e
infrangersi. Neville aveva pianto molto al ricordo degli strilli
acuti che erano fuoriusciti dall'Agremilda che si contorceva sul
pavimento fra piccole fiamme nere, un residuo degli insegnamenti
oscuri di cui ancora il ragazzo serpeverde approfittava nei momenti
di tedio*(2).
Malfoy aveva detto “Ben fatto Tiger”, e se ne stava andando con
Goyle alle calcagna, mentre ancora il loro amico gorilla si divertiva
a pestare i cocci rimasti...
Neville
aveva fatto un profondo sospiro : - A quel punto Harry, che altro
potevo fare?-
Harry
aveva annuito, pensando a tutte le volte che Neville era tornato in
lacrime nella torre dei Grifondoro;
-Ho
sfidato Malfoy a duello-
A
Harry era andato di traverso il succo di zucca e aveva sentito le
cioccorane nello stomaco prendere improvvisamente vita... -Tu
cosa?!?-
-Hai
sentito … Uff, Harry , non guardarmi così!-
-E
cosa dovrei fare scusa! C'era bisogno di arrivare a tanto!?Lo sai che
Malfoy non sarà leale, non aspetterà che tu sia pronto... TI FARA'
A PEZZI!- *(3)
-…
Grazie per la fiducia, eh!– aveva sussurrato Neville, nonostante
nemmeno lui fosse troppo sicuro. La determinazione però non gli
mancava. Doveva farla pagare a quel verme …
-Comunque
lui non ha accettato-
-Ah!
Potevi dirmelo prima ! - Harry aveva sospirato di sollievo...
-Ma
ha detto che se ci tenevo, lui avrebbe fatto da secondo a Tiger.-
Harry
aveva strabuzzato gli occhi. Non
era da Malfoy fare la parte della spalla. Cosa aveva in mente il
Serpeverde?
Ora
erano tutti e quattro riuniti e sul punto di prendere una decisione.
Hermione stava sfogliando rapida le pagine ingiallite di “Duelli
di Mezzanotte: guida ai migliori duelli della storia del XX secolo”,
mentre accarezzava distratta Grattastinchi, accoccolato sulle sue
gambe; Ron la guardava di sottecchi, masticando svogliatamente il
panino che sua madre gli aveva preparato per il viaggio; Neville e
Harry parlavano ancora di Malfoy … ma per motivi diversi.
Harry
in particolare considerava Malfoy il suo avversario, nemico e
detestato compagno di scuola. Durante l'ultima Estate gli era
capitato spesso di pensare a lui.
Era
arrivato addirittura a sognarlo,una volta, ma non ricordava più che
sogno aveva fatto... gli era rimasta impressa solo la sua figura
sottile, avvolta da un mantello blu.
Proprio non riusciva a spiegarsi cosa significasse …
Un
distinto colpo di tosse lo distrasse dai suoi pensieri; Hermione li
richiamava all'attenzione, il dito puntato su una pagina del libro
che aveva aperto davanti a loro.
-Mione,
così sembri la Umbridge!- esclamò Ron, beccandosi un pugno sulla
testa.
Neville
si ingobbì e chinò la testa sulla pagina. Harry lesse attentamente
e poi disse: – Per me si può fare -
Furono
tutti d'accordo col piano escogitato dalla ragazza.
Draco
lo aveva sognato di nuovo. Profondamente irritato per la debolezza
d'animo che negli ultimi tempi sembrava averlo preso, e sorpreso per
i nuovi sviluppi emersi nelle ultime ore, aveva deciso di andare fino
in fondo a quella faccenda. Doveva dimostrare a se stesso che le
rare,sconvolgenti immagini notturne erano prive di significato. Doveva
anche riconquistare la fiducia di Tiger, cosa alla quale stava già
lavorando. Di certo permettere a Tiger di essere il primo duellante
era un passo avanti. Da ultimo doveva far abbassare la testa a quel
cagasotto di Paciok, che ultimamente recitava la parte del grande
guerriero sfidando i figli degli ex-Mangiamorte. Certo, ora che era
al sicuro, di nuovo dietro le fottute spalle del Salvatore del Mondo
Magico e Non, Paciock credeva che gli fosse concesso di fare lo
spaccone, e magari di brillare di un pò di luce riflessa.
Sospirò.
C'erano tante cose che doveva fare in quanto Malfoy.
Portò
alle labbra la tazza di tè bollente e osservò per un momento il
tavolo dei Grifondoro. Casinisti,ritardatari, maleducati, pezzenti
... in mezzo alla macchia rossooro spuntava un ragazzo dal fisico
asciutto e ben sviluppato*(4),
spettinati capelli corvini e occhi di un intenso, profondo, verde
smeraldo. Una sottile cicatrice a forma di saetta solcava la fronte
sul lato destro. Harry Potter, il maledetto Bambino- (purtroppo)
Sopravvissuto, sua nemesi da bene sette anni, nonchè il suo nuovo
incubo ricorrente; quegli occhi incredibili incrociarono i
suoi e lì si fermarono, squadrandolo come fosse un pezzo di cielo.
Solo che quella non era una partita di Quiddidtch e non c'era nessun
boccino da cercare. Draco arrossì involontariamente, mentre quello
sguardo attento gli riportava alla mente il sogno inopportuno di
quella notte, e cercò di nasconderlo dietro la tazza da tè.
Harry
sorrise e distolse lo sguardo. Stava scrivendo su un pezzo di carta
molto sgualcito e casualmente si tagliò il pollice su
quell'angolo... una singola goccia di sangue bagnò quel pezzettino
rosso. Il Serpeverde notò come aveva piegato in due e poi in
quattro il foglietto, che prese la forma di un piccolo drago... tutto
questo Potter l'aveva fatto con la chiara consapevolezza di essere
osservato; Draco capì immediatamente.
Quando
la maggior parte degli studenti si alzò rumorosamente dai tavoli
della Sala Grande, Draco seguì l'afflusso di persone e si avvicinò
discretamente nel punto dove Potter, solo per quel giorno, aveva
deciso di sedersi, stranamente non stipato tra Wesley e la Grenger.
Guardò di sbieco la ragazza e con orrore si rese conto di non
pensare più a lei come a una ''sporca Mezzosangue''. Al contrario,
il rispetto verso quei due ragazzi che per tanto tempo aveva
sinceramente detestato aveva messo le sue radici in profondità dopo
averli visti alle prese con una Guerra più grande di loro. In
effetti, di tutti loro. Harry Potter... beh, non avrebbe potuto
considerarlo un avversario degno se non avesse provato un minimo di
ammirazione nei suoi confronti … no? Preso da questi improvvisi
pensieri, si ritrovò nell'ingorgo che puntuale si formava
all'avvicinarsi della prima ora di lezione. Superò due primini
tassorosso che nel panico più totale cercavano di avanzare verso la
porta e contemporaneamente guardavano orripilati il loro
calendario... che casualmente gli capitò sotto occhio: Due ore di
Pozioni con Serpeverde... Piton li avrebbe distrutti. Un ghigno
allegro si fece spazio tra le sue labbra sottili, ma sfumò
immediatamente quando finalmente ebbe raggiunto l'estremità del
Tavolo Grifondoro: quel giorno Piton avrebbe fatto lezione anche a
loro dell'anno integrativo*(5),
dopo due ore di Trasfigurazione con quella megera della Mc.Grannit.
Non ci sarebbero state altre occasioni per scoprire cosa voleva da
lui Potter... e per questa ragione, solo per questa,
era così curioso.
-Potter-
mormorò, mentre lo affiancava quasi casualmente agli occhi degli
altri;
-Malfoy-
rispose il ragazzo, tendendo il foglietto. Con un incantesimo a fior
di labbra il piccolo drago di carta sbattè le ali inchiostrate e si
sollevò un poco per poi andare a posarsi sulla sua mano già aperta.
Come
se niente fosse Draco richiuse la mano a pugno e si infilò il
draghetto in tasca. Si avviarono entrambi verso l'aula di
Trasfigurazione, volarono i soliti insulti,giusto per non perdere le
buone abitudini, ma ad un certo punto Draco svoltò un angolo e si
allontanò di corsa, roso dalla necessità estrema di sapere subito.
Meno male che suo padre gli aveva insegnato cos'era
l'autocontrollo ... mah!*(6)
Arrivò ansante al settimo piano e davanti al ritratto di Barnaba
pensò intensamente ad una certa aula... la Stanza delle Necessità
gli aprì le sue porte*(7).
Si chiuse dentro quello che sembrava un normalissimo sgabbuzzino*(8)
e tirò fuori il draghetto.
La
bestiola apri le fauci e parlò con una voce gentile, tremendamente
familiare : - Stanotte a mezzanotte, stesso posto. Neville
sfida Tiger ad un Duello Doppio. Io sarò il Secondo. Non mancare
-, il draghetto socchiuse le fauci in un momento di indecisione, come
se Potter fosse stato incerto fino all'ultimo... - … Perchè
sei diventato rosso come uno Schiopodo?-
Draco
rimase a bocca aperta, iniziando a pentirsi di aver dato retta allo
Sfregiato.
La
creatura di carta serrò definivamente le mascelle e iniziò a
gonfiare il gargarozzo, come un drago vero. Esplose dall'interno e
piccole fiammelle azzurre lo ridussero in cenere.