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Autore: sara2000    10/05/2018    13 recensioni
Una piccola storia di pochi capitoli, scritta anni fa e che ho deciso di revisionare.
Un rifacimento a modo mio di quello che è successo dopo l'attacco di Saint Antoine.
André crede che Oscar ami ancora Fersen, mentre lei vorrebbe confessargli i sentimenti che ha appena scoperto di provare.
Ma un fraintendimento potrebbe portare a delle incomprensioni tra i due.
Che accadrà?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti. Eccoci giunti alla fine di questa breve storia.
Prima di lasciarvi alla lettura dell’ultimo capitolo volevo spendere due parole, e ringraziare tutte le persone che hanno letto la storia, e una grazie particolare va alle mie lettrici assidue, che con molta gentilezza mi hanno supportata in questa avventura lasciandomi sempre una recensione.
Vi ringrazio per tutto, e spero di migliorare sempre di più, perché so di essere alle prime armi.
Un caloroso abbraccio e a presto con nuove storie. =)
E ora buona lettura.
Sara.

EPILOGO
Normandia, Estate 1791

Il suono delle onde che si infrangono sulle scogliere, lo stridere dei gabbiani, il vento che mi smuove i capelli. Sono sensazioni bellissime.
Il sole che tramonta sul mare.
Si. Lo posso ancora vedere. Posso ancora vedere tutto ciò che mi circonda.
Non lo avrei mai creduto, quando tre anni fa, lasciammo Parigi, scappando insieme, dopo che tuo padre non aveva approvato la nostra relazione.
Un servo non poteva sposare una nobile. Piuttosto ci avrebbe uccisi. E così ce ne andammo.
Dopo aver dato entrambi le dimissioni dall’esercito scappammo insieme per raggiungere Stoccolma.
Si, proprio in Svezia. Fu lì che ci mandò Fersen. Ci disse che un suo amico medico forse poteva aiutarmi. E che nessuno lì ci avrebbe mai trovati.
E così fu.
Quel medico preparò un unguento miracoloso a base di erbe, che fermò l’avanzare della mia cecità. Aiutato comunque anche dal mio nuovo stile di vita tranquillo.
Fu un ulteriore motivo per cui sarò sempre in debito con Fersen. Dopo averlo tanto odiato, ora non c’è giorno che non lo ringrazi per tutto quello che ha fatto per noi.
Ti ha salvata a Saint Antoine, anzi, ci ha salvati. Mi ha reso geloso, ma in questo modo ci siamo dichiarati l’un l’atro, non senza ferirci prima…ma soprattutto mi ha dato la possibilità di continuare a vedere.
Di continuare a vedere la “mia luce”. La mia vita.
Poi un anno fa siamo tornati in Francia. Volevamo tornare a casa nostra, e abbiamo raggiunto la Normandia.
Qui nessuno sa chi siamo in realtà, per tutto il paese siamo solo una giovane coppia di sposi innamorati, forse solo un po’ strani perché entrambi portiamo i pantaloni, ma dopo i primi momenti di sgomento ora nessuno ci fa più caso.
Abitiamo in una piccola casetta vicino al mare, modesta, ma accogliente, e riusciamo a vivere dignitosamente grazie al mio lavoro, scrivo degli articoli per il giornale locale. Mi sento felice e soddisfatto.
Felice per come la mia vita ha preso una svolta.
Il sole sta ormai tramontando. È ora di tornare a casa. Mi alzo, e mi incammino verso la mia dimora, quando due figure si avvicinano a me, una lentamente e l’altra correndo. Le riconoscerei tra mille. Sorrido.
-Papà!!! Papà!!!-
Il mio frugoletto di due anni corre verso di me, per poi gettarsi a tutta velocità tra le mie braccia. La prendo e la faccio volare in aria come piace a lei.
-Antoinette…amore!-
Si. La nostra bambina porta il nome della Regina di Francia. La donna che per vent’anni il mio amore ha protetto e che ci ha permesso di scappare senza essere inseguiti, lasciandoci un dispaccio del Re con il permesso di sposarci.
Non potevamo non renderle questo onore.
Antoinette è bella. Bionda come la sua mamma, ma con i miei occhi.
Dolce come me, ma furba come la mia Oscar.
Continuando a stringere la nostra bimba tra le braccia mi avvicino a te. Ti prendo un fianco per attirarti a me e ti bacio.
Quanto sei bella con un abito da donna amore mio…infondo non potevi continuare a portare i pantaloni ancora a lungo.
Poso una mano sul tuo bel ventre rigonfio, ormai al settimo mese.
-Papà lo ciai che il fateino ci è moccio nela pancia dela mamma?-
Sorrido, le mie due ragioni di vita. E qui nel tuo ventre, la terza. Ora si che sono un uomo felice.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Da quella famosa notte sono passati ormai due anni e mezzo, eppure ricordo tutto come fosse ieri.
Se non fosse stato per Fersen e Julie forse non saremmo riusciti a dichiararci i nostri sentimenti, e chissà cosa sarebbe successo se fossimo rimasti a Parigi.
Con molta probabilità saremmo morti.
Perché lo scoppio della rivoluzione ci avrebbe portato al combattimento. E ora, a distanza di anni posso dire con certezza, che mi sarei schierata dalla parte del popolo. Dalla parte del mio uomo.
Invece il destino per noi è stato diverso.
Abbiamo scelto l’amore. Abbiamo scelto la vita.
La vita che stava crescendo nel mio ventre.
Appena ho scoperto di essere incinta ho parlato con mio padre. Ma per tutta risposta voleva uccidermi, perché una nobile non può fare un figlio con un servo.
Così ce ne andammo.
Posso ringraziare ancora una volta la mia Regina che ci aiutò fino alla fine, dandomi il congedo definitivo, e un dispaccio firmato da Re che mi permetteva di sposare André Grandier. Figlio del Popolo.
E Fersen. Che ci consigliò di andare a Stoccolma. Dove un suo amico medico avrebbe fato qualcosa il mio amore.
Il tuo occhio sta bene, e puoi ancora vedermi nitidamente. Puoi vedere tua figlia.
Una piccola me stessa, ma con i tuoi occhi.
La nostra Antoinette. In onore alla mia Regina.
Se fosse stata così buona e disponibile con la sua Nazione, come lo è stata con me, non sarebbe scoppiata nessuna rivoluzione.
Ma ormai il dado è tratto e non si può tornare indietro.
Il sole sta tramontando, è quasi ora di cena e di te nemmeno l’ombra. Così veniamo a cercarti.
E come immaginavo, ti troviamo che ritorni dalla spiaggia, è li che ti ritiri quando devi scrivere qualcosa e cerchi l’ispirazione, mio bel giornalista.
-Mamma guada, papà!-
-Si amore, è papà, vai da lui, su!-
-Papà!!! Papà!!!-
La nostra piccolina ti adora, corre verso di te, ti raggiunge e tu la prendi in braccio facendola volare.
Le vostre risate sono gioia per me.
-Antoinette…amore!-
Vi raggiungo lentamente, camminare con questo vestito addosso non è il massimo, senza contare che la pancia non mi è d’aiuto.
Mi baci, e posi la tua mano sul mio ventre pieno e sorridi.
-Papà lo ciai che il fateino ci è moccio nela pancia dela mamma?-
-Ah si Antoinette? E dimmi, sei riuscita a sentirlo?-
-Ci papà!-
-Oh ma che fortunata la mia principessina!!-
La baci con una dolcezza che mi riempie il cuore. Sei un padre tenero e affettuoso, il migliore che potessi desiderare per i nostri figli.
Prendiamo ognuno una manina di Antoinette, e ritorniamo verso casa, felici e sereni.
-Amore…avrei pensato al nome del bambino…-
-Dimmi André…-
-Se sarà maschio vorrei chiamarlo Joseph…-
-Joseph…-
Come il povero Delfino morto prima che tutto questo scoppiasse.
Si. Credo che sarebbe perfetto…
-Si…mi piace…e a te amore di mamma? Ti piace il nome Joseph?-
-Ci mamma…ma...mamma? Papà? Mi voete ancoa bene dopo che aiva il fateino?-
La prendi in braccio, e la stringi forte a te. mi unisco al tuo abbraccio.
-Sempre Antoinette. Io e la mamma ti ameremo sempre. Te, e il tuo fratellino siete la nostra vita piccolina. Non scordarlo mai-
Torniamo a casa, dove consumiamo la cena, poi ci ritroviamo tutti e tre nel lettone. Antoinette dorme serena con la testa appoggiata al tuo petto, e io la stringo a me, mentre tu mi accarezzi la pancia.
-Non vedo l’ora che nasca…così potrò tenervi tutti e tre stretti a me…ci credi che siamo qui Oscar? Io, te e i nostri figli…se penso a quello che è successo in passato…-
-Non rivangare il passato André. Ormai è successo. E se devo essere sincera…forse è stato un bene.
Tutta quella rabbia, quella frustrazione, Fersen, Julie…infondo, hanno portato a questo-
Prendi dolcemente Antoinette tra le tue braccia, e senza svegliarla la posi nel suo lettino, poi torni da noi e ti stendi accanto a me, cominciando a baciarmi e a sfilarmi la veste da camera, spogliandomi così dolcemente.
Mi porti sopra di te, e facciamo l’amore, così, in silenzio, senza parlare, senza dirci nulla.
Sono ancora sopra di te, cullata nel tuo abbraccio, mentre tu mi accarezzi la schiena.
-Hai ragione Oscar. Non dobbiamo dimenticare il passato. Dal dolore, può nascere l’amore.
E per noi è successo-
Ti bacio. Mi baci. La nostra vita insieme è iniziata dal momento che i nostri occhi si incontrarono da bambini. Solo che ci abbiamo messo più di vent’anni per aprire gli occhi.
Ma ora siamo qui.
Liberi di goderci il nostro amore, la nostra vita.
La nostra famiglia.
Si, infondo, sono veramente grata a Fersen e a Julie.

 

  
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