Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Segui la storia  |       
Autore: SagaFrirry    10/05/2018    3 recensioni
"Tu credi che il mondo sia solo bianco e nero, tutto per te può essere solo bianco o nero. Ma io sono la prova che non è così. Io sono il grigio? No. Io sono l'intero spettro di colori dell'Universo!".
Keros è un demone, ma non del tutto. È figlio di due specie molto diverse, frutto di un'unione per molti sacrilega. Questo è il racconto del suo cammino, lungo i secoli dell'esistenza. Fra Inferi e Cielo, buio e luce, dannazione e santità, scoprirà come essere realmente se stesso.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

33

IMPERI

-Parte seconda-

 

Non passò molto tempo dall'inizio della guerra prima che a tutti i demoni fra gli umani venisse dato l'ordine di rientrare agli inferi. Con urgenza, i tentatori abbandonarono i mortali che stavano irretendo.

Keros arrivò a palazzo reale e subito capì il motivo per cui erano stati tutti richiamati. I morti, e di conseguenza le anime, erano aumentati esponenzialmente a causa delle battaglie in corso. Gestire il flusso in arrivo era impegnativo.

“Nemmeno durante la peste del 1300 ho avuto una tale mole di lavoro…” borbottava l'archivista, aiutato direttamente da Lucifero.

Collocare le anime in tempo di guerra non era semplice, perché peccati e peccatori si mescolavano in modo confuso, fra omicidi ed ordini discutibili. Il re, vedendo Keros, lo accolse con un sorriso sollevato.

“Cos'è tutto ‘sto casino?!” domandò il principe.

“Guerra…” rispose il sovrano.

“Ne hanno fatte altre, prima d'ora…”

“Questa è diversa. Stanno litigando tutti. Guerra mondiale".

“Oh… E che ti serve che faccia?”.

“Di sicuro non portarmi altre anime. Qui ce ne sono già troppe".

“Lo avevo intuito…”.

“Ti dispiace occuparti dei lavori di ampliamento?”.

“Io? Sei sicuro? Hai sempre progettato tu ogni settore…”.

“E con ciò? Ho una marea di anime da sistemare e non so dove, perché non c'è posto. E non ho tempo per pensarci perché, come vedi, archivisti e giudici hanno bisogno del sottoscritto. Sono sicuro che ne sei in grado".

“Suppongo di sì…”.

“Hai carta bianca. Basta che fai in fretta".

“Agli ordini!”.

Keros era raggiante e fiero. Occuparsi del territorio infernale era un privilegio. Nella sala del trono, dove campeggiava un'immensa piantina dell'Inferno, aveva convocato vari addetti ai lavori. Si era fatto indicare le zone più critiche e poi aveva suggerito varie soluzioni possibili. Alcuni settori non potevano essere ampliati facilmente, perché circondati da altri territori.

“E se scavassimo?” ipotizzò il principe.

“Scavare, altezza?”.

“Sì. Verso il basso, non dovremmo avere grosse limitazioni. Così da avere molto più spazio per le anime attuali e future. Anche in previsione di un'eventuale nuova pena…”.

Ingegneri e tecnici presero appunti ed annuirono. Keros fece loro altre richieste, volendo modernizzare un pochino l'ambiente in generale.

“Cerchiamo di sbrigarci” incitò il sanguemisto “E, in caso di problemi, non esitate a contattarmi”.

Una volta avviati i lavori, il principe raggiunse il sovrano. Lì cercò di aiutare come poteva, fra archivi ed anime da giudicare. Poi approfittò di un attimo di calma per tornare nel regno umano.

 

“Perché, invece di tentare, non provi a… guidare?” furono le parole di Mihael.

Keros, che fissava un'icona di Sophia, non si stupì nel sentire la voce dell'Arcangelo.

“Guidare?”.

“Hai capito quel che intendo…”.

Il giovane mezzodemone, con addosso una divisa militare russa, tentava comunque di rimanere nei paraggi dello zar e famiglia.

“Non sono capace…” mormorò, con un mezzo sorriso.

“Provaci. Quel che state facendo, tu e quel demone, fa sì che tutta la famiglia venga pesantemente maledetta”.

“E chi ti dice che non sia quel che voglio?”.

“Perché vuoi una cosa simile?”.

“E perché Dio vuole una guerra mondiale?”.

“Questa è una faccenda diversa".

“Se lo dici tu…”.

Mihael lanciò uno sguardo di rimprovero verso Keros, che lo ignorò, così come ignorò lo stesso sguardo di Lucifero, venuto a sapere delle sue ripetute scappatelle nel mondo umano.

“Perché rischiare la vita per delle anime?!” sibilava il sovrano infernale, una volta che il sanguemisto ricomparve all'Inferno, bloccandolo contro il muro.

“Sono molte anime…”.

“Ne ho fin sopra i coglioni di vedere anime nuove. Non mi servono. Non le voglio".

“Le voglio io!”.

“Perché?!”.

“Belial ha voluto il mio aiuto. Non lo deluderò. Non fallirò".

Lucifero inclinò leggermente la testa, con una smorfia.

“Preferisci morire piuttosto che fallire?!”.

“Preferisco dare tutto me stesso piuttosto che arrendermi".

“E tutto questo orgoglio da dove ti viene?”.

“Non lo so. Forse da te…”.

“Che…”.

Keros guardò dritto negli occhi il diavolo per qualche istante e poi girò la testa.

“Non voglio fallire…” ripeté piano.

Satana si accigliò, stanco di sprecare energia per discutere.

“Il mondo degli umani adesso è pericoloso" disse, con sul volto un'espressione decisamente cupa “E qui ho bisogno di te. Il regno ha bisogno di te. Se saprò che sei tornato nel regno umano prima della fine della guerra, ti farò rinchiudere nella torre a nord. Chiaro? Incatenato come i peggiori sovversivi”.

“Non puoi farlo!”.

“Scommetti?! Non sfidarmi. Se non vuoi pentirtene amaramente. Non ho pazienza per sopportare le tue cazzate adolescenziali, che fra l'altro dovrebbero essere finite da un pezzo!”.

“Tu non devi permetterti di…”.

Lucifero ringhiò e serrò la mano attorno al collo del principe. Con le iridi che si tingevano di rosso, frustò la coda sul pavimento e vi lasciò un solco. Keros capì immediatamente di dover cambiare atteggiamento e si affrettò a mostrare sottomissione.

 

Per un po', il sanguemisto si fece obbediente. Limitò al massimo le visite fra i mortali, sempre in divisa russa. Ebbe modo di salire su un treno, avvenimento che trovò piuttosto piacevole. Continuò a seguire le anime che bramava anche dopo l'inizio della rivoluzione perché, anche se non possedevano più il titolo di “Zar", erano comunque molte anime illustri.

Era luglio. Alla famiglia, tenuta sotto arresti domiciliari in una villa in mezzo alla foresta, venne dato l'ordine di prendere le valigie e prepararsi ad un trasferimento. Il principe, sospettoso, tentò di capire qualcosa di più. I militari che sorvegliavano i Romanov erano concentrati su di loro, mettendo in secondo piano la servitù ed i collaboratori che avevano a seguito. Questo permise a Keros di rimanere leggermente defilato, mentre la famiglia veniva messa in fila. Successe tutto rapidamente. Non era un appello, bensì un'esecuzione. Si iniziarono ad udire colpi d'arma da fuoco, accompagnati da urla di terrore. Keros riuscì a soffocare un grido, a fatica. Comprese che doveva assolutamente allontanarsi da lì. L'esecuzione proseguì, con alcuni proiettili che venivano respinti dai vistosi gioielli che i Romanov ancora indossavano. Diamanti e pietre preziose emettevano un rumore inquietante, fra strilli e lacrime di chi li indossava. Assordato dagli spari, il mezzodemone iniziò a correre. Alcuni proiettili lo sfiorarono, con un sibilo minaccioso. Uno dopo l'altro, stavano morendo tutti.  Nobili, servi, consiglieri…

Il sanguemisto continuò a correre. Dietro di lui sapeva di avere altri aspiranti superstiti, inseguiti. Li sentì cadere in terra, abbattuti dai proiettili. Doveva riuscire ad aprire il portale e tornare a casa. Ma non poteva farlo in piena vista, con gli umani che lo fissavano. Rincuorandosi perché chi stava sparando non aveva una grande mira, evocò il fuoco e lo scagliò contro uno degli alberi. Questi, complice anche il gran caldo estivo, si incendiò immediatamente. Gli inseguitori, intimoriti da quell'avvenimento improvviso, distolsero l'attenzione il tempo necessario per permettere a Keros di aprire un portale e tornare all'Inferno.

 

Mentre i russi tentavano invano di capire cosa fosse successo, il principe ricomparve nella stanza del palazzo reale dove i portali per il mondo umano conducevano. Ansimando, si lasciò cadere in ginocchio.

“Cazzo…” sibilò, consapevole di aver rischiato molto e perso altrettanto.

La prima domanda che percorse la sua mente fu “Ma non dovremmo essere noi i demoni?”. In quella guerra aveva visto compiere atrocità immani, gesti crudeli verso innocenti e scene degne del peggiore dei gironi infernali. Come potevano uccidere bambini e ragazzi così a mente fredda? Provò ribrezzo ed un lieve timore. Riprendendo fiato, tentò di ricomporsi. Sapeva che, se Lucifero avesse capito quanto successo, sarebbe andato su tutte le furie. Aprì cautamente la porta, sbirciando lungo il corridoio. Fortunatamente, era deserto. Tutti erano impegnati a sistemare anime ed il palazzo era silenzioso e buio. Sgattaiolò fino alle sue stanze, chiudendosi nel bagno. Aprì l'acqua della vasca, ancora con le mani che tremavano. Tolse le vesti russe, controllando le ferite. Per fortuna erano solo graffi, dovuti ai proiettili ed ai rami degli alberi. Per calmarsi, lasciò che la vasca si riempisse e vi sciolse delle erbe. Nell'acqua praticamente bollente, il profumo si sprigionò all'istante. Finì di spogliarsi ed entrò in vasca, stringendo i denti per il lieve bruciore procurato dalle ferite. Lasciò che l'acqua scorresse ed immerse la testa ed il viso. Così facendo, gli parve di alleviare ogni sensazione. Il desiderio di riprendere aria lo riportò in superficie e ringhiò. Con le mani ancorate ai bordi della vasca, una volta che la tensione cominciò ad abbandonarlo, iniziò ad avere la meglio la rabbia. Aveva perso le anime, e la cosa lo mandava in bestia. Le aveva perse perché, uccisi in quel modo, i Romanov ed il loro seguito erano divenuti vittime e martiri. Keros pensò fosse una magra consolazione essere riuscito ad ottenere l'anima di Rasputin e di altri accanto a lui. Era furioso e grattò la superficie della vasca con le unghie. Insultò se stesso per una buona mezz'ora prima di venire interrotto da un boato e da un grido pieno d'ira.

“Keros!” stava sbraitando Lucifero, sfondando la porta della camera “Dove cazzo sei?!”.

“Ma che vuoi?! Sto facendo il bagno!” tentò di giustificarsi il principe.

Il sovrano spalancò l’uscio della stanza ed il sanguemisto lanciò un verso di protesta.

“Posso avere un po' di privacy?!” sbottò il giovane “Almeno al cesso!”.

“È tutto il giorno che ti cerco!” continuò a sbraitare il re.

“E non puoi aspettare che finisca di lavarmi?!”.

“E perché?! Siamo due maschi, non hai nulla di particolare da coprire".

“Esci di qui!”.

“Dove sei stato?”.

“A farmi i cazzi miei. Esci di qui!”.

“Rispondimi!”.

“Esci!”.

“Non darmi ordini!”.

“Fottiti!”.

Keros si era alzato in piedi, schizzando acqua un po' ovunque. Lucifero era rimasto impassibile, anche se visibilmente alterato. Annusava l'aria ed osservava il suo erede.

“Sento odore di sangue" iniziò il re, accigliato ma calmo “E di polvere da sparo. Sento l'odore della paura. Sei stato nel mondo umano, vero? Hai disobbedito".

Il principe non rispose. Non sapeva bene che cosa dire. Negare l'evidenza era impossibile ma come giustificare il fallimento?

“Hai rischiato la vita, non è così” continuò Lucifero “Per delle anime…”.

“Io…”.

“Keros… Ma non ti rendi conto che…”.

“Senti… Ho avuto una pessima giornata, ok? Vorrei solo essere lasciato in pace. Ti prometto che adesso ti aiuterò di più, non tornerò a caccia di anime fino alla fine della guerra. È questo che vuoi?”.

“Io voglio che tu sia al sicuro. Quindi sì, preferirei che evitassi di passeggiare fra trincee e bombe a mano.  Siamo tutti stanchi. Anche io vorrei essere lasciato in pace, buttarmi a letto e farmi una dormita. Ma, indovina un po'…? Non posso! Perciò piantala di piagnucolare e vestiti. Mangia qualcosa e vedi di darmi una mano, o qui usciamo tutti di testa".

Keros rimase qualche istante immobile, con i capelli color ciliegia che ricadevano in malo modo lungo la schiena e parte del viso. Si aspettava una lunga predica o qualcosa di peggio. Si limitò ad annuire, chiedendo un asciugamano.

 

Lasciando la stanza, intravide Simadè e Lilien che giocavano con i cuccioli. Erano alle prese con le prime lezioni di volo ed i loro codini si agitavano entusiasti.

“Papà!” lo chiamò la piccola Carmilla.

Il sanguemisto non era abituato a farsi chiamare così e sorrise. Poi notò come tutta la cucciolata amasse giocare non Simadè, che parve quasi in imbarazzo. Keros aveva saputo, da voci di palazzo, che l'incubus e Lilien trascorrevano molto tempo insieme, probabilmente erano più che amici. Ma in quel momento aveva altro per la testa e si affrettò a raggiungere Lucifero, che ormai era sull'orlo di una crisi di nervi.

 

La guerra finì qualche mese più tardi, a novembre. Si fece grande festa, per celebrare il cessare di quell'enorme mole di lavoro. Keros e Belial discussero a lungo sulla Russia e sulla famiglia dello Zar. Nonostante Belial continuasse ad elogiare la buona volontà e le capacità del principe, questi non smetteva di farsi domande. Si chiedeva come altro avrebbe potuto agire per poter evitare il fallimento. Quanto accaduto lo ossessionò fino a quando il re, bussando alla porta della camera, lo riportò alla realtà. Aprendo, Keros si ritrovò di fronte ad una bella torta con le candeline accese. Alzò un sopracciglio.

“Buon compleanno" esclamò Lucifero “Non dirmi che te ne sei dimenticato”.

Effettivamente non ci aveva fatto minimamente caso al tempo che passava.

“Il mio compleanno…” mormorò, confuso.

“Sono mille e duecento. Cifra tonda! Guarda che bella torta. È al cioccolato".

“Grazie…”.

Il sanguemisto, non sapendo che altro dire, soffiò sulle candeline.

“So che cosa desideri" ghignò Lucifero “Tu desideri l'anima finale. Purtroppo non ne ho a disposizione però, in compenso, mi è stato detto che c'è molto materiale interessante in America. È da un po' che non ci passi. Che dici? Ci vai a fare un giro?”.

 

Così, dopo aver deposto un fiore fra le mura di Istanbul, in memoria della propria madre, Keros iniziò a braccare qualche anima nel nuovo continente.

“Mi sa che dovrò farmi la patente…”.

 

Devo dire che è faticoso scrivere questi capitoli… Far incrociare tutto con la storia reale non è mica facile :p come non è facile scrivere i capitoli al cellulare (che corregge a caso) causa pc scassato.

Volevo ringraziare la consulenza di Mizu Ryu (È su EFP) riguardo ai Romanov. E poi ovviamente tutti quelli che stanno seguendo la storia! A presto!

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: SagaFrirry