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Autore: Starships    11/05/2018    0 recensioni
Lavorare per un'agenzia investigativa privata era un grandissimo privilegio e anche una gran figata dal punto di vista di Eleanor Shaw. Soprattutto se facevi parte del livello si massima sicurezza. Un livello in cui pochi riuscivano a farne parte. Un livello dove le tue emozioni sono ibernate da qualche parte dentro di te. Non c'è spazio per sentimentalismi e love story, Eleanor questo lo sa bene.
Per questa ragione non lascia che il suo cuore le parli dell'uomo di cui è innamorato. Specialmente non ora che c'è Anya Ward ad indagare sulla sua squadra. Farà di tutto per metterle i bastoni tra le ruote.
Tra invidie e rivalità Eleanor riuscirà a sentire quello che il suo cuore cerca disperatamente di comunicarle da anni?
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Lavorare per un'agenzia investigativa privata era un grandissimo privilegio e anche una gran figata dal punto di vista di Eleanor Shaw. A soli ventisei anni era riuscita ad arrivare al livello di massima sicurezza. Un livello in cui pochi riuscivano a farne parte e ancora in meno ne conoscevano l'esistenza. Se dal punto di vista lavorativo era uno spasso da quello di vita sociale era un vero disastro.

I vari agenti abitavano nella zona limitrofa al bureau, ma a circa sedici chilometri c'era un vecchio edificio che era stato ristrutturato. Un tempo era utilizzato come dormitorio di un college adesso preservava quella funzione, ma era più un palazzo con custode. Eleanor Shaw abitava in questa struttura aveva un piccolo monolocale al secondo piano. Intorno al palazzo c'era un campo da golf, un campo da tennis e uno da basket. Poi poco più distante c'era un bosco con un sentiero per poter correre e allenarsi.

Quella mattina Eleanor Shaw si era alzata presto per evitare di arrivare tardi alla riunione. Aveva lasciato la macchina a casa e aveva deciso di camminare sino al bureau. Un edificio a sedici piani. Arrivata si fermò al primo piano dove c'era il bar e la mensa. Prese il suo solito caffè e andò diritta al decimo piano dove c'erano le varie sale riunioni.

Era vuota. Prese posto al centro del lungo tavolo in mogano scuro. Non era né tanto vicina al posto del direttore e né troppo lontana. Sorseggiò il suo bicchiere di caffè e attese che i suoi colleghi la raggiungessero. Dopo neanche mezzo minuto Darlene Carlisle varcò la soglia.

Darlene, detta anche Darly, tre anni prima era stata arrestata per hackeraggio la sua fortuna volle che Janet Curtis era alla ricerca di agenti più che qualificati per la sua squadra. E adesso eccola lì seduta alla destra di Eleanor Shaw, con i suoi capelli legati in uno chignon disordinatissimo tenuto fermo da una penna.

«Sai il motivo di questa riunione improvvisa?» Le chiese Darlene guardandola dritta negli occhi.

«Non ne ho idea.»

Eva Gibson entrò e prese posto proprio davanti Eleanor Shaw e la guardò sorridendole. Erano amiche dal college, si erano conosciute per caso all'ultimo anno di Eva e non si erano più lasciate.

«Eva tu sai perché siamo qui?» Chiese Darlene.

«Sono la figlia del capo, ma questo non vuol dire che sono al corrente di tutto quello che succede qui.» Rispose Eva Gibson.

In pochi minuti la sala si riempì. Era presente tutta la squadra di Eleanor Shaw e anche quella dell'agente speciale Mark Gibson.

Janet Curtis prese posto a capotavola era in piedi e vestita di nero. Aveva i capelli grigi tagliati cortissimi e un piccolo ciuffo le ricadeva sugli occhiali.

«La nostra ultima missione è stata quasi un successo. Unire le due squadre ci ha portati ad ottenere ottimi risultati.» Janet Curtis fece una pausa e guardò il marito, Mark Gibson, e riprese a parlare. «Questo però ha portato anche delle vittime. Abbiamo commesso un piccolo errore che è stato fatale.»

Il direttore era rimasto sulla soglia tutto il tempo. Non aveva detto neanche una parola e aveva osservato tutti gli agenti presenti in sala. Eleanor Shaw non riuscì a capire se il suo volto esprimesse sdegno o tristezza.

«Oltre a fare ammenda con le vittime che la nostra missione ha portato dobbiamo anche fare i conti con la giustizia. Da oggi ognuno di noi svolgerà lavoro d'ufficio. La squadra di...» Janet Curtis fece un'altra pausa. Solo pensare a quel nome le veniva la nausea. «Di Anya Ward condurrà un indagine interna sul nostro operato. Riesamineranno le prove e verremo interrogati per raccontare la nostra versione dell'accaduto. Quindi se non ricordate come sono andate le cose è meglio che vi rileggiate i rapporti che avete stilato.»

Nessuno si azzardò a parlare. Ognuno di loro sapeva cosa aveva o non aveva fatto.

«Perché proprio Anya Ward deve condurre le indagini?» Chiese uno degli agenti.

«I piani alti hanno deciso così.» Rispose Janet Curtis. Sapeva benissimo che sarebbero stati tutti contrariati all'idea che Anya Ward ficcanasasse tra le loro cose. Quella donna era subdola ed era disposta a tutto pur di ottenere quello che voleva.

«Fantastico!» Esclamò Darlene. «Quindi oltre ad Anya ospiteremo anche la sua squadra di simpaticoni?»

«Se avessimo svolto il nostro lavoro senza errori a quest'ora non avremmo di questi problemi.» Rispose Janet.

«Ho programmato io la missione.» Disse Mark Gibson. Era seduto alla sinistra di Janet. «Quell'esplosivo non avrebbe dovuto essere lì. I ragazzi hanno fatto un ottimo lavoro. Capisco che questo errore abbia portato delle morti innocenti, ma in ogni missione ci sono degli effetti collaterali che non si possono prevedere.»

«Non hai tutte le colpe. Abbiamo unito le due squadre proprio per evitare questi imprevisti.» Lo difese Travis Rhys.

Travis Rhys era un agente della squadra di Janet Curtis. Eleanor Shaw lo reputava bello e intelligente. Due aggettivi che non sempre utilizzava per la stessa persona. Travis Rhys aveva dimostrato di essere in gamba e di sapersi destreggiare in qualsiasi situazione.

«Non stiamo cercando un capro espiatorio. Siete tutti colpevoli in egual modo. Per redimervi vi renderete disponibili con la squadra di Anya Ward.» Disse il direttore Richard Cole. «E stasera parteciperete tutti alla cena che ho organizzato per accoglierli!»

Si sentì bussare leggermente alla porta e subito dopo una testina nera e occhi a mandorla fecero capolino. «Sono arrivati, tra cinque minuti li faccio entrare.» Disse Mia Jonson senza h. Era la segretaria di Janet ed era anche la persona più affidabile e precisa che esistesse. Aveva detto che sarebbero entrati "tra cinque minuti" perché aveva calcolato il tempo che avrebbero impiegato per raggiungere la sala riunioni. E puntuali come un orologio Svizzero varcarono la soglia proprio al quinto minuto.

«Buongiorno a tutti!» Esclamò Anya Ward. Aveva un sorriso felice stampato sulla faccia. Finalmente non era la sua squadra a dover passare sotto la lente d'ingrandimento. La sua squadra e quella di Janet non si erano mai sopportate E nonostante avessero collaborato a varie missioni insieme non erano mai riuscite ad andare d'accordo. Janet dimostrava sempre di essere un passo avanti ad Anya.

Anya Ward era seguita dalla sua squadra. Si posizionarono tutti intono a lei e rimasero in piedi. Tutti con quello stupido sorriso beffardo stampato in faccia.

Eleanor Shaw distolse lo sguardo prima che lui si accorgesse di lei. Eva Gibson guardò Eleanor perché anche lui la stava guardando.

«Anya sono felice tu abbia accettato di aiutare Janet e la sua squadra.» Disse Richard Cole sorridendole e stringendole la mano.

«Anche noi siamo felici di poter essere d'aiuto.» Disse Anya «Spero che siate il più collaborativi possibile in modo che queste indagini si concludano il prima possibile.»

Eleanor alzò lo sguardo su Janet e le fece capire che avrebbe preferito segarsi una gamba che aiutare quella viscida di Anya. Janet invece la fulminò.

«Allora dove ci sistemiamo?» Chiese Anya entusiasta di iniziare.

«Mia vi farà strada.» Rispose sorridente Richard Cole indicando con un gesto della mano Mia Jonson.

«Vi ho sistemati al nono piano nell'ala est. Ci sono quattro uffici vuoti. E volendo potreste usare la sala riunioni numero tre.» Disse Mia Jonson uscendo.

Richard Cole guardò Janet Curtis e le fece un cenno con il capo, poi uscì dalla stanza.

«Potete andare tutti tranne Eleanor.» Congedò Janet. Erano abituati a questa frase. Eleanor ne combinava sempre una delle sue.

«Nessuna delle due può vedere Anya e capisco che anche tu vorresti prenderla a schiaffi ogni volta che respira, ma entrambe dobbiamo essere più collaborative. Hanno mandato lei ad indagare perché sanno che farà di tutto per trovare del marcio.» Disse Janet andandosi a sedere accanto a lei.

«Sai che inizierà con me?» Le chiese Eleanor.

«So che si accanirà contro di te. Evita di darle valide ragioni per farlo.»

«Farò del mio meglio per essere il meno antipatica possibile.» Disse Eleanor sorridendole con sarcasmo. Le arrivò un sms che lì per lì ignorò. «Posso andare adesso o ci sono altre raccomandazioni?»

 

  
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