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Autore: Seira Katsuto    11/05/2018    0 recensioni
Mi chiamo Marco Torri, ho 29 anni e inizio oggi a lavorare come professore di ruolo al liceo artistico di Bologna.
Quando ero ragazzo per motivi familiari dovetti cambiare città e lasciare indietro tutto ciò che avevo di più caro.
Solo dodici anni dopo sono riuscito a ritornare nella mia città natale, ma può essere davvero una coincidenza, appena arrivato qui, di trovarmi davanti la mia migliore amica dell'epoca, nonché, mio primo amore?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo IV - Marco's Story

Ormai alle porte di Dicembre mi ritrovo al solito bar davanti ad una mora che mi fissa intensamente... Per carità, non che mi dispiaccia, ma dalla sua fronte corrucciata non so se aspettarmi di essere ucciso o se sia il caso di chiederle se c'è qualcosa che vuole dirmi.
Poco prima di optare sull'ultima scelta inizia il discorso.
- Stavo pensando a due cose... La prima riguarda la terza L, per caso hai notato qualcosa di strano? Soprattutto nei confronti del ragazzo che se ne sta sempre in disparte, Alessio -.
La sua espressione diventa seria e un po' preoccupata.
- Intendi se mi sembra che l'abbiano preso di mira? In effetti ho sentito qualche voce su di lui, ma non saprei se fossero con cattive intenzioni o meno -.
Mi guarda incuriosita - Di che tipo? -.
- Mh... Dicono che sia gay -.
Sospira aggrottando all'insù le sopracciglia - Ah... Ma anche se fosse non penso che a quest'età se la prendano ancora con gli omosessuali, quando ero in terza era normale averne, o almeno spero sia così -.
- In ogni caso mi piacerebbe poterlo aiutare in qualche modo, l'unica cosa però che sono riuscito a capire in questi mesi è che gli piace ascoltare la musica... - dico dispiaciuto.
Annuisce alle mie parole - È vero, con me ha sempre disegnato cose legate alla musica, inoltre dovrebbe pure suonare il basso -.
Il basso... Di scatto mi alzo e metto le mani sopra le spalle di lei facendola sussultare - Suona il basso! Bernardo della terza I mi ha detto di aver creato un gruppo musicale e gli mancava proprio un bassista! Sei grandiosa, sono sicuro che gli farà piacere, anche se in effetti prima dovrei chiedere ad Alessio -. Rifletto ad alta voce capendo pian piano di essermi esaltato un po' troppo mentre lei mi fissa sbattendo le palpebre confusa.
Mi rimetto a posto seduto cercando di tornare serio - ...scusa -.
Si mette a ridere per poi rispondermi tranquillamente - Hai ragione, dovremmo provare a chiedere - finisce guardandomi con un sorriso particolarmente felice.
Sento perdere un battito.
Lo ignoro riprendendo il discorso iniziale - E la seconda cosa qual era? -.
La vedo irrigidirsi di colpo e incominciare a sudare freddo.
- Beh, stavo pensando... Dato che fra poco sarà l'otto Dicembre e quest'anno capita di Sabato... Volevo andare a fare una piccola vacanza in un posto per il weekend e mi è avanzato un posto, vorresti venire tu? -.
Rimango per un attimo interdetto.
Mi ha appena proposto un appuntamento?
Mi ha palesemente chiesto un appuntamento.
Cerco di trattenere un sorriso compiaciuto.
- Quel giorno non ho nulla da fare, va benissimo, dove vuoi andare? - Scorgo nel suo volto una lieve espressione sollevata.
- Ecco... lo so che è molto sospetto, ma preferirei fosse una sorpresa -.
La guardo confuso, ultimamente si sta comportando in modo strano.
È da circa un mese che sembra tenermi nascosto qualcosa, quando mi vede sobbalza o fa facce indecifrabili, sembra sempre distratta...
- ...Va bene, lascerò la mia incolumità nelle tue mani -.
Aggrotta la fronte guardandomi quasi arrabbiata, poi sospira e si rilassa bevendo ciò che ha ordinato.


Passano i giorni in attesa del fatidico weekend.
Intanto giovedì 6, il mio giorno libero, decido di andare a trovare Amelia.
Veronica mi ha detto che lavora in un piccolo negozio stile black metal dove c'è un po' di tutto: dischi, vestiti e accessori di ogni genere.
Non so perché ma mi incute timore.
Rimango per un po' davanti alla struttura, dovrebbe uscire per la pausa pranzo fra cinque minuti.
Incomincio a guardarmi in torno e noto una donna sul metro e sessanta dagli occhi marroni e capelli mossi dello stesso colore, ha un neo sulla guancia destra ed è vestita con un cappotto beige, una felpa di jeans, pantaloni grigio scuro a vita alta e delle vans nere.
Sembra che stia aspettando qualcuno e guarda il negozio con impazienza.
Ad un tratto esce una mora, poco più alta dell'altra, formosa e completamente vestita di nero con degli stivali pesanti con la pianta in metallo, un collare spinato e una felpa larga con il simbolo dei Behemoth dietro.
Ha un eyeliner pronunciato che mette in risalto degli occhi marroncino chiaro.
Appena quest'ultima intravede la ragazza di fianco a me le si illuminano gli occhi e la saluta sorridendo - Hey Rose, che ci fai qui? - mentre l'altra le salta letteralmente addosso abbracciandola dolcemente.
Con un sorriso amorevole le risponde - Ciao Amelia, mi hanno dato la giornata libera e così ho deciso di venirti a trovare a lavoro, inoltre ti ho portato una cosa - finisce mostrandole un cappuccino al ginseng.
La mora lo prende - Grazie, tu sì che sai come rendere una donna felice - Così incominciano a parlare e andare da qualche parte ridendo.
Ad un tratto però Amelia si ferma e si gira nella mia direzione con uno sguardo sospettoso - Tu -.
Le faccio un saluto con la mano - Ehylà, è da un po' che non ci si vede - ironizzò mostrandole uno dei miei migliori sorrisi.
Si avvicina a me mettendosi le mani sui fianchi e un'espressione leggermente seccata.
- "Ehylà" un corno, ti sei deciso a tornare finalmente - Mi metto una mano dietro la testa con aria dispiaciuta.
- Dev'essere stata davvero dura quella delusione d'amore per scomparire per dodici anni interi... Deve averti detto cose orribili Sara... -.
Incomincia a camminare avanti e dietro scrutandomi mentre parla sottolineando alcune parole lanciandomi ogni volta un'occhiataccia.
Dopo qualche altro sguardo sospira e alza le mani - Scherzo scherzo, avevo già deciso di non prendermela troppo, anche se mi aspetto almeno che offrirai una birra a tutti uno di questi giorni - Mi fissa con un ghigno complice.
Mi inchino - Farò questo ed altro per farmi perdonare - la mora sbuffa sorridendo.
La guardo stranito per un po' - Ho notato che tutti siete stranamente gentili e comprensivi, non dico che ci sia nulla di male, ma ho avuto la sensazione che ci fosse qualche ragione sotto, non per forza negativa -.
Ancora una volta vedo quello strano sguardo - Beh, non so gli altri, ma per quanto riguarda me... Diciamo che una vecchia conoscenza mi diceva spesso di "dare sempre una seconda possibilità a chi capisce di aver commesso un errore", voglio fidarmi di quelle parole -.
La guardo perplesso - Mmmh, d'accordo... Avete in programma qualche uscita? -.
Sembra pensarci su - Se vuoi dovremmo incontrarci tutti il sette Gennaio al Wasabi*, è una specie d'incontro che facciamo tutti gli anni -.
- Il sette hai detto? Perfetto, ti porterò anche un regalo di Natale che sono sicuro ti piacerà tantissimo - Finisco sicuro di me.
Poi mi avvicino all'altra donna prendendole una mano gentilmente e mettendo l'altra sul dorso della stessa.
- Mi scusi per averle rubato del tempo mademoiselle, ho notato che ci teneva molto a passare del tempo con Amelia - Dico dispiaciuto.
Arriva subito la mora ad allontanarmi - Giù le mani e smamma Don Giovanni di terza categoria -.
Mi allontano ridendo - Ci si vede, buon pranzo! -.
- Chi era? - Chiede Rose confusa.
- Un'idiota, lascia perdere... Che ne dici di fare un salto da Amor di Patata*? Sto morendo di fame -.
Rose annuisce prendendo per mano la mora.

Avevo capito perfettamente cosa intendeva con quella data: devo dire a Sara chi sono o glielo dirà lei.


*Wasabi: Ristorante giapponese in centro sotto le Due Torri di Bologna.
*Amor di Patata: Street food che vende patatine fritte

   
 
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