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Autore: angelo_nero    11/05/2018    27 recensioni
[Attenzione! Possibilità di spoiler per chi non ha seguito/ segue DB Super]
Dal primo capitolo:
"Guerrieri, la maggior parte, con grande forza combattiva e dall’enorme potenziale, amministrati da un Lord potente quanto pazzo, astuto quanto sadico, che desiderava l’intero universo ai propri piedi pur non muovendo un dito. Un tiranno che non si faceva scrupoli ad eliminare chi gli era d’intralcio. Fu egli stesso a sterminare la razza a lui più fedele temendo una loro possibile rivolta, i Saiyan, spazzandola via assieme al pianeta che portava il nome del loro sovrano. Non ne rimaneva che una manciata di questi guerrieri, di cui ancora meno purosangue, e un buco buio lì dove risiedeva il pianeta. "
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Nappa, Radish, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Cap 1

 

La navicella procedeva in modo sostenuto, attraversando in velocità il vuoto dello spazio più profondo. Attorno solo il nero più buio dell’universo sconfinato, qua e là qualche stella luminosa, non più grande di un puntino a quella distanza. Attraversò galassie, passò di fianco a pianeti inabitati e sull’orlo della distruzione, sfiorò la collisione con un asteroide continuando il proprio percorso verso la meta finale.
Nessun uomo, proveniente dalla Terra, si era mai spinto oltre la propria galassia, mandando al proprio posto sonde o robot per cercare vita al di fuori del proprio pianeta. Essi, i terrestri, mai avrebbero immaginato che, al contrario, molti “alieni” si erano spinti ben oltre la conosciuta Via Lattea, arrivando a considerare il pianeta blu ai confini dell’universo.
Alieni incaricati di trovare, conquistare, depredare e poi rivendere al miglior acquirente qualsiasi pianeta valesse abbastanza. Guerrieri, la maggior parte, con grande forza combattiva e dall’enorme potenziale, amministrati da un Lord potente quanto pazzo, astuto quanto sadico, che desiderava l’intero universo ai propri piedi pur non muovendo un dito. Un tiranno che non si faceva scrupoli ad eliminare chi gli era d’intralcio. Fu egli stesso a sterminare la razza a lui più fedele temendo una loro possibile rivolta, i Saiyan, spazzandola via assieme al pianeta che portava il nome del loro sovrano. Non ne rimaneva che una manciata di questi guerrieri, di cui ancora meno purosangue, e un buco buio lì dove risiedeva il pianeta.
Vegeta era solito osservare quel buio in mezzo a tante piccole stelle, soprattutto nelle notti di luna piena quando il suo sangue Saiyan ribolliva più del solito, a fronte di una trasformazione che non poteva più avvenire in assenza di coda.
Fu proprio lui, il Principe dei Saiyan, che, una notte, osservando con più attenzione il tappeto di stelle, si era accorto che quel vuoto era stato colmato da nuova luce. Si era a quel punto chiesto se un nuovo pianeta fosse nato al posto di Vegeta-sei.
Una volta comunicata la notizia alla compagna, anch’ella volle osservare il nuovo puntino luminoso apparso nei cielo notturno da qualche tempo. Gli aveva rivelato, dopo una prima occhiata e una chiacchierata con il padre, che, nonostante i continui osservamenti del padre e dei suoi colleghi, non avevano registrato alcuna nascita di pianeti o stelle nell’ultimo periodo. Era un fatto assai curioso quello, sia per Bulma, scienziata e amante dello spazio, sia per Vegeta, che aveva vissuto a lungo bazzicando da un pianeta a un altro. Però la cosa finì lì, a nessuno saltò in mente di dire “Ehi andiamo a farci un giro e vedere cosa succede nello spazio!”.
O almeno così credeva Vegeta, fino a che un pomeriggio, di ritorno dagli estenuanti allenamenti, si ritrovò come al solito a cercare la consorte per i laboratori, dove sapeva passasse gran parte delle sue giornate. Le si avvicinò, sbirciando il monitor davanti al quale era seduta trovando qualcosa di familiare.
- Quello non è il pianeta che abbiamo trovato l’altro giorno?-
- Già. Sto cercando di tracciarne le coordinate ma non è un’impresa facile dato che è parecchio lontano.-
Il Saiyan, che non stava più pensando a quel dettaglio da giorni, rimase in silenzio a guardarla lavorare per dei lunghi minuti.
- Cosa devi farci con quelle coordinate?-
Bulma quasi sobbalzò al suono della sua voce, troppo concentrata su ciò che stava facendo per prestargli attenzione si era dimenticata della sua presenza, complice anche il rigoroso silenzio nel quale il principe sembrava essere caduto negli ultimi minuti. Si stiracchiò e si mise a girare sulla comoda sedia da ufficio.
- Stavo pensando di andare a dare un’occhiata, settimana prossima. Staccare dal lavoro mi farebbe bene.- disse con no calanche quasi gli stesse dicendo che aveva programmato un pomeriggio di shopping.
- Come scusa?- le chiese sperando di aver sentito male.
Bulma tornò ad osservare il monitor e a pigiare pigramente il tasto sinistro del mouse, il mento poggiato sulla mano sinistra, sulla quale riluceva la fede nuziale, a testimoniare la noia di quell’interminabile attesa.
Vegeta fu catturato dal riflesso dorato dell’anello ma non si distrasse dalla conversazione. Sbattè una mano sulla scrivania, facendo spaventare la donna e attirando così la sua attenzione.
L’azzurra, dopo essere saltata sulla sedia dallo spavento, fissò in maniera truce il marito che però non sembrò dare molto peso allo sguardo assassino nella propria direzione.
- Ehi! Che modi!- protestò.
Vegeta non le rispose, fissandola a sua volta in maniera non proprio accondiscendente, attendendo una risposta.
Bulma alzò gli occhi al cielo, sbuffò e si appoggiò allo schienale della sedia che scricchiolò sotto il suo peso. Incrociò le braccia al petto e spostò lo sguardo lontano da quello profondo del marito.
- Ho detto che...-
- Lo so cosa hai detto.- la interruppe.
Bulma lo fissò malissimo. - E allora che diavolo vuoi!?-
Che si levasse dai piedi se era lì soltanto per infastidirla, stava lavorando lei e non giocando.
- Capire se parlassi sul serio o fosse soltanto un vaneggiamento dei tuoi.- le rispose l’uomo incrociando le braccia al petto, guardandola dall’alto in basso.
Lei ignorò la sua frecciatina, concentrandosi sulle immagini e sui numeri che scorrevano veloci sul monitor.
Il computer ci stava mettendo più del solito a calcolare, probabilmente quel ritardo era dato dall’enorme distanza che intercorreva tra i due pianeti. Quando, finalmente, le casse emisero un suono simile a un bip prolungato, che la donna sapeva segnasse la fine dei calcoli, la sua attenzione fu completamente calamitata dalla lunghissima sequenza numerica. Velocemente se l’appuntò su un pezzo di carta, senza far molto caso allo sguardo particolarmente contrariato del Saiyan al suo fianco. Scattò poi in piedi diretta fuori dal laboratorio ma una mano forte la fermò a pochi passi dalla porta. Si voltò scorgendo oltre le proprie spalle gli occhi neri del suo uomo.
Vegeta non le lasciò il polso nemmeno quando fu sicuro che lei non sarebbe andata via finché non avrebbe ascoltato cosa avesse da dire. Incatenò i loro sguardi e, ottenuta la sua attenzione, iniziò a parlare.
- Scordatelo di andare da sola. Verrò con te.- le disse quasi sussurrando.
Bulma annuì, calamitata dal suo sguardo profondo e dal tono basso della sua voce. Quando lui la lasciò e le passò accanto, diretto in camera per darsi una lavata, lei si riprese continuando il percorso verso il laboratorio di fianco dove una navicella firmata Capsule Corporation l’attendeva.
La settimana dopo, come promesso, partirono alla volta di quel misterioso pianeta. Non da soli, purtroppo: Bra e Trunks, di tre e quattordici anni, li seguirono quasi intrufolandosi all’interno.
I genitori avrebbero volentieri lasciato i due bambini a casa, magari sotto l’occhio esperto dei nonni o, forse meglio ancora, di Goku e famiglia, ma loro non sembrarono essere d’accordo e puntarono i piedi per seguirli in quella nuova avventura.
Così, dopo quasi due giorni di viaggio, e dopo un buon decennio di sedentarietà sulla Terra, Vegeta si ritrovava nuovamente in una navicella alla volta di una meta ben tracciata senza sapere però cosa lo aspettava realmente. E quella volta non avrebbe dovuto pensare solo alla sua di sopravvivenza, ma anche a quella della propria famiglia. Tutto perché quella cocciuta di sua moglie non aveva voluto mollare l’osso quando le aveva detto che era pericoloso e stupido, tirando in ballo la storia che fosse una scienziata e come tale non poteva permettersi di farsi sfuggire tale occasione.
Fissò senza reale interesse il panorama monotono che si stagliava davanti a lui, comodamente seduto su una delle poltrone davanti ai comandi di pilotaggio. Lo aveva visto talmente tante di quelle volte in tutta la sua vita che niente di tutto quello che avesse potuto incontrare avrebbe potuto stupirlo, anzi avrebbe potuto dire che considerava la vita “da viaggiatore interstellare” monotona e noiosa.
Controllò la rotta digitando qualcosa sul computer di bordo, verificando che la stessero seguendo con continuità. Sia mai che per un motivo o per un altro, il pilota automatico decidesse di cambiare strada.
- E io che credevo che ti mancasse questa vita. Viaggiare per lo spazio a bordo di una navicella, verso mete ignote.-
Bulma gli spuntò alle spalle e gli si andò a sedere affianco, osservando anche lei, al suo contrario affascinata, il panorama luminoso al di fuori del vetro.
Vegeta la ignorò continuando a fissare davanti a sé, braccia conserte e sguardo annoiato. Ancora si chiedeva per quale assurdo motivo si era proposto, di sua spontanea volontà, di accompagnarla in quella pazzia. Avrebbe dovuto mandarla da sola, fosse stata la volta buona di farla smettere con stronzate simili, rischiando però, al contempo, di non vederla proprio tornare e la cosa non gli piaceva affatto. Aggrottò impercettibilmente le sopracciglia rendendosi conto che fosse stata proprio la paura che lei potesse rimetterci le penne in quel viaggio ad averlo spinto ad accompagnarla. Comunque sia ormai era lì dentro, bloccato, con loro, e non aveva modo di tornare sulla Terra, e sicuramente Bulma non avrebbe mai acconsentito a fare dietro front ora che erano così vicini alla loro meta.
- Trunks! Ridamelo! Dai!-
- Prova a prenderlo, se ci arrivi.- esclamò il piccolo mezzosangue tenendo il peluche reclamato dalla sorellina sopra la testa, fuori dalla sua portata.
Bra, dal suo metro e venti, non arrivava a prendere il giocattolo neanche saltando più in alto che poteva. Corrucciò lo sguardo e gonfiò le guance indispettita dalla volontà del fratello di metterla in difficoltà.
Trunks osservava sogghignando soddisfatto la sorellina fissarlo truce ma impotente. La bambina mai sarebbe arrivata fin lì, a meno che non volesse mettere alla prova i propri poteri che il mezzosangue più grande sapeva essere ancora acerbi e poco controllati. Non cedette neanche quando vide il disperato tentativo della sorella di intenerirlo con gli occhioni dolci.
- Gli occhi da cucciolo funzionano solo su papà.- le ricordò.
La bambina cambiò espressione e, di punto in bianco, sorrise malvagiamente per poi, inaspettatamente, tirare un calcio ben assestato sugli stinchi del fratello, il quale si vide costretto a mollare la “preda” e a tenersi l’arto dolorante.
Bra gongolò di gioia non appena recuperò l’oggetto perduto dalle grinfie fraterne, facendogli poi una linguaccia come risposta al suo scherzetto poco gradito. Saltellando la bimba tornò ai suoi precedenti impegni, seguita a pochi passi da un Trunks zoppicante, intenzionato più che mai a farla pagare alla piccola peste che si ritrovava come sorella minore.
Né Vegeta né Bulma intervennero in alcun modo nel piccolo bisticcio dei figli, consapevoli che se veramente si volessero far del male l’un l’altro non servirebbe un coniglio di peluche rubato a scatenare una guerra.
Si limitarono a fissarli quasi divertiti, in fondo quei due assomigliavano molto a entrambi, e mentre il carattere di Trunks, crescendo, andava via via ad assomigliare sempre più a quello paterno, riservato e poco propenso alle smancerie, seppur comunque con una buona dosa di influenza terrestre che lo rendeva meno scorbutico del genitore, quello di Bra sembrava pendere più verso i geni materni, rendendo la bimba vanitosa, curiosa e munita di lingua lunga, oltre ad essere in possesso di un enorme ascendente sul padre. La piccola di casa era la principessa di papà e Vegeta raramente le riservava un rifiuto netto o le impediva di fare ciò che voleva.
Bulma sorrise di fronte a quelle piccole divergenze che venivano fuori tra i due fratelli, in fondo era più che normale.
Ad attirare l’attenzione dei coniugi, intenti ad analizzare le sfaccettature dei caratteri dei figli per capire chi dei due avesse preso più da uno o dall’altro, ci pensò il computer di bordo annunciando con la sua voce robotica che mancava meno di un’ora all’atterraggio sul pianeta, con annessa schermata con le coordinate e il tempo rimanente.
Bulma premette una serie di pulsanti e la schermata lasciò il posto alla vista del pianeta di fronte a loro, che con il suo color sangue risaltava sul nero profondo dello spazio.
- Ma è rosso.- esclamò l’azzurra tra il sorpreso e il confuso. - Non ho mai visto un pianeta così rosso, a parte Marte.-
Vegeta invece sembrava piuttosto incredulo davanti al profilo che il pianeta gli mostrava. Si alzò dal proprio posto e si avvicinò al vetro poggiando le mani sul pannello di controllo, aggrottò le sopracciglia e pensò bene di eseguire una rapita scansione del corpo celeste, sperando che il computer di bordo fosse abbastanza aggiornato da riuscire a dargli una risposta più o meno precisa.
- Non è possibile.- affermò sottovoce tra sé e sé fissando i dati che apparivano sovrimpressione.
L’azzurra lo fissò smanettare di nuovo con i comandi, probabilmente alla ricerca di una conferma che il computer non sapeva dargli.
Osservò poi i dati raccolti ricavando le informazioni basilari che servivano loro per, eventualmente, scendere a terra ed esplorare la superficie; sembrava possedere un atmosfera vivibile, nonostante le temperature oscillassero tra un massimo di +70 gradi di massima e -35° di minima, con una media di 30 gradi di giorno e 10° di notte. Insomma non proprio le temperature ottimale per chi, come lei, soffriva terribilmente il freddo e odiava più che mai il caldo afoso. Non vi era riportato nulla su forme di vita intelligenti o su assenza di gravità, diede quindi per scontato che quest’ultima fosse quantomeno simile a quella terrestre
- Conosci questo pianeta?- domandò all’uomo davanti a lei, ancora intento a fissare i dati sullo schermo.
La schiena di Vegeta era visibilmente tesa, con i muscoli contratti e le spalle che sembravano dei pezzi di ferro talmente erano rigide, segno che qualcosa lo metteva in agitazione o gli dava particolarmente fastidio. Bulma non seppe dire per quale motivo l’uomo assunse quella posa.
Quando capì che non le avrebbe risposto, la scienziata gli si affiancò, poggiandosi al pannello esattamente come lui, provando a sbirciare la sua espressione sotto il solito cipiglio serio. Non le sembrava chissà quanto preoccupato a prima istanza, nonostante la tensione che percepiva provenisse dalla sua posa rigida, piuttosto era quasi incredulo come se non credesse ai suoi occhi.
- Vegeta?-
- Questo pianeta...- iniziò aggrottando le sopracciglia ancora poco convinto. - Questo pianeta è quello su cui sono nato,Vegeta-sei.-
La donna strabuzzò gli occhi chiari di fronte a tale dichiarazione: impossibile, il pianeta era esploso più di trentotto anni fa! E da ciò che sapeva nessuno aveva usato le sfere, né quelle sulla Terra né quelle di Namek, tanto meno le Super Sfere, per chiedere qualcosa del genere come riportare a nuova vita il pianeta natale dei Saiyan. Fissò incredula prima il marito di fianco a lei poi la sfera rossa alla quale mano mano si avvicinavano sempre più, cominciando a capire la tensione che percorreva i muscoli del compagno.
Deglutì pur avendo la bocca secca e iniziò a far lavorare il geniale cervello nella propria scatola cranica, si mise una mano sotto il mento e si abbracciò con il braccio libero cercando di venir a capo di quell’assurda situazione. Come poteva essere lì il pianeta se era stato disintegrato da Freezer?
- Ne sei proprio sicuro? Non può essere un pianeta molto simile?-
Vegeta scosse la testa.
- Non esiste un pianeta uguale a Vegeta-sei, né per coordinate né per qualsiasi altra cosa. Vuoi che non riconosca il pianeta dal quale provengo?-
Bulma si voltò dando le spalle al parabrezza della navicella, ancora pensierosa, poggiandosi al pannello con la parte bassa della schiena.
Passarono attimi di silenzio, nei quali nessuno dei due adulti proferì parola, concentrati com’erano a trovare una spiegazione logica alla misteriosa ricomparsa del pianeta, senza trovarla.
Il bip continuo, che li avvertiva dell’imminente atterraggio, era l’unico suono all’interno dell’abitacolo a parte il leggero ronzio dei motori in sottofondo.
- Quindi stiamo andando su Vegeta-sei?-
La voce di Trunks, limpida quanto inaspettata, penetrò all’interno dei loro pensieri riportandoli alla realtà. Avrebbero fatto meglio a concentrarsi sul cosa fare una volta arrivati più che al perché si fossero ritrovati in quella situazione.
Il ragazzino osservò prima uno poi l’altro, in attesa di una risposta da parte loro riguardo la destinazione che presto avrebbero raggiunto. Avendo sentito parte del discorso, era eccitato all’idea di visitare mondi nuovi e incontrare nuove forme di vita -sperava senzienti- ma sapere che ciò che gli si parava davanti non era altri che il pianeta originario della razza Saiyan lo mandava ancor più in fibrillazione. Non vedeva l’ora di poter vedere con i propri occhi il suolo di Vegeta-sei, descritto più volte dal padre quando gli raccontava delle proprie origini.
- A quanto pare.- gli rispose la madre voltandosi a guardare i numeri lampeggianti, di secondo in secondo più piccoli, alle sue spalle.
- E pensate che ci troveremo altri Saiyan?- chiese limpidamente il ragazzino.
I due prima guardarono il figlio, poi si guardarono tra di loro: accidenti, non avevano minimamente preso in considerazione la possibilità, più reale che mai, che il pianeta potesse essere abitato dalla razza guerriera. Avevano trascurato un dettaglio così importante per concentrarsi sul capire il motivo della rinascita del pianeta. A quel punto si chiesero, più Vegeta che Bulma, cosa avrebbero fatto in quel caso.
- Beh, il computer non ha dato un esito preciso, probabilmente non essendo nei suoi dati non riesce ad analizzarlo per bene.- disse la scienziata dai capelli azzurri, voltandosi poi verso il compagno.
Vegeta, che dapprima la fissò con un sopracciglio alzato non capendo la ragione di quello sguardo di attesa, incrociò le braccia al petto e fece vagare lo sguardo sulla superficie rossastra sempre più vicina.
- Io non riesco a percepire le auree a questa distanza. - borbottò.
Madre e figlio si guardarono: non restava altro che atterrare per scoprirlo. E mentre Trunks andò a recuperare la sorellina nell’altra stanza, caricandosela sulla spalla tipo sacco di patate quando lei si rifiutò di seguirlo, Bulma si sedette e si accinse a dare il via all’atterraggio manuale per accelerare il processo. Si fermò, però, appena prima di dare la conferma, avvertendo pesante come un macigno lo sguardo del compagno su di sé; si voltò a guardarlo interrogativa.
Il Saiyan passò qualche istante a fissarla con le sopracciglia aggrottate prima di parlare.
- Ma che te lo chiedo a fare…!- esclamò lasciandosi cadere a peso morto sul sedile di fianco al suo.
L’azzurra fu tentata di chiedergli di cosa stesse parlando ma si disse che non era il caso, il marito sembrava già abbastanza irritato a causa della situazione e non voleva farlo arrabbiare ancora.
Si limitò, quindi, a sorridergli dando finalmente il via alla procedura di atterraggio: Saiyan o no, non aveva la minima intenzione di rinunciare e buttare i due giorni di viaggio che avevano trascorso per arrivare fin lì.
Era stata su Namek, con Freezer e i suoi uomini – e Vegeta stesso- a piede libero, quanto poteva essere tremendo stare a contatto con qualche tizio coda munito rispetto a quello che aveva già passato?




Angolo Autrice:
Buonsalve popolo di EFP del fandom di dragonball, come state? Spero bene perchè siamo appena partiti con una nuova avventura per la nostra (o meglio mia) ship preferita. Questa volta i toni cambiano, niente più fluff a gogo ma qualcosa di più cupo e serio, con ovviamente qualche tocco qua e là di ironia per spezzare la tensione. 
Questo è solo il capitolo introduttivo, che illustra bene o male la situazione in cui si trovano i nostri amati protagonisti e credo che da qui non vi sia chiara la scelta del rating giallo ma ci arriveremo più avanti (spero).
Attendo una vostra recensione, positiva o negativa che sia, per farmi sapere cosa ne pensate.
Cercherò di non sparire come mio solito e aggiornare, e si spera terminare, la ff nel giro di pochi mesi. 
Sayonara 

angelo_nero

 

  
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