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Autore: Doux_Ange    11/05/2018    0 recensioni
La storia del Capitano e del Pm, dal punto di vista di Marco, ma non solo. Dal primo incontro al Natale d'agosto.
[AnnaxMarco]
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Olivieri, Marco Nardi, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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SCENE DA UN MATRIMONIO


Che bello tornare a lavoro.


No, sul serio. Soprattutto adesso. Ho bisogno di tornare alle abitudini sicure, dopo il colpo.


Quello che avrebbe dovuto essere uno dei momenti più belli della mia vita si è trasformato in un incubo: ero tornato a casa della mia futura sposa, che sarebbe diventata mia moglie il giorno dopo, perché avevo dimenticato la giacca nel pomeriggio, e mi sono trovato davanti la scena che nessuno vorrebbe vedere.


Lei, sul divano col mio migliore amico, i vestiti a terra, decisamente non lo spettacolo che mi sarei immaginato. Dire che fossero sorpresi è poco, e la cosa bella è che mentre Simone non ha fiatato ma ha solo piantato gli occhi a terra, Federica ha avuto la sfacciataggine di dirmi che in fondo me l'ero cercata, non ero l'uomo di prima.


Gran bella giustificazione.


Ovviamente il giorno dopo non mi sono presentato in chiesa, ci mancherebbe pure. Non avevo nessuna intenzione di vederla, e volevo subisse almeno un po' dell'umiliazione che lei aveva riservato a me.


Ho sfruttato la settimana del viaggio di nozze mancato per cercare di riprendermi. Non mi sarei di certo potuto presentare a lavoro in quelle condizioni disastrose. Sarò pure anticonformista, ma sono pur sempre un Pubblico Ministero, un po' di contegno devo mantenerlo. Soprattutto non mi andava che i miei colleghi mi vedessero in quello stato.


Una cosa l'ho decisamente capita dopo questi sette giorni, però: le donne sono tutte uguali, vogliono cambiarti a loro piacimento, sono convinte di prendere le decisioni migliori per tutti, salvo poi stufarsi e buttarti via. Sempre un passo avanti, così da essere pronte a rinfacciarti le cose o farti cadere alla prima occasione, per avere un buon motivo per scaricarti. Ah, naturalmente con tutta la ragione del mondo.


Non saprei dire quanto ho pianto in questi giorni. È imbarazzante da un certo punto di vista, ma è pur vero che sfogarsi così fa sentire davvero meglio. A volte è l'unico modo per buttare tutto fuori. Poi riesci ad affrontare il resto con più chiarezza. Se non altro, non te la prendi con chiunque. La rabbia un po' è sfumata, ma questo non significa che mi comporterò allo stesso modo. No. Non mi farò più fregare.


Quello che spero è che in caserma ci sia da divertirsi per un po', viste le novità.


Il Maresciallo Cecchini mi ha informato dell'arrivo del nuovo Capitano, e immaginate un po'? Ebbene sì, è una donna. Un'altra che vorrà di sicuro ribaltare il palazzo sottosopra perché non le andrà bene niente. Un classico.


Avrei voluto rendermi più presentabile per non mettermela contro a priori, ma purtroppo per me sono tornato ieri e ho scoperto che quella psicopatica della mia ex mi ha strappato tutte le camicie e buttato i vestiti. Ah, oltre ad essersi portata via la macchina. Almeno la moto mi è rimasta, visto che sono andato via con quella. La moto, e il cane. Pazienza.


Devo ammettere che ho fantasticato un po' su di lei, non ho cercato il suo curriculum di proposito. Non ci sono moltissime donne nell'arma, e ancora meno sono quelle con ruoli di potere. Ammetto di essere curioso, chissà come sarà. Non vedo l'ora di vedere con chi avrò a che fare per i prossimi anni.


Eccoli, lei e Cecchini davanti all'ingresso della caserma. Stando al maresciallo, la capitana, come la chiama lui, è una tutta rigore e dovere, ovviamente. C'è da dire che non è sempre attendibile quello che dice lui. Vedremo un po'.


Arrivato in piazza, scendendo dalla moto e sfilandomi il casco, getto un'occhiata ai due. Sembra perplessa, e mi viene da ridere. Chissà che le avrà detto il maresciallo di me.


“Dottor Nardi, bentornato.” Saluta lui. Io ricambio, ma la mia attenzione è rivolta ad altro.


Il maresciallo si è scordato un piccolo particolare.


“Capitano Anna Olivieri.” Si presenta, porgendomi la mano con cipiglio confuso.


Non mi ha detto che fosse così bella.


“Marco Nardi, Pubblico Ministero.” Rispondo io, sorridendo e rispondendo alla sua stretta decisa. “Il maresciallo mi ha parlato molto di lei.”


La sua espressione si fa infastidita. Che ho detto?


“Il maresciallo parla molto.” Si volta verso di lui, contrariata. “Anche a sproposito.”


“Il viaggio di nozze com'è andato?” Chiede Cecchini, cercando di deviare il discorso. Io lo guardo per un attimo, prima di tornare a lei. Niente da fare, non riesco a staccare lo sguardo da quei magnetici occhi verdi. Poi mi rendo conto della domanda, ma mantengo la calma.


“Niente matrimonio e niente viaggio di nozze. Ho cambiato idea.” L'espressione del Capitano è curiosa, non capisco cosa pensi. Mi rivolgo di nuovo a lei. “Prego, dopo di lei.” Le dico con un gesto della mano, capisco che la mia affermazione possa sembrare... ehm... indifferente, ma vorrei evitare di scendere nei dettagli. Meglio tenerli per me quelli, e poi voglio tentare di fare il gentiluomo.


“No, dopo di lei. Io sono il Capitano, e lei è un ospite. Prego.” Mi contraddice con espressione altezzosa.


Ah. Hai capito. Decisamente comanda lei qui, l'ha messo bene in chiaro.


Rido sotto i baffi. Mi divertirò di sicuro.


[…]


Le cose vanno peggio di come avrei pensato. Ha già praticamente stravolto tutto, e vuole pure far trasferire Cecchini, sostituendolo con una donna. Di sicuro questa non gliela farò passare liscia.


Anche perché ci siamo già scontrati un paio di volte, ed è solo il primo giorno. Praticamente pensiamo tutto all'opposto. E già non mi va a genio il fatto che sottovaluti la gravità di un tradimento. O che pensi che una donna non sia in grado di commettere un reato tanto grave come un omicidio. Sarà anche bella, ma per il resto è proprio insopportabile.


Chiacchierando con il Maresciallo davanti alla caserma, intravedo il Capitano andare via, non prima di aver baciato un ragazzo in giacca e cravatta sulla guancia. La cosa mi incuriosisce non poco.


“Ma chi è quello?” Mi informo, appoggiato alla moto.


“Quello è Giò, Giovanni. Quello è l'ex fidanzato della capitana.”


“Ah!” Andiamo bene. “Ma... l'ha lasciata!” Furbo questo, ha capito prima di legarsi le mani con quella pazza.


Il maresciallo nega. “Peggio.” Risponde con fare solenne, facendosi il segno della croce. Oddio.


“No, sta morendo?” Se è così mi dispiace, poveri.


“No, che sta morendo... Si vuole fare prete!”


Mi trattengo dallo scoppiare a ridere. Dev'essere proprio disperato, e lei una pazza sul serio, per fare una scelta del genere. Poi però mi riprendo, sempre più convinto della mia idea. “Ha visto come ci riducono?”


“Chi?”


“Le donne, maresciallo! Io ho capito quello che sta facendo,” lo rimbecco, riferendomi al suo tentativo - inutile - di compiacere il capitano, “ma non cambi mai per una donna!”


Lui cerca di negare, ma io insisto. Ormai nessuno me lo toglie dalla testa. Poi cambio argomento, ricordandogli della partita di domani. Almeno quello, non ce lo possono togliere.


[…]


Mi devo spicciare, prima di andare alla saletta ho una partita di calcetto con gli amici, ma meno male che mi sono portato dietro il completino. Ho fatto tardi, e mi stressa passare da casa perché dovrei fare il doppio della strada, così approfitto del fatto che il Capitano sia andata via, e mi cambio nel suo ufficio. Ho appena infilato i pantaloncini quando squilla il cellulare. È quella pazza della mia ex, non ci posso credere, ha pure il coraggio di chiamarmi per riavere il cane.


Le sto proprio dicendo che se lo può scordare quando mi giro e vedo... il capitano. Chiudo immediatamente la chiamata in faccia a Federica senza pensarci due volte. “Oh, scusi.” faccio, in imbarazzo, mettendomi la maglietta. Dal suo sguardo direi che è quantomeno furiosa.


“Lei mi deve aver frainteso,” esordisce, cercando di evitare di guardarmi. “quando ho detto che poteva fare meglio intendevo almeno indossare una camicia.”


“Sì, ma io credevo che se ne fosse andata.” Pessima scusa, lo so.


“Già.” Appunto. “Ma la domanda è che cosa ci fa in mutande nel mio ufficio?!”


“No, aspetti, no, tecnicamente sono dei pantaloncini, questi.” Cerco di spiegarmi meglio. “È che ho una partita prima della cena e mi dovevo cambiare e allora... non mi andava di passare da casa. Scusi.” tento, con le mani giunte. Mi sa che non sto ottenendo grandi risultati, però.


“Lei è imbarazzante, lo sa?” Aspetta, non riesco a decifrare quello sguardo. Sono così da buttare?


“Mah, sono un po' fuori forma, però... non esageri.” Cerco di difendere il mio orgoglio maschile, ehi!


“Non per quello, e neanche perché si comporta da adolescente e usa il mio ufficio come spogliatoio.” Simpatica. E allora che ho fatto per meritarmi l'appellativo. “Lei è imbarazzante perché prima lascia la sua fidanzata sull'altare e dopo si vuole prendere anche il cane.”


Eh? Devo aver capito male. “Scusi?”


“È un paese, le voci corrono.”


Okay, ora la odio ufficialmente.


“Ah certo, io non sono un santo, come certi suoi amici.” Beccati questa. Non ha il diritto di parlare di cose che non sa, e forse fa bene il suo ex a farsi prete, almeno se l'è tolta di torno.


Lei ha un'espressione profondamente offesa, ma non mi dispiace per niente. “Sa, è un paese, le voci corrono.”


Si volta a prendere alcuni fascicoli dalla sua scrivania, e per un secondo temo che me li voglia sbattere in faccia. “Si sbrighi ed esca... con contegno, se ci riesce.” Mi rimbecca, prima di girare i tacchi e andare via.


Io ridacchio, prendendo il borsone. Oh sì, mi divertirò un sacco. Ma ci penserò dopo, ora... partita!


[…]


Cecchini ha proprio combinato un casino, come al suo solito. È venuto fuori che il Capitano non solo non voleva sostituirlo, ma gli aveva pure fatto prendere una scrivania nuova, viste le condizioni di quella vecchia. Almeno questo in effetti, glielo devo. Non è così antipatica da questo punto di vista. E anche io l'ho trattata male senza motivo.


Il caso è stato chiuso, comunque, e alla fine avevamo ragione tutti e due. Approfitto del momento per tentare di arginare il danno.


“Io volevo scusarmi per ieri sera,” esordisco, ma lei sorride come a minimizzare la cosa. Continuo lo stesso. “No, no, davvero. Sono stato imbarazzante.”


“Lasci stare, io ho esagerato.” Ehi, lei che si scusa? Questa è nuova. “Le sue questioni personali non mi riguardano.” Ah. Forse ho sbagliato a giudicarla così in fretta. Forse.

 

“Già, alle volte le cose non sono così semplici come sembrano.” le rispondo, e mi rendo conto di parlare anche per me. Non la conosco, e d'altra parte, non so perché il suo ex abbia preso quella scelta, né altro su di lei. Certo, pure lei avrebbe potuto evitare quelle affermazioni, ma diciamo che io l'ho provocata. “La saluto, Capitano.” Le faccio un cenno, e me ne vado.


Per trovare un regalo non gradito a casa. La mia ex. Che ribadisce con simpatia come non mi sia presentato in chiesa e le abbia fatto fare la figura della cretina. Non capisco cosa vuole ancora da me


 

“Quello,” mi dice con un'espressione che vorrei strapparle dalla faccia, “è il quadro che ho scelto io, ne converrai anche tu che devo prenderlo.”


“Prenditelo e sparisci.”


Con che coraggio si presenta qui? A dire quelle cose? Spero che sparisca sul serio. Vorrei non averla mai conosciuta.

 
   
 
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