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Autore: ChrisAndreini    12/05/2018    8 recensioni
[Marichat-Spoiler seconda stagione]
Dopo un akuma particolarmente difficile e una giornata davvero stancante, Marinette riflette sulla sua vita amorosa sul balcone di casa sua. Una visita inaspettata metterà in dubbio molte cose che credeva di conoscere su sé stessa e la sua cotta.
#-Alla fine è solo un modello assoggettato al padre. Cosa ci trovi in lui?-
#-È un ragazzo gentilissimo, sempre pronto ad aiutare gli altri. Si impegna molto in quello che fa ed è sempre disponibile. E…- si interruppe, chiedendosi esattamente cosa altro gli piacesse di Adrien. Fu sorpresa nel notare che non conosceva la sua cotta bene come pensava, oltre i suoi doveri e i suoi hobby.
#-Tu, invece? Cosa ci trovi in Ladybug?-
Da questo incontro partirà una serie di eventi che scombussoleranno e scambieranno i mondi dei due supereroi parigini.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Papillon
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Under the bright stars

Prologo

 

Marinette osservava le stelle, appoggiata contro la balaustra del balcone, e nonostante il vento che iniziava a farle sentire un certo freddo, non voleva per nessuna ragione rientrare in camera sua, dove Tikki riposava dopo un brutto combattimento con un akuma particolarmente molesto.

Era stata una giornata dimenticabile, e la ragazza non fremeva di certo dalla voglia di concluderla e avvicinarsi al giorno successivo, dove le conseguenze delle sue azioni l’avrebbero perseguitata sia come Marinette che come Ladybug.

Si cinse in un abbraccio per riscaldarsi e confortarsi al tempo stesso. Era stata davvero una stupida, quel giorno. Aveva ferito i sentimenti di una delle persone più importanti per lei solo perché era nervosa a causa di Adrien, che oltretutto, ormai l’aveva capito, non avrebbe mai provato nulla per lei.

Come aveva potuto essere così cieca da non accorgersi che aveva già una ragazza in mente, e non la vedeva come nient’altro che un’amica.

Solo un’amica, per sempre un’amica.

Le lacrime minacciavano di uscirle, e sentiva un enorme peso nel petto, come se il cuore minacciarsi di spezzarsi in due, ma doveva essere forte, calma, e pensare positivo. Non poteva rischiare che Papillon decidesse di prenderla di mira come prossima vittima per una delle sue pericolose akuma.

Anche se il dolore era molto, e non credeva di essere in grado di reggere. Non lì, non da sola, non dopo aver detto velatamente al suo collega e migliore amico che poteva benissimo cavarsela anche da sola contro Papillon, e che era stato quasi un peso più che un aiuto.

Come poteva essere stata così crudele?!

Aveva pugnalato un punto già ferito, e lo sapeva benissimo anche mentre glielo diceva, ma non era riuscita a fermarsi né a scusarsi subito.

E quando i suoi occhi verdi si erano spezzati, aveva abbassato lo sguardo, e se n’era andato, era ormai troppo tardi.

Avrebbe dato qualsiasi cosa per tornare indietro e cambiare le sue parole, ma doveva rassegnarsi.

E rassegnarsi anche al fatto che Adrien, il suo Adrien, non sarebbe mai stato suo e non l’avrebbe mai vista come più che una semplice amica.

Sospirò, ormai arresa e pronta a rientrare e affrontare la notte che l’avrebbe inevitabilmente e troppo in fretta portata al giorno successivo, ma quando si girò verso la porta, fece un balzo che per poco non la fece cadere di sotto.

-Chat Noir?- chiese, sorpresa.

Infatti l’ultima persona dopo Adrien che avrebbe voluto vedere quella notte era appollaiata sul suo camino, a guardare le stelle proprio come lei, e sentendosi chiamare sobbalzò a sua volta.

-Oh, Marinette! …giusto? Non volevo spaventarti. Stavo facendo un giro di controllo e mi sono fermato un attimo a riprendere fiato- si mise in fretta in piedi cercando di assumere la sua solita rilassatezza, e in una situazione normale Marinette non avrebbe esitato un attimo a prenderlo in giro sul fatto che non avrebbe dovuto aver bisogno di riposarsi, tanto era “grandioso”.

Ma in quel momento non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi, e alzò nuovamente la testa per fissare i suoi occhi tra le stelle.

-Le stelle sono bellissime, oggi, vero?- osservò, quasi tra sé e senza sapere neanche lei perché lo stava dicendo.

Chat Noir smise di sorridere, e fece altrettanto.

-Già. Anche se la notte è un po’ fredda- commentò a sua volta, ritornando poi ad osservare la ragazza che ancora si abbracciava in un goffo tentativo di riscaldarsi -Dovresti metterti qualcosa addosso- le consigliò.

Marinette scosse la testa.

-Sto bene, non preoccuparti- si impose di guardarlo e sorridergli. Lo aveva già deluso abbastanza come Ladybug, non poteva farlo anche come Marinette.

-È il mio lavoro preoccuparmi dei cittadini di Parigi- affermò con sicurezza, martirizzando la sua sdraio e avvolgendole il tessuto attorno per riscaldarla.

Marinette non riuscì a trattenersi dal sorridere.

-Spero che dopo me la riaggiusterai, micetto- lo prese in giro, stringendo la coperta improvvisata e sentendosi subito meglio. Chat Noir si mise la mano sul cuore.

-Assolutamente sì. Promesso- 

-Potevo sempre rientrare e basta- aggiunse poi lei, appoggiandosi nuovamente alla balaustra e dandogli le spalle, quasi incoraggiandolo ad avvicinarsi e a venirle affianco.

Lui sembrò capire il messaggio, e con un balzo si sedette sul parapetto, la schiena verso l’orizzonte.

-Giornataccia, principessa?- chiese poi, andando dritto al punto, notando l’espressione distrutta della ragazza, che continuava a fissare le stelle come cercando una qualche risposta.

Marinette annuì, e sorrise nostalgica al soprannome che Chat le aveva affibbiato quando aveva dovuto proteggerla da Dessinateur.

-Ti capisco benissimo, ma non lasciare che i pensieri negativi ti contagino. Pensa a qualcosa di bello- provò a consigliarle. 

Marinette intuì senza problemi il suo doppio fine.

-Tranquillo, Chat Noir, non ho intenzione di farmi akumizzare da Papillon- lo rassicurò, asciugando una lacrima abbastanza audace da essere uscita in superficie, e guardandolo accennandogli un sorriso.

Il supereroe alzò le spalle.

-Meglio prevenire che curare. E poi non ho proprio voglia di affrontare un altro akuma. Anche se sicuramente Ladybug può pensarci anche da sola- nonostante il tono casuale e rilassato, Marinette notò che gli occhi fissi sul cielo erano taglienti come rasoi, e feriti.

Sentì come se la pugnalassero in pieno petto.

-Ladybug sarebbe persa senza di te- ci tenne ad affermare, pur sapendo che dalla sua bocca quelle parole non assumevano lo stesso significato.

Chat Noir si girò comunque a guardarla, sorpreso, ma lei aveva già nuovamente sollevato lo sguardo verso le stelle, e stringeva i denti cercando di trattenere le lacrime e le parole causate dal senso di colpa che volevano con urgenza venir fuori, ma che avrebbero messo a serio rischio la sua identità segreta.

-Lo pensi davvero?- chiese lui, stupito, e per un attimo quasi risollevato.

Poi scosse la testa -Non credo, però. Alla fine la vera eroina è lei. È l’unica che possa purificare l’akuma, e io sono solo la spalla che si prende i proiettili per lei. Chiunque potrebbe essere Chat Noir- si buttò nuovamente giù, armeggiando distrattamente con l’anello che portava al dito, e parlando quasi solo tra sé.

Marinette si allarmò, notando come il collega sembrava quasi in procinto di togliersi il miraculous.

Non riusciva a credere che parole dette solo perché aveva il cuore spezzato potessero aver avuto un tale effetto sul suo partner.

-Io vi ho sempre considerati colleghi. Se non ci fossi tu Ladybug avrebbe rischiato di soccombere agli akuma più volte. E poi senza di te Ladybug avrebbe ceduto il suo Miraculous a Volpina- ricordò, cercando di rassicurarlo.

-Tu come lo sai?- chiese lui, confuso.

Il cuore di Marinette perse un battito, e i suoi occhi vagarono in giro in cerca di una soluzione rapida per giustificare la sua conoscenza di fatti non pervenuti alla stampa.

-Ehm… la mia migliore amica… Alya! Sì, lei è… lei è sempre in giro a controllare Ladybug e Chat Noir per il suo Ladyblog, me lo ha detto- disse in fretta, e cambiò immediatamente argomento prima che Chat Noir potesse indagare ulteriormente -E poi mi hai salvato quando mia nonna è stata akumizzata. Non posso dimenticarlo. Siete i salvatori di Parigi, tutti e due. Se qualcun altro fosse Chat Noir non sarebbe la stessa cosa- si strinse addosso il telo della sdraio per stare più calda, e per la prima volta da quando quella strana conversazione era partita riuscì a guardarlo negli occhi, e i loro sguardi si incrociarono. Chat Noir la guardò immensamente grato, e poi piegò la testa e si fece indagatore.

-Tu perché sei giù di morale? Se vuoi parlarne io sono un buon ascoltatore- la incoraggiò sentitamente.

Marinette si morse il labbro inferiore.

-Sbaglio o noi finiamo sempre per parlare quando siamo entrambi giù di morale?- tentò di cambiare argomento, ricordando il giorno in cui Adrien non si era presentato a prendere un gelato e lei, come Ladybug, non aveva raggiunto Chat Noir all’appuntamento non effettivamente programmato.

Il giorno in cui si era resa conto che il suo partner era davvero innamorato di lei, e non flirtava solo perché era nella sua attitudine.

Ricordarlo rendeva la sua critica nei suoi confronti ancora più dolorosa.

-Sembrerebbe di sì. Ne deduco che ha a che fare con quel famoso ragazzo che ti piace?- indagò ulteriormente Chat Noir, con una punta di rimpianto che Marinette non riuscì a capire.

-Famoso non direi… cioè, sì, è abbastanza famoso, ma non è che sia così famoso il fatto che mi piace, comunque…- presa alla sprovvista Marinette iniziò a borbottare tra sé cercando di riprendersi e cambiare nuovamente argomento, ma la risatina sommessa di Chat Noir la interruppe, e si prese il volto tra le mani, rossa per l’imbarazzo.

-Famoso? Mi chiedo chi potrebbe essere. Di certo è uno sciocco se non gli piace una ragazza speciale come te- tentò di risollevarle il morale, guardandola con una punta di tristezza.

-Oh, non credo proprio che potrei mai piacergli. Insomma, sono sempre così impacciata davanti a lui, e poi mi vede solo come un’amica, non fa altro che ripeterlo. E mi piace essere sua amica, solo che vorrei tanto che mi notasse. Alla festa di Chloe abbiamo ballato insieme, e sembrava davvero che potesse succedere qualcosa… -Chat Noir sgranò gli occhi, ma Marinette era troppo occupata a guardare nuovamente il cielo tra le dita socchiuse davanti al suo viso per rendersene conto -…ma poi oggi… credo proprio che gli piaccia qualcun altra. È stato abbastanza chiaro in classe- concluse, asciugandosi qualche altra lacrima sfuggita dai suoi occhi.

-Hai una cotta per… Adrien Agreste?!- Chat Noir per poco non cadde dalla balaustra, e si riprese appena in tempo.

Marinette si girò a guardarlo, senza capire la sua reazione ma prendendola come un’ulteriore prova che non avrebbe mai avuto chances con lui.

-Lo so che è troppo fuori dalla mia portata…- si riprese il volto tra le mani senza riuscire a trattenere un singhiozzo.

-No, no! Affatto! Sono solo sorpreso perché.. beh… tu puoi avere molto di  meglio di lui- provò a risollevarle il morale, mettendole una mano sulla spalla.

-Non esiste nessuno meglio di lui- obiettò lei.

-Alla fine è solo un modello assoggettato al padre. Cosa ci trovi in lui?- Chat Noir ancora una volta sembrava parlare più con sé stesso che con la sua interlocutrice, ma Marinette, nonostante il cuore spezzato, era ben decisa a difendere quello che aveva sempre sperato potesse essere l’amore della sua vita, anche se ultimamente non credeva più potesse essere tale.

-È un ragazzo gentilissimo, sempre pronto ad aiutare gli altri. Si impegna molto in quello che fa ed è sempre disponibile. E…- si interruppe, chiedendosi esattamente cosa altro gli piacesse di Adrien. Fu sorpresa nel notare che non conosceva la sua cotta bene come pensava, oltre i suoi doveri e i suoi hobby. Non aveva mai avuto l’occasione di conoscerlo per davvero, limitandosi a guardarlo da lontano e accontentandosi di quello che vedeva nelle sue interazioni con gli altri. Era perfetto, sì, ma a volte la sua perfezione sembrava una gabbia che lei non era mai riuscita ad aprire per vedere cosa ci fosse al suo interno.

La sua voce si perse, e tornò ad osservare le stelle -Ma cosa ne vuoi capire, tu. Non lo conosci- cercò di riprendersi.

-Ne saresti sorpresa- borbottò Chat Noir, incrociando le braccia.

-Come hai fatto a capire che era lui, comunque?- indagò poi lei, rendendosi solo in quel momento conto di non aver dato indizi evidenti, a meno che Chat Noir non fosse nella sua classe o comunque alla festa organizzata da Chloe.

Chat Noir sembrò a disagio per un momento, e come Marinette aveva fatto poco prima, iniziò a guardarsi intorno in cerca di un aiuto.

-Eh, ecco… io ero… alla festa di Chloe. Cioè, non alla festa, ma fuori dalla festa. Sì! Stavo facendo un giro di ronda e vi ho visto ballare. Poi è spuntato  fuori l’akuma e sono intervenuto- affermò senza troppa sicurezza.

-Comunque sono sorpreso. Molti sembrano adorare Adrien Agreste solo per la sua fama e la sua ricchezza. O perché è un modello- alzò gli occhi al cielo, irritato.

-No, è molto, molto di più- Marinette sospirò sognante, anche se i suoi dubbi sul fatto che non conosceva Adrien come credeva persistevano, e iniziavano ad infastidirla. Sentì di dover cambiare argomento. Non voleva parlare della sua cotta con il suo partner, soprattutto non nel momento in cui iniziava a porsi dei dubbi sulla veridicità. -Tu, invece? Cosa ci trovi in Ladybug?- chiese prendendo il primo argomento di conversazione che le venne in mente e pentendosi immediatamente dopo della domanda.

-Oh, beh… è coraggiosa, determinata. Simpatica. Insomma, certo, tu sei più divertente, ma…- questa frase colpì Marinette come un fulmine.

-Cosa?!- chiese, girandosi di scatto a guardarlo. Chat Noir si portò una mano alla bocca come se si fosse lasciato sfuggire la confessione del secolo, ma si recuperò quasi subito.

-Insomma, non tu tu, Marinette, eh eh… insomma, intendo solo dire che Ladybug non è molto divertente. Di certo non batte le mie spettacolari battute. Dopotutto con lei lavoro più che altro. Però è molto intelligente, e sveglia, e…- si interruppe, cercando qualcos’altro da dire, ma anche lui sembrava bloccato.

-Insomma, siamo partner, la conosco davvero bene, non puoi capire- concluse poi, risollevando la testa verso le stelle.

-Saresti sorpreso- commentò tra sé Marinette, facendo lo stesso.

Rimasero qualche secondo in silenzio, a braccia incrociate, ad osservare due punti diversi del cielo, immersi nei loro pensieri.

-Comunque sono stupita. Sembra che tutti amino Ladybug solo perché salva sempre tutti. A volte credo che le mettano troppa pressione. Dopotutto è solo una ragazza- aggiunse poi Marinette, spezzando il silenzio.

-È più di questo- obiettò Chat Noir.

Altri secondi di silenzio erano scanditi solo dal loro respiro, e dal vento che soffiava sulle loro testa scompigliando i capelli dorati del supereroe e muovendo la sdraio usata a mo’ di coperta di Marinette.

Marinette non riusciva a credere di essere davvero accanto a Chat Noir, avergli detto della sua cotta ed essere in un silenzio così confortante con lui, dopo una conversazione significativa e soprattutto seria.

Marinette non pensava neanche che Chat Noir potesse essere serio. Invece ogni giorno  la stupiva mostrando nuovi lati del proprio carattere.

E Marinette si chiese perché lo rifiutava con tanta sicurezza, senza dargli neanche una chance.

Adrien non l’avrebbe mai amata, Chat Noir era una persona meravigliosa che conosceva bene e di cui si sarebbe fidata con la sua vita, probabilmente anche con il suo segreto. Poteva contare su di lui, era generoso, divertente, simpatico, e all’occorrenza a quanto pare anche serio. Sempre pronto ad aiutare gli altri, disponibile e soprattutto sé stesso.

Marinette si era sempre considerata una persona molto libera, ma quando era Ladybug non poteva essere sé stessa. Doveva essere sempre la sua versione migliore per non deludere Parigi. Chat Noir invece, Marinette non era stupida e l’aveva capito, sembrava liberarsi da metaforiche catene ogni volta che sconfiggevano insieme qualche akuma o salvavano qualche cittadino in pericolo.

Si ritrovò senza rendersene conto a spostare lo sguardo la sua figura accanto a lei, e nello stesso istante anche lui si girò nella sua direzione, e nuovamente i loro sguardi si incrociarono.

E Marinette sentì qualcosa, nel suo petto, che non provava da tanto tempo, da quando quello che aveva considerato per molto tempo l’amore della sua vita non le aveva dato l’ombrello che custodiva gelosamente in camera sua.

Il suo cuore iniziò a battere all’impazzata, e lei non capì assolutamente il motivo, anche se era davanti ai suoi occhi, e ormai quasi chiaro nel suo cuore.

Aveva finalmente fatto spazio a qualcun altro dopo essersi resa conto di stare idolizzando troppo la sua cotta, e Chat Noir si era preso tutto lo spazio disponibile in pochi istanti, come se premesse ormai da tempo per entrarci, e quello fosse il posto che gli spettava di diritto.

E Marinette era terrorizzata.

Come poteva sentirsi così attaccata a due persone contemporaneamente e in modo così forte?! Soprattutto così all’improvviso!

Distolse lo sguardo, rendendosi conto di stare fissando il suo partner da troppo tempo, e lo stesso fece anche lui.

Il vento iniziava a farsi sempre più forte, e le nuvole che trasportava stavano iniziando a coprire le stelle.

Chat Noir si mise eretto, e sollevò la mano in direzione della porta per rientrare.

-Beh, Principessa, credo che sia il caso che tu rientri a casa, prima di prenderti un bel raffreddore… e che io inizi a riparare la tua sdraio- le porse la mano come a richiedere la stoffa, e Marinette gliela porse titubante, ritornando poi ad abbracciarsi, per poi dirigersi verso la sua camera.

-Sono sicuro che Adrian si renderà conto di quanto tu sia speciale- le augurò con un sorriso incoraggiante.

Marinette si girò e gli sorrise.

Al momento non era poi così certa di volerlo davvero.

-Io spero che Ladybug riconosca il tuo immenso talento e ti dia una possibilità- più che una speranza, Marinette iniziava a pensare di farlo davvero e dimostrare a Chat Noir quanto lui significasse davvero per lei, o comunque quanto iniziasse a tenere a lui, ora che le speranze iniziavano a spezzarsi dalla sua parte.

Dopotutto Chat Noir era sempre stato con lei, al suo fianco. Quando era Ladybug, e ora anche quando era Marinette.

-Spero di rivederti, principessa- il supereroe le prese la mano e la baciò con dolcezza, facendola suo malgrado arrossire.

Ma che le stava succedendo?!

-Anche io, cavaliere in armatura di pelle- scherzò lei, facendo un goffo inchino.

-Magari non necessariamente per parlare della nostra vita amorosa in un momento di depressione- continuò a scherzare lui, ed entrambi scoppiarono a ridere.

Si guardarono per qualche altro secondo, due ragazzini imbarazzati e a disagio quasi all’improvviso, poi Chat Noir le fece l’occhiolino, e lei lo salutò con la mano, rientrando.

Il supereroe iniziò ad armeggiare con la sdraio per almeno un quarto d’ora e lei si ritrovò a fissarlo per tutto il tempo dalla finestra di camera sua, quasi sognante e senza credere ai suoi stessi sentimenti.

-Marinette, va tutto bene?- le chiese Tikki, raggiungendola e mettendosi sulla sua spalla.

-Mmmm? Ah, sì, Tikki. Solo… le stelle sono davvero luminose stasera, vero?- chiese, sognante, guardando tutt’altro.

Tikki osservò il cielo ormai completamente coperto dalle nuvole portate dal vento, poi Chat Noir che studiava la sdraio completamente senza idea di come aggiustarla.

-Già… le stelle sono davvero belle- le diede man forte, in tono malizioso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Un’ideauzza uscita in un dormiveglia che non ha collaborato a darmi il sonno. Spero comunque che la fanfiction sia uscita bene.

È un sacco di tempo che voglio scrivere su questo fandom, e dato che la Marichat è la mia ship preferita niente mi sembrava meglio di una semplice semplice Marichat ambientata sotto le stelle.

Spero che la fanfiction vi piaccia.

Potrei anche valutare di renderla una long, se dovesse avere un buon feedback, ma comunque per il momento è solo una one shot.

Fatemi sapere che ne pensare, non scrivo qualcosa da un po’.

Un bacione e alla prossima :-*

   
 
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