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Autore: queenjane    12/05/2018    4 recensioni
Un piccolo omaggio, a Ella von Hesse und Rhein, nipote della zarina Alessandra di Russia, due amiche che parlano di una assente.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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Olga Romanov, figlia del ci devant zar, era una squisita poetessa, una narratrice, le sue composizioni erano sempre una meraviglia, ne ebbi le prove nella primavera del 1917, guardando vecchie foto.
“Settembre 1903,  Darmstadt”  capitale dell’Assia e del Reno, dove era nata Alix, poi diventata Alessandra Feodorovana, zarina “Per le nozze di Alice di Battemberg con Andrea di Grecia,  lei era la prima nipote di Mamma” nel 1903 era noto che fosse fallito  il matrimonio tra Ernie, suo zio, con Ducky, avevano divorziato nel 1901 ed era presente anche la sua cugina preferita, Elisabetta d’Assia, nata nel 1895. Ernesto von Hesse era alla lunga un omosessuale, i suoi gusti particolari erano venuti fuori nei pettegolezzi, sua moglie annotava che nessun garzone di stalla era al riparo dai suoi tentativi.
Elisabetta, detta Ella,  era dolce, un raggio di sole divertente e birichino, che a  quattro anni aveva implorato gli zar di far adottare ai suoi genitori Tatiana o Marie, voleva una sorellina, Olga era d’accordo nel fornirle quella gioia, inutile osservare che non erano state prese in considerazione. La regina Vittoria la chiamava “my precious”, quando compì 80 anni nel 1899 Ella fu la prima che volle ricevere per avere le congratulazioni e gli auguri, l’appellava “Granny Gan”… Dopo le nozze greche, Ella aveva raggiunto le sue imperiali cuginette in Polonia, spartivano passeggiate e pic-nic, e tanto divertimento.  Olga diceva che trasformava ogni cosa in una festa. 
 “ E ci raccontava che aveva detto a suo padre, mio zio Ernie, che aveva sognato su un piccolo cottage, dove tutto era della sua misura. Sai che le fece, mentre era assente? Lo disegnò e lo fece costruire da alcuni  architetti di cui era amico, patrocinava quelle cose. Quando ritornò, glielo fece vedere con la scusa di portarla a fare una passeggiata nei boschi. E tanto a Wolfsfgarden ci avevamo giocato, era tutto a nostra misura, cioè alla nostra misura di bambine” 
Ella, in Polonia si era ammalata ed era morta di tifo nel novembre 1903. Un funerale in bianco, bianco invece del nero, candidi gli ornamenti funebri, i fiori, i cavalli che recavano la piccola bara d’argento alla sua ultima dimora, sulla tomba venne poi messo un angelo di marmo che la vegliava. 

“Eri gelosa, eh, Cat?”
“Un poco, parecchio, rettifico.. lei era buona, un vero angelo, io una peste ambulante” era la verità, combinavo un guaio dietro un altro, ero una ribelle, le buone qualità sorpassavano i miei difetti, anche se era dura, con il senno attuale era in quel modo.
“E io ero gelosa di te, quindi siamo pari, Ella diceva che eravamo due sceme, che ci volevamo bene,  parevamo io e te due vere sorelle, altro che io e Tata, due impiastri impertinenti. Anzi eravamo due sorelle.. E che avevi una grande fantasia, sostenevi che i bricchi della panna, la zuccheriera  e un piattino con le fette di limone non erano semplici oggetti per il tè quanto variazioni su tema dello “Schiaccianoci”, potevamo farli danzare sul tavolino ..”  

 
   
 
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