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Autore: FireFistAce    13/05/2018    1 recensioni
Durante quella notte, Desmond promise che Hershel sarebbe dovuto rimanere fuori da tutto quello, e Descole accolse questa promessa mentre buttava giù un sonnifero.
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E mentre veniva pestato da quegli scagnozzi che volevano costringerlo a smettere le sue ricerche su ciò che davvero celava l'esplosione, Hershel ricordò un volto preoccupato e due grandi occhioni rossi.
(Warnings: tentato suicidio, spoiler per chi non ha giocato entrambe le trilogie, velato incesto)
[Storia partecipante alla 26 Prompts Challenge indetta dal gruppo "Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart"]
{Prompt 2/26: Dipendenza}
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Desmond Sycamore, Hershel Layton, Jean Descole
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dipendenza

di·pen·dèn·za/ sostantivo femminile

Definizione:

1.
Rapporto di subordinazione osservato in vari ambiti, in ossequio alla tradizione, alle circostanze o a particolari esigenze organizzative. "la d. dei figli dai genitori"

2.
L'incapacità di fare a meno di una persona ( d. psicologica ) oppure il bisogno incoercibile di un farmaco o di una sostanza: d. farmacologica; part., la condizione del tossicomane.
 
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I need you here - How can I live like this?

Sin da quando aveva perso la propria famiglia, Desmond aveva sempre avuto Raymond affianco a sé, presenza costante e sicura.

Quando i suoi genitori erano stati portati via dalla Targent e suo fratello adottato ed era rimasto solo con i suoi incubi, Raymond lo aveva trovato quasi morto di fame e aveva deciso di prenderlo con sé.

Gli aveva dato un nuovo nome, poiché Hershel apparteneva ora a suo fratello, e lo aveva cresciuto come un figlio, aiutandolo a trovare un farmaco che potesse farlo dormire senza sognare, appoggiandolo in ogni sua scelta e aiutandolo, negli anni, a raccogliere quante più informazioni sugli Aslant possibile.

Desmond aveva avuto solo lui fino a quando non aveva conosciuto la bella Olivia Force, donna dal carattere forte, dal sorriso mozzafiato e dal cuore gentile, con i suoi capelli biondi e lisci e gli occhi verde-acqua.

Donna che, dopo mesi di corteggiamenti, aveva iniziato a ricambiare l'affetto di Desmond e che dopo pochi anni divenne Olivia Sycamore.

E gli Aslant persero ogni interesse quando l'archeologo si ritrovò con la neonata Violet Sycamore tra le mani, il farmaco dimenticato nella stanza del suo custode e Raymond stesso decise di essere il loro maggiordomo, nonostante per Desmond l'uomo fosse ben più di un semplice domestico.

E la sua vita aveva un nuovo scopo che non fosse la vendetta, ed il pensiero di andare da suo fratello per una riunione tra le lacrime era il cliché che più voleva mettere in atto, ma quando la prima lettera della Targent si fece trovare tra la posta si sentì travolto dalla realtà dei fatti.
Non poteva dimenticare gli Aslant, era uno degli archeologi con più informazioni a riguardo e se prima lo aveva fatto apposta per attirare l'attenzione di quell'organizzazione maledetta, adesso voleva scapparne.

Alla loro richiesta di unirsi a loro, Desmond rifiutò.
Rifiutò anche la seconda e rifiutò anche la terza, entrambe abbellite con poco velate minacce, ma a Desmond non importava di morire.

Quando trovò sua moglie e sua figlia in un lago di sangue, scoprì con orrore che la Targent non lo avrebbe mai ucciso.

Quando vide suo padre uscire da casa sua, la pistola ancora calda in mano e lo sguardo greve, scoprì nel peggiore dei modi che adesso era lui il capo.

Lo stesso padre che gli rimboccava le coperte quando aveva un incubo, lo stesso padre che si era fatto portare via senza troppe storie sotto la promessa che non avrebbero torto un capello ai suoi amati figli.

Durante quella notte, mentre Desmond Sycamore moriva vicino alla sua famiglia, Raymond c'era, e fu presente alla nascita di Jean Descole.

Durante quella notte, Desmond promise che Hershel sarebbe dovuto rimanere fuori da tutto quello, e Descole accolse questa promessa mentre buttava giù un sonnifero.

 
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Hershel aveva sempre avuto problemi a ricordare cosa esistesse prima di Lucille e Roland Layton, ogni volta che tentava di ricordare anche solo il minimo dettaglio veniva aggredito da un doloroso mal di testa, così aveva semplicemente smesso di pensarci, decidendo che, probabilmente, non era niente di importante.

Quando Randall, il suo migliore amico, gli disse di aver scoperto la famosa Maschera del Caos e di aver decifrato le scritte sul muro di Norwell, Hershel percepì naturale ripulso nei confronti di quelle tracce riconducenti agli Aslant.

Il perché? Non lo sapeva.

E quando accettò di accompagnare Randall ad esplorare le rovine di Akubadain si stupì di come quella concessione lo facesse star male, della nausea che il pensiero gli causava, ma catalogò il tutto come eccessiva preoccupazione per le sorti proprie e del suo amico.

Poi Randall cadde, morì -no, si perse, così disse il signor Ascot- ed Angela gli aveva urlato che era solo colpa sua e che se fosse stato più responsabile non sarebbe successo.

Che sarebbe dovuto essere lui, a cadere.

Hershel non ricordava molto della prima notte a casa, sapeva solo che il rasoio di suo padre era così invitante, riposava lì, innocente, sul lavabo del bagno.

Il giorno dopo si svegliò in ospedale, sua madre così triste, con così tante lacrime, il volto arrossato dal pianto.

Ah. Ora che ci pensava. Come mai lui non aveva pianto?

Poco tempo dopo essersi ripreso ed essere stato rimandato a casa decise che doveva andarsene, finì la scuola a Londra ed iniziò l'università di archeologia, perché Stansbury gli ricordava troppo Randall e si sentiva come se non riuscisse a respirare.

Il rasoio nello sportello del bagno nascosto al mondo intero, le maniche lunghe anche d'estate.

Qualcosa cambiò un giorno, certo.

Conobbe Claire.

Dolce Claire, donna dal carattere forte e dallo sguardo gentile, che pianse quando scoprì di cosa il suo amato Hershel si portasse dietro dall'adolescenza, e lo aiutò a smettere.

Bella Claire, che perse la vita nello scoppio di quella maledetta macchina del tempo.

Ingenua Claire, convinta che Hershel potesse essere un perfetto gentiluomo e che sarebbe riuscito a mantenere la loro promessa.

Debole Hershel, che ricadde in quel vecchio e consolatorio vizio che si era portato dietro per una buona porzione della sua vita.

E mentre veniva pestato da quegli scagnozzi che volevano costringerlo a smettere con le sue ricerche su ciò che davvero celava l'esplosione, Hershel ricordò un volto preoccupato e due grandi occhioni rossi.
.

E mentre il Santuario crollava, Descole sorrise.
Perché suo fratello era sano e salvo, Leon Bronev era finalmente dietro le sbarre e lui non poteva certo far aspettare Raymond.

E mentre la nave partiva, Hershel sorrise.
Perché il piccolo Luke era cresciuto, e Flora stava vivendo la sua vita, e tutto andava bene.

A ripensarci, tutto assumeva una sfumatura un po' più chiara, e per fortuna i due ormai non più Bronev si erano ritrovati, anche se forse in un modo che sfuggiva dallo schema di meri fratelli.

E mentre lo sguardo pece di Hershel si perdeva in quello magenta di Desmond, tutto sembrò riassestarsi, come un puzzle finalmente risolto dopo anni di abbandono.

Ed il sole, forse, splendeva un po' di più.
  
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