Crossover
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Autore: evil 65    16/05/2018    21 recensioni
Il Multiverso, così come lo conosciamo… non esiste più. In seguito ad un fenomeno distruttivo noto come Lo Scisma, un uomo misterioso che si fa chiamare il Maestro è riuscito creare una realtà completamente separata dalle altre, dov’è adorato come un dio onnipotente.
Apparentemente inarrestabile, il Maestro comanda col pugno di ferro questa nuova terra, chiamata "Battleground", nella quale vivono numerosi personaggi provenienti dai vari universi, tutti immemori delle loro vite precedenti.
Ogni storia ha il suo principio. E questa è la loro epopea...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Anime/Manga, Film, Fumetti, Telefilm, Videogiochi
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Scusate il ritardo con cui abbiamo effettuato l’aggiornamento. La colpa è stata soprattutto degli esami. Ma non preoccupatevi, torneremo ad aggiornare regolarmente!
Spero che apprezzerete questo nuovo capitolo, in cui molti dei cattivoni della storia interagiranno finalmente l’uno con l’altro. Vi ricordo che ogni personaggio è stato interpretato da un autore diverso. In più, in occasione dell’evento, abbiamo realizzato questo video dedicato agli antagonisti della storia:
https://www.youtube.com/watch?v=wBFh2llsgRc
Come al solito, vi invitiamo a lasciare un commento. Ed ora… buona lettura!

 
 Opening : https://www.youtube.com/watch?v=TzppTAmgUwA


Capitolo 8 - Be Prepared



Il controllo del traffico aereo dell’emisfero illuminato di Washington diresse la navetta da trasporto verso il Palazzo Imperiale, dove l’astronave atterrò al centro di un cortile che faceva da piattaforma di atterraggio.
Mentre la nave scendeva attraverso le affollate corsie aeree grazie ai motori a repulsione, Lord Shen si ritrovò ad ammirare l’enorme edificio che fungeva da residenza del Maestro, un colonnato alto quasi 1500 metri che si ergeva al di sopra della città che in molte realtà era stata il fulcro del dominio degli Stati Uniti sul resto del mondo.
Kirei Kotomine, il capo della Chiesa del Maestro, lo aspettava sul bordo del cortile di atterraggio, circondato da una schiera di guardie imperiali armate di scintillanti picche a energia e armature rosse.
<< Sono felice di vedere che siate riuscito a venire, Governatore >> disse l’uomo, dopo che Shen fu sceso dalla rampa di sbarco della navetta.
L’albino si limitò a roteare gli occhi << E io che lei sia stato così premuroso da accogliermi di persona. >>
<< Sono sempre pronto a fare la mia parte per il miglioramento dell'Impero >> ribatté l’altro, con un sorriso consapevole.
Kotomine e le guardie condussero il governatore attraverso elaborate porte che si addentravano nel Palazzo. Shen ne conosceva gli interni, ma gli imponenti e lunghi corridoi che aveva percorso molte volte riuscivano sempre a suscitargli un sentimento d'impotenza. Attualmente, pullulavano di funzionari e civili appartenenti alle specie più diverse, da ogni pianeta di Battleground.
Salito a bordo di uno dei turbo-ascensori che conducevano al centro del Palazzo, l’uomo si sorprese quando Kotomine ordinò al mezzo di scendere invece che salire.
<< Credevo che l’incontro si sarebbe tenuto in cima all'edificio come sempre >> osservò il governatore.
<< E così sarà >> confermò il sacerdote << Solo che non ci recheremo subito dal Maestro. Prima dobbiamo prelevare Lord Vader. >>
Shen gemette mentalmente. Ecco una persona che avrebbe preferito evitare...
 
                                                                                                       * * *

Venti piani più giù, il braccio destro del Maestro, Darth Vader, stava inveendo contro una ventina di individui - tra semplici umani e alieni - dietro al banco degli accusati in un’aula di tribunale molto simile a quelle utilizzate da Shen per confermare le sue sentenze.
<< Sembra molto più...vocale del solito >> commentò l’albino, lo sguardo fisso in direzione della scena.
Kotomine ridacchiò divertito. << La sua ultima missione non è andata come sperava >> rispose con una scrollata di spalle disinvolta.
Shen inarcò un sopracciglio e rivolse la sua attenzione al Sith e al suo pubblico di prigionieri. Accanto al Signore Oscuro c’era il vicedirettore dei servizi segreti imperiali, Wullf Yularen, un vecchio idealista coi capelli bianchi e il viso perennemente paonazzo. Affianco a lui vi era un uomo di mezza età dalla carnagione arrossata, che il governatore non aveva mai visto. 
A fare la guardia al terzetto vi erano quattro assaltatori imperiali, i fucili blaster in pugno, e un ufficiale che indossava un uniforme bianca e immacolata, le mani giunte dietro la schiena e le gambe leggermente divaricate.
<< Sembra che alcuni di voi non abbiano colto il messaggio >> disse Vader, indicandoli con la mano guantata << Oppure abbiano semplicemente scelto di ignorarlo. Sia come sia, per voi è giunto il momento di decidere se intraprendere la via più sicura...o, in caso contrario, subirne le conseguenze. >>
<< è sempre stato un buon parlatore, non pensa anche lei? >> commentò Kotomine.
<< Ha i suoi momenti >> rispose Shen, mentre lanciava un'occhiata al prete << Chi sono gli accusati? >>
<< Nient'altro che criminali di basso rango. Pirati, contrabbandieri...la feccia del Centro Imperiale>>
<< Capisco...avrei dovuto intuirlo dal loro vestiario. E per quanto riguarda l’uomo affianco a Lord Vader? >>
<< Conan Motti >> risposa l’altro << È il responsabile delle catene di montaggio del livello 500, lo stesso in cui operavano la maggior parte degli accusati. >>
Shen ronzò contemplativo, e Vader si fermò all'improvviso in mezzo alla stanza.
<< Le libertà di cui avete goduto e abusato fino ad ora appartengono al passato >> continuò implacabile << Durante i tempi delle prime rivolte si poteva anche chiudere un occhio per incoraggiare un certo tipo di criminalità. Ma i tempi cambiano...ed è arrivato il momento che anche voi cambiate con essi. >>
Il Signore Oscuro tacque, lasciando che nell’aula echeggiasse soltanto il rumore del suo respiratore. Shen strinse gli occhi e lo osservò con anticipazione, consapevole di cosa sarebbe successo di lì a poco.
Dopo essere entrato nella cerchia interna del Maestro, Vader era stato uno dei personaggi di spicco dell'Impero con cui aveva interagito più spesso, sia in ambito politico che nelle varie campagne militari a cui aveva partecipato. Ormai lo conosceva bene.
Tuttavia, varie situazione susseguitesi negli anni avevano portato i due a sviluppare un rapporto tutt'altro che amichevole.  
<< Se anche soltanto una delle vostre attività trasgredisce il volere del Maestro... >> proseguì il Signore Oscuro << allora vi conviene trasferirvi nei settori dell’Orlo Esterno, lontano dal cuore pulsante del nostro Impero. Non permetterò che la vostra infezione si diffonda ulteriormente. >>
Fece una pausa per lasciare che il concetto facesse presa sui presenti e poi riprese a camminare.
<< Mi è giunta voce che uno di voi non si è ancora reso conto di aver clamorosamente mancato di rispetto nei confronti del nostro signore. Il suo atteggiamento sfrontato suggerisce che, anzi, sia orgoglioso delle proprie azioni. Tale comportamento non è certo passato inosservato... e sarò ben felice di dargli una punizione esemplare, così che gli altri possano imparare a sue spese. >>
Vader si fermò di colpo e passò in rassegna i presenti, facendoli rabbrividire tutti , che fossero umani o alieni. Quando alzò la mano destra e strinse il pugno, la maggior parte di loro cominciò a tirare nervosamente il colletto dei vestiti.
Tuttavia, fu proprio il Conan Motti a mettersi a rantolare improvvisamente, portandosi le mani sul petto come se lo avesse appena trafitto una spada.
Con gli occhi sgranati e la pelle sbiancata, il supervisore cominciò ad agitare disperatamente le braccia, quasi come se volesse supplicare. Quindi barcollò all’indietro e cadde di schiena, sbattendo la testa contro il pavimento imbrattato di sangue.
Seguì un silenzio scioccato.
<< Credo che questo sia il momento giusto per concludere la nostra riunione >> disse Vader, senza degnare neppure il cadavere di uno sguardo << E spero di essere stato abbastanza chiaro. A meno che non abbiate bisogno di un altro esempio? >>
Il comandante degli stormtroopers fece un rapido cenno con la mano e due dei suoi soldati corazzati si fecero avanti per prendere il corpo di Motti tra le braccia e trascinarlo via dall’aula. Fu allora che Kirei Kotomine scelse di avvicinare il Signore Oscuro.
<< Lord Vader >> salutò il prete << So che abbiamo deciso di non rimandare le esecuzioni, ma la prossima volta potrebbe non effettuarle in un luogo così pubblico? >>
<< Farò del mio meglio per evitarlo >> replicò il Sith, apparentemente incurante dei sentimenti del prete riguardo alla questione. Kotomine sorrise appena e si fece da parte, lasciando Shen e Vader faccia a faccia.
<< È da un po’ di tempo che non ci incontriamo qui alla capitale, Governatore. >>
L'albino annuì impassibile.
<< Che posso dire...Le necessità dell’Impero mi hanno tenuto occupato. >>
<< Ne sono sicuro. >> disse Vader con altrettanta freddezza.
Shen sostenne lo sguardo del Signore Oscuro per quasi un minuto buono. Poi, scoccò uno sguardo agli stormtroopers che stavano uscendo dall’aula, incrociando le braccia nelle maniche del kimono. << Di cosa era accusato il Prefetto Motti? >>
<< Era incaricato di tenere a bada la criminalità del suo settore, ma ha ceduto alla tentazione di vendersi alla banda di Oswald Cobblepot. >>
<< Allora è chiaro che non ci tenesse poi così tanto >> osservò Shen, sprezzante << Mi sorprende non aver visto rappresentanti dell’organizzazione criminale del Joker. >>
Vader lo guardò dall’alto in basso. 
<< Abbiamo stretto un accordo con il Joker >> fu la risposta del Signore Oscuro.
Shen attese che proseguisse, ma questi non aggiunse altro e allora capì che era meglio lasciar cadere il discorso e così, insieme, raggiunsero i turbo-ascensori insieme a Kotomine e alla sua scorta di guardie.
Ad attenderli vi era una donna dalla bellezza a dir poco surreale. Una veste nera come la notte avvolgeva il corpo pallido e snello della nuova arrivata, caratterizzato da forme esili ed eleganti. Il volto dai lineamenti delicati era bianco come un osso, così come il lunghi capelli avvolti  in morbide e sontuose trecce. Ma la caratteristica più distintiva di questa donna erano senza dubbio gli occhi. Argentati e lucenti, risplendevano tra le ombre del complesso, dandole un’aria quasi spettrale. Costei era Salem, la governatrice di Renmant.
La strega volse a Vader, Shen e Kotomine un solenne cenno del capo e questi fecero altrettanto. Tuttavia, furono solo il Signore dei Sith e l’albino a seguirla nel turbo-ascensore.
<< Lei non viene? >> domandò Shen, volgendo la propria attenzione nei confronti di Kotomine. 
Quest’ultimo scosse prontamente la testa. << Purtroppo questa conversazione non è per le mie orecchie. Vi auguro una buona giornata, ho un’omelia a cui attendere. >>
E, detto questo, cominciò ad allontanarsi, lasciando il trio in balia della reciproca compagnia. 
<< Come va la vita su Renmant, governatrice? >> domandò Vader, mentre salivano.
<< Tra una settimana termineremo la costruzione della prima fanteria di AT-AT >> rispose la donna, con una voce bassa e musicale al tempo stesso.
<< È per questo motivo che non voleva partire per la Terra? >>
Vader non avrebbe dovuto saperlo, ma Salem non se ne sorprese affatto. << Vedo che Padre Kotomine non ha ancora imparato a tenere la bocca chiusa. >>
<< Sta evitando la questione. >>
<< Allora mi permetta di rettificare: Padre Kotomine avrebbe dovuto essere più chiaro. Ero riluttante a lasciare il progetto nelle mani di altri, ma di certo non ero contraria a partire. >>
<< Non dopo aver saputo che aveva richiesto la sua presenza il Maestro in persona. >>
Salem sogghignò. << Non sarebbe più corretto dire che lo aveva ordinato, quindi? >>
<< È irrilevante. Io avrei fatto lo stesso. >>
Shen fissò Vader di sbieco, ma non proferì parola. Si limitò a seguire la conversazione, silenzioso e immacolato come una bellissima statua di marmo.
<< La sua assenza rallenterà i lavori? >> proseguì il Signore dei Sith.
<< Niente affatto >> si affrettò a rispondere Salem, con tono calmo e raccolto << I componenti per la costruzione delle armi partiranno dalla stazione Desolation come previsto, dato che gli esami iniziali si sono già conclusi. I lavori sulle matrici di movimento proseguono senza problemi, così come quelli sui reattori a Polvere. A questo punto non mi preoccuperei troppo neppure per i generatori di scudi. >>
<< Capisco. E per quanto riguarda gli armamenti? >>
<< Quello è un problema più complicato. I nostri tecnici non si sono ancora messi d’accordo sul tipo di laser e stanno ancora discutendo se debba essere un raggio protonico oppure no. Per quanto ne so, sono ancora indecisi sulla configurazione ottimale dei cristalli di Polvere. I ritardi sono da imputarsi più ai loro battibecchi che alla produzione in sé. >>
<< Sembra una situazione...spiacevole. >>
Salem annuì. << Purtroppo, è anche inevitabile, specialmente in questo tipo di progetti. >>
<< Forse potrei trovare nuovi modi per spronare i suoi uomini. >>
Salem si limitò a sorridergli freddamente. << Pensi alla sua marina, Lord Vader. Tratterò i miei impiegati come ritengo più opportuno. >>
 
Salirono in silenzio a bordo del turbo-ascensore diretto alla guglia principale del palazzo. Sempre in silenzio salirono di piano in piano, finché Vader non arrestò la corsa al penultimo piano e scese dal marchingegno. 
Quando uscirono, si ritrovarono in una grande sala rotonda delimitata da grandi vetrate che si affacciavano sul pianeta per centinaia di chilometri in ogni direzione.
Una parete divisoria curva delimitava uno spazio che era l’appartamento del Maestro. Al centro si ergeva un grade tavolo circondato da poltrone di pregiata fattura. Una di esse aveva lo schienale più alto delle altre e dei pannelli di controllo istallati nei braccioli.
Lord Shen attraversò il salone guardandosi intorno, ammirando le opere d’arte e le sculture sulle quali picchiava il sole della Terra ogni volta che sorgeva o tramontava. Rivolta verso una delle vetrate, spiccava la figura del Maestro in persona.
Senza perdere tempo, i nuovi arrivati presero posto al lungo tavolo. Quasi in contemporanea, sopraggiunse un’altra coppia di individui.
Il primo ad entrare nella sala era biondo, ben vestito, e aveva occhi rossi come il sangue. Il secondo aveva capelli neri che gli cadevano sulle spalle, indossava abiti di pregiata fattura e portava uno scettro dorato nella mano destra.
Vorkye Blodbless e Loki Laufeyson , i governatori del Sole e di Asgard… erano arrivati.
Quando anche loro ebbero preso posto a sedere, il Maestro posò una mano sulla finestra che aveva di fronte.
<< Conoscete la storia di San Lorenzo? >> domandò all'improvviso, utilizzando un tono di voce apparentemente disinteressato.
Volse lo sguardo in direzione del gruppo.
<< Bruciato vivo dai romani, dicono gli storici. Perché? Perché era cristiano? Può darsi, può darsi. Ma io ho una teoria diversa. >>
Il Signore del Tempo cominciò  a incamminarsi verso il tavolo ,facendo scorrere le dita sulla liscia superficie in legno.
<< Credo sia perché i Romani furono cresciuti dai lupi. Il più grande impero nella storia dell'umanità fondato dai lupi, vi rendete conto?! Sapete cosa fanno i lupi, amici miei? Loro cacciano. E uccidono. Per questo non mi è mai piaciuto quel libro, come si chiamava... ah, sì, Il Libro della Giungla! Un ragazzo cresciuto dai lupi che diventa amico di un orso e di una pantera. No, io non credo. i Romani, cresciuti dai lupi, videro un tizio trasformare acqua in vino e che cosa fecero? Lo mangiarono. Perché non esistono santi nel regno animale, ma solo lupi e pecore. >>
Detto questo, si sedette a capo tavola e scrutò i presenti con attenzione.
<< Quello che vi chiedo, amici miei è... che cosa siete voi? Lupi... o pecore ?>> domandò con un sussurro.
Shen rimase in silenzio, senza dire una parola. Gli era parso molto chiaro che il Maestro era furioso per un motivo ben esplicito. E, in qualche modo, doveva avere a che fare con loro. Lanciò un'occhiata a Vader, che pareva stranamente teso.
<< È ovvio cosa sono>> esordì Loki, con aria di sufficienza << Io non sono né un lupo né una pecora. Io sono un dio, e non tengo in conto la storia di una povera scimmia mortale bruciata viva. >>
<< Lo stesso vale per me >> aggiunse Vorkye, con il suo tono di voce regale << Io sono un drago e divoro tutto ciò che mi aggrada. Poco mi importa che siano lupi o pecore. >>
Salem, al contrario, si limitò a scrutarsi le unghie. << Be', dai romani ho preso in prestito la formula "pane e arene", spero che basti come risposta. >> 
Il Maestro rise di buon gusto e disse: << Ottimo, signori, risposte molto esaustive. Detto questo, ciò non toglie il ruolo che occupiamo nella catena alimentare. Abbiamo ucciso, torturato, rovinato vite e nazioni, tutto solo per arrivare a dove siamo ora: in cima. >>
Compì un gesto disinvolto con la mano destra. Come dal nulla, un piccolo portale azzurro si materializzò affianco a lui. Ne tirò fuori un bicchiere di vino e cominciò a sorseggiare la bevanda.
<< Così! Un ribelle ci è scappato. Chissenefrega, dico io! Non è mica la fine del mondo, dico bene? >> domandò con un sorriso accomodante.
Improvvisamente, l'espressione allegra sul volto dell'uomo venne sostituita da un cipiglio pronunciato.
<< Solo che, caso strano, questo ribelle non è altri che il Dottore. E se quell’uomo riesce a scoprire come siamo riusciti a creare tutto questo… be', allora è la fine del mondo! Il nostro mondo! Il mio Impero! >>
Lanciò il bicchiere contro una parete. L’oggetto si frantumò in piccoli pezzi, riversando il liquido rossastro lungo l’intonaco della stanza.
Dopo un paio di respiri calmanti, il Maestro volse lo sguardo in direzione dei suoi alleati.
 << Sono passati vent'anni, per l'amor del cielo! Perché diavolo non siamo ancora riusciti a catturarlo? Oh, e questa non è una domanda retorica, siete liberi di esprimere la propria opinione >> borbottò con aria sarcastica.
Shen compì un paio di colpi di tosse, richiamando l’attenzione del tiranno. << Perché è un Signore del Tempo, esattamente come voi, mio Signore. >>
L'espressione cupa e perplessa di prima era sparita del tutto per lasciare spazio alla costante calma placida e mefistofelica.
<< Pertanto, possiede le vostre stesse facoltà mentali e ha molti, forse troppi, assi nella manica. >>
Dall'altra parte del tavolo, Vorkye emise uno sbuffo sprezzante. << La cosa è irrilevante, governatore. Che sia o meno un Signore del Tempo, per me è solo un ratto fin troppo bravo a scappare. >>
<< Però Shen ha un punto. Costui è un Signore del Tempo, come il nostro Maestro>> si intromise Loki << E può rivelarsi una spina nel fianco peggiore di quanto tu possa immaginare. Non dimentichiamo che ha salvato mio fratello da morte certa, e se le mie deduzioni sono corrette... e lo sono sempre, sciocchi mortali... ora sta pianificando un attacco con i suoi compatrioti. >>
Vader, che era rimasto in silenzio fino ad ora, decise di rendere nota la sua opinione.
<< Su quel fronte non abbiamo di che preoccuparci. I miei agenti stanno setacciando la Galassia da cima a fondo. Se la ribellione si sta organizzando su uno dei pianeti più vicini al Centro Imperiale, cosa assai probabile, vista la crescente attività ribelle nella zona... allora li troveremo... e li uccideremo tutti >> affermò come un dato di fatto.
Salem ridacchiò divertita. << Una strategia rozza e brutale. Dobbiamo avere più inventiva. Anche un ratto, se abbastanza furbo, può sopravvivere in una casa piena di gatti. Ma un buon veleno, unito a un'esca appetitosa… potrebbe comunque ucciderlo. Qualcuno dei presenti ha qualcosa del genere? >> domandò con un placido sorriso.
La sala rimase in silenzio per circa un minuto buono. Quando quel breve lasso di tempo giunse al suo termine, Vorkye prese un respiro profondo.
<< Dobbiamo fornirgli qualcosa che non potrà fare a meno di rifiutare. >>
In tutta risposta, il Maestro strinse ambe le palpebre degli occhi e disse: << La prego di elaborare, Governatore Vorkye. >>
Il Soleano fu più che felice di assecondarlo. << È ancora in cerca della sua nave, non è vero ? Il suo… TARDIS, se ricordo correttamente. Potremmo rivelare la sua posizione in maniera discreta e preparare un comitato di benvenuto. >>
<< Ha senso >> commentò Loki, annuendo in accordo << Come si fa a suscitare l'interesse di un  guerriero? Basta piazzargli una risorsa sotto il naso... e aspettare. >>
Per un attimo, il Maestro sembrò prendere in considerazione le parole della coppia.
<< No >> disse alla fine, scuotendo il capo un paio di volte << Per quanto allettante, non mi sento confortevole all’idea di lasciare il Dottore a meno di 10 chilometri dalla quella dannata macchina. Il TARDIS rimarrà nascosto...almeno per il momento. Prossima opzione! >> ordinò, puntando in direzione di Vader.
Il cyborg compì un rapido cenno con la testa. << Come ho già detto, è solo questione di tempo. La mia flotta è più che in grado di gestire un piccolo gruppo di fanatici. >>
<< Parlavi in questo modo anche della cattura e dell'uccisione del Dottore >> osservò Shen, il volto pallido adornato da un sorriso derisorio << Eppure siamo qui per registrare il tuo ennesimo fallimento. >>
Affianco all'uomo, Salem digrignò i denti. Per quanto lei e Vader non fossero in buoni rapporti, rispettava il Sith molto più di quel ruffiano, e detestava l'idea che un misero politico offendesse in maniera così grezza un guerriero del suo calibro.
Vader non fu da meno e strinse ambe le mani in pugni serrati.
<< Ti conviene tenere a freno la lingua, Shen. A meno che tu non voglia che la mia lama la riduca ad un pendaglio da forca .>>
<< Ooh, che paura >> lo canzonò l'altro, con ironico disprezzo << Ti viene molto facile risolvere tutto con la violenza, eppure non mi sembra che questa ti abbia portato da chissà quale parte, mio caro. >>
Di fronte ad una simile dichiarazione, Vorkye ridacchiò divertito.
<< Se i segugi non sanno riconoscere la volpe, non serve a niente mandarli allo sbaraglio. Non che tu sia da meno, Shen. Critichi molto, ma non hai idee. Scommetto che sei venuto qui solo per scaldare la sedia. Gli umani come te non sono altro che degli incapaci >> affermò con disprezzo.
Nonostante le provocazioni del Soleano, il governatore pallido riuscì a mantenere un'espressione impassibile.
Loki, al contrario, non riuscì a trattenersi e si esibì in una velenosa risatina.
<< Mi fate proprio ridere, branco di scimmie ritardate. Nel corso dei millenni non siete cambiati affatto, sempre pronti a tirarvi le feci addosso. >>
Mise ambe le braccia dietro la schiena.
<< Come ho già detto io, il Dottore sta certamente utilizzando il tempo a disposizione per reclutare potenziali alleati. Ergo... rispondiamo al fuoco con il fuoco. Impediamo al Dottore di coglierci impreparati e... perché no... possiamo allargare le nostre file. Le nostre truppe hanno fallito nel perpetrare i loro compiti. È ovvio che necessitiamo di una maggiore mano d'opera >> commentò con aria annoiata.
Affianco a lui, Salem annuì in accordo.
<< Mia figlia Cinder e il suo compagno, Adam Taurus, sono dei giovani molto promettenti, potrebbero esserci utili. E so che Xanxus, il cacciatore di taglie, si trova dalle parti di Atlas su ordine di Grugaloragran. Il suo aiuto si è sempre rivelato molto fruttuoso per i nostri scopi >> dichiarò con voce atona.
Il Maestro intrecciò ambe le mani nel pensiero. << Entrambi fate un buon punto. Fino ad ora ci siamo sempre serviti delle risorse forniteci dalle nostre enti più... legali, per così dire. Sarebbe il caso di cominciare a fare buon uso delle alternative. >>
Detto questo , compì un rapido battito di mani.
<< Ma ora basta parlare di ribelli, è una cosa che riesce sempre a togliermi l'appetito. Dimmi, Vorkye, come vanno le nostre attività commerciali? >>
<< Perfettamente. Solo oggi la mia azienda ha guadagnato l’80% in titoli di borsa, e la maggior parte delle imprese private sono state comprate e inglobate dai nostri azionisti. L'unico problema è la mancanza d'individui qualificati per dirigere tutto >> continuò con voce leggermente irritata.
Il Maestro agitò la mano destra con fare sprezzante. << Di quello non devi preoccuparti, provvederò subito a fornirti del personale competente. >>
Volse la propria attenzione nei confronti di Salem.
<< E tu, mia cara? Come vanno le cose sul mio secondo pianeta preferito? >>
La donna compì un paio di colpi di tosse. << Ahem, bene, mio signore. La SDC continua a fare il suo lavoro e a fornirci tutta la Polvere necessaria, i Grimm si riproducono e muoiono che è una meraviglia, e le nuove generazioni di Cacciatori promettono molto bene. Ovviamente ci saranno sempre le teste calde che cercheranno di ribellarsi al nostro volere, ma ci sono i modi per gestirli. >>
Al sentire tali parole, il Signore del Tempo emise un sospiro drammatico.
<< Che cosa ho fatto per meritarmi dei sudditi tanto ingrati? Forse lo sterminio di un'altra razza ricorderà alla nostra beneamata popolazione a chi devono la loro salvezza >> borbottò con aria imbronciata.
Girò lo sguardo in direzione di Shen.
<< E per quanto riguarda il nostro... piccolo problema verde? Qualche notizia sul Robin Hood poco arrendevole? >>
<< Prossimo alla cattura, mio signore. Sta diventando arrogante e sconsiderato. Presto commetterà un passo falso e allora... sarà nostro >> sibilò l’albino, stringendo inconsapevolmente le mani in pugni serrati.
Dall'altra parte del tavolo, Vader incrociò ambe le braccia davanti al petto. << In poche parole, sei esattamente allo stesso punto di prima. >> 
<< Sei forse colui con il quale sto parlando, Vader? >> chiese l'albino, utilizzando un tono di voce innocente. << No, non mi pare. Dunque non intrometterti in affari che non ti riguardano e torna a giocare con il tuo stuzzicadenti. >>
Il Signore dei Sith si alzò dal posto a sedere ed estrasse il cilindro della spada laser. << Vuoi forse dare una migliore occhiata a questo "stuzzicadenti", Shen? Sono sicuro che la troveresti un'esperienza a dir poco indimenticabile. >>
In tutta risposta, il governatore si limitò a sollevare gli occhi al cielo.
<< Andiamo, Vader >> sospirò con fare annoiato << Qualcosa di più originale? Davvero, sei il soggetto più prevedibile che abbia mai incontrato. Non c'è quasi gusto con te. >>
<< Curioso, è la stessa cosa che pensavano molti dei guerrieri che ho combattuto... poco prima che li sfilettassi come branzini. >>
Vorkye chiuse il volto in un ghigno beffardo. << Ma quanto siamo irascibili, mascherina. Se continui così sarai il primo a crepare. Dovresti bere una camomilla, ogni tanto. O magari una buona birra. Dico bene , Loki? >>
Il suddetto dio squadrò la creatura in silenzio, dopodiché rispose: << Parli con me? Oh, scusa, è che a volte mi sorprendo di come le altre specie sappiano esprimere frasi di senso compiuto. Per te sono Sommo Loki, lucertola. >>
<< Ti va di ripeterlo? >> ringhiò il soleano, scoprendo i canini affilati.
Come dal nulla, una fiamma nera come la pece iniziò a protrarsi dalle mani di Salem. << Bambini, per favore, non disturbate il nostro signore con queste litigate inutili. Vi consiglio di smettere. Altrimenti... >>
Gli occhi della donna cominciarono a brillare, mentre la sedia dietro di lei prese scricchiolare rumorosamente, incapace di sostenere l'aura della strega.
Il Maestro ridacchiò divertito .
<< Apprezzo la tua sete di sangue, Salem, ma in un'associazione come la nostra tali eventi sono all'ordine del giorno. Provate, microcelebrati, ad elevarvi oltre la semplicità delle vostra piccole e rumorose catene alimentari, così da poter contemplare quello che siamo riusciti a realizzare! Abbiamo trionfato sui nostri nemici. L'universo è alla nostra merce e coloro che minacciano la nostra posizione sono pochi e disperati. Usciremo da tutto questo nello stesso modo con cui siamo usciti dai nostri passati conflitti. >>
Sollevò la mano destra, prima di chiuderla in un pugno. 
<< Come vincitori >> sussurrò << Ed ora, la riunione è aggiornata. Tornate pure alle vostre case, e aspettate. Mi avete dato molte cose a cui pensare. >>
 
                                                                                                                                              * * *
 
Una volta che tutti se ne furono andati, il Maestro tornò alle sue camere private.
Con uno schiocco di dita accese il televisore che poggiava lungo la parete della stanza. Puntuale come sempre, il volto stoico di Kirei Kotomine si materializzò sullo schermo dell’apparecchio, intento a pronunciare l’omelia serale.
In quel preciso istante, una seconda figura mise piede all’interno della camera, attirando l’attenzione del Signore del Tempo. Era una ragazza dagli occhi rossi e dalla pelle pallida, i cui lunghi capelli castani erano raccolti da un paio di fiocchi. Indossava una divisa scolastica.
Najimi Ajimu si lasciò cadere sul letto, rilasciando un sospiro di stanchezza.
Il Maestro non sembrò per nulla preoccupato dalla sua improvvisa apparizione. Con lo sguardo ancora fisso nei confronti del televisore, si limitò ad arricciare ambe le labbra in un sorriso beffardo e prese un respiro profondo.
<< Sono una genia codarda e superstiziosa. I fedeli, intendo. Furenti e terrorizzati dalle loro morti. Essi, che si volgono al mito della salvezza eterna per aver conforto, devono al contempo stuzzicare il loro senso di colpa con fantasie di dannazione perpetua. Quasi ogni religione ha un modo per raffigurarsela, partendo dal prevedibile lago di fuoco cristiano... passando per i classici "sette inferni" del buddismo, tipo il sanghata, particolarmente brutale, in cui i dannati vengono schiacciati tra due monti gemelli... per finire con l'abisso del buio più profondo proprio dell'induismo, in cui gli avvoltoi pasteggiano con le carni dei suoi sfortunati abitanti. >>
Detto ciò, si strinse nelle spalle, con aria quasi disinvolta.
<< Ma in fondo, è così che funziona. Trasferimento di paura e disprezzo di sé stessi, uniti a un tramite autoritario. È una catarsi! >> esclamò con tono gioviale.
Indicò lo schermo del televisore.
<< Vedi, lui assorbe la loro paura con la sua oratoria. Per questo motivo, è efficace in proporzione al numero di certezze che riesce a proiettare >> affermò come un dato di fatto.
Rilasciò uno sbuffo derisorio.
<< È così da quando una scimmia ha guardato il sole e ha detto all'altra scimmia: "Lui ha detto che tu devi dare a me la tua cazzo di parte." Le persone... sono così fottutamente deboli che preferirebbero gettare una moneta nel pozzo dei desideri, piuttosto che comprarsi la cena. >>
<< Oppure si limitano a stringere un patto con il diavolo >> ribatté Ajimu, con un sorriso placido.
Il Maestro ridacchiò di rimando.
<< A ben guardare, il diavolo compie semplicemente l'opera di Dio >> affermò con tono allegro << La parola diavolo, dopotutto, deriva dal latino ecclesiastico... diabollis... che proviene dal greco diabolos. Fu usata nella versione greca della bibbia dei settanta, per tradurre la parola ebraica ha-satan. Un'espressione originariamente usata per il titolo di un servitore della corte divina che lavorava come spia di dio, e che radunava informazioni sugli esseri umani nel corso dei suoi viaggi sulla terra. Dopotutto, se un dio onnipotente non volesse la sua esistenza... come farebbe il Diavolo a esistere ancora? Sono semplicemente il servitore di una corte molto divina >> commentò con una scrollata di spalle.
Compiuti un paio di circoli attorno alla stanza, si fermò proprio di fronte a un vecchio giradischi, posizionato al di sopra di una scrivania in tronco d'acero magistralmente intagliata. La parte superiore dell'oggetto era arricchita dalla presenza di un megafono in legno dorato, mentre vari spartiti ne completavano l'immagine, lungo il lato destro del basamento.
Il Maestro ne analizzò i titoli uno ad uno, prima che la sua attenzione venisse richiamata dal piatto alla fine della collezione. 
<< Ah, La Gazza Ladra >> mormorò tra sé e sé. 
Afferrò il circolo con le dita ossute e ne poggiò il fondo sul fabbricatore di musica. Non appena ebbe completato l'azione, una melodia lenta e marcata iniziò a riecheggiare per tutta la lunghezza della sala, coprendo i rumori al di fuori dell’edificio.
<< Adoro questa musica >> commentò l'uomo, volgendo lo sguardo in direzione di Ajimu.
Le porse un solenne inchino, protraendo la mano destra in avanti per permetterle di afferrarla.
<< Madame? >> offrì con un sorriso divertito.
La giovane donna inarcò un sopracciglio e incrociò ambe le braccia.
<< Sei serio? >> domandò in tono beffardo.
Il Signore del Tempo alzò leggermente la testa. << Lo sono sempre, mia cara. >>
La ragazza emise uno sbuffo e afferrò esitante le dita dell’alieno. Questi non perse tempo e la strinse a sé, costringendola a guardarlo dritta in volto.
Il Maestro chiuse la sua espressione in un sorriso beffardo e iniziò a volteggiare per il pavimento dell'ala, seguito dalla rispettiva compagna. Sebbene fosse una situazione alquanto curiosa, la ragazza dovette ammettere che pareva sorprendentemente bravo, considerando che non era mai riuscita a vederlo intento in un qualsiasi tipo di danza.
<< Non hai mai accennato al fatto di saper ballare >> commentò, con tono disinvolto.
L’alieno si strinse nelle spalle. << Non ne ho mai avuto l'occasione. >>
Continuarono a danzare per almeno un altro paio di minuti. Con la testa appoggiata sul petto dell’uomo, Ajimu disse: << Potresti fare molto di più, lo sai? >>
Il Maestro abbassò lo sguardo, specchiandosi nelle pupille rosse della ragazza.
<< Con il potere che possiedi… potresti creare un paradiso. Eppure lo usi solamente per compiacere le tue ambizioni >> continuò lei, con tono vagamente deluso.
Il Signore del Tempo inarcò un sopracciglio, stringendo le labbra in un cipiglio.
<< Sei stata tu a darmelo, ricordi? O forse ti penti dell’accordo che abbiamo stretto? >> domandò con sincera curiosità.
Ajimu rimase in silenzio, lasciando che la musica la guidasse. Compiute un paio di giravolte, lanciò all’uomo un sorriso malizioso.
<< Ogni singolo giorno >> dichiarò con falsa innocenza.
In tutta risposta, il Maestro mantenne un volto di pietra.
<< Lascia che ti racconti una storia. È una parabola! >> esclamò all’improvviso, sorprendendo la ragazza << Un uomo ricchissimo un giorno apre il giornale e vede che il mondo è pieno di sofferenza. E dice: "Io ho molti soldi: aiuterò il prossimo." Così decide di donare tutti i suoi soldi. Ma non bastano. Le persone continuano a soffrire. Un giorno l'uomo vede un altro articolo: "Decine di persone muoiono ogni giorno per la bassa donazione di organi". E capisce di essersi illuso che i suoi soldi sarebbero bastati. Così va dal medico e dice: "Dottore, io voglio donare un rene." Il medico lo opera. L'operazione è un successo. Contro ogni sua previsione continua a essere infelice perché le persone continuano a soffrire. Allora decide di tornare dal medico. E gli dice "Dottore, stavolta io voglio donare tutto." Il medico gli chiede "Come sarebbe "tutto"?". E lui dice: "Stavolta voglio donare il mio fegato. Ma non solo il fegato. Voglio donare il mio cuore, ma non solo il mio cuore. Voglio donare le mie cornee, ma non solo le mie cornee. Io voglio donare ogni cosa. Tutto ciò che sono. E tutto ciò che ho." E il medico dice "Il rene è una cosa, ma tu non puoi donare tutto il corpo, pezzo dopo pezzo! È un suicidio!" Così lo rimanda a casa. Ma l'uomo non riesce a vivere sapendo che le persone soffrono e lui potrebbe aiutarle. Così dona tutto ciò che gli resta. La sua vita >> terminò con un sussurro sommesso.
Ajimu dilatò le pupille, sorpresa da quel finale inaspettato.
Vedendo la reazione della ragazza, il Maestro arricciò il volto in un ghigno beffardo e disse: << Morale della storia? Solo un pazzo tenterebbe risolvere i problemi del mondo. >>
La mora rilasciò uno sbuffo sprezzante e appoggiò nuovamente la fronte sul petto dell’uomo. Questi ridacchiò divertito e le colpì amichevolmente la schiena.
<< Sai che troverò il tuo amichetto. Non puoi nasconderlo da me per sempre >> affermò con tono calmo e raccolto.
Ajimu chiuse il volto in un leggero cipiglio.
<< Lo so >> borbottò sulla giacca nera del dittatore. << Ma posso provarci. >>
E, consapevoli di ciò, entrambi continuarono a danzare.



Scheda Personaggio


Salem
Opera: Rwby
Razza: Guerriera dagli Occhi D’Argento
Video Tribute: https://www.youtube.com/watch?v=8KAThZYcR94
Soundtrack: https://www.youtube.com/watch?v=WpCPAW81SnI
Autore: Fenris

 
  
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