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Autore: AlessandroConte    16/05/2018    0 recensioni
Storie varie brevi e lunghe, in prosa e in versi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UN  RICICLO
 
Il mio regalo è sempre stato lì ad aspettarti, tesoro mio. Ora che è Natale l’ho messo sotto l’albero.
Ma tu, sotto questa lapide così fredda e pesante, non verrai più a prenderlo.
Non posso pensare a quel giorno di ottobre. Arrivammo a casa contemporaneamente, la notizia del tuo tragico incidente ed io col regalo appena comprato per il tuo compleanno.
Tu hai saputo subito cosa fosse perché nel tuo mondo le anime conoscono ogni cosa e perdonano. È vero che perdonano?
Lo sai che non mi è mai piaciuto star da solo e che a letto ero capace di non cambiar posizione per tutta la notte pur di tenerti sempre abbracciata.
Ora è così anche con Rosa. È una brava donna e tu lo sai. È arrivata presto nella mia vita, a ottobre stesso. Ma che potevo farci? Sarebbe stata un’occasione, magari, che non si sarebbe presentata più. E, come sai, le proposi la convivenza.
Ma non pensiamoci più. Acqua passata.
Hai visto che bei fiori ho trovato di questi tempi per la tua tomba?
Sì, lo so. Stai pensando anche tu a quel regalo sotto l’albero e al bigliettino con scritto ‘Alla mia adorata Rosa’.
Ma è politica coniugale. Bisogna che la compagna sia contenta, o mi sbaglio? E poi tu sei superiore e fuori da queste cose, ormai.
Ti prego, quindi, di non prendertela troppo se il tuo bel regalo lo faccio a lei.
Eh? D’accordo?
 
Alessandro Conte
 
 
NULLA  DI  PIÙ  SBAGLIATO  
 
Procedere così senza programmi,
andare avanti ognor giorno per giorno
senza saper dove si va a parare
è cosa deleteria e svantaggiosa.
Devonsi far dei giusti preventivi
per tagliar via le cose negative
senza pensarci troppo o con rimpianto.
Bisogna fare giuste previsioni
su quanto può accader pensando al peggio.
   Si dice invece ‘Al dopo Dio ci pensa’
   così la malasorte li dispensa…
 
Alessandro Conte.
 
 
GLI  AMICI                     
         
“Antò” fece Pasquale con la faccia seria, “domenica quando abbiamo finito il pokerino tu e Serena vi siete strusciati e vi siete baciati.”
“Ma, Pascà, fossi uscito scemo? È per questo che mi hai convocato in gran segreto?”
“Non negare, farabutto. Vi ho visti: tua moglie si era chiusa in bagno e io sono sceso per mettere la macchina in garage. Ti sei alzato e ti sei incollato al sedere di mia moglie.”
“E l’hai vista in sogno la scenetta?”
“Avevo tutto pronto per spiarvi: bastava lasciare la macchina accesa, salire sulla scaletta e guardare se restavi al tuo posto o se ti buttavi addosso a Serena. Attraverso i mattoni forati del balcone ho visto tutto.
E come si strusciava quella zozza.”
“Beh, che vuoi fare allora?”
“È molto che va avanti questa storia?”
“Pascà, è quasi un anno.”
“Beh, Antò, so’ contento perchè io mi faccio tua moglie da due anni”.
“Emilia? Veramente?”
“E già.
Per me come stanno le cose … va bene così.”
“Sì, pure per me.”
Si guardavano fissi già da un po’, alla ‘Mezzogiorno di fuoco’. Fu Antonio a interrompere il silenzio:
“Le mettiamo in condominio? è così?”
“Sì, sì.”
“Pascà, se Emilia la vuoi tutta per te io ti uccido.”
“E chi la vuole? cioè ... per sempre: io sono innamoratissimo di Serena.”
Silenzio. Troppo per Antonio:
“Pascà, mi prometti di dirmi tutto quello che fai con Emilia?”
“Se non ti incazzi e se farai pure tu lo stesso.”
“Promesso” e Antonio abbrancò Pasquale in un abbraccio stretto stretto. “Il più meglio amico mio...”
“È vero? quant’è bello quando ci si capisce così bene.”
“Sai, Pasquale” commentò Antonio, commosso, “quando a Emilia, un po’ serio e un po’ scherzando, ho proposto lo scambio di coppia così in generale, si è fatta afferrare per pazza. E puttaneggiava con te già da almeno un anno a quanto mi dici. Io mi sentivo in colpa perchè avevo cominciato con Serena.”
“Hai capito? Per il piede nostro una scarpa deve bastare; però, nella scarpa loro di piedi ne vogliono due.”
“Eh?”
“Quando si sentono attizzate le donne non le frena niente”.
“E noi le attizzeremo; come vogliono loro. Anzi ci organizzeremo per farci cornificare molto, molto di più: io con la tua e con la mia, tu con la mia e con la tua, sc.mo come non ci hanno mai consentito di fare.”
“...senza che loro ne sappiano niente.”
“E certo. Che, scherzi? Quelle le corna le vogliono solo mettere. Sarebbero capaci di tagliarcelo.”
“Antò, sono convinto che quelle, così facendo, nel proprio letto matrimoniale ci si mettono con più voglia.”
“Poco, ma sicuro.”
Erano euforici senza aver bevuto niente felici della saldezza della loro unione.
Domenica, carte in mano, tutti assieme, tutti innamorati di tutti, con i giusti limiti naturalmente: poteva esserci migliore prospettiva?
Anche le mogli, infatti, sempre ciù-ciù-ciù a ridere e scherzare erano proprio il ritratto dell’amicizia.
 
Alessandro Conte
 
(Ringrazio chi legge e gradisce. Vi do appuntamento a mercoledì prossimo, 23 maggio, con altre storie)
   
 
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