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Autore: mvstrxl    16/05/2018    1 recensioni
JuuzouxOC
Tokyo ghoul fan fiction
Juuzou x OC
···
Akane Aisaka è una diciassettenne senza amici né fiducia in nulla e con un odio profondo verso persone e ghoul.
Juuzou Suzuya è un diciannovenne con qualche rotella fuori posto, cresciuto da un ghoul, salvato dalla CCG e completamente indifferente alla vita altrui.
Questi due non sembrano avere proprio niente in comune, vero?
Beh, forse non ci crederete, ma possono cambiare molte cose grazie ad un portafogli rubato, a dei ghoul affamati e a due bambini mezzo sangue...
...
Gli avvenimenti della storia seguiranno l'opera originale solo in parte.
Potete trovarla anche su Wattpad.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Suzuya Jūzō, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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La neve aveva iniziato a coprire i corpi senza vita di umani e ghoul come fredde e candide lenzuola mortuarie; riversi a terra in un lago di sangue, i caduti parevano fiori in un macabro giardino rosso e nero sbocciati ma già appassiti, nemici in vita, tutti uguali davanti agli occhi del Mietitore.
In lontananza la battaglia imperversava senza tregua; non c'era tempo per piangere i morti, erano tutti indaffarati a impedire che se ne aggiungessero altri alla lista.
Silenziosa, la neve cadeva ancora, lacrime del cielo il cui cuore si era ghiacciato davanti allo scempio della natura.
L'odio e la rabbia si scontravano come il metallo delle armi e delle kagune, producevano scintille, appiccavano il desiderio di vedere gli occhi dell' avversario spegnersi.
Shinohara manovrava con destrezza la sua Quinque, l'armatura non sembrava impedirgli i movimenti ma, anzi, li rendeva quasi più fluidi e letali. Continuava ad attaccare senza tregua ma senza smettere di lanciare sguardi ai compagni per assicurarsi che stessero tutti bene. Il Gufo avrebbe voluto approfittare della sua distrazione ma era impossibile, Shinohara era instancabile e impeccabile, sia fisicamente che mentalmente. Egli, dal canto suo, si era reso conto dello stato di difficoltà in cui si trovava il ghoul, quindi non esitava ad affondare l'arma o tranciargli gli arti mentre l'euforia di star vincendo cresceva piano piano in lui, tuttavia bloccata da una parte di se stesso. "Non illuderti Yukinori" si ripeteva, "nessun gallo canta prima dell'alba".
Il suo sguardo fu catturato da un lampo albino che come la morte in persona, reggeva la falce e mieteva qualsiasi cosa si trovasse davanti ma che, in quel momento, sembrava aver incanalato tutto il suo sadico desiderio nel ghoul che tentava con le ultime forze di contrattaccare.
Juuzou non si era mai sentito così carico in vita sua: faceva capriole, salvata, rideva con il suo caratteristico tono psicopatico. I suoi occhi erano due micce, spalancati e bramosi di vedere il sangue scorrere. Non pensava, attaccava e basta come gli era stato insegnato fin da piccolo, senza ripensamenti, senza indugi. Attaccava e rideva, rideva e attaccava. Un concentrato letale di mosse fatali.
Shinohara non aveva mai pensato a Juuzou come una macchina, ma in quel momento era quasi felice di vederlo in quello stato mentale di pura follia. Grazie a lui il Gufo era quasi al tappeto.
Con un ultimo attacco, Shinohara riuscì a distruggergli la maschera mentre un fiotto di sangue fuoriusciva da tutte le ferite, rosso come quelli degli umani eppure ritenuto così differente dal loro. Tutti i presenti si immobilizzarono, i fiati sospesi e gli occhi puntati sul mostro. Passarono i minuti e, con sommo stupore, il Gufo iniziò a camminare dalla parte opposta del tetto zoppicando e ansimando come un cane. Si stava ritirando dunque?
Juuzou impugnò la falce con lo sguardo attento ma Shinohara lo fermò.
Il ghoul continuò a trascinarsi finché non si fermò del tutto. I soldati non riuscirono a udire nulla ma furono certi che avesse mormorato qualcosa. Infine cadde a terra, stremato, ferito, morente. L'aria era ferma, il tempo continuava a scorrere ma il mostro non si rialzava. Gli agenti del CCG non si guardarono, non sorrisero, le loro espressioni erano mute e serie ma i loro cuori tremavano, ansiosi di udire le parole per cui avevano combattuto fino a quel momento. Infine Shinohara premette l'auricolare per comunicare con il quartier generale contro l'orecchio e mosse piano le labbra mentre la neve continuava a cadere.
-Qui Shinohara. Oggi il Gufo è stato abbattuto-.
Grida di giubilo si innalzarono dal campo di battaglia mentre, nell'ombra, qualcuno piangeva.

Qualche ora prima.

Akane non riusciva a distinguere il suo sangue e quello dell'uomo che aveva davanti. Entrambi coprivano il pavimento di pietra grigia, le macchiavano i vestiti e il viso come schizzi di inchiostro vermiglio.
La sua maglietta era tutta squarciata, come le sue spalle dalle quali due ali rosse che ricordavano quelle di una fenice, sovrastavano imponenti il corpo di Kanou, il quale sorrideva come se stesse assistendo ad una commedia teatrale.
-Uccidimi pure- proferì, -questo non cambierà cosa sei, e non salverà nemmeno la tua amica colomba-.
Akane rizzò le orecchie e il busto quasi inconsciamente. Vedendo la sua reazione, il sorriso di Kanou si allargó.
-Già, in questo momento gli investigatori staranno combattendo contro il Gufo, ma... mi domando quale dei due. Probabilmente avranno sconfitto il primo con successo e staranno esultando vittoriosi. Peccato, mi sarebbe piaciuto essere lì a vedere le loro teste venir mozzate dal secondo-.
Una lunga coda da volpe, ma affilata come una lancia spuntò dal fondo della schiena della ragazza e terminò conficcata a qualche centimetro dalla testa dell'uomo.
Gli occhi di Akane erano spalancati, ma non lasciavano trasparire alcuna emozione; il loro colore caratteristico li aveva abbandonati venendo sostituito dal nero e dal rosso.
Il viso dello scienziato non aveva mutato la sua espressione. Lei non lo avrebbe ucciso, per quanto odio provasse nei suoi confronti lui era l'unico a poterle procurare quelle pillole grazie alle quali le sarebbe stato possibile sopravvivere senza dover mangiare umani come i suoi simili.
Stava per dar voce a quella realtà, ma tutto ciò che uscì dalla sua gola fu un rantolo spezzato dal kagune di Akane che gli si conficcò proprio nel cuore.
Il petto della ragazza si alzava e abbassava velocemente, la sua testa si sforzava disperatamente di dare un senso a quello che era accaduto, voleva giustificarsi, ma l'omertà aveva preso posto in lei impedendole di dar voce all'ovvietà. Eppure solo una frase affollava la sua mente in quell'istante.
Juuzou era in pericolo.
Red non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. Per un momento si chiese se quella fosse davvero Akane o una copia impassibile della sua amica. Fece per aprire la bocca, voleva chiamare il suo nome perché sapeva che si sarebbe girata, perché, infondo, non aveva dubbi che fosse lei. Voleva guardarla negli occhi nella speranza di vedere il nero e il rosso dissolversi, ma allo stesso tempo la paura di sbagliarsi gli gravava sulle spalle facendo abbattere il suo putrido fiato sul suo piccolo collo.
Quasi avesse accolto il suo pensiero, Akane si voltò come un automa, le ali infuocate e la coda improvvisamente puntate verso di lui. Red raggelò.
-Akane...?- sussurrò con un fil di voce. Era ancora legato mani e piedi a quello scomodo tavolo di metallo ed era troppo debole per potersi liberare con la kagune; la sostanza sonnifera che gli scagnozzi di Kanou gli avevano iniettato, a quanto pareva, non serviva solo a farlo addormentare. Si dimenò con forza sentendo una sensazione di impotenza e panico annebbiargli la mente mentre Akane si avvicinava a lui con passi cadenzati. Era quasi come se il suo cervello avesse staccato la spina lasciando che la parte animalesca prendesse il sopravvento, bastava lanciare un'occhiata al corpo martoriato di Kanou e degli altri ghoul che erano accorsi per combattere poco dopo che la ragazza si era liberata. Una volta che l'ebbe raggiunto Akane fissò gli occhi in quelli di Red, il quale avvertì un brivido percorrergli la spina dorsale come mille formiche.
-Akane, sono Red!- gridò nella speranza di farsi riconoscere, ma in tutta risposta la rossa sollevò la kagune inferiore ancora macchiata di sangue sopra la testa. Non riusciva a capacitarsi di ciò che stava per fare e la guardò ancora con occhi imploranti, tentando in tutti i modi di far uscire la kagune, ma essa non rispondeva al comando.
Con un gesto fulmineo, la ragazza abbassò la coda verso Red, ma invece che avvertire le carni dilaniarsi e il dolore esplodergli nel corpo, il piccolo sentì il rumore delle cinghie che venivano spezzate con un colpo secco.
Cadde a terra con un tonfo alzando la testa quasi immediatamente, confuso e disorientato. Incontrò gli occhi di Akane, ancora sottoforma di ghoul, ma sta volta la ragazza sorrideva.
-Che sciocco, pensavi davvero che ti avrei ucciso?- biascicò prima di cadere in ginocchio davanti a lui improvvisamente priva di forze.
Red le si catapultó affianco posandole una mano sulla schiena mentre tossiva sangue. Dopo essersi accertato che stesse bene, un sorriso che riassumeva tutta la gioia e il sollievo che stava provando in quel momento gli piegò le labbra all'insù. Quando Akane lo vide non riuscì a credere ai suoi occhi.
-Stai davvero sorridendo?-
-Risparmia il fiato per camminare-
-Ecco, mi sembrava strano...-
Red si alzò in piedi aiutando anche la ragazza e in quel momento le porte del laboratorio si spalancarono di botto. Red si mise sull'attenti e Akane alzò lo sguardo piano, completamente svuotata da tutte le energie. Quando, però, i volti di Touka, Hikari, Yomo e Nishiki comparvero davanti a loro, entrambi tirarono un sospiro di sollievo.
Touka si guardò intorno con occhi sbarrati mentre Hikari non perse tempo e scese dalla schiena di Yomo per buttarsi tra le braccia del fratello. Red la strinse a sé per rassicurarla, felice di rivederla e contento che stesse bene, incurante che le sue lacrime avevano iniziato a inzuppargli la spalla.
-Akane stai bene?-
Akane annuì alla domanda di Nishiki, il quale la aiutò ad alzarsi e le avvolse un braccio attorno al fianco per sorreggerla mentre Touka e Yomo ispezionavano la stanza scavalcando i corpi senza vita degli altri ghoul come se non fossero stati altro che sporcizia.
Akane non riuscì a reprimere un gemito di dolore quando il ragazzo le toccò una ferita.
-Sanguini ancora- notò aggiustandosi gli occhiali.
-Guarirà- tagliò corto lei, poi si voltò verso gli altri due ghoul.
-Ragazzi, Juuzou è in pericolo e anche Kaneki!-
-Lo sappiamo- mormorò Touka con lo sguardo basso, quasi arrabbiato, ma Akane sapeva che la sua non era altro che rabbia dovuta all'impotenza.
-Dobbiamo andare da loro!-
-Sei troppo ferita per poterti muovere- intervenne Yomo guardandola con i suoi occhi miti.
-Non mi importa, posso camminare- insistette. Touka la guardò.
-Verrò con te, Yomo e Nishiki invece porteranno i bambini in salvo-
Akane si girò verso di lei con la gratitudine negli occhi. Yomo e Nishiki non seppero più cosa dire, sarebbe stato inutile insistere, Touka e Akane avevano la testa dura...
Non era certo saggio lasciarle andare con la rossa in quelle condizioni, dopotutto la battaglia non era ancora cessata... se si fossero trovate in mezzo al caos cosa avrebbero fatto? Akane non poteva combattere e Touka, per quanto forte, non avrebbe avuto scampo contro tutti quei soldati.
Prima che uno dei due potesse aprire bocca, Touka e Akane si stavano già recando verso l'uscio.
-Staremo attente, promesso-.
Hikari si alzò in piedi e corse ad abbracciare Akane, la quale le posò una mano sulla testa.
-Aka-chan, torna presto- disse alzando gli occhi sui suoi. La ragazza sorrise dolcemente e l'abbracciò ancora, poi si staccò da lei e insieme a Touka si incamminò verso il centro della città.

Presente.

Juuzou non sentiva il freddo vento invernale abbattersi sul suo viso e scompigliargli i capelli dello stesso colore di quei fiocchi candidi, non sentiva le urla dei soldati che venivano feriti da quel mostruoso ghoul da un occhio solo. Era come se non riuscisse più a pensare in modo sobrio, il suo corpo era immobile, inginocchiato in mezzo a quei tubi di metallo contro i quali lo aveva scaraventato il Gufo.
Non sentiva il dolore alla gamba attorcigliata in modo innaturale -non aveva mai accusato alcun dolore ma sapeva che una persona normale avrebbe già gridato in preda agli spasmi. In quel momento, però, non gli poteva importare di meno. Tutto ciò che i suoi occhi riuscivano a registrare in quel maledetto istante era il corpo del signor Shinohara riverso al suolo in una pozza di sangue, l'Arata distrutta e il Gufo che lo fissava compiaciuto con il suo unico occhio, quasi fosse stato un bambino che aveva appena giocato un dispetto a un coetaneo. Continuò a sorridere mostrando la lingua aguzza che si agitava come una bandiera mossa dal vento. In un aggressivo impeto di realizzazione Juuzou si alzò in piedi aiutandosi con la sua Quinque fiondandosi verso il ghoul, chiamando il nome del suo mentore, pregando nessuno in particolare; non gli importava del Gufo che rideva di lui, voleva solo raggiungere Shinohara. Avrebbe dovuto aspettarselo che la sua gamba non avrebbe retto facendolo cadere rovinosamene al suolo, tuttavia non si diede per vinto alzando il capo pronto a tornare all'attacco. Il Gufo continuò a guardarlo con scherno, beandosi della sua angoscia deidendo, quindi, di prolungarla ulteriormente: sollevò la kagune al cielo quasi solennemente e, senza staccare lo sguardo dal giovane investigatore, la fece ripiombare dritta nella schiena di Shinohara. La testa dell'albino si riempì del macabro scricchiolio della spina dorsale di Shinohara che si spezzava. Il respiro gli si accorciò, il corpo iniziò a tremargli in preda a brividi indefiniti, e finalmente gli occhi gli si riempirono di lacrime mentre alzava il viso al cielo. La quiete improvvisamente creatasi venne distrutta da un grido di immane disperazione. La gola di Juuzou bruciava, i suoi polmoni si stavano svuotando velocemente ma lui continuò a gridare in preda a quello che mai avrebbe pensato di poter provare.
Quella notte che parve non finire mai, Juuzou ricominciò a provare dolore.

* * *

Touka e Akane si divisero per andare a cercare rispettivamente Kaneki e Juuzou. La rossa, sebbene ancora ferita e dolorante, iniziò a correre in direzione dei camion del CCG che sostavano in mezzo alla strada. Lungo il percorso incrociò più volte corpi coperti dalla neve, altri da sacchi neri, soldati che soccorrevano i compagni, chi era seduto contro il muro tenendosi la testa tra le mani in preda alla disperazione. Il cuore di Akane si strinse in una morsa di dolore mentre assisteva a quello spettacolo. Tra i cadaveri riconobbe perfino i genitori di alcuni suoi compagni di scuola e non poté far altro che ricacciare le lacrime indietro.
Continuò a correre per alcuni minuti, poi finalmente individuò i capelli bianchi di Juuzou e il suo cuore iniziò a battere all'impazzata. Quando fu più vicina notò che era isolato dal resto dei soldati; seduto con le spalle al muro e circondato da resti, il capo chino e la falce stretta tra le mani come se fosse stata un'ancora, sembrava non percepire la presenza degli investigatori che correvano avanti e indietro per soccorrere i feriti ma, cosa più importante, Shinohara non era con lui.
Avrebbe voluto chiamarlo ma tremava troppo per il freddo, il dolore e la preoccupazione che una minuscola vocina all'interno della sua testa le stava infondendo. Si avvicinò al furgone ignorando alcuni uomini che, notando le sue ferite, le chiedevano cosa le fosse successo e vi sbirciò dentro con il timore per quello che avrebbe visto. E infatti quando il corpo del signor Shinohara le si parò davanti allo sguardo, steso su una barella e avvolto da una miriade di fili, le si mozzò il fiato, il groppo che le si era formato in gola precedentemente premette maggiormente per uscire sottoforma di un pianto dirompente a cui, sapeva, non avrebbe dato sfogo, non in quel momento.
Akane si morse il labbro voltandosi verso Juuzou. Si avvicinò piano, le mani lungo i fianchi, gli occhi nocciola puntati sulle sue forcine rosse. Il ragazzo non si mosse.
-Juuzou- chiamò piano la ragazza, ma non ricevette risposta. Pareva quasi morto.
Si inginocchiò davanti a lui ignorando la neve che le entrava nelle ferite e le congelava il respiro. Rimase ferma in attesa che l'albino alzasse lo sguardo su di lei, ma non accadde, quindi allungò una mano verso la sua guancia fredda e pallida coperta dai capelli come una tenda. Il contatto parve scuotere il corpo di Juuzou che finalmente la guardò.
I suoi occhi rossi la colpirono peggio di uno schiaffo; non li aveva mai visti così vuoti e tristi.
Strinse a pungo la mano libera e, senza preavviso, attirò Juuzou a sé abbracciandolo forte. L'albino, dal canto suo, fu preso alla sprovvista da quel gesto tanto insolito e in parte sconosciuto, ma gli venne quasi d'istinto avvolgere le braccia attorno al corpo dell'amica. Lasciò andare la Quinque che cadde a terra con un tonfo metallico per stringere tra le dita la maglietta strappata di Akane. Appoggiò la fronte contro la sua spalla e digrignò i denti iniziando a tremare. La rossa gli premette una mano sulla testa appoggiando il capo sul suo senza dire una parola. Entrambi iniziarono a piangere in silenzio sotto lo sguardo compassionevole di un cielo di vetro.





Angolo autrice

Ci ho messo letteralmente anni, ma alla fine sono riuscita (anche se a malincuore) a concludere questa storia. Che dire? Ringrazio infinitamente tutte le persone che sono arrivate fino a qui e che ora stanno leggendo queste parole di un'umile giovane come me. Dovete perdonarmi per la poca continuità, ma spero che questa storia vi abbia lasciato qualcosa a discapito dell'attesa.
Sto già preparando un sequel, ma a dirla tutta non sono sicura di pubblicarlo qui su EFP. Lo troverete sicuramente su Wattpad comunque :)
Grazie ancora a tutti, ci leggiamo in giro!

-Cherry

  
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