Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: ChrisAndreini    16/05/2018    3 recensioni
[Marichat-Spoiler seconda stagione]
Dopo un akuma particolarmente difficile e una giornata davvero stancante, Marinette riflette sulla sua vita amorosa sul balcone di casa sua. Una visita inaspettata metterà in dubbio molte cose che credeva di conoscere su sé stessa e la sua cotta.
#-Alla fine è solo un modello assoggettato al padre. Cosa ci trovi in lui?-
#-È un ragazzo gentilissimo, sempre pronto ad aiutare gli altri. Si impegna molto in quello che fa ed è sempre disponibile. E…- si interruppe, chiedendosi esattamente cosa altro gli piacesse di Adrien. Fu sorpresa nel notare che non conosceva la sua cotta bene come pensava, oltre i suoi doveri e i suoi hobby.
#-Tu, invece? Cosa ci trovi in Ladybug?-
Da questo incontro partirà una serie di eventi che scombussoleranno e scambieranno i mondi dei due supereroi parigini.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Papillon
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Under the bright stars

Capitolo 1

 

Adrien non riusciva a dormire.

Aveva provato un po’ ad arrampicarsi sul muro di camera sua. Aveva giocato a biliardino contro un poco collaborativo Plagg e aveva letto alcuni dei suoi libri e fumetti.

Ora, alle quattro di notte passate, era sdraiato sul letto senza riuscire a prendere sonno, e fissava il cielo nuvoloso che iniziava già a schiarirsi con le prime luci dell’alba.

Quello che Marinette gli aveva detto quella sera lo aveva colto completamente di sorpresa.

Sapeva che le piaceva qualcuno, e l’informazione, quando l’aveva sentita la prima volta, gli aveva provocato un incomprensibile nodo allo stomaco, però non avrebbe mai immaginato che quel qualcuno potesse essere proprio lui.

Si aspettava avesse una cotta per Luka, sembravano parecchio in sintonia, o anche per Nathaniel, anche se effettivamente dopo l’akumizzazione del pel di carota Marinette lo aveva gentilmente rifiutato.

Ma mai avrebbe potuto immaginare di essere l’interesse romantico di una dei suoi migliori amici. 

E la faccenda lo mandava completamente in confusione, perché lui era innamorato di Ladybug, ma mentre parlava della sua cotta con l’unica persona a cui lo aveva palesato direttamente, si era reso conto di non conoscerla bene come credeva.

Ladybug aveva un sacco di segreti con lui, e nonostante combattessero insieme manteneva sempre un rapporto strettamente professionale, nonostante qualche normale confidenza ogni tanto.

Probabilmente lui si fidava e si apriva a lei decisamente più di quanto lei non facesse con lui, e solo in quel momento se ne rendeva conto.

E la sua cotta probabilmente mai ricambiata e quasi infantile lo aveva reso completamente cieco alle attenzioni di molte altre ragazze, soprattutto Marinette, che conosceva bene e di cui ogni giorno scopriva qualcosa di nuovo e fantastico.

Un lato diverso della sua personalità che la rendevano completa con i suoi difetti e le sue numerose virtù.

Su quel balcone, in quel momento, si era reso conto che non poteva permettere a Ladybug e alla sua sbandata che mai sarebbe stata ricambiata di precluderlo dall’amore in generale. 

Doveva cercare di dimenticarla e andare avanti, e benché fosse davvero difficile, nel momento stesso in cui il suo cuore aveva trovato un piccolo spazio per riempirsi di nuovo, Marinette era entrata prepotentemente in quel piccolo buco, e durante quella notte insonne stava battendosi con forza per farsi sempre più spazio e battere Ladybug.

E ci stava riuscendo.

Adrien sorrise tra sé, iniziando ad elaborare un modo per capire se i sentimenti che iniziava a provare per la sua compagna di classe fossero autentici o solo un modo di ingannarsi in modo da non ferirla.

Perché vederla sull’orlo delle lacrime, quella sera, era stato un colpo immenso al cuore.

In effetti si chiedeva ancora perché si era diretto proprio da lei quella notte, dopo che Ladybug gli aveva spezzato il cuore con quelle dolorose parole. Probabilmente perché si sentiva sempre rassicurato con la sua presenza.

Era una ragazza speciale, le voleva bene, e sapere che lei aveva una cotta per lui lo faceva stare ancora meglio.

Forse poteva organizzare un’uscita.

Dopotutto le doveva un film, dopo quella volta che la sua guardia del corpo akumizzata li aveva interrotti.

E mezza Parigi continuava ancora a crederla la sua fidanzata.

Chiuse gli occhi e iniziò a riflettere su come avrebbe potuto chiederglielo, su cosa avrebbe risposto, come avrebbe risposto.

E nel dormiveglia iniziò a pensare anche al catering che avrebbe scelto per le loro nozze, al vestito da sposa che le starebbe stato d’incanto.

Mentre piombava nel sonno stava pensando già a vivere felici in una casa super bella, magari con due bambini, no, anzi, tre. Già immaginava i nomi: Luis, Emma e Hugo. Emma ovviamente diminutivo di Emilie, e poi un cane… no, un cane no. Un gatto sembrava perfetto. E magari un criceto. Adrien adorava i criceti!

Si svegliò senza neanche rendersi conto di essersi addormentato, stanco morto, e con l’idea che doveva assolutamente ricomprare una sdraio a Marinette perché nonostante ci avesse messo un’ora per aggiustarla il lavoro non era uscito per niente bene.

-Adrien, devi prepararti per andare a scuola- la voce di Nathalie lo svegliò del tutto, ma la notte passata quasi in bianco si faceva sentire, e Adrien rischiò di addormentarsi per tutto il tragitto fino a scuola, tanto che il gorilla sembrava quasi tentato di riportarlo a casa per permettergli di dormire e recuperare il sonno perso.

Adrien non gli diede la possibilità di farlo, perché non appena vide Marinette, entrare a scuola con Alya sbadigliando sonoramente sembrò ritornare a vivere, e scese in fretta dall’auto piombando davanti alle ragazze così in fretta da far quasi cadere all’indietro Marinette, che sembrava stanca quanto lui.

-Buongiorno ragazze!- le salutò con un sorriso, sfoderando la sua migliore aria da modello per impressionare Marinette, e convinto di avercela fatta.

-Ciao Adrien, anche tu non hai dormito stanotte?- chiese però Alya, rompendo le sue speranze.

Effettivamente nonostante la sua freschezza sempiterna, al momento esibiva due occhiaie così profonde che suo padre, nel suo antro malefico, stava riflettendo sul prezzo di listino che avrebbe dovuto mettere quando le avrebbe aggiunte come borse alla sua nuova collezione primaverile.

-Sto una favola- tagliò corto lui, anche se non era affatto così, poi si rivolse alla compagna assonnata.

-Marinette, mi chiedevo… se…- ma la sua sicurezza iniziò a vacillare all’improvviso.

Lui, che con la sua cotta eterna flirtava come se non ci fosse un domani, e aveva dato consigli a Nino quando anche lui voleva chiedere alla stessa Marinette di uscire, in quel momento non sapeva cosa dire.

Solo che Marinette, davanti ai suoi occhi, sembrava una visione, con quelle occhiaie che se la battevano con quelle di Adrien per profondità, gli occhi smorti e i capelli spettinati.

-…sì, Adrien?- lo incoraggiò lei, arrossendo a disagio e torturandosi il lembo della giacca.

-…sì, ecco…- Adrien prese un profondo respiro per trovare il coraggio, e si impose mentalmente di essere Chat Noir per un momento. 

-Vorresti venire…?- ma proprio in quel momento Nino li raggiunse e lo interruppe abbracciandolo da dietro, e il suono della campana fece disperdere Marinette e Alya, per niente intenzionate a fare ritardo.

-Ci vediamo dentro!- li salutò Alya.

Marinette fece loro un cenno.

Dannazione! Ce l’aveva quasi fatta.

Va bene, non doveva darsi per vinto, aveva tutto il giorno per chiederglielo.

-Amico, stai bene? Sembri appena uscito da un akuma che ha tentato di ucciderti- osservò Nino notando le sue occhiaie.

Cercando, senza successo, di trattenere uno sbadiglio, Adrien lasciò cadere l’argomento.

-Sto bene, tranquillo. Ho dormito poco. Che materia abbiamo adesso?- chiese, dirigendosi con l’amico all’armadietto.

-Fisica, in effetti ci conviene sbrigarci se non vogliamo venire mandati dal preside. La Mendeleiev ultimamente è più nervosa del solito- Nino lo incoraggiò a sbrigarsi, e dopo aver preso i libri dall’armadietto i due ragazzi riuscirono ad arrivare in classe per il rotto della cuffia, quando la professoressa non era ancora arrivata.

-Marinette! Come stavo dicendo prima…- Adrien provò ad approfittare del momento per invitare la compagna a vedere un film, e piegò all’indietro la testa in modo da guardarla.

Ma quel giorno la fortuna non sembrava volergli sorridere, perché proprio in quel momento la professoressa più rigida della scuola entrò sbraitando e pretendendo il massimo silenzio.

-Parlerete dopo- Nino lo incoraggiò a tornare dritto, e con una certa riluttanza Adrien eseguì, e i suoi occhi persero la visione della bella ragazza per posarsi sulla professoressa di fisica, e provò ad ascoltare la lezione, anche se con quel sonno e con tutti i suoi confusi pensieri e sentimenti era più difficile del solito.

Tentò di consolarsi con le parole del suo migliore amico. Aveva ragione, dopotutto, aveva tutta la giornata.

Ma il “dopo” promesso da Nino non sembrava voler arrivare tanto presto.

L’ultima ora di lezione, infatti, si era ormai rassegnato ad elaborare un piano per chiederlo prossimamente, magari quando sarebbe stato un po’ più sveglio, e approfittava di una breve assenza di Madame Bustier per sonnecchiare sul banco.

-Hey, Alya, questo weekend ti va di venire al cinema con me?- la frase sussurrata da Nino alla ragazza dietro di lui lo fece sollevare di scatto.

-Si!- esclamò senza alcuna logica, catturando l’attenzione di mezza classe, soprattutto i tre ragazzi che gli stavano rispettivamente di fianco e dietro.

-Ehm, Adrien, Nino lo stava chiedendo a me- gli fece notare Alya, con una mezza risatina. –Tu e Marinette dovreste dormire un po’ di più- osservò, tirando una pacca sulla testa della migliore amica, che grugnì mezza addormentata, spingendola giocosamente.

-Sì! …ehm, hai ragione Alya. Intendevo che io e Marinette potremmo unirci a voi. Ti va di uscire, Marinette?- chiese alla ragazza, con un sorriso speranzoso.

Marinette sembrò svegliarsi di scatto, e arrossì, incapace di rispondere, completamente ammutolita.

Adrien la trovò particolarmente adorabile. Come aveva fatto a non accorgersi prima di quanto fosse carina.

O meglio, aveva sempre saputo quanto fosse fantastica, ma mai l’aveva vista in un modo diverso dalla semplice amica, troppo concentrato su Ladybug.

Dato che il silenzio e i borbottii iniziavano a protrarsi fin troppo, tanto che Adrien si chiese se aveva detto o fatto qualcosa di sbagliato, o si fosse per sbaglio trasformato in Chat Noir senza rendersene conto, Alya rispose per Marinette.

-Ma certo che ci va di fare un’uscita a quattro. Poi è uscito il nuovo film su Mejestia, non vediamo l’ora di vederlo. Facciamo sabato pomeriggio alle cinque?- propose a Nino, che annuì, lanciando un’occhiata maliziosa ad Adrien. Alya fece lo stesso con Marinette.

-Fantastico! Perfetto! Le cinque sono perfette. Non vedo l’ora!- Adrien annuì vistosamente, poi crollò nuovamente sul banco, più addormentato che in piedi.

-Ma che ha oggi?- chiese Alya sottovoce a Nino, un misto tra divertita e preoccupata.

-Qualsiasi cosa abbia preso, ne voglio un po’ anche io- scherzò lui, tirandogli una ciocca di capelli e guadagnandosi una specie di soffio felino.

Marinette era ancora sull’orlo dell’infarto, e quando Madame Bustier tornò rimase un attimo interdetta nel notare la situazione dei due studenti.

Dato che era l’ultima ora di lezione e lei era la professoressa più dolce e paziente della scuola, scosse la testa con un sorriso rassegnato e continuò la sua lezione di letteratura, cercando di ignorare il bel addormentato e la sirenetta senza voce.

 

Quando Adrien uscì da scuola, oltre al Gorilla anche Nathalie era venuta a prenderlo, probabilmente con un annuncio da parte di suo padre.

Adrien era pronto a scommettere tutte le sue scorte di camembert che aveva che il risultato di quell’annuncio sarebbe stato che Gabriel Agreste non avrebbe avuto tempo di fare una delle tante cose che aveva promesso al figlio. Adrien ormai era abituato fin troppo bene a questo tipo di delusioni.

-Adrien, volevo informarti che tuo padre ha deciso di assumere una stagista per aiutarlo con alcune faccende- esordì lei, saltando i convenevoli che non sarebbero serviti ad addolcire qualunque pillola volesse propinargli.

Anche se in quel caso l’annuncio sembrava stranamente positivo.

-Sarà un po’ più libero?- chiese speranzoso.

-In realtà deve indire un concorso per scegliere la candidata più adatta e addestrarla a dovere, perciò è improbabile che per qualche tempo si presenti nelle vostre cene settimanali. Ma mi ha detto di informarti che puoi chiedere qualsiasi cosa tu voglia per scusarsi. Una nuova scorta di camembert?- provò ad indovinare Nathalie. Era la sua risposta ogni volta che suo padre cercava di barattare le attenzioni e l’affetto che avrebbe dovuto dedicargli con un regalo che in ogni caso sarebbe stata Nathalie a comprare.

Questa volta però Adrien aveva un’idea diversa.

-Voglio una sdraio. E non un modello qualunque. Esattamente questa qui!- prese il telefono e mostrò alla segretaria la foto presa da internet del modello di sdraio di Marinette. 

Chissà, forse sarebbe riuscita a scambiare quella rotta con una nuova addirittura quella sera, di solito Nathalie era molto efficiente.

L’assistente la osservò con un sopracciglio sollevato, e si segnò un veloce appunto sul taccuino.

Adrien era felice che fosse così professionale da non giudicarlo, almeno non apertamente, perché effettivamente le sue costanti richieste di formaggio puzzolente e adesso anche di una sdraio a strisce rosa poco mascolina sarebbero risultate alquanto bizzarre per qualsiasi altra segretaria.

Suo padre era fortunato ad averla, e di riflesso lo era anche Adrien, che vedeva molto più lei del genitore, e apprezzava la sua compagnia, anche se il suo essere così rigida non la rendeva un grande spasso con cui passare il tempo.

Era quando faceva un bilancio della sua vita familiare che Adrien sentiva davvero la mancanza di sua madre, come una pietra pesante nel petto che non sembrava volersi sfaldare tanto presto.

Tra il padre assente, la segretaria rigida e la guardia del corpo di poche parole, una carezza affettuosa, un abbraccio, o una semplice parola di conforto sembravano un sogno lontano dalla sua portata.

Persino quando era con i suoi amici si sentiva in qualche modo isolato, diverso, privo di affetto o comunque poco incline a riceverne.

Almeno non come lo era da Chat Noir. Quando era Chat Noir sembrava sbloccarsi quasi del tutto, e affrontare il crimine con la sua Lady sembrava, anche solo per un momento, eliminare la pesante pietra dal petto.

Chissà che non stesse commettendo un errore a liberare il suo cuore così in fretta. 

Forse stava affrettando le cose, forse era solo arrabbiato con Ladybug, e per questo credeva inconsciamente che Marinette, così simile alla sua Lady in un certo senso, potesse essere una valida alternativa.

Sperava proprio di no! Marinette non se lo meritava. Lei era speciale.

Pensando alla sua nuova cotta iniziò prendere del tutto sonno, e in men che non si dica un sonno profondo lo travolse, al quale non riuscì ad opporsi.

Quando si svegliò, qualcuno, probabilmente il Gorilla, lo aveva portato a letto, e tolto le scarpe.

Si sentiva abbastanza riposato, e Nathalie gli aveva portato del formaggio e la sdraio da lui ordinata.

Adrien controllò l’orologio, erano solo le cinque del pomeriggio, una velocità incredibile persino per lei.

Sorrise tra sé, riflettendo su quale fosse l’orario migliore per andare come Chat Noir a casa di Marinette e fare lo scambio.

In quel momento non era il caso, era ancora giorno e avrebbero potuto vederlo in molti, Marinette compresa.

Forse doveva aspettare la notte, sarebbe stato più semplice e meno probabile che Marinette lo scoprisse. Sembrava esausta, sicuramente sarebbe andata a dormire presto.

Doveva solo imporsi di non fare troppo rumore.

Dopo aver studiato, aver finto di studiare pianoforte ma essersi limitato a giocherellare con i suoi modelli di Chat Noir e Ladybug (forse doveva creare una nuova bambola con l’aspetto di Marinette) ed aver cenato rigorosamente da solo, Adrien aspettò, al buio sdraiato sul suo letto, che ogni suono cessasse nei corridoio bui di casa sua e una volta raggiunto il silenzio assoluto, si avviò alla finestra, e la aprì cautamente. 

Per fortuna aveva convinto Natalie a non impostare l’allarme notturno alla finestra di camera sua, con la semplice scusa che spesso preferiva lasciare uno spiraglio aperto perché altrimenti si sentiva soffocare. 

Dato che era parecchio in alto Natalie aveva acconsentito con la sua solita flemma.

-Plagg, dove sei?- chiamò il kwami, che aveva la strana abitudine di dormire tra i suoi calzini, di notte.

-Devi proprio trasformarti adesso? Sono esausto!- si lamentò, come al solito, lui.

-Ma se non hai fatto niente tutto il giorno- osservò Adrien, scovandolo nel cesto dei panni sporchi.

-Ma ieri è stato estenuante- continuò a lamentarsi lui, seppellendosi tra i calzini.

Adrien scosse la testa e alzò gli occhi al cielo, per poi sollevare il braccio destro.

-Plagg, trasformami!- ordinò al kwami, che non poté fare altro che obbedire.

Meno di dieci minuti dopo, come Chat Noir e con una sdraio ancora inscatolata sottobraccio, era sul balcone di Marinette, e si guardava intorno come se dovesse veder comparire Papillon da un momento all’altro.

Con un balzo felino atterrò proprio davanti alla sdraio mezza distrutta, e posò accanto quella nuova.

Dalla scatola sembravano perfettamente identiche, Marinette non avrebbe notato la differenza.

Ma prima che potesse esibirsi in un sorrisino di vittoria un po’ troppo affrettato, una risatina lo fece sobbalzare e quasi cadere giù dal balcone.

-Ancora qui?- chiese la voce divertita di Marinette, sporgendosi oltre il balcone dove Chat era riuscito a riaggrapparsi solo per via dei suoi riflessi da supereroe magico. 

-Non dovresti essere a letto?- chiese lui leggermente imbarazzato per essere colto in castagna.

-Stavo per andare. Tu invece? Ti stavi di nuovo riposando dopo…- l’intuizione di Marinette si interruppe quando vide il pacco ancora incartato posato accanto alla sua sdraio, e il fiato le morì in gola.

-Ehm… ti avevo promesso che ti avrei aggiustato la sdraio, e sono venuto per mantenere fede alla mia promessa… in un certo senso…- Chat Noir non si era mai sentito così a disagio, alla faccia di sentirsi libero quando assumeva le vesti di supereroe. Chissà perché Marinette riusciva a metterlo in soggezione.

La ragazza si avvicinò al pacco senza parole, come se non riuscisse a credere ai suoi occhi, proprio mentre Chat Noir riusciva a ritornare sul balcone. 

Si mise appoggiato alla balaustra, senza sapere bene cosa dire o cosa fare.

-Mi hai ricomprato la sdraio?- chiese Marinette, come se non riuscisse a credere che l’avesse fatto davvero.

-Beh, si può dire così… di certo non l’ho rubata. Sono un supereroe, io!- ci tenne a sottolineare, cercando di assumere un tono sicuro.

Quando Marinette si girò a guardarlo, con le guance imporporate e un enorme sorriso riconoscente, la sua sicurezza venne nuovamente meno.

Ma che gli stava succedendo?! Con Ladybug non era mai così!

-Grazie! Non dovevi! Il lavoro che avevi fatto prima era abbastanza!- gli si avvicinò lentamente.

-Oh, beh, era il minimo. Non potevo rischiare che la mia civile preferita si facesse male cadendo da una sdraio difettosa- si sminuì lui, ostentando il solito tono di superiorità.

Il sorriso di Marinette si espanse, ma la ragazza assunse anche un’espressione alquanto maliziosa.

-La tua civile preferita, eh? Chi mi dice che non fai questo teatrino con tutte le ragazze che incontri?- lo prese in giro, facendogli suonare la campanella al collo.

Chat Noir finse di prendersela.

-Oh, vedo che oggi siamo insolenti, eh? In quanto amministratore della giustizia qui a Parigi potrei arrestarti per insulto a pubblico ufficiale e sequestrarti la sdraio- la prese in giro.

-Se è quella difettosa fai pure, gattino- lo incoraggiò lei, ed entrambi scoppiarono a ridere.

-Ti sento più allegra, hai passato una bella giornata?- indagò poi lui, sperando avesse apprezzato il suo invito mattutino.

Marinette piegò la testa, valutando il modo migliore in cui rispondere.

-Beh… non saprei a dire il vero- disse poi, dopo una pausa troppo lunga per gli standard di Chat Noir, che si sarebbe aspettato un farfugliare confuso su Adrian o comunque un sorriso gioioso all’idea che uscissero.

Lui non stava più nella pelle, pensava fosse lo stesso anche per Marinette… non aveva una cotta per lui?

-Cosa è successo?- indagò ulteriormente, deciso a scoprire cosa ne pensava davvero ma cercando comunque di non forzarla a rivelare qualcosa che non voleva.

-Adrien mi ha invitato al cinema- rispose Marinette, pensierosa.

-Perfetto. Magari c’è speranza, allora- la incoraggiò lui.

-Sì, ma… è solo un’uscita tra amici, non voglio darmi false speranze. E poi era stanchissimo oggi, magari non se n’è neanche reso conto- Marinette sospirò, un po’ incerta su cosa pensare.

Chat Noir si sentì triste per lei.

-Sono sicuro che sarà una bella serata- la rassicurò, sorridendole complice.

Marinette lo guardò grata, e sorrise arrossendo leggermente.

Il loro volti erano a pochi centimetri di distanza, e il silenzio che iniziava a crearsi era parecchio significativo.

Solo che in quel momento Marinette non riuscì a trattenere un profondo sbadiglio, che ruppe lo strano momento che si era venuto a creare.

-Forse è meglio che tu vada a dormire. Ci penso io alla sdraio- la incoraggiò, allontanandosi e cominciando a spacchettare.

-Sicuro che non avrai bisogno di aiuto?- chiese lei, stropicciandosi gli occhi assonnati.

-No, ce la posso fare… credo… nel caso te la lascio qui e ci pensi tu domani- si scompigliò i capelli un po’ a disagio, notando i tanti pezzi strani.

Marinette si lasciò andare in un’ultima adorabile risatina, mentre si dirigeva lentamente all’entrata che portava in camera sua.

-Chat…- lo chiamò prima di entrare, lui si girò, senza sapere cosa aspettarsi.

-Grazie mille. Per quello che vale, anche tu sei il mio supereroe preferito- gli disse con dolcezza, inviandogli un piccolo bacio con la mano, che fu abbastanza per sciogliere il cuore di Chat Noir come un cioccolatino lasciato al sole in una giornata estiva.

Sorrise radiosamente, e le fece un elegante inchino.

-Sempre al suo servizio, principessa- ricambiando poi il bacio, che Marinette finse di afferrare.

-Questo lo rivendo. Chissà quanto ci faccio con un bacio di Chat Noir- scherzò comparendo con una risatina.

-Merce rara, i miei baci- si atteggiò lui, sentendola ridere prima di vederla sparire alla tua vista.

-Ma solo tuoi- sussurrò poi, tornando dopo un’ultima occhiata alla porta al suo compito, e sperando di riuscirci.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Vista la esagerata e inaspettata richiesta ho deciso di continuare la storia, e spero davvero di non rovinare tutto.

Ho progettato un totale di circa 14/15 capitoli con un finale aperto, ma voglio fare una storia semplice da scrivere e da leggere, con capitoli corti e una trama semplice anch’essa.

Ci saranno probabilmente riferimenti a molte puntate di Miraculous e cercherò di renderlo il più fedele al canon possibile, per quanto me lo permetta il fatto che è una serie ancora in corso.

Spero di rendere abbastanza IC i personaggi, dato che è la mia più grande preoccupazione, e spero anche che la storia non cada nel banale come è molto facile in questo fandom.

E se anche dovesse essere banale spero comunque di fare un buon lavoro nello scriverla e descriverla.

Se avete commenti da fare, e volete sostenere la storia vi invito a lasciare una piccola recensione per farmi sapere se la storia vi sta piacendo o no, e nel secondo caso ditemi senza problemi cosa non va.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, i capitoli saranno divisi in modo che ognuno sia dal punto di vista di un personaggio diverso, quindi questo è dal punto di vista di Adrien mentre quello di prima era da quello di Marinette.

Il prossimo sarà ancora Marinette e così via.

Grazie davvero tantissimo per le numerose recensioni al prologo, che mi hanno dato una voglia di scrivere che non avevo da mesi.

Risponderò domani a tutte quante le recensioni, un bacione immenso e alla prossima :-*

Spero di non deludere le aspettative ^^”

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: ChrisAndreini