Anime & Manga > Violet Evergarden
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Autore: Kaiyoko Hyorin    17/05/2018    0 recensioni
[Epidosio 13] **SPOILER**
L'epilogo di un viaggio, l'inizio di un altro. Da bambola ad essere umano.
Come dovrebbe essersi conclusa - almeno per me - la serie animata di Violet Evergarden.
Genere: Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gilbert Bougainvillea, Violet Evergarden
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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- Dal più profondo del cuore.. Ti amo -
[Violet Evergarden]




Era una giornata splendida, nel cui cielo terso risplendeva un sole luminoso come e più di molti altri prima di questo. Ma per Violet quel sole aveva smesso da tempo di brillare.
Si era offuscato come s'era offuscata l'esistenza di Lui.

"Vivi e sii felice."

Il Capitano della Marina Bougainvillea le aveva detto questo l'ultima volta che si erano visti. Un ultimo ordine per quella che fino a quel momento aveva considerato niente più che un'arma senz'anima.

Tuttavia, Violet non era più così.

Diventata una Bambola di Scrittura Automatica presso la CH, col trascorrere delle stagioni aveva incontrato molteplici persone e da esse aveva imparato, un pezzetto alla volta, cosa voleva dire vivere all'infuori dell'esercito. Da esse aveva imparato cos'erano i sentimenti.
Tutti, persino lei stessa, l'avevano ritenuta una bambola senza alcuna emozione, ma soltanto ora che sapeva riconoscerle dentro di sé Violet sapeva la verità.

Nata orfana, era cresciuta sotto il comando dell'esercito. Non le avevano mai insegnato cosa fossero o ad esprimere in qualche modo ciò che le agitava l'animo. Era solo questo il motivo per cui lei stessa le aveva ignorate e respinte nella sua parte più profonda, quelle emozioni senza nome.
Ma ora che aveva capito - che aveva imparato - vivere era diventata una cosa sempre più estenuante. Perché la guerra era finita e Lui non sarebbe tornato da lei.

"Ti amo."

Adesso sapeva cosa significava.

Una folata di vento si levò sull'erba verdeggiante, frusciando e investendola dei profumi della primavera, strattonandole il parasole e costringendola a stringere la presa per evitare che venisse portatole via, verso quel mare luccicante a centinaia di metri alla sua destra.
La sua destinazione era poche centinaia di metri più avanti: una casetta in legno il cui portico era pronto ad accogliere i suoi ospiti con quieta immutabilità.

Salendo i pochi gradini, i tacchi dei suoi stivali rintoccarono con rassicurante familiarità le assi, finché non si ritrovò dinanzi a quella porta chiusa. Una porta come tante altre ne aveva viste dall'inizio del suo lavoro e anche prima; una porta dietro la quale l'attendeva un'altra anima i cui sentimenti avrebbe accolto e racchiuso fra carta ed inchiostro.

Perché era tutto ciò che poteva fare per vivere in quel nuovo mondo. Era tutto ciò che sapeva fare per evitare di soffocare dentro il proprio stesso tormento.

Inspirò piano, riempiendo i polmoni e sollevando una delle protesi che quella guerra le aveva regalato. I rintocchi che suonarono sull'anta furono due, delicati ma sicuri, ed infransero la quiete di quel porticato.
Dopodiché Violet riabbassò la mano metallica e con essa il suo stesso sguardo, chinando il capo in un rispettoso inchino non appena il suono della serratura anticipò quello dei cardini che si mettevano in moto. La porta si dischiuse dinanzi a lei, e nel suo sguardo comparvero un paio di gambe avvolte in semplici pantaloni di tela.

 E' un piacere conoscerla  le parole le sgorgarono fuori automatiche e prive di inflessione, come da consuetudine  Se è vostro desiderio, verrei ovunque voi mi richiedeste..

Il vento tornò a levarsi, delicato e intraprendente, facendole ondeggiare la bianca stoffa del suo abito da lavoro ed i capelli biondi intorno al viso inespressivo. Violet iniziò a sollevare lo sguardo.

 Sono la Bambola di Scrittura Automatica..

Il vago sorriso che le stava delineando le labbra si bloccò ed il suo cuore tremò non appena i suoi occhi si posarono sul volto altrui. Sussultò, bloccandosi un istante, prima che il cuore le accelerasse in petto in risposta a ciò che le sue pupille le restituivano.

Fu il sorriso di lui a quietarla, a rassicurarla come molte altre volte era stato in grado di fare in passato. Un sorriso che, nonostante le emozioni che la scuotevano dentro di sé, ella si ritrovò a ricambiare con altrettanta rinnovata familiarità, cosicché poté concludere con la consueta sicurezza la sua presentazione.

 Violet Evergarden, agli ordini.

Ed il sorriso di Gilbert si fece più ampio e dolce di quanto ella ricordasse di avergli mai visto in volto.
 Bentornata, Violet.

E le lacrime sgorgarono dai suoi occhi.

Dal più profondo del cuore... Ti amo.



Fine.
   
 
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