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Autore: terryoscar    17/05/2018    13 recensioni
Questo racconto è cominciato come un one shot, ma poi gli ho dato un proseguo. Il primo capitolo in realtà è: "Semplicemente ti amo." seguito da "Primi tormenti" e "Disperazione". Sono tutti ispirati dalle puntate dell'anime; di mio ho aggiunto i pensieri e gli stati d'animo dei nostri beniamini, dando voce così a ciò che non abbiamo visto e magari avremmo voluto vedere. Grazie a tutti voi che leggerete la mia storia e buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier, Marron Glacé, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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L’imboscata
Sono qui nel mio letto ho una fasciatura intorno al petto, ho il braccio immobilizzato.
Ieri notte siamo  stati vittima di un agguato: è venuto un incaricato per dirmi che la regina Maria Antonietta mi convocava immediatamente alla reggia.
Rosalie che già da un po’ vive al palazzo Jarjayes si è indispettita, mi ha accusata di preoccuparmi più della regina che di lei; che sciocca quella ragazza ... ma cosa dice?
Lei per me è come una sorella minore, la regina è tutt’altra cosa.
“Io devo andare dalla mia regina quando mi chiama, è mio dovere!”  - Le ho detto.
 Sinceramente io non la capisco, Rosalie  è così strana!
Andrè e io l’abbiamo portata con noi, ma sarebbe stato meglio non assecondare i suoi capricci, forse se fossi stata sorda alle sue lamentele  non avrei rischiato la vita.
E' stata una trappola, qualcuno ci ha teso un’ imboscata; sono sicura che è stata la contessa di  Polignac ma non ho le prove, non posso accusare nessuno.
Ci hanno attesi in aperta campagna, hanno bloccato la carrozza, ho spalancato lo sportello della vettura erano in quattro forse in cinque, erano incappucciati vestiti di nero e armati di spada.
Ricordo che ho sentito la voce di Andrè.
“Oscar sta attenta!”
“Ma io che non temo niente e nessuno per molti versi mi definisco un incosciente.
Gli  ho detto: “Andrè ci stavano aspettando, dobbiamo batterci.”
Abbiamo tirato fuori le spade, ci siamo battuti, non ricordo molto, quanta confusione in quel momento.
Ricordo che Andrè si batteva come un leone per difendermi, noi eravamo in due ma loro molto di più.
 Ricordo che  uno di quei malviventi imprecava, non pensava che fossimo degli ossi duri.
Avevamo la meglio quando ho udito la voce di Rosalie che era sulla carrozza.
“Cosa volete, andate via!”
Io che sono sempre così attenta, stavolta ho commesso un grave errore: ho dato le spalle al mio avversario che  avevo messo in difficoltà.
 Ho visto uno degli aggressori alzare la lama contro Rosalie era pronto ad ucciderla, ricordo che ho gridato: “ Lasciala stare …”
 Gli ho lanciato dietro la spada, l'ho colpito, l'ho visto cadere  a terra, Rosali era salva.
Alle spalle ho udito la voce disperata di Andrè: “Oscar sta attenta!”
Non ho capito  più nulla, ho sentito la lama affondare nella mia carne, ho sentito un dolore lancinante, un forte bruciore attraversare tutto il corpo, ho emesso un urlo mi sono accasciata al suolo. Ho sentito ancora la voce di Andrè che urlava il mio nome ma non poteva fare nulla per me, la sua lama incrociava quella con uno degli assalitori. Sapevo che alle mie spalle c’era l’uomo che mi aveva ferita, percepivo la sua presenza, sapevo che stava per darmi il colpo di grazia, mi sono detta: “E’ la fine, lo sento, stavolta nemmeno Andrè può salvarmi.”
Ho sentito uno degli aggressori dire: “ Sta arrivando qualcuno, scappiamo!”
Ho sentito una carrozza avvicinarsi  a gran velocità ho udito un urlo, una voce a me cara: “Oscar … nooo …”
Ho pensato: “Ma forse sto sognando perché sto per morire ma è mai possibile che la mente mi stia tirando un brutto scherzo!?”
No, non può essere ma è la voce del mio amore …. del mio Fersen … no forse sono già morta … no, sono confusa … però l'ho sentita.
 Non è possibile ... lui è partito quattro anni fa, gli ho detto  di lasciare  Parigi!
Gli assalitori erano fuggiti, ma io avevo  la mente offuscata, sentivo qualcuno avvicinarsi rapidamente e prendermi   tra le braccia l'ho  guardato,  ho udito  la sua voce: “Madamigella Oscar …”
Sussurro appena:“Fersen …”
Non ho visto e non sentito più nulla, ho perso conoscenza.
Ora mi ritrovo nel mio letto, chissà  quanto ho dormito! ... Schiudo lentamente gli occhi, sento la nonna piangere, vedo al mio capezzale una piccola folla:  c’è mio padre, Andrè, Rosalie infine vedo lui, il mio amore,  penso: “ Non è possibile  è Hans …   allora era davvero lui, è lui che mi ha salvata, non ci posso credere, non ho sognato e non sono nemmeno morta.”
 Ho il cuore in gola, lo sento battere così forte che temo che tutti lo possano ascoltare, che vergogna, io il colonnello della guardie reali che si emoziona come una donnetta qualsiasi  davanti a  un uomo ... non c’è dubbio sono diventata matta … ma che dico!? Non ho più alcun dubbio, lo amo … lo amo … spero che nessuno se ne accorga, non lo sa nessuno, solo André.
Non voglio che mio padre se ne accorga, me ne vergognerei moltissimo.
Tutti si rallegrano perché ho ripreso conoscenza vedo gli occhi di Andrè brillare per la gioia, tutti mi dicono qualcosa ma io tra tante voci  distinguo sola  quella di Fersen, è la sua  che voglio ascoltare.
Lo sento:”Madamigella come state?”
Non riesco a parlare molto a causa del dolore, per l’emozione, per il nodo in gola.
 Guardo il mio Fersen.
Sussurro appena :“Sto bene.”
Vorrei dirgli un’infinità di cose ma … cosa potrei dirgli? Che l’amo? Che stupida che sono, muoio d’amore per lui … so benissimo che non è qui per me.
Mi giro, vedo Andrè, mi osserva in  modo strano ma cos’ha? Dopo quanto accaduto  non gli ho chiesto nemmeno come sta, forse anche lui è stato ferito.
Lo guardo, mi preoccupo per lui.
“Andrè come stai? Sono felice che non ti  sia successo nulla!
Andrè mi guarda con tristezza, risponde:“Non è accaduto nulla di irreparabile perché è arrivato in tempo il conte di Fersen, altrimenti non so cosa ne sarebbe stato di noi.”  
“E’ stata una coincidenza, sono appena tornato dalla Svezia quando ho visto quei mascalzoni assalirvi. Voi sapete chi erano?”
“No, non lo so.”
Lo guardo senza vergogna, mi perdo nel suo sguardo.
Gli dico: “Fersen mi farebbe piacere che foste mio ospite per qualche giorno, rimanete.”
“Siete davvero gentile madamigella ma ho degli impegni e poi ho già preso alloggio da un’altra parte, sarà per la prossima volta, vi ringrazio. Adesso devo andare, tornerò a farvi visita.”
Lo seguo con lo sguardo si allontana, esce … sto male, il mio non è il dolore riportato nello scontro con quei malviventi,   è  un dolore ben diverso, è quello del cuore.
 Mi dico: “Lo so non sei tornato per me ma per … lei.”
Credo che ad Andrè abbia dato molto fastidio l’invito che ho fatto a Fersen,  è uscito dalla mia stanza senza neanche salutare e poi glielo letto in faccia ma … continuo a non capirlo perché si comporta così?
 
E’ notte fonda, sono passati due giorni dall’agguato, il braccio mi fa ancora male, non riesco a dormire e poi lui non è tornato …
Sento bussare, è Andrè.
“Ho visto la luce, non riesci a dormire? Forse stai male? Posso fare qualcosa per te?”
Lo guardo.
“Andrè sei così strano cos’hai?”
Lui non mi risponde, forse …  ma no cosa vado a pensare. Insisto.
“Cos’hai  Andrè, ti è successo qualcosa?”
Zittisce ancora ma poi si decide a parlare, però il suo sguardo è adirato.
“Si Oscar smettila di sospirare per lui, è qui per la regina e per nessun’altra!”
Sento il cuore trafiggere da una  lama invisibile, quella della verità e della ragione.
Mi arrabbio con il mio amico, gli dico: “Ma cosa ti salta in mente, come osi parlarmi in questo modo? E poi io … non è come pensi!”
Tento di alzarmi dal letto, non ci riesco, mi rendo conto che la ferita è profonda.
Vedo Andrè avvicinarsi, è accigliato, forse arrabbiato ancora più di prima e più di me.
“Sta giù ma cosa credi di fare  con quella ferita!?”
“Vorrei poterti dare una lezione, Andrè se solo potessi …”
“Perché ho detto la verità Oscar?”
Vedo Andrè a un palmo dal mio viso, non ho mai visto il suo sguardo così freddo neanche quando abbiamo discusso in passato.
“Andrè, ma cosa ti salta in mente?”
“Dico quello che vedo Oscar. Fersen non ha occhi che  per la regina, lui non si è nemmeno accorto di come lo hai guardato ma io si …”
“Andrè continui a dire un mucchio di sciocchezze …”
“Sciocchezze? Oscar tu lo ami ma lui non ama te, lo vuoi capire?”
Quelle parole mi feriscono, sento le lacrime salire ma Andrè non avrà la soddisfazione di vederti piangere, no.
Ribatto, urlo:”Accidenti a te Andrè, ti diverti ad affondare il dito nella piaga, non è giusto, visto che io non lo faccio con te! So che sei innamorato di una donna e non sei corrisposto, però io non infierisco e invece tu, tu lo fai con me, perché?” ripeto.
Urlo ancora, stiamo litigando, non so da quanto tempo non litighiamo ma stavolta mi hai fatto davvero infuriare Grandiér.
“Oscar sei incredibile con quella ferita hai anche la forza di reagire in questo modo!? E poi io non infierisco per farti del male, se ti dico certe cose è perché … perché … ti voglio bene e non voglio che tu soffra ancora per chi non ti ama, non ti merita e soprattutto innamorato perdutamente di un’altra donna.”
“Ora  basta Andrè smettila, lasciami in pace, perché mi tormenti in questo modo!?”
“Ti fa male ascoltare la verità, non è vero Oscar? Ma dove pensi che ti possa portare questo tuo amore? Te lo dico io, da nessuna parte, può solo danneggiarti.”
Attimi di silenzi.
 “Cosa c’è Oscar, non parli più? Cosa vuoi che ti dica? Di guardarti un poco intorno? Di aprire gli occhi? Non esiste solo Fersen, capisci almeno questo!?
Vedo gli occhi di Andrè riempirsi di lacrime, non capisco  … perché reagisce in questo modo, sta esagerando ma io non mi arrendo, insisto: “Andrè ma che diavolo ti prende, perché mi parli in questo modo? Non ti capisco e …”
Non lo capisci Oscar? Io .. io .. te lo già detto, ti voglio bene e non voglio che tu soffra ancora per lui.”
Lo guardo sono sconcertata, capisco che  suoi occhi vogliano dirmi altro ... ma no, cosa vado a pensare?! André mi vuole bene come se fossi sua sorella, sta soffrendo per l'altra.
Continuo imperterrita:“Andrè io continuo  a non capirti, è possibile che l’amore non corrisposto che provi per quella donna ti abbia reso tanto aggressivo?”
Lui non mi risponde, vedo le sue mani e la sua bocca tremare per la rabbia, è furioso, lo vedo allontanarsi, si avvicina al balcone, stringe le tende con forza, le sue parole sembrano urlare:  “E’ mai possibile che tu sia così cieca e non ti accorgi di nulla? Io sto soffrendo d’amore proprio come te e so perfettamente cosa significa amare e non essere riamato,  so che il mio amore è senza speranza proprio come il tuo … devi rassegnarti proprio come me!  … Ti prego, dimentica il conte di Fersen …”
Rimango esterrefatta, vedo Andrè piangere, è uscito dalla mia stanza correndo e sbattere la porta, non l'ho mai visto tanto arrabbiato.
Mi domando: “ Ma  perché André fai così? Continuo a non capirti ….”
   
 
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