Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Ricorda la storia  |      
Autore: Vega_95    18/05/2018    7 recensioni
«Adrien, a te piace Marinette? » gli domandò dal nulla.
Per poco non si soffocò con l'aria a quella domanda.
Perché scaldarsi? Non era la prima volta che gli ponevano quella domanda.
Aveva un comportamento così ambiguo con lei per venire frainteso continuamente?
«sì, cioè no. Non in quel senso» si sbrigò a rispondere, una volta ripreso a respirare: «siamo amici»
«oh... ok allora! » sembrò più sollevato Luka lasciandosi andare contro lo schienale della panchina.
«perché me l'hai chiesto? » s'incuriosì.
«nulla, mi sei sembrato un po' nervoso. Temevo di essere stato inopportuno» scrollò le spalle il ragazzo con le ciocche azzurre: «anche perché vorrei chiederle di uscire, ma non mi permetterei mai se tra voi ci fosse qualcosa» gli spiegò.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dopo il servizio fotografico sotto la tour Eiffel, Adrien aveva chiesto a Nathalie di poter avere un'ora libera prima di tornare a casa. Voleva passeggiare per la città, rilassarsi un po' per liberarsi dello stress, della tensione e dei mille pensieri che la sua doppia vita gli dava.
Sapeva che sia lei che la sua guardia del corpo l'avrebbero seguito a distanza, ma sarebbe stato meglio di niente.
Sarebbe stato bello poter chiamare qualcuno dei suoi amici per fargli compagnia, ma sapeva che Nino era impegnato con Alya e Marinette a fare la babysitter alla figlia di Nadia Chamack. Chloe... Aveva il terrore di chiamarla, chissà cosa si sarebbe messa in testa.

Non poteva immaginare che nell'esatto momento in cui si sarebbe discostato dal suo "seguito" avrebbe incontrato proprio lui, il fratello maggiore della sua compagna di classe Juleka: Luka Couffain.
«ciao Adrien! » lo salutò calorosamente con il braccio teso in alto.
Non si erano più visti dal video clip, ma aveva sentito le sue compagne di classe discutere spesso di lui, sempre in termini positivi, ovviamente.
«ciao!» rispose sorridente. Gli piaceva quel ragazzo, era carismatico e spontaneo, ciò che Adrien non era mai potuto essere, se non con la maschera e anche molto talentuoso con la chitarra.
«che fai da queste parti? Sei con i tuoi amici?»
«eh... No, avevo un servizio fotografico...» spiegò un po' imbarazzato indicando gli addetti che ancora smontavano il set.
«ah, già che tu...» sorrise nervosamente ricordando che Adrien era anche uno dei ragazzi più conosciuti e famosi della città. E come dimenticarlo dopo il trambusto di qualche tempo fa in cui tutto il web fu tappezzato di foto sue in compagnia di Marinette.

In fondo Luka sembrava un tipo simpatico, non avevano molta confidenza, ma colse l'occasione di quell'incontro per approfondire la conoscenza.
«mi hanno concesso un'ora buca» scherzò indicando con lo sguardo Nathalie «se non hai nulla da fare potresti farmi compagnia... Stavo andando a fare due passi » gli propose un po' impacciato.
«veramente avrei un mezzo impegno» ammise il ragazzo. «sono venuto solo a portare mia sorella...» disse notando una nota di delusione negli occhi del biondino, ma pensando alla cosa che doveva fare, gli venne in mente un'idea: «senti... Tu la conosci bene Marinette? »
Preso in contropiede, Adrien arrossi, non sapendo propriamente cosa rispondergli. A dirla tutta, faticava abbastanza ad avere una conversazione completa con quella ragazza. La più lunga che erano riusciti ad avere, era stata quel giorno in cui l'aveva trascinata per mezza Parigi in pigiama per sfuggire a quella folla di fan impazziti.
«sì... Più o meno» rispose incerto. Ovvio che conosceva Marinette, era una delle persone più fantastiche che avesse mai incontrato, non sapeva perché quella domanda l'avesse messo tanto in agitazione spingendolo a dare una risposta tanto evasiva.

«ottimo! » esultò Luka: «vorrei farle un regalo, ma non so bene come orientarmi, ti va di aiutarmi? »

«sì... sì va bene! » sorrise Adrien lasciandosi accompagnare alla moto del ragazzo che gli porse il casco di sua sorella.

Nathalie e la guardia del corpo s'irrigidirono non appena lo videro saltare in sella alla moto di quel ragazzo, ma non ebbero il tempo di fermarlo. Adrien stava crescendo e ormai faticoso riuscire a stargli dietro in tutti i suoi colpi di testa. L'avrebbero seguito in auto senza, però, farne parola con il sig. Agreste.

Svincolandosi tra il traffico parigino, i ragazzi arrivarono a Forum des Halls in poco tempo permettendo ad Adrien anche di tirare un respiro di sollievo quando si accorse che le sue "tate" erano rimaste imbottigliate nel traffico.

Mandò velocemente un messaggio alla segretaria di suo padre in cui la informava che loro iniziavano a girare per il centro commerciale.

Luka studiò attentamente tutti i negozi, domandandosi da quale fosse meglio cominciare, forse un gioiello avrebbe potuto fare piacere alla ragazza e, seguito dal biondino, entrò senza esitazione esaminando gli espositori.

«credi che le possano piacere questi orecchini? » domandò al ragazzo in sua compagnia mostrandogli un paio di fiocchetti rosa con un brillantino al centro.

In effetti erano molto nello stile di Marinette, ma Adrien storse il naso, dubbioso.

«non so... di solito ne indossa un paio... credo ci sia affezionata, non li toglie mai» gli spiegò, accorgendosi solo in quel momento di quanto fosse stato sempre attento a quel dettaglio.

«sì, capisco» annuì l'altro cambiando espositore, mentre lo sguardo di Adrien cadde su un ciondolo a forma di coccinella rossa che lo fece sorridere. Magari avrebbe potuto comprarlo per Ladybug, avrebbe atteso l'occasione giusta per darglielo, un piccolo pensiero per la sua amata e un passo in avanti per conquistarla.

«e se le prendessi questo portafortuna? »

La voce di Luka arrivò lontana, mentre Adrien pensava ancora a quel ciondolo e alla sua amata, ma si ridestò scattando come colto da una scossa quando lo sentì porgli quella domanda.

«no! »

Forse aveva avuto una reazione un po' esagerata.

Già Adrien, perché hai reagito così?

Si domandò, sentendosi gli occhi dell'amico, di Plagg e di un paio di commesse del negozio addosso, rimasti colpiti dal suo scatto improvviso.

«cioè... volevo dire che Marinette non è tipo da queste cose» mentì spudoratamente a bassa voce avvicinandosi all'espositore per vedere di cosa si trattava.

Perché aveva mentito?

Lui per primo gliene aveva regalato uno al compleanno e vista la sua reazione sembrava averlo apprezzato parecchio.

Forse era quello il motivo, temeva che un secondo Lucky Charm avrebbe potuto sostituire quello che lui si era premurato di fare con tanta pazienza per lei.

«non credo che qui troveremo quello che cerchi» provò a dissuaderlo, uscendo con lui dal negozio per cercare qualcos'altro.

Gira e gira, esaminarono negozi d'abbigliamento di ogni genere, oggettistica, ma non trovarono nulla.

Almeno Adrien non trovò nulla, Luka aveva proposto mille mila possibili soluzioni.

Con i piedi doloranti, si lasciarono andare entrambi su una panchina.

Adrien si sentiva tanto la fidanzatina della situazione, quella che trascina il compagno al centro commerciale facendolo impazzire, mentre lei corre da una parte all'altra, anche se in quel caso non avevano comprato assolutamente nulla.

Luka si era accorto che qualcosa non andava, forse Adrien non era proprio la persona più azzeccata a cui chiedere consiglio. Stava per chiedergli qualcosa, quando il suo accompagnatore lo anticipò.

«posso chiederti, perché vuoi comprare un regalo a Marinette? ». Ci stava pensando da quando si erano incontrati, non c'erano feste imminenti, compleanni o ricorrenze, per cui non riusciva a capire.

Notò un certo imbarazzo in lui all'ascoltare quella domanda, ma avrebbe comunque dovuto aspettarsela, infatti, dopo un primo momento di incertezza, tornò a sorridere.

«è fantastica ed è stata così incredibilmente coraggiosa quando mia madre è stata colpita dall'akuma... vorrei solo farle un pensiero per ringraziarla e anche per lo splendido lavoro che ha fatto per la custodia della mia chitarra» ammise cercando velocemente sul cellulare la foto della custodia personalizzata in perfetto stile Jagged Stone, per mostrargliela.

Lo stesso Adrien ne rimase colpito, era veramente un bel lavoro, come tutte le opere di Marinette, ammise senza indugio.

Effettivamente, con tutte le volte che lo aveva aiutato, che era stata gentile con lui, Adrien non aveva mai pensato di farle un regalo per ringraziarla. Probabilmente quella, dopo l'incidente con la folla impazzita, sarebbe stata l'occasione giusta. Un regalo in amicizia, ovvio, ma comunque un regalo.

Luka gli stava mostrando ancora nei dettagli lo splendido lavoro della loro amica, decantando le sue doti, quando Adrien se ne uscì con un sospiro che dava pienamente ragione alle sue lodi.

«è vero, è fantastica» disse con aria sognante, tornando con i piedi per terra quando sentì Plagg pizzicarlo da sotto la camicia.

Avrebbe voluto disperatamente dare una spiegazione a quell'affermazione, ma la domanda di Luka lo batté sul tempo e se prima la sua espressione poteva dirsi imbarazzata, Plagg non seppe proprio come definire il livello successivo che gli fece raggiungere, forse collasso.

«Adrien, a te piace Marinette? » gli domandò dal nulla.
 

Per poco non si soffocò con l'aria a quella domanda.
Perché scaldarsi? Non era la prima volta che gli ponevano quella domanda.

Aveva un comportamento così ambiguo con lei per venire frainteso continuamente?

«sì, cioè no. Non in quel senso» si sbrigò a rispondere, una volta ripreso a respirare: «siamo amici»

«oh... ok allora! » sembrò più sollevato Luka lasciandosi andare contro lo schienale della panchina.
«perché me l'hai chiesto? » s'incuriosì.

«nulla, mi sei sembrato un po' nervoso. Temevo di essere stato inopportuno» scrollò le spalle il ragazzo con le ciocche azzurre: «anche perché vorrei chiederle di uscire, ma non mi permetterei mai se tu e lei...» gli spiegò.

«siamo amici» tagliò corto Adrien. Si accorse solo in un secondo momento che stava stritolando il portafortuna di Marinette che portava in tasca, lo strinse fino a sentire male e solo allora si rese conto di quanto quel discorso l'avesse innervosito.

«grande! Allora nessuno problema» esultò.

Già. Nessun problema.

Doveva essere la stanchezza a metterlo così tanto a disagio, forse avrebbe fatto meglio a tornare a casa, ma qualcosa attirò la sua attenzione facendolo balzare in piedi di colpo entrando nella cartoleria di fronte a loro seguito da Luka.

«credi che qualche oggetto di cancelleria potrebbe farle piacere? »s'incuriosì il ragazzo risvegliando di nuovo Adrien dal suo piccolo mondo sognante in cui la sua mente stava macchinando chissà cosa.

«s-sì... forse» rispose incerto.

Aveva visto qualcosa, qualcosa che aveva attirato la sua attenzione e poi era sparita.

Si divisero, mettendosi in cerca del regalo perfetto.

Finalmente Adrien lo trovò. Era un blocco da disegno con la copertina personalizzabile.

L'ultima volta che aveva visto Marinette disegnare, aveva notato che il suo album stava per finire e che molto presto gliene sarebbe servito uno nuovo. Ed eccolo lì il regalo perfetto, quello che portava stampato a lettere cubitali il nome di Marinette.

Sorrise vittorioso, deciso ad acquistarlo immediatamente, magari insieme a quei graziosi adesivi con fiori e gattini con cui avrebbe potuto decorare la copertina.

Non li aveva ancora presi, quando una presenza si palesò alle sue spalle incombendo con i suoi centimetri d'altezza in più e chinandosi sopra la sua spalla.

«mmh... credi che potrebbe andare? » gli domandò Luka fissando l'album da disegno.

«eh... sì» annuì amaramente Adrien a cui non venne in mente alcuna scusa per giustificare quel quaderno dalla copertina di tessuto rosa tra le sue mani, per poi porgerglielo.

«fantastico! Grazie Adrien! » esultò, precipitandosi alla cassa prima di avere qualche ripensamento.

Adrien sorrise amaramente, mentre lo vedeva mettersi in fila.

«perché gliel'hai lasciato? » s'intromise Plagg, leggendo chiaramente la delusione sul viso del suo amico.

«è giusto così» scrollò le spalle, accontentandosi degli stencil con i gattini.

«potevi dirglielo che lo volevi prendere tu» insistette il kwami.

«non importa chi glielo regali, basta che faccia felice Marinette» disse d'istinto, arrossendo sulle sue stesse parole, immaginando il volto solare e sorridente della compagna di classe. La immaginò scartare il pacchetto avvolto in carta rosa a pois bianchi illuminandosi alla vista del blocco e delle decorazioni, sollevando poi lo sguardo verso di lui per ringraziarlo nel modo migliore.

«Adrien? ». Luka lo chiamò un paio di volte, risvegliandolo dal suo mondo dei sogni per fargli notare di essere arrivati alla cassa e che necessitava ancora una volta del suo consiglio.

Aveva chiesto alla commessa di fargli un pacchetto, ma quando lei gli chiese quale carta preferisse, Luka si trovò incerto, cercando di nuovo l'aiuto del suo amico che si vide mettere davanti una carta rosata a pallini bianchi e neri e una azzurrina con farfalline sparse qua e là.

D'istinto indicò quella rosa a pallini bianchi, era ovvio che fosse quella giusta per la loro amica.
Cercò di non fossilizzarsi troppo su quella stupidaggine, era solo carta regalo che avrebbe fatto a pezzi e buttato subito.
Arrivato il suo turno, Adrien posò in cassa gli adesivi notando subito lo sguardo confuso di Luka.

«roba di scuola» mentì di nuovo. Chissà perché gli veniva così naturale non dirgli la verità, non ci sarebbe stato nulla di male ad ammettere che anche lui voleva fare un regalo alla sua amica e invece si stava nascondendo e si era fatto soffiare da sotto il naso il blocco che voleva comprale.

«basta così? » chiese la commessa, in attesa che Adrien la pagasse. Stava per annuire e tirare fuori i soldi, quando vide un grazioso portachiavi a forma di coccinella che aggiunse subito alla sua spesa.

«vuoi un sacchetto? »

«sì, grazie» annuì con un sorriso grato, mentre tirava fuori i soldi.

Non avrebbe dato altre spiegazioni a Luka, poteva pensare quello che voleva. Lui non aveva bisogno di consigli per fare un regalo alla sua Marinette.
Dopo quel pomeriggio di compere, finalmente Nathalie e la guardia del corpo li raggiunsero all'ingresso del centro commerciale, scusandosi per il ritardo.

Ormai era ora di andare e Adrien si sentì quasi sollevato, per una volta.

«grazie, Adrien! » lo salutò Luka agitando la mano sopra la testa, mentre il ragazzo si avviava alla macchina salutandolo di rimando con lo stesso sorriso.

***

Da quando si era allontanato da occhi e orecchi indiscreti, Plagg era uscito dalla camicia del suo portatore, non riuscendo a smettere di ridere, mentre lui ancora borbottava e stritolava il sacchetto bianco nelle mani.

«non ci posso credere! » gridò il kwami non appena Adrien richiuse la porta della sua stanza.

«hai capito male, Plagg! » insistette il ragazzo, ma c'era poco da fraintendere a quello che gli era scappato di dire in macchina, mentre rimuginava su quello che era successo, finendo per trasformare quel pensiero che gli era girato per la mente alla cassa della cartoleria, in parole vere e sonore.

«cosa c'è da male interpretare in "la mia Marinette"» esclamò in una risata ancora più fragorosa, ricordando poi la faccia stranita che fece Nathalie quando glielo sentì dire e l'assoluto silenzio in cui cadde lui, incapace di formulare una qualunque spiegazione sensata, mentre un color lampone tingeva vistosamente le sue gote.

«ah falla finita, sono stanco e mi è scappato di pensare ad alta voce» si giustificò abbandonando il sacchetto sulla scrivania, prima di lasciarsi cadere sul letto.

«di la verità, che sei geloso» lo punzecchiò il kwami, mentre addentava un pezzo di formaggio.

«non è vero! » gridò subito scacciandolo da sopra il suo naso con la mano, balzando in piedi e afferrando il pallone da bascket, in un angolo della stanza, nuovo, mai usato, e lo lanciò nel canestro. Non fece centro e quando la palla gli rimbalzò in mano, per la rabbia, la lanciò contro il muro vedendosela poi ritornare colpendolo in testa.

Rimase steso sul pavimento di moquette per un tempo che non seppe contare, contemplando il soffitto, svuotando la mente di tutti i pensieri e sforzandosi di non pensare al male alla testa.

«cosa dicevi della gelosia? » gli mormorò all'orecchio Plagg, morto dalle risate quando lo vide ringhiare per quel canestro mancato, prendendosela con la palla.
«vuoi la verità? » sbuffò Adrien decidendo di alzarsi per andare in bagno a bagnarsi la fronte. «volevo prenderlo io quel blocco da disegno» tagliò corto inumidendo l'asciugamano e tamponandosi.

Sapeva che quella era solo una parte della verità, ma dell'altra non ne era consapevole nemmeno lui.
Sbuffò e tornò alla scrivania ricordandosi improvvisamente dei suoi acquisti da incartare.

Aveva qualche rimasuglio della carta da regalo che aveva usato per impacchettare il suo regalo di compleanno e la usò per il ridotto pensiero che aveva nel sacchetto di carta bianca.

All'inizio pensò di allegarci anche un bigliettino, ma non trovando le parole giuste da scrivere, lasciò perdere, dirglielo di persona sarebbe stato meglio.

Non ci sapeva proprio fare con i bigliettini, ne aveva già avuto un assaggio il giorno di San Valentino, quando provò a scrivere una lettera d'amore a Ladybug, senza il minimo successo.

***

Era dall'inizio delle lezioni che Adrien tentennava sul momento giusto per avvicinare Marinette e darle il suo regalo, voleva farlo prima di Luka, sperando che lui non l'avesse già fatto.

Anche se non avrebbe dovuto, durante i momenti liberi, in classe, aveva allungato spesso l'orecchio per captare qualche informazione al riguardo nei discorsi delle amiche dietro di lui, con poco successo.
Pensò che la ricreazione sarebbe stato il momento perfetto per parlarle, invece esitò e Alya la portò via come al solito sedendosi con lei sulla panchina accanto alle scale.
Nascosto da una piglia, al piano di sopra, Adrien le osservò appoggiato alla ringhiera.
Non capiva, perché si era preso tanto a cuore quella storia? Perché gli era venuto il punto fisso di doverle fare assolutamente un regalo? Certo, Marinette era dolce, gentile, carina, la sua prima vera amica dopo Nino, era spontanea e sempre disponibile con tutti, ma se doveva dirla tutta, non aveva mai visto Kim o Ivan farle un regalo, così dal nulla, solo perché era gentile e carina.

I suoi occhi si calamitarono su di lei nel momento in cui vide le sue guance arrossarsi, mentre le labbra si incurvarono in un sorriso luminoso, quando scoppiò a ridere di fronte a qualcosa che le aveva detto Alya. Automaticamente anche le labbra di Adrien si piegarono in un tenero sorriso e le sue spalle si rilassarono facendo scivolare il busto contro le braccia appoggiate alla ringhiera.

«ehi amico, fumi». Lo risvegliò Nino con una risata, prendendolo in contropiede e facendogli scostare lo sguardo dalle ragazze: «vai a fuoco». Lo prese in giro, notando la sua espressione confusa.

Effettivamente il viso del biondino si era colorato vistosamente di rosso e si sbrigò a coprirlo con i palmi, domandandosi di colpo il motivo.

«come mai guardavi Marinette? »

«Marinette? » spalancò gli occhi Adrien che lentamente stava tornando del suo colore.
«beh guardavi le ragazze» scrollò le spalle Nino: «e voglio augurarmi che non stessi facendo pensieri sulla mia ragazza» lo fulminò, severo, con lo sguardo Nino.

Raramente vedeva quello sguardo minaccioso sul volto del suo amico, ovviamente non guardava e non pensava ad Alya, ma non avrebbe mai ammesso, per nulla al mondo, che la sua attenzione era attirata dalla moretta che rideva ancora con la sua migliore amica. Per sua fortuna Nino stava solo scherzando e lo capì quando gli mostrò un sorriso divertito che lo fece tornare a respirare.

«comunque... che succede con Marinette? » gli domandò, tornando a torturarlo con un nuovo sguardo, quella volta molto malizioso, squadrandolo dal basso verso l'alto tenendosi il mento tra il pollice e l'indice. «cosa confabuli con la nostra dolce Marinette? »

«n-niente...» esitò e balbettò, indietreggiando.

«tu non me la racconti giusta » si fece serio Nino mettendosi le mani ai fianchi, fino a quel momento aveva solo scherzato, ma capì che in realtà qualcosa sotto c'era.
«no è solo che dovrei dirle una cosa, ma Alya...» provò a fargli capire.

Se il problema era solo quello, il suo amico avrebbe potuto risolverlo in un momento, gli bastava chiedere e lui sarebbe andato a prendere la sua ragazza per lasciargli campo libero, ma Adrien declinò l'offerta.

«non importa, glielo dirò all'uscita» disse gesticolando con le mani, pur ringraziandolo dell'offerta.
«ok, ma... cosa devi dirle di così segreto? » tornò a farsi allusivo per allentare la tensione, tornando ad avere quello sguardo malizioso e indagatore che posizionò proprio sotto di lui.

«non... non è segreto, ma...è personale» cercò di spiegarsi.

Si vergognava da morire all'idea di doverle dare quel regalo davanti a tutti, non volveva essere frainteso, ma solo fare un gesto carino per la sua amica.

Rientrando, le ragazze, così assorte nella loro conversazione, non si accorsero di Nino e Adrien, davanti a cui sfilarono senza nemmeno salutarli.

Stavano per entrare in classe, quando Marinette si bloccò sulla porta sfilando il cellulare dalla tasca posteriore dei pantaloni.

«è Luka» disse ad alta voce, facendo scattare le antenne di Alya, ma anche di Adrien che si ritrovò a contrarre inconsciamente la mascella. Erano abbastanza vicine da sentire ogni cosa, senza il minimo sforzo.

«ooh! Ha il tuo numero! » sghignazzò Alya.

Altro segnale che fece scattare Adrien.

La conosceva dall'inizio della scuola e non aveva ancora il suo numero di telefono. Luka lo conosceva da quanto? Settimane? Si erano già scambiati i contatti.

Di fronte all'esortazione di Alya di sapere cosa diceva il messaggio, Marinette lo lesse ad alta voce, inconsapevole che i due ragazzi dietro di loro le stessero ascoltando.
«dice che viene a prendermi dopo la scuola, ha una sorpresa»

Il corpo di Adrien si rilassò improvvisamente quando la sentì leggere, si sentì completamente svuotato, senza un'apparente ragione. La sorpresa doveva essere il blocco da disegno, ma pensarci, quella volta, non lo fece innervosire, ma avvertì un nodo allo stomaco.

«amico, stai bene? ». si preoccupò Nino, vedendolo impallidire di colpo.
«sì...» annuì distrattamente.

«meglio che quella cosa gliela dici adesso, hai sentito? Ha un impegno dopo scuola»

Ed eccolo a rigirare il coltello nella piaga.

Desideroso di sentire qualcosa di diverso dalle risatine ammiccanti di Alya che cercava in ogni modo di mettere in imbarazzo l'amica e di scucirle informazioni succose sul loro appuntamento, Adrien s'infilò in classe attraverso lo spazio che avevano lasciato libero.

Urtò la spalla di Marinette per sbaglio, ma almeno le ricordò che c'era anche lui in classe. Si erano a malapena salutati da quando era entrata in classe, in ritardo.

«scusa»

«non fa niente» scosse la testa la compagna di classe con uno dei suoi solari sorrisi, prima di tornare a parlottare con Alya.

Non gliel'avrebbe mai dato di persona il regalo, sarebbe stato inutile.

Si voltò notando che aveva lasciato lo zaino aperto e così, con un gesto furtivo, lasciò scivolare il pacchetto all'interno della zip rosa.

Lo sentì scivolare fino in fondo e per un momento gli parve anche di sentire uno squittio, come se avesse colpito qualcosa di vivo all'interno, ma era praticamente impossibile che Marinette portasse un topolino a scuola o qualsiasi altra cosa del genere.

Smise di porsi domande assurde, la lezione stava per ricominciare e le sue compagne ripresero posto dietro di lui.

Voleva uscire in fretta, salire in macchina e tornare a casa, prima che arrivasse Luka.

Due furono i motivi per cui fu costretto ad assistere alla scena: il primo era che aveva chiesto al suo autista di tardare di qualche minuto quella mattina, perché voleva fermarsi a parlare con i suoi amici; il secondo fu che Luka era già lì davanti a scuola sulla sua bella moto.

Sbuffò e poi sfoggiò il sorriso più falso che si fosse mai visto, quando lo vide alzare il braccio per salutarlo da lontano, ricambiò il gesto con un cenno, ma non si avvicinò.

Invece Juleka e Rose lo raggiunsero scambiandosi qualche parola, per poi proseguire verso casa.


«guarda Marinette! Luka è già arrivato! » esclamò Alya uscendo da scuola, con un tono di voce un po' troppo alto. Adrien ebbe la sensazione che l'avesse fatto apposta, ma non ebbe ben chiaro il perché, sentì solo Marinette pregarla di parlare più piano balbettando e arrossendo come suo solito.
«caspita, che bella moto» commentò ancora la bruna sistemandosi gli occhiali sul naso per guardarla bene.

Per la seconda volta, quel giorno, Marinette gli sfilò accanto senza neanche salutarlo avvicinandosi al ragazzo dalle ciocche azzurre che si fece avanti andandole incontro.
Anche se gli dava le spalle, da come si mosse, fu sicuro che gli stesse rivolgendo quel bellissimo sorriso e da come rise Luka, probabilmente aveva appena detto una di quelle cose strane e incomprensibili che la fecero imbarazzare e per ovviare alla situazione, le scompigliò la frangetta.

Non credeva fossero così tanto in confidenza, doveva essersi perso qualcosa, perché dopo aver indicato la moto, le prese la mano tirandola verso di essa e dopo essersi messa il casco, sfilarono via, per andare chissà dove.

«Adrien, tutto bene? » lo risvegliò la voce di Alya, mentre i suoi occhi fissavano ancora il punto in cui la moto aveva svoltato per sparire nel traffico parigino.

«sì...» mormorò distratto: «scusa, devo andare. A domani » salutò sia lei che Nino, dirigendosi verso la macchina che aveva appena parcheggiato.

Nulla ripagò la soddisfazione che pervase Alya in quel preciso momento, mentre fissava il compagno di classe salire in macchina con un ghigno malefico.

***

Adrien rientrò in stanza dalla cena posando il camembert sul tavolino.
Plagg vi si fiondò mandando giù un pezzo dietro l'altro ad una velocità allarmante.

«vacci piano, non te lo ruba nessuno» ridacchiò Adrien sedendosi sul divano e accendendo la tv.

«devo caricare le batterie! » commentò il kwami che aveva già divorato mezza forma di formaggio.

Fu difficile da credere per il ragazzo, non aveva fatto nulla tutto il giorno.

Attese pazientemente che finisse picchiettando nervosamente il dito sul ginocchio, mentre guardava distrattamente un programma a caso sullo schermo.

«andiamo? »

Richiamò la sua attenzione Plagg volando via dal piatto vuoto.

«dove? » sgranò gli occhi Adrien, finto tonto con il kwami che aveva già capito le sue intenzioni dal suo ingresso in camera con quella generosa forma di formaggio.

«muori di curiosità. Vai a farti raccontare tutto per filo e per segno come un'allegra comare» lo punzecchiò divertito Plagg, a braccia conserte di fronte ad un Adrien sempre più imbarazzato, beccato in pieno nella sua troppo evidente curiosità.

«mi stupisce che tu non li abbia seguiti, oggi» non smise di provocarlo.
«avevo da fare» sbuffò il ragazzo, correggendosi subito dopo: «e poi sono fatti loro»

Avrebbe potuto continuare per tutta la sera, era troppo divertente vedere quel ragazzino fare finta che non gli importasse, mentre si rodeva il fegato. Aveva faticato a mantenere la calma, durante tutta la lezione di cinese, era così distratto che sembrava parlare una lingua nuova, l'insegnante l'aveva dovuto riprendere più e più volte.

«Plagg, trasformami! »

Poco dopo il gatto nero di Parigi saltava sui tetti diretto all'attico della sua compagna di classe. Non c'era più tornato dopo quella sera. Non le aveva mai chiesto chi fosse il ragazzo che le aveva spezzato il cuore, come Adrien certamente non avrebbe potuto farlo e come Chat Noir non ne ebbe più la possibilità.

***

Marinette era serena e felice, aveva passato un bel pomeriggio con Luka e lui le aveva persino fatto un regalo delizioso. Combinazione aveva esaurito i fogli del suo album la sera precedente e il suo regalo capitò a fagiolo.
Svuotando lo zaino, però, trovò un altro pacchetto, questo azzurro con una piccola greca bianca.

«e questo?» si domandò un po' sorpresa osservando.
«aprilo» la esortò Tikki.

«ma...» si sorprese.

Gli adesivi erano davvero adorabili e la coccinella la fece sussultare.

Chi poteva averle messo quell'adorabile regalino nello zaino?
Doveva essere il giorno di Marinette a sua insaputa. Due regali in un giorno.
La cosa curiosa fu che gli stickers si abbinavano perfettamente al suo nuovo album, come se fossero stati acquistati dalla stessa persona, ma gli incarti, la cura con cui erano stati fatti, era diversa. Uno abbastanza preciso e schematico, come quello che solitamente fanno le commesse dei negozi, l'altro un po' più artigianale, la carta piegata forse una volta di troppo, ma molto preciso e ben curato.

Arricciò le labbra sforzandosi di pensare chi e perché le avesse fatto quel bel regalo.

***

Arrivato a breve distanza da casa dell'amica, Adrien si bloccò.

Era arrivato a casa sua e poi? Cosa le avrebbe detto? Perché Marinette avrebbe dovuto confidarsi con Chat Noir?

Scosse la testa. Non poteva farsi trovare sul suo balcone come un gatto randagio ogni volta che aveva un problema. Non poteva abusare a quel modo della sua gentilezza.

Consapevole di ciò, si lasciò cadere seduto sul tetto del palazzo accanto a casa sua rimuginando su quello che Plagg continuava a chiamare "attacco di gelosia".

Era stato davvero antipatico e ingiusto nei confronti di Luka, non voleva esserlo, eppure aveva quasi boicottato il suo tentativo di essere gentile con Marinette.

«cosa c'è che non va in te, stupido gatto» borbottò scompigliandosi i capelli in cerca di una spiegazione ragionevole a quei mille pensieri che lo turbavano da quel pomeriggio.
 

Ancora immerso nei suoi pensieri, fu risvegliato da un paio di dita che picchiettarono sulla sua spalla.

Timoroso che fosse un akumizzato, si voltò di scatto trovandosi faccia a faccia con la bella eroina a pois che popolava i suoi sogni a occhi aperti e chiusi.


«fai una passeggiata notturna, micetto? » gli domandò divertita Ladybug sedendosi accanto a lui.

«M'Lady»

Marinette capì all'istante che qualcosa non andava nel suo amico, aveva visto solo poche volte quell'aria abbattuta sul suo viso e una di quelle era stata per colpa sua.

«che succede? »

«nulla... anzi, nulla che possa dirti, visto che non dobbiamo sapere nulla l'una dell'altro» sospirò. Non voleva essere acido, ma quella era la pura e semplice verità. Parlare dei suoi problemi come Adrien l'avrebbe esposto in quel modo che Ladybug non gradiva.

«facciamo un'eccezione per stavolta? Sembra davvero che tu abbia bisogno di parlare con qualcuno».

Lo sorprese rivolgendogli un caldo sorriso. Per un momento, Adrien ebbe l'impressione che accanto a lui ci fosse Marinette e non Ladybug, quel sorriso così solare e familiare lo mise a suo agio.

«probabilmente riderai di me quando te lo dirò» sorrise rivolgendo lo sguardo verso l'orizzonte illuminato dalle luci di Parigi. «ho fatto un regalo ad una mia amica, ma... non le ho detto che era da parte mia. L'ho nascosto nel suo zaino a scuola».

Ladybug rimase in silenzio ad ascoltarlo, senza lasciar trasparire la minima emozione per paura di urtarlo.

«ho incontrato un mio amico l'altro giorno, diciamo più il fratello di una compagna di classe... sì, insomma ci siamo incontrati paio di volte, ma non abbiamo parlato molto... Mi ha chiesto di aiutarlo a cercare un regalo per la mia amica, perché lei è sempre dolce e gentile e voleva ricambiarla. Ho pensato che avrei dovuto farlo anch'io, non hai idea di quante volte mi abbia aiutato e mi sia stata vicino quando ne avevo più bisogno»

«mi sembra un'idea carina» commentò Ladybug, per colmare il silenzio che aveva lasciato Chat Noir, torturandosi le mani.

«già, lo pensavo anch'io» rise il ragazzo ciondolando la testa all'indietro: «ma non ce l'ho fatta. Sì, il regalo l'ho preso e suppongo l'abbia già trovato, ma non saprà mai che è da parte mia»

Con il labbro stretto in un morso doloroso, Marinette spiò con la coda dell'occhio il suo amico, senza mai smettere di torturarsi mani.

«avevo trovato la cosa giusta, insomma quando l'ho visto ci ho praticamente letto il suo nome sopra senza che vi fosse scritto, ma l'ha visto anche lui e mi vergognavo ad ammettere che volevo copiare la sua idea, così ho ripiegato su qualcos'altro. La cosa divertente è che si abbina perfettamente al suo regalo. Da quello che ne so, lui la conosce si e no da un paio di settimane, io dall'inizio della scuola e in tutto questo tempo non ho mai pensato di ringraziarla per tutte le volte che mi è stata vicina, per i regali, per... per tutto, insomma è fantastica, sarà che non ho mai avuto molti amici, ma credo che lei sia una delle persone migliori che abbia mai conosciuto »

Si fermò, rendendosi conto solo in quel momento del sorriso che gli era apparso in viso, mentre decantava le lodi di Marinette perdendosi tra le stelle. «ah, scusa. Non vorrei che mi fraintendessi, Ma...»

Si zittì di nuovo quando notò le guance arrossate di Ladybug e gli occhi lucidi fissi sulle sue mani intrecciate.

«tutto bene? Ho detto qualcosa che...»

Marinette scoppiò a ridere, una risata nervosa, ma molto liberatoria che confuse non poco Chat Noir, prima di farlo sentire un completo idiota per quelle turbe mentali che si stava facendo da due giorni.

«lo so, è stupido. Il mio kwami dice che sono geloso, forse ha ragione, ma non so se è in quel senso che...»
«no» lo interruppe Ladybug: «non credo sia gelosia» sospirò l'eroina chinandosi in avanti appoggiando il viso sui palmi:« è solo che l'hai sempre data per scontata e ora che questo tuo amico ti ha aperto gli occhi, ti senti un po' a disagio».

La definizione perfetta a ciò che Adrien in due giorni non era mai riuscito a definire. Come sempre, Ladybug sapeva essere unica e incredibile sotto ogni aspetto, come amica, come eroina, come confidente.

«oggi un mio amico mi ha fatto una sorpresa» disse, già che erano in vena di confidenze. «è il fratello di una mia amica, ci siamo conosciuti non molto tempo fa. Non fraintendermi, lui mi piace e per un momento ho dubitato di...».

Si fermò, incerta se nominare Adrien, ma lui fuorviò al problema completando la frase per lei.

«dei tuoi sentimenti per quel ragazzo»
«sì» ammise con amarezza, nessuno avrebbe mai cancellato Adrien dal suo cuore, per quanto avesse potuto provarci, con la gentilezza, con i regali, con una canzone. «è venuto a prendermi a scuola e abbiamo passato il pomeriggio insieme» disse, ripercorrendo la giornata passata in compagnia di Luka. «è stato divertente, lui è davvero un ragazzo sorprendente. Solo che poi...»

Si fermò di nuovo mordendosi nervosamente il labbro, incerta su quello che avrebbe detto, sarebbe stato esporsi come Marinette? Avrebbe fatto male al ragazzo?

«dimmi solo se devo fare i conti con questo tipo» proruppe l'eroe dai capelli color limone, battendo il pugno contro il palmo della mano con un'aria minacciosa, che ebbe più dell'esilarante che dello spavento, riuscendo a strappare una risata alla ragazza.

«ritrai gli artigli, micetto» ridacchiò, sollevando poi lo sguardo sulle stelle. «mi ha chiesto se potevamo vederci ancora, inteso come più che amici»
«e tu cosa gli hai risposto? » sgranò gli occhi Chat Noir. Il suo cuore aveva iniziato a sbattere violentemente nel petto, i rumori della città avevano iniziato ad arrivargli ovattati nelle orecchie e il respiro bloccato in gola per l'ansia.

«no» rispose brevemente Marinette: «gli ho spiegato che c'è già un'altra persona nel mio cuore» gli riferì guardando il suo compagno con la coda dell'occhio, mentre un dubbio, o meglio una certezza s'insinuava dentro di lei. «e che sarà difficile mandarla via così facilmente. Lui mi piace, è un buon amico. Sa risollevarmi il morale e mi sa stare accanto. Figurati, mi ha persino fatto un regalo per averlo aiutato a fare una cosa da niente» rise.

Il cuore di Chat Noir perse un battito, l'aveva detto davvero? Un regalo, per averlo aiutato...

No, impossibile. Si disse, ma le sue labbra si erano già inarcate in un sorriso gioioso al solo pensiero.

Chiuse gli occhi un momento assaporando l'idea, dopo di che si alzò stiracchiandosi la schiena.

«si sta facendo tardi» disse porgendole la mano per rialzarsi: «dicono che un buon sonno ristoratore sia il miglior trattamento di bellezza in assoluto, ho ragione M'Lady? » ammiccò.

«perfettamente» scherzò lei.

Si guardarono per un momento negli occhi stringendosi la mano, mentre un pensiero prendeva piede nelle loro menti e nei loro cuori, tradotto in quei dolci sorrisi che illuminavano i loro visi mascherati.

«buonanotte, Insettina» la salutò lasciandosi andare un galante baciamano a cui, stranamente, Marinette non si oppose.
«buonanotte, Micetto»

***

Anche una volta tornato a casa, quel sorriso non abbandonò il viso di Adrien.

Non quando spense lo stereo, nemmeno quando preparò la borsa per il giorno dopo o quando si lavò e cambiò per andare a dormire.

«serata interessante, eh? » ammiccò Plagg, ma il suo portatore non lo ascoltava, gli diede solo una scatola di camembert con cui strafogarsi, mentre spegneva la luce e accendeva quella accanto al letto.

Aveva preso il telefono per impostare la sveglia e metterlo in carica per il giorno dopo, quando gli vibrò in mano facendogli arrivare una notifica da un numero sconosciuto.

Grazie, Adrien

Diceva il messaggio e in allegato trovò la foto del blocco da disegno decorato elegantemente dagli adesivi e dal ciondolo a forma di coccinella.

Se quello di prima era un sorriso, quello che seguì a quella foto, Plagg non seppe proprio definirlo, cosa c'era di più grande di un sorriso di gioia? Del calore che sentì arrivare dal cuore del suo amico mentre fissava lo schermo del telefono, come un bambino il giorno di Natale, guardava i regali.

Adrien si mise a letto, senza mai spostare lo sguardo dallo schermo e solo quando fu steso, se lo portò al petto e sussurrò.

«grazie a te, M'Lady»

 

 

-------------

 

Ok... Intanto salve a tutti!
I'm back!
Poi... FINALMENTE
Voi non avete idea da quanto avevo in wip questa fanfic XD
 

Ho ancora le idee un po' confuse sul ruolo di Luka, non sono una fan sfegata della Lukanette, ma non la schifo neppure, trovo che Luka sia un personaggio molto interessante con del potenziale che, speriamo, potremo conoscere meglio nelle prossime puntate e stagioni...
Tornando a noi spero che la fan fiction vi sia piaciuta, soprattuto gli strati di nutella che hanno lasciato gli occhi dei nostri tontoloni preferiti... aspetto i vostri commenti e i vostri pareri :)

Un saluto e un bacio

Vega

   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: Vega_95