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Autore: Sgrissi    18/05/2018    2 recensioni
Post Infinity War.
SteveXBucky
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"Le ginocchia cedettero e Steve si ritrovò circondato da dura terra e cenere, senza la forza di muoversi, senza la forza di respirare."
Genere: Angst, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Le ginocchia cedettero e Steve si ritrovò circondato da dura terra e cenere, senza la forza di muoversi, senza la forza di respirare.

Dopo il trattamento con il siero del Dottor Erskine non aveva più avuto alcun problema di asma, ma quello che stava passando adesso, era peggio di qualsiasi attacco d’asma avesse mai provato in passato. Non solo non riusciva più ad inalare ossigeno, ma era come se il suo stesso corpo stesse producendo una sorta di veleno che dal cuore e attraverso le vene, andava ad infettare ogni organo, ogni muscolo, ogni cellula, lasciandolo a morire lentamente e dolorosamente, senza che lui potesse fare qualcosa al riguardo. Aveva provato questa sensazione solo una volta nella sua vita e tutto quello a cui riusciva a pensare fu : “Non di nuovo.”
I ricordi di Bucky che cadeva da quel treno in corsa tornarono a colpirlo violentemente. Era stata colpa sua. Era lui che l’aveva coinvolto in quella missione mortale. Era lui che l’aveva portato alla morte. Lui e la sua presunzione di essere così forte, in grado di proteggerlo da tutto e tutti. Lui e quell’egoismo che lo voleva al suo fianco in ogni occasione. Rivide l’immagine del suo migliore amico cadere nel vuoto, così come l’aveva rivissuta ogni notte della sua vita dal giorno dell’incidente. Sempre più giù, lontano da lui, per sempre.  Improvvisamente gli sembrò che qualcuno avesse raddoppiato la dose di veleno che gli pompava nel corpo : “Non di nuovo.”

Non riusciva a fare a meno di sentirsi responsabile anche in quel momento.
Quando aveva ritrovato Bucky gli aveva promesso che l’avrebbe tenuto al sicuro. Non avrebbe più permesso a nessuno di fargli del male.
“So badare a me stesso Steve” risentì la voce fintamente scocciata di Bucky.
“Lo so che sai farlo, ma non devi,” gli aveva risposto Steve “sono con te fino alla fine.”
Il commento di Bucky non aveva in ogni caso spazzato via il sentimento di protezione che Steve provava verso di lui. Per questo l’aveva portato a Wakanda; dove pensava potesse essere salvo, dove nessuno avrebbe mai potuto trovarlo, dove T’Challa e Shuri avrebbero potuto prendersi cura di lui, dove avrebbe potuto ricoverarsi e tornare al pieno delle sue forze. Steve aveva osservato da vicino il processo di guarigione. Era rimasto con Bucky quando avevano deciso di trasportarlo a Wakanda in modo che Shuri potesse studiare il modo migliore per rimuovere il suo braccio di metallo. Era stata la prima persona che Bucky aveva visto quando si era risvegliato ed era rimasto con lui durante tutta l’operazione. Non era stata un’operazione facile, al contrario. Fu molto dolorosa per Bucky, impegnativa per Shuri. Le cose erano peggiorate quando il meccanismo automatico di difesa di Bucky era entrato in azione, ma Steve era comunque riuscito a calmarlo. Dopo più di tredici ore l’operazione fu completata con successo. Quello però fu solo l’inizio. Dopo di essa dovettero congelare Bucky per qualche giorno, in modo che Shuri potesse studiare come disattivare il meccanismo installatogli da Hydra e riparare i danni che aveva subito al cervello.  Anche questa operazione andò piuttosto bene; poterono scongelare Bucky, ma Shuri lo avvisò che i danni subiti erano molto più che un semplice chip inserito nel cervello.
Bucky avrebbe avuto dei momenti di confusione e di perdita di lucidità. Sarebbe potuto diventare violento e molto probabilmente non avrebbe mai recuperato totalmente la memoria. Forse sarebbe stato meglio così, i ricordi delle cose terribili che aveva fatto avrebbero potuto portarlo alla pazzia. Steve accettò di buon grado la situazione perché il suo unico desiderio era riavere indietro il suo migliore amico. Si ripromise che con il suo aiuto Bucky ricordasse solo le cose più belle, di quando era veramente sé stesso.
 A seguire ci fu la riabilitazione, che ad essere onesti probabilmente non si sarebbe mai conclusa del tutto, ma che certamente aveva portato a grandi risultati. Inizialmente Bucky non si fidava di nessuno se non di Steve, era diffidente verso tutti coloro che lo volevano aiutare e li percepiva come possibili minacce o obiettivi. Si sentiva inoltre vulnerabile per via del braccio mancante, il che lo rendeva ancora più violento e pericoloso. Le notti erano state inquiete e piene di incubi ma Steve era rimasto con lui ogni volta acquietando le sue urla, calmando i suoi scatti d’ira. A volte c’era voluta la forza, a volte le parole, altre volte ancora c’era voluto un abbraccio. Poi erano arrivati i miglioramenti e Bucky aveva iniziato a fidarsi delle persone di cui Steve gli aveva detto di potersi fidare. Aveva iniziato perfino a sviluppare un sentimento di affetto per qualcuna di queste. Gli attacchi d’ira si fecero sempre più radi fino a scomparire totalmente. Per due interi mesi non ne ebbe più.
La popolazione di Wakanda insegnò a Bucky diverse tecniche di meditazione. Lo aiutarono ad essere  autonomo anche senza l’ausilio di un secondo arto, lo istruirono sulla cultura moderna e su quella più antica. Steve vide Bucky allontanarsi sempre di più dalla figura del soldato-marionetta creato da Hydra e avvicinarsi sempre di più alla figura del suo vecchio migliore amico.
Nonostante fosse ufficialmente un fuggitivo e un criminale ricercato a tutti gli effetti dalla legge e nonostante il sangue amaro che era rimasto fra lui, Tony ed altri dei suoi vecchi amici, Steve non poteva negare che non si era mai sentito così felice in vita sua.
Il suo cuore si riempiva di gioia ogni volta che lo vedeva interagire di sua spontanea volontà con T’Challa; o per quell’episodio in cui l’aveva sentito mentre faceva una  battuta a Shuri, oppure quando era lui il primo a spingersi alla ricerca di un abbraccio. Una volta l’aveva visto mentre aiutava una vecchia signora a portare i panni. Un enorme sorriso gli era nato sul volto anche quella volta in cui i bambini di Wakanda lo avevano circondato per intrecciargli i lunghi capelli e lui non aveva opposto resistenza. Ma le volte in cui si sentiva più felice erano quelle in cui Bucky andava da lui sorridendo per dirgli che improvvisamente aveva recuperato un nuovo ricordo. Quasi tutti i ricordi che recuperava riguardavano entrambi e questo a Steve faceva sempre perdere un battito. 
Quando Bucky fu ritenuto abbastanza stabile, Steve iniziò ad allontanarsi per delle missioni, e succedeva quando Nat, Sam  o qualcun altro aveva bisogno del suo aiuto. La cosa non piaceva molto a Bucky e piaceva ancora di meno a Steve. Il suo senso del dovere lo costringeva ad accorrere ogni qualvolta i suoi amici chiedessero il suo aiuto, ma il suo bisogno di restare vicino a Bucky lo rendeva più efficiente che mai. Risolveva in fretta il problema e poi tornava di corsa a Wakanda. Non si era mai allontanato per più di una settimana.
Il giorno in cui precipitò tutto era in una capanna con Bucky e stava cercando di spiegargli la trama di ‘Harry Potter’. Il suo telefono squillò interrompendoli.
Era Tony.
Steve si scusò con Bucky, che lo stava guardando con aria indecifrabile e si allontanò per rispondere. Quando tornò, Bucky lo guardava in attesa.
“Allora? Stark si è reso conto di essere stato un idiota o il mondo sta finendo?” disse ridendo Bucky, cercando di sdrammatizzare. Sfortunatamente Steve non si unì alla sua risata.
“Era Bruce. Banner, ti ricordi che ti ho parlato di lui?” gli chiese Steve. Bucky annuì : “Sì, il tuo amico che quando si arrabbia diventa verde. Pensavo non aveste notizie di lui da un po’.”
“Infatti era così. A quanto ho capito si è perso in un altro mondo, dove però ha incontrato Thor… di lui ti ricordi? A quanto pare stavano scappando da Asgard su una navicella spaziale, quando un certo alieno chiamato Thanos, li ha attaccati e ha deciso di sterminare metà degli asgardiani. Nessuno è riuscito a fermarlo, neanche Hulk, quindi non ho ben capito come, un amico di Thor ha trasportato Hulk… insomma Bruce è sulla Terra, apparentemente nella casa di alcuni stregoni…”
“Steve, Steve aspetta, rallenta…”  Steve cercò di mantenere una faccia seria data la gravità del momento, ma non riuscì a trattenere un piccolo sorriso davanti all’espressione confusa del suo amico.
“Quindi mi stai dicendo che non solo ci sono gli alieni, cosa che mi viene ancora un po’ difficile da credere, ma anche degli stregoni?”
Steve annuì e : “Adesso arriva la parte degli stregoni-alieni.”
Bucky strabuzzò gli occhi incredulo. Steve cercò di continuare quello che gli sembrava di aver capito, anche se in realtà aveva avuto esattamente le stesse identiche reazioni  di Bucky mentre Bruce gli raccontava la storia. Avrebbe  dovuto farsi rispiegare un paio di punti più di una volta.
“Quindi, a quanto pare questo Thanos vuole raccogliere delle gemme grazie alle quali potrà spazzare via metà dell’universo, allora ha mandato i suoi servitori stregoni-alieni a recuperarle. Una di queste gemme ce l’ha uno degli stregoni con cui ha parlato Bruce. Purtroppo questo stregone è stato catturato da appunto uno dei servitori di Thanos e Tony sta cercando di salvarlo a quello che ho capito. Un’altra di queste gemme ce l’ha il mio amico Vision…”
“Il robot umano?” chiese Bucky.  Steve sorrise affettuosamente .
“Non è esattamente un robot umano, ma sì, lui. Quindi ci sono molte probabilità che Vision sia in pericolo e stia per essere attaccato dagli stregoni-alieni. Dobbiamo trovarlo e portarlo in un posto sicuro”.
Bucky l’aveva fissato a lungo prima di chiedergli rassegnato: “Quando devi partire?”
“Il più presto possibile”  gli aveva risposto affranto Steve.
“Non andare.”
La frase spiazzò completamente Steve e gli spezzò un po’ il cuore. Sapeva che Bucky non era esattamente contento quando se ne doveva andare, ma seppur avesse sempre accettato tristemente la cosa, non gli aveva mai chiesto di restare.
“Buck…”
“Non capisco perché devi essere sempre tu quello che deve andare a salvare tutti, per una volta non potrebbero andarci gli altri? Black Widow e Falcon…”
“Ci saranno anche loro. Il pericolo sembra essere grande, avrò bisogno di tutto l’aiuto possibile” Steve cercò di farlo ragionare.
“Allora portami con te” gli propose Bucky.
Steve sospirò e si andò a sedere di fianco a lui, per poi riprendere a guardarlo negli occhi ad una distanza più ravvicinata.
“Buck, ne abbiamo già discusso. Se la minaccia si farà davvero grande, T’Challa e Shuri saranno i primi a darti un nuovo braccio di metallo e a riportarti in campo, ma al momento è meglio che tu stia qua al sicuro.”
“È che non capisco perché devi essere sempre tu ad andare. T’Challa rimane sempre qua…” Bucky abbassò lo sguardo.
“T’Challa ha un popolo da governare. E Vision è un mio amico, non posso tirarmi indietro, ha bisogno di me.”
“Anche io” sussurrò Bucky e Steve non fu sicuro che quelle parole fossero dirette a lui, ma poi Bucky lo guardò dritto negli occhi : “Resta” disse di nuovo.
Ogni parte del corpo di Steve avrebbe voluto abbandonare tutto e tutti e restare per sempre in quella capanna con Bucky, fregarsene del mondo intero e per una volta fare quello che gli suggeriva il suo cuore. Per qualche secondo prese seriamente in considerazione l’idea. Bucky aveva ragione, perché doveva essere sempre lui a fare tutto? Avrebbe potuto chiamare Nat, affidare a lei la missione, dirle che al momento non poteva muoversi da Wakanda. Poteva dirle che c’era stato un problema o avrebbe anche potuto dirle la verità, dire che Bucky aveva bisogno di lui. Avrebbe capito, non gliene avrebbe fatta una colpa. Bucky lo stava guardando in  attesa, forse vedendo l’indecisione dietro i suoi occhi.
“Non posso.”
Dire quelle due semplici parole mentre Bucky lo guardava speranzoso, fu la cosa più difficile che Steve avesse mai fatto. Avrebbe voluto ritirarle indietro l’instante dopo, ma sapeva di non poterlo fare. Ne dipendeva la vita di Vision e forse dell’intero universo. Il colpo di grazia però fu quando Bucky semplicemente annuì.
“Lo so,” gli disse in tono rassegnato ma in qualche modo affettuoso “in fondo è questa la ragione per cui mi sei sempre piaciuto e ti ho scelto come migliore amico.”
Steve a quel punto non resistette più e lo circondò fra le sue braccia, abbraccio che Bucky ricambio immediatamente con l’unico braccio che aveva e sprofondando la sua testa nel suo petto.
“Tornerò così in fretta che non farai neanche in tempo a sentire la mia mancanza” gli promise Steve, stringendolo ancora più forte a sé.
“È già troppo tardi per quello” sussurrò Bucky con un tono di voce appena udibile. Non erano parole che avrebbe dovuto sentire, dedusse Steve. 
‘Ti amo’  pensò Steve, ma quello non glielo poteva dire. Magari un giorno, ma non ora, quindi si limitò a tenerlo fra le sue braccia ancora per un’altra piccola eternità.
Dopo un tempo decisamente troppo lungo, ma che a Steve sembrò decisamente troppo corto, si staccò. Dovette salutare Bucky, promettendogli ancora una volta che sarebbe tornato a breve…
E tornò da lui nel giro i tre giorni, ma ebbe a malapena il tempo di salutarlo che si ritrovarono entrambi su un campo di battaglia. L’ultimo posto in cui avrebbe voluto che Bucky fosse, ma la minaccia di Thanos apparentemente era molto più grande di quello che avevano potuto capire in origine. Sul campo di battaglia passò tutto il tempo con uno sguardo sul nemico e uno su Bucky, per essere sicuro che stesse bene. Non era forse il metodo migliore per concentrarsi e sconfiggere i nemici, ma non poteva farne a meno. Aveva promesso a Bucky che avrebbe fatto di tutto per tenerlo al sicuro ed era esattamente quello che aveva intenzione di fare.
Ma non era comunque stato abbastanza. Tutti i loro sforzi erano stati inutili e ora Steve si ritrovava immobile circondato dalle ceneri della persona più importante della sua vita.

“Non di nuovo.”

Quante volte avrebbe dovuto perdere Bucky? Vederlo sparire da sotto i suoi occhi senza che lui potesse fare niente per impedirlo?
Steve era vagamente consapevole che delle voci lo stessero chiamando. Era vagamente consapevole del fatto che Bucky non era l’unica persona che era andata perduta, ma in quel momento il resto dell’universo non gli passò neanche nella mente. Come avrebbe potuto quando aveva appena perso il suo, di universo?
‘Perché non potevo essere io quello a morire?’ pensò Steve, per poi avere un pensiero ancora più oscuro.
‘Perché non potevi prendere tutto il resto dell’universo e lasciarmi Bucky?’
Era inconsciamente consapevole che quello non era un pensiero sano, era un pensiero che non avrebbe mai dovuto avere, ma dentro si sé sapeva che lo intendeva veramente. Le persone avevano sempre pensato che Steve non avesse un lato oscuro, ma forse il suo lato oscuro era il troppo amore che aveva sempre provato per Bucky. Ma come poteva Bucky essere il suo lato oscuro quando era sempre stato la parte più bella di lui?
Le voci che lo chiamavano si fecero sempre più insistenti, ma lui non riusciva a focalizzarsi su di esse. Non riusciva a concentrarsi su niente che non fosse il dolore e il ricordo di Bucky. Avrebbe dovuto restare con lui  in quella capanna quando glielo aveva chiesto, invece aveva sprecato gli ultimi momenti che potevano avere insieme per il via del suo stupido senso della giustizia. Avrebbe voluto esser stato più egoista, avrebbe voluto seguire il suo cuore per una volta. Forse in questo modo avrebbe potuto almeno avere Bucky fra le braccia mentre questo se ne andava. Tanto che differenza aveva fatto il suo stupido intervento? Vision era morto comunque, mezzo universo era morto comunque, Bucky era morto comunque.
Improvvisamente qualcosa prese a muoversi dentro di lui e gli fece quasi dimenticare il veleno che lo paralizzava ed il dolore che questo portava. Era un senso di rabbia, rabbia verso sé stesso, rabbia verso Thanos. Chi si credeva di essere questo alieno viola per decidere che Bucky non meritava di vivere? Se c’era una persona che meritava di vivere questa era proprio Bucky. Si meritava tutte le cose belle del mondo, ma l’universo per qualche ragione sembrava avercela con lui e questo non era giusto. E Steve le ingiustizie non le tollerava, così come non tollerava i bulli e Thanos era il più grande bullo che Steve avesse mai incontrato. In quel momento decise che Thanos avrebbe dovuto pagare per tutto quello che aveva fatto, per avergli portato via Bucky. L’ultima volta che Steve aveva perso Bucky si era gettato in una missione suicida che gli era costata la vita, in un certo senso. Decise che avrebbe fatto la stessa cosa, perché in fondo una vita senza Bucky non aveva alcun senso per lui, ma se doveva morire, avrebbe portato Thanos con sé e non solo. Avrebbe fatto in modo che il processo fosse il più doloroso possibile. Steve non provava questa sensazione di voler fare soffrire qualcuno il più possibile qualcuno da quando aveva scoperto che Hydra aveva torturato Bucky per anni. Aveva distrutto Hydra e quindi avrebbe distrutto anche Thanos.
Un improvviso senso di lucidità si impossessò di lui. Alzò il viso, che non si era reso conto fosse rigato di lacrime, dal pavimento e lo puntò verso il cielo fin troppo azzurro. Sembrava quasi che si stesse prendendo gioco di lui, era limpido come se non ci fosse niente che andasse storto, come se tutto andasse bene, come se Bucky non fosse appena scomparso sotto il suo sguardo.
Le voci che lo chiamavano si fecero improvvisamente più definite, tanto che riuscì a distinguere la voce di Natasha che gli poneva una semplice domanda.
“Cap… Che cosa facciamo adesso?”
Steve si alzò in piedi di scatto, una luce decisa nei suoi occhi. Il veleno che l’aveva paralizzato non era più un nemico, ne aveva preso il controllo ed ora era diventata la sua arma. Niente avrebbe potuto mettersi fra lui e Thanos.
Avrebbe portato giustizia alla memoria di Bucky e sarebbe morto nel farlo.

“Ci vendichiamo.”





Angolo autrice:

Questa storia è nata nella mia testa in un modo e ovviamente è diventata totalmente un'altra cosa quando ho iniziato a scriverla. 
Come penso si sia capito è un appena post Infinity War, quando Steve ha appena visto sparire Bucky da sotto i propri occhi. Nel film ho avuto l'impressione che dopo aver visto Bucky sparire, Steve abbia perso la testa e non prestato più assolutamente attenzione a quello che succedeva intorno a lui. 
La storia doveva essere un flusso di pensieri di Steve e la sua successiva reazione, ma è diventata più un colmaggio di quello che è sucesso fra Civil War ed Infinity War. 
Spero vi piaccia comunque. 

Vorrei ringraziare caloramente Giulia che mi ha fatto da Beta per questa storia ( @GiuliaShumanitutanka su Wattpad, andate a leggere le sue storie se vi capita , perchè sono meravigliose).

Dedico questa storia ad Ilaria, mia compagna di scleri Stucky. 

Spero abbiate una bella giornata, 
-Sgrissi xxx
   
 
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