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Autore: KomadoriZ71    18/05/2018    1 recensioni
Ehilà, Xavier torna a scrivere a tema Pokémon, dopo una lunghissima pausa. Questa storia, in realtà, la scrissi nel Marzo del 2015, me la dimenticai e l'ho ritrovata pochi giorni fa, per cui ho deciso finalmente di postarla.
Tratta del rapporto tra Cyrus e Lucinda, di un inaspettato incontro tra i due, in un eventuale post-game di Pokèmon D/P, qualche anno dopo gli eventi del gioco.
Sebbene non ricordi quali fossero le mie intenzioni su questa storia, ho deciso di pubblicare comunque il primo capitolo e, non appena avrò ispirazione e ricorderò ciò che volevo fare, mi metterò a continuarla. Spero possa esser di vostro gradimento e buona lettura!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cyrus, Lucinda
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Videogioco
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Alea iacta est





ciroh





Quella notte la passai quasi in bianco. Come avrei fatto a prender sonno con tutti quei pensieri? La mia mente s'era lasciata andare in libere congetture, simili a flussi di coscienza a briglia sciolta, totalmente fuori dal mio controllo. Pensieri di ogni tipo rimbalzavano da una parte all'altra della mia testa, cozzavano e si disperdevano in miriadi di altre astrazioni. Così, all'improvviso pensavo che quella sera avevo saltato la cena e da qui mi chiedevo se anche lei avesse fatto lo stesso, che screzio non aver avuto la premura di offrirle da mangiare, le avrebbe fatto male saltare i pasti, quali erano poi i suoi piatti preferiti? Ma che me ne importava, dopotutto? Non sarebbe certo morta di fame per una cena saltata. Che ora si era fatta? Ah, erano le due e mezzo di notte, tra esattamente sei ore ci saremmo dovuti trovare al molo di Arenipoli. Quanto distava da Rupepoli? Un'ora e mezzo di macchina circa, forse qualcosina in meno, o in più, traffico permettendo.
Arenipoli… quando questo nome vellicò la mia mente ebbi un trasalimento, spalancai gli occhi e mi tirai seduto sul divano. Come avevo fatto a rimuovere tutto? Arenipoli era la mia città natale, per Arceus, molteplici ricordi si aprirono come un caleidoscopico ventaglio le cui fragili scaglie erano intarsiate con un misto di ripugnanza e tenerezza. Memorie orribili affioravano in superficie, poi dolci ricordanze, come reputare quelle reminiscenze è tuttora per me un grande dilemma. Sussultai, nel cuore della notte.
Non l'avevo visitata per almeno una decina d'anni, quella città, stessa cosa valeva per i miei genitori e la mia vecchia casa. Non avevo più notizie di loro, non che adesso ne abbia, dunque l'idea di attraversare nuovamente quelle strade anche solo per arrivare al porto mi metteva i brividi. Mi alzai di scatto e iniziai a camminare nervosamente su e giù per casa, mi pareva quasi di sentire ancora la voce di mio padre rimbombarmi nei timpani, credetti che sarei potuto impazzire da un momento all'altro e che avrei potuto commettere qualche ignominia. Cominciai a provare i primi sintomi di un attacco di panico, sudore freddo, palpitazioni, giramenti di testa, fui costretto a sedermi sulla scrivania e a tenermi il capo con le mani, massaggiandomi le tempie per calmarmi. In quei momenti arrivai a pensare cose orribili, ad esempio che quella di Lucinda fosse tutta una messa in scena e che il suo unico scopo fosse quello di ricongiungermi con la mia famiglia, poteva esser stata mandata da qualcuno che mi spiava di nascosto, forse ero davvero controllato da qualcuno, qualcuno di molto vicino come un sottufficiale o una matricola. Tutto sarebbe potuto essere, in quel momento. Ancora non mi capacitavo di essermi fidato di lei, il me di qualche anno prima non l'avrebbe fatto mai, era sempre in all'erta e non si fidava di nessuno.
Necessitavo di una distrazione imminente che mi togliesse da quel caos mentale e, ironia della sorte, la mia attenzione venne attratta da una dolce melodia che proveniva da fuori: qualche nottambulo che abitava lì nei dintorni si era messo a suonare il pianoforte. Non era la prima volta che succedeva, in molte altre occasioni mi era capitato di mettermi ad ascoltare con piacere le sue composizioni, era anche una sorta di pausa dal lavoro per me, tuttora non conosco il suo nome o la sua faccia, purtroppo.
Decisi quindi di spalancare le imposte e mettermi ad ascoltarlo per tranquillizzarmi, ma nel gesto feci cadere il bicchiere posato prima, il quale si ruppe in mille pezzi.
Appoggiai i gomiti al davanzale e il mento sulle braccia conserte, docilmente assorto nella musica, ignorando completamente il calice rotto ma, ben presto, udii dei piccoli passi venir verso di me.
"Cyrus, che ci fai ancora sveglio? Torna a dormire, è tardi!" Lucinda veniva verso di me.
"Mi ero alzato per bere, per sbaglio mi è scivolato il bicchiere di mano e s'è rotto. Attenta a dove metti i piedi" mentii e la guardai, si stava stropicciando gli occhi con una mano e sbadigliava, mi rendevo conto che tutte quelle cattiverie cogitate prima non avevano fondamento, come avrebbe potuto quella creatura desiderare di vedermi soffrire e prendermi in giro? Come al solito avevo esagerato col pessimismo, dovevo porre un freno ai miei pensieri, ogni tanto.
"Sicuro che vada tutto bene, Cyrus?" stava avanzando. Per evitare che camminasse sulle schegge e si ferisse, in un rapido gesto la afferrai da sotto le braccia, sollevandola e lasciando che si appoggiasse alla mia spalla: "ti avevo detto di stare attenta, non mi ascolti mai?"
"Scusami, non avevo capito. Ti ho fatto qualcosa, Cyrus? Sembri arrabbiato"
"No, non ce l'ho con te. Sono nervoso perché non riesco a dormire… per colpa di questa musica, ovviamente" sentenziai la prima scusa che mi passò per la mente, per nascondere il mio vero disagio. Era una scusa credibile, soprattutto se raccontata ad una bimbetta come lei.
"Eppure io la trovo rilassante, hm hm…"- commentò, sporgendosi dalla finestra per sentire meglio il suono- "oh, e si vede anche la luna crescente! Hai visto Cyrus?"
"Abbiamo modi di percepire differenti, evidentemente"- risposi con superficialità- "bene, il cielo è terso, domani non dovrebbe piovere…"
"Non mi riferivo a quello, testone! Se c'è la luna crescente vuol dire che Cresselia è da qualche parte!"
"Or dunque? Ti serve per il tuo Pokédex?" chiesi distrattamente, ero troppo rintronato per poter fare collegamenti più complessi.
"Ma lo fai di proposito a non capire? La sua Ala Lunare ha il potere di concedere sogni tranquilli a chi la possiede, sarebbe bello se riuscissi ad ottenerne una anche per te, non trovi?"
Rimasi sbalestrato per una buona manciata di secondi, nessuno mai s'era preso una tal premura nei miei confronti, a parte il nonno che, oltretutto, non sentivo da almeno un decennio.
"Io non credo a queste cose, Lucinda. Sono solo credenze popolari, funzionano solo per chi ci crede"
"Ti sbagli, io ne ho una e la porto sempre con me quando sono in viaggio, e in qualsiasi posto io abbia dormito mi ha sempre fatto fare dei sogni stupendi, anche nei posti meno confortevoli!"
Mi limitai a sospirare, senza proferire nulla. Anche la musica era cessata e non s'udiva nient'altro nell'aria, tuttavia mi sentivo un po' più tranquillo rispetto a prima.
"Allora? Se vuoi te la mostro, è nella valigia, ti va?"
"D'accordo…" acconsentii, consapevole della sua tremenda insistenza.
Tornammo nella mia camera e la posai per terra così che potesse frugare tra le sue cianfrusaglie e, dopo che ebbe tirato fuori dal borsone quantità industriali di vestiti, scarpe, accessori vari per capelli e riviste, finalmente estrasse l'Ala Lunare, una sorta di piuma iridescente dalle sfumature smeraldine. Senza dubbio, era un oggetto di straordinaria bellezza.
"Beh ti piace?" domandò entusiasta.
"Se ritieni che ti faccia dormire bene, perché allora non era sul comodino ma l'hai lasciata in borsa?"
"Perché questa stanza è fantastica e il letto è comodissimo, non ce n'era bisogno!"
"Ho notato…" bofonchiai aggrottando un sopracciglio,  il mio giaciglio era ridotto ad un ammasso di cuscini e coperte che aveva trafugato dai miei armadi, Saturno ci avrebbe messo almeno un'ora a risistemare tutto, il giorno dopo.
"Sai Cyrus? Penso che questa Ala Lunare sia più utile a te, che a me, quindi… ecco prendila, te la regalo!"
"A me? Ma non dire sciocchezze, non mi serv…"
"Ho detto prendila, e non fare storie! I regali non si rifiutano, sono sicurissima che ti aiuterà!"-
me la pose tra le mani in fretta e furia, senza darmi il tempo di ribattere, poi si mise a spingermi via (dalla mia stessa camera!) delicatamente- "e adesso fila a dormire, senza fare storie, su da bravo!"
Non mi opposi, sarebbe stato vano, quindi mi incamminai nuovamente verso il sofà e lei mi chiuse la porta alle spalle, facendo giusto in tempo a gridarmi dietro un " e buonanotte!" detto quasi con stizza.
Mi rigirai per un po' quella rarità tra le dita, incuriosito seppur ancora scettico, infine la adagiai su un mobile accanto al divano e decisi di concedermi una doccia, fredda e rapida, per non rischiare di perdermi nuovamente in pensieri angoscianti, avevo semplicemente bisogno di lavarmi e mettermi degli abiti puliti per la mattina seguente, non sarei potuto certo partire sudato com'ero; e d'altronde, non c'era proprio nulla su cui rimuginare ancora, il dado ormai era stato tratto e non avrei più avuto la possibilità di tornare indietro una volta presa quella decisione.
Dopo la sbrigativa rinfrescata, mi asciugai, indossai una leggera veste da notte in cotone e mi distesi sul canapè, prendendo sonno subito dopo; dormii pochissime ore, meno del solito, ma quel poco di riposo fu sereno.






Angolo Autore.
 
La fanart qui presente è stata fatta su commissione da una bravissima artista, nonché mia amica, dunque chiedete il permesso prima di prenderla!
Link alla sua pagina FB: https://www.facebook.com/LuxaLayton/ 



- Xavier -

 

   
 
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