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Autore: gigliofucsia    19/05/2018    2 recensioni
Io mi chiamo Eco Rondòn, è la prima volta che ti scrivo in tutti i vent'anni della mia vita e sono molto nervoso. Qualche mese fa non avrei potuto nemmeno provandoci. Vedi; è proprio di questo che vorrei scriverti. Vorrei confidarti cosa è cambiato in un mese. So che forse non mi crederai visto quanto è incredibile; ma so che non mi negherai la tua attenzione. Sono felice di parlare con te, o meglio, di scriverti in questo caso.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eco

La voce e la vista

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

15 dicembre 1548

 

Caro Diario,

Io mi chiamo Eco Rondòn, è la prima volta che ti scrivo in tutti i vent'anni della mia vita e sono molto nervoso. Qualche mese fa non avrei potuto nemmeno provandoci. Vedi; è proprio di questo che vorrei scriverti. Vorrei confidarti cosa è cambiato in un mese. So che forse non mi crederai visto quanto è incredibile; ma so che non mi negherai la tua attenzione. Sono felice di parlare con te, o meglio, di scriverti in questo caso.

 

Cominciamo. Innanzi tutto, devi conoscere il cuore del problema. Fin dalla nascita, il mio mondo era formata dalla pura oscurità. Potevo muovermi, potevo sentire le voci delle persone intorno a me, ma non vedevo altro che oscurità. Ero cieco.

Ma lo capì solo dopo un certo punto. Il punto di svolta furono le storie e i libri. Capì subito che se non avevo idea di come era fatto il mondo non potevo immaginarmi ciò che mi leggeva mia mamma davanti al camino. Adoravo quando descrivevano nel dettaglio, perché riuscivo quasi a percepirlo nelle mie mani: il suo odore, sapore ma senza vederlo. Non esisteva il concetto di colore o luce nella mia testa. Ma ciò non mi dette problemi finché non provai il desiderio di scoprirlo.

La mia curiosità mi costò cara. Nessuno al mondo, nessun dottore, nessuna strega o mago avrebbe potuto darmi la vista. Caddi in uno stato di depressione così acuto da spingermi quasi al suicidio.

 

Ti sembrerà esagerato, ma lascia che ti spieghi.

Mia mamma leggeva a me, nel tentativo di farmi piacere, libri molto descrittivi che parlavano di viaggi. Io ne rimasi così affascinato perché sapevo che tutto ciò era fuori dalle mie possibilità. Il desiderio di viaggiare e vedere il mondo nacque in me e decisi che avrei fatto il viaggiatore. Lo desideravo con tutto me stesso.

All'inizio pensavo di potercela fare anche senza vedere. Dopo capì che era molto più difficile di quel che pensavo. Mio padre voleva di cedermi l'attività di famiglia, perché non aveva nessun altro a cui dare la sua fortuna. Poteva permettersi di pagare qualcuno per aiutarmi a leggere e scrivere lettere e documenti. Anche vedendo non mi sarebbe stato facile inseguire i miei sogni. E davanti alla montagna da affrontare; cominciai a cadere in un'oscurità ancora più profonda. Non puoi immaginare cosa ho provato.

Fu a quel punto. Mia madre decise di allontanarmi da un parente distante. Non fu per cattiveria. Pensava che un cambio d'aria mi avrebbe giovato. La vera storia, inizia quando tornai; quel giorno d'estate.

  
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