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Autore: MarcoMarchetta    19/05/2018    0 recensioni
Fra storia e racconto.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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IL  TRADIMENTO  
(33)                                  
  
"È inutile negare, Giuda. Sei stato visto."
Dei dodici che assistevano il rabbi e assimilavano da lui i concetti e i toni della sua predicazione ne erano rimasti sei, cinque ad accusare e uno a difendersi.
"Visto che? Stavo incontrando quelli del Sinèdrio per spiegar loro che Joshùa non ce l'aveva con loro ma con i Romani che ci opprimono."
"Non è affatto vero" si indignò Tommaso. "Era chiaro che il nostro maestro voleva scalzare Càifa e diventare lui il Sommo Sacerdote."
"Tu" lo zittì Simon Pietro "faresti bene a parlare quando vedi pisciare una gallina! Sei appena arrivato fra di noi e pretendi di aver capito tutto. Se ti sentono metteranno in croce pure noi."
"Sentite" notò il fratello Andrea, "a questo maiale risuonano delle monete in saccoccia."
Tutti e cinque bloccarono meglio l'iscariota e lo frugarono.
Matteo si impossessò di un sacchetto di monete tratto dall'interno della tunica di Giuda e ne contò il contenuto con l'avidità di quando faceva il pubblicano.
"Trenta denari" sillabò facendo girare lo sguardo su tutti.
"Trenta denari" si sentiva ripetere qua e là da quelli che in tasca non erano riusciti mai ad averne neanche uno.
"Ero ricco prima di mettermi con voi, lo sapete" si difese Giuda.
"Prima" incalzò Filippo ponendogli la daga alla gola.
"Fermo" lo bloccò Simone."Ci deve spiegare, prima. Perchè l'hai fatto?"
"Ma siete tutti insaniti?" vociava l'accusato guardando in cerca di un possibile aiuto. "Eravamo tutti fratelli o no?
Prendeteli, sono sei denari per ognuno di voi. Non è abbastanza?"
"Tu ci dai quello ch'è già nostro" sbuffò Matteo. "Resta il tradimento e per una tale cosa c'è la morte."
"Non secondo gli insegnamenti del maestro! Lui diceva: 'Ama il tuo nemico'."
"Chi tradisce l'amicizia e la fiducia è molto peggio di un nemico e non merita di vivere" sancì Simon Pietro. "Dicci solo perchè l'hai fatto sennò ti tortureremo prima di ucciderti, lo sai."
"Lui predicava la bontà: 'Porgi l'altra guancia', diceva."
"Uffa, il rabbi non l'aveva ancora detto: 'Questo per i traditori non vale', va bene? Dicci perchè! Filippo, arroventa quella daga."
"Perchè bestemmiava contro il Dio dei nostri antenati" strillò tremando il malcapitato. "Perchè parlava a vanvera di cose inesistenti. Perchè faceva credere alla povera gente ingenua che i suoi trucchi meschini fossero dei miracoli. Perchè era un parassita buono a nulla più dannoso che utile: a Matteo aveva fatto perdere il posto; me, mi aveva ridotto alla miseria; voi due facevate i pescatori e ora fate la fame come tutti noi. E per qual motivo? Per niente, per fargli compagnia in queste scorribande di accattonaggio. Parole, parole e fatti niente. E non aveva alcuna ambizione di capeggiare un collegio di notabili e neppure una sommossa di zeloti contro Pilato. Che ci facevamo noi con lui?
Te, Simone, ti ho fatto un favore denunciando quel Joshùa: ora sei tu il capo di tutti noi. Dovresti essermi grato."
"E già, così se ci prendono supplizieranno me ad ammonimento per tutti. Grazie, Giuda!
Filippo, sgozzalo pure."
"No, fratelli!" tentò ancora il disgraziato. "Se fosse vero: 'Chi di spada ferisce...'?"
"Giusto" assentì Simone. "Gente, il maestro ha mai detto qualcosa sull'appiccare un traditore a un ramo?"
Tirò fuori da un capanno una fune e la preparò allo scopo.
Trassero Giuda imprecante e scalciante nonostante i colpi che riceveva e lo impiccarono al fico che ombreggiava l'aia.
 
Marco Marchetta
 
 
I  BURGUNDI  
(540)                                  
  
Clodoaldo rimase impressionato dalla vecchiezza della regina Clotilde e non volle nasconderlo:
"Nonna mia, tu non stai bene. Ti si legge la morte in faccia."
"Vattene via, corvaccio nero!" gli inveì contro lei facendo gesti di scongiuro, combattiva come quando, diciottenne, cominciò a seguire Clodoveo in guerra. "Neanche tu mi sembri tanto in salute e ne ho visti morire tanti, tutti più giovani di te."
"Perdonami, nonna" si contristò Cloud, come lo si chiamava brevemente con familiarità. "Noi, uomini di Chiesa, siamo assuefatti all'idea della morte e la consideriamo l'amica che ci ricongiungerà con il Nostro Buon Signore."
"Considera amica chi vuoi e ricongiungiti con chi ti pare, brutto menagramo, ma lasciaci vivere in pace!
Quando morì Clodomiro, tuo padre, gli altri figli miei, Clotario e Childeberto avrebbero tagliato la gola anche a te come fecero ai tuoi fratelli, se non te ne fossi scappato a gambe levate. Allora non volevi ricongiungerti col tuo Signore: ti sei fatto frate apposta."
"Allora ero un debole, e un cieco.
Comunque il mio Signore è anche il tuo come lo è di tutti."
"Io ho riconosciuto come mio padrone e signore solo il mio sposo Clodoveo, e con un certo sforzo. Non ne riconoscerò mai altri.
Vieni in questo convento solo per rompermi l'anima? Mi hanno detto che, rispetto a questo mio modesto San Martino, il tuo Noventum è più comodo e bello."
"Signora nonna, sto qui perchè papa Vigilio ha bisogno di noi."
"Te lo raccomando quell'altro corvo beccamorti. Ha spodestato papa Silverio che, in esilio, è morto subito, guarda un po'."
"Lo ha santificato prontamente, nonna. È stato un modo per fare il mea culpa.
Comunque il papa vuole santificare pure noi due nel caso lasciassimo questa vita. E, data la nostra salute...
Gli occorre avere più considerazione e visibilità qui nell'occidente e noi possiamo servire allo scopo. L'appoggio che gli danno a Bisanzio Giustiniano e Teodora non gli basta."
Clou continuò a spiegare il come e il perchè e, così stando le cose, la vecchia regina non chiamò più corvaccio il nipote ma lo assicurò che avrebbe condotto la vita che gli restava in maniera irreprensibile e morigerata spendendo parte delle sue ricchezze in opere di devozione e carità.
Lui lasciò Tours contento e beato, quasi irraggiasse l'imminente santità.
'San Cloud' pensava lei, beffarda, 'quel carotone insulso, ma pensa un po': fanno santi proprio tutti. E me? santa Clo-clo?
Però ci devo provare: è l'unico modo per essere ricordata presso le generazioni future; si inginocchieranno davanti alle mie raffigurazioni per continuare a pregarmi e supplicarmi come se fossi ancora viva...'
Per i Burgundi e anche per i parenti acquisiti Clotilde doveva rappresentare un legame fra i due popoli e assicurare la pace e la sicurezza sui confini. Non avrebbero potuto avere una mira più errata.
A suo marito, Clodoveo, re dei Franchi, aveva fatto capire subito di essere diventata in tutto una di loro ripudiando qualsiasi consuetudine burgunda e lo esortò a estirpare il suo popolo d'origine che si espandeva fra di loro come un bubbone pestifero nelle carni.
Quando il consorte mosse contro la sua gente lo accompagnò per ragguagliarlo sulle tattiche che lo zio, re Gondebaldo, avrebbe adottato in battaglia: dei suoi punti forti e delle sue debolezze col repertorio di trucchi e finte di cui si erano serviti anche i suoi predecessori, Gundicario e poi Gondìaco, per avvantaggiarsi sui vicini nel loro esodo dal Baltico al Rodano.
Traditrice dei suoi? Certamente. Ma Clotilde aveva tanti rospi sullo stomaco che chiedevano vendetta contro i suoi familiari: avrebbe voluto più di qualsiasi altra cosa una morte atroce per il padre, Chilperico, e per gli zii Gondebaldo, Gondemaro e Godigìselo. Era stata il loro trastullo finchè l'avevano data in moglie al potente vicino ed era per colpa loro se aveva finito per detestare ogni maschio in terra.
Qualcuno avrebbe potuto pensare che la regina rifiutasse qualsiasi rapporto con gli uomini nella sua lunga vedovanza per fedeltà alla memoria dello sposo o per desiderio di purezza e castità. Però alle femmine giovani e belle non aveva rinunciato.
Morto il marito, aveva istigato chiunque contasse a porsi l'uno contro l'altro e dal suo convento aveva goduto delle carneficine che aveva indirettamente provocato nella sua famiglia. Ad esempio era stata lei a sobillare il figlio, re Clodomiro, ad affrontare il suo odiato parente Gondemaro che lo avrebbe ucciso, occupandone il trono.
E sì, erano duri e feroci i suoi Burgundi, almeno quanto i Franchi che avrebbero sopportato quella spina nel fianco ancora a lungo. 
La vecchia era sempre stata fiera della sua perfidia e delle innumerevoli atrocità perpetrate. Non aveva avuto altro scopo che appagare il suo istinto sadico e violento e ne riceveva in premio un'aureola.
'Ricordo' pensava 'quella bestia di Clodoveo prendere il battesimo a Reims assieme alla sorella Audofleda e ad altri tremila, come un immenso esercito di devote pecorelle. Il vescovo Remigio li immergeva nella vasca battesimale e loro, buoni buoni lo lasciavano fare. Io li guardavo e crepavo dal ridere dentro di me alla vista di quei mustacchi gocciolanti, perchè era stata tutta opera mia. Mi ero convertita al cattolicesimo prima fra tutti e poi avevo convinto il mio sposo a quell'umiliazione; gli avevo fatto capire che così i Franchi sarebbero parsi più civili e atti a governare agli occhi delle genti gallo-romane e del clero; così questi lo avrebbero appoggiato più facilmente contro i miei Burgundi, i Visigoti, gli Alamanni e gli altri popoli di fede ariana
Ho fatto convertire i Franchi solo per aizzarli alla guerra e alle stragi. Tuttavia si sono convertiti ed, evidentemente, è bastato questo alla Chiesa di Roma per volermi assunta alla Corte Celeste. Un vero affare per me.
Ma vedi un po' che mi viene da pensare adesso: mettiamo che sia tutto vero quello che ho sempre ritenuto un cumulo di fandonie. Dicono che Lui riesca a leggere dentro. Se è così, per quanto tempo riuscirò a stargli vicino prima che mi scaraventi all'Inferno con un calcio in... ?"
 
(Ringrazio chi legge e gradisce. Appuntamento al prossimo sabato, 26 maggio, con un altro racconto)
 
Marco Marchetta
   
 
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