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Autore: Bloodred Ridin Hood    19/05/2018    1 recensioni
In una stanza d’ospedale un ragazzo e una ragazza si confrontano su una difficile situazione.
[Ambientazione: post-Tekken5/pre-Tekken6]
Genere: Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hwoarang, Ling Xiaoyu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Provo a raddrizzarmi sul letto cercando di ignorare la fitta alla parte destra del torace. Vorrei urlare e piangere come un bambino. L’effetto degli antidolorifici sta svanendo e quella terribile sensazione, come quella di un coltello che lacera sadicamente la tua carne, diventa un ricordo sempre più concreto.
Odio con tutto me stesso essere sotto l’effetto dei medicinali. Funzionano, questo è certo, ma non mi piace l’effetto di intorpidimento generale al quale mi sottopongono per almeno la metà del tempo. Arrivare a dormire anche tredici ore di seguito e svegliarsi soltanto per soddisfare richiami fisiologici non è una bella condizione! Essere costretto a letto e mangiare minestrina tutti i giorni, mentre aspetti che la metà delle tue ossa si rimetta in sesto, è una cosa già abbastanza demoralizzante di suo, farei volentieri a meno di questo senso di rincoglionimento, che di certo non mi rende le cose più divertenti.
Purtroppo però, un braccio e una gamba fratturata sono cose che potrei anche in qualche modo tollerare, ma il dolore delle costole rotte, che ti lacera dall’interno ad ogni respiro, è qualcosa che sono sicuro potrebbe lentamente portarmi alla pazzia. Ed è per questo che ho un dannato costante bisogno di quello schifo di medicinali.
Il dolore mi offusca per un attimo la vista, stringo i denti e cerco di non fare smorfie. Guardo davanti a me, verso una certa ragazza in divisa scolastica che è appena entrata a farmi visita in questa squallida stanza d’ospedale che puzza di disinfettante.
Ecco, questo era proprio in cima alla lista delle altre cose che avrei voluto evitare.
“Che ci fai qui?” le chiedo con voce strozzata “Come mi hai trovato?”
Mi guarda con rabbia. Ha le guance paonazze e gli occhi lucidi.
“Non posso credere che tu non mi abbia detto niente!” mi rimprovera.
Fa cadere la cartella di scuola a terra e si avvicina a un fianco del letto per osservare meglio lo stato pietoso in cui mi trovo. Mi guarda con un’espressione di orrore stampata in faccia.
Non dovrebbe essere qui, non va bene.
Contrariato, distolgo lo sguardo dal suo.
“Come mi hai trovato?” ripeto.
“Ho incontrato il tuo maestro stamattina.”
Sbuffo un’altra volta.
“Gli avevo espressamente chiesto di non parlarne con nessuno.”
“Non dare la colpa a Baek!” mi rimprovera “Sono stata io ad insistere!”
Torno a guardarla, le guance sono ancora rosse e mi scruta con occhi severi.
“Che cosa ti aspettavi maledetto idiota?! È un mese che non ti fai più sentire e non rispondi alle telefonate!” dice quasi gridando “Hai idea di quanto fossi preoccupata?!”
È talmente arrabbiata che temo possa picchiarmi da un momento all’altro. Spero di non dover arrivare a farmi difendere dalle infermiere, perché sarebbe davvero umiliante!
No, non scherziamo. Sono talmente patetico nelle condizioni in cui mi trovo che non mi darebbe nemmeno un pappina sulla testa.
Ha tutte le ragioni di avercela con me, il mio comportamento non ha scusanti. Eppure l’ho fatto anche per il suo bene, che ci creda o no.
“Guardati, sei tutto distrutto!”
La sua voce adesso è diversa. È meno tesa e suona appena appena più gentile.
“Perché non mi hai detto niente?”

Non rispondo.
“Hwoarang, ti ho fatto una domanda.”
Inspira a fondo.
“Hwoarang…” la voce le trema “Dimmi cosa ti è successo.”
Ancora silenzio.
“Ti prego.”
“Ho avuto un incidente con la moto.” rispondo infine.
Esita per un momento.
“Come è successo?”
“Ho perso il controllo e sono andato contro un muro.”
“Non raccontarmi stronzate!” sbotta nervosa.
“È la verità.” ribadisco “Mi hai sempre detto che correvo troppo no? Beh, forse dovrei iniziare a darti retta.”
Non è male come menzogna, ho parlato anche con una certa naturalezza.
Peccato che il rumore dei suoi singhiozzi mi suggerisce che non sono stato abbastanza convincente.
Mi volto stupito.
“Xiaoyu?”
Piange. Non appena si accorge che la sto guardando, si gira di spalle e cerca di asciugarsi le lacrime con le mani, sforzandosi di trattenerne delle altre.
“Xiaoyu, io…”
“Se hai intenzione di continuare a prendermi in giro allora è meglio che non dica altro!” sbotta arrabbiatissima “Ringrazia che mi fai pena, altrimenti ti avrei già preso a schiaffi!”
Appoggio la testa contro il cuscino e guardo il soffitto.
Merda!
Questo era esattamente quello che volevo evitare.
“È stato lui, vero?”
Guardo verso la finestra e non rispondo.
Il maestro Baek le ha detto anche questo?
No, non l’avrebbe mai fatto. Deve esserci arrivata da sola in qualche modo.
Cosa posso dirle adesso? Non me la sento di continuare a mentirle.
“Hwoarang, giuro che se continui a non rispondermi me ne frego delle tue condizioni e ti rompo un altro osso!”
Deglutisco. So che sta scherzando, ma solo l’idea mi fa venire un fastidio come una sorta di solletico interno, per niente piacevole.
“So che è stato lui.” continua girandosi e guardandomi con gli occhi arrossati dal pianto di poco fa “È per questo che mi stavi evitando, vero? Non volevi dirmelo.”
“Non era proprio… lui.” non so neanche come dovrei esprimermi per descrivere quella cosa, ma su questo non ho assolutamente alcun dubbio. Quella cosa non era Kazama.
Lei ascolta in silenzio e poi chiude gli occhi, mentre una lacrima le scende silenziosa lungo una guancia.
“Xiaoyu, ascoltami! Non era… lui.” le ripeto in maniera più decisa.
Lei forza un triste sorriso e annuisce.
“Lo sapevo.” dice tristemente tornando ad aprire gli occhi.
“Sapevi cosa?”
“Ho letto la notizia quando è successo.” riprende con sguardo basso “Un misterioso e violento incidente, un’inspiegabile esplosione e un motociclista ferito. C’era la fotografia della strada semidistrutta, i resti della tua moto e…” deglutisce “... ho avuto una sorta di presentimento. Poi beh, tu sei sparito nel nulla, senza dirmi niente e ora ti ritrovo così! Non è difficile mettere insieme tutti i pezzi del puzzle!”
“Aspetta, quindi tu sapevi…” non so davvero che parole dovrei usare “… cosa è in grado di fare?”
Mi guarda per un attimo e fa un lievissimo cenno di assenso.
“Non avevi ancora notato che ogni volta che c’è qualcosa di inspiegabile c’è sempre il loro zampino?” chiede piano distogliendo lo sguardo.
Quindi lei sapeva!
Non posso dire che non me lo aspettassi, ma ora che ne ho la conferma, in un certo senso mi sento ancora peggio di prima.
“Sono felice di averti ritrovato, idiota.” dice poi con voce tremante “Pensavo… di aver perso anche te.”
Guardo altrove anche io, sentendomi una merda.
Volevo proteggerla e invece ho finito solo per ferirla ancora di più. Non so cosa fare, cerco la sua mano e chiudo le dita attorno alle sue.
“Sono qui.” dico piano “Mi dispiace tanto.”
Lei ricambia la stretta. Non parla, ma so che mi perdona, o che per lo meno cercherà di farlo.
Poco dopo mi lascia la mano e va verso la finestra, la seguo con lo sguardo.
“Scusa per… la scena patetica a cui ti ho fatto assistere.” dice guardando oltre il vetro con un po’ di imbarazzo nella voce “Non ero venuta di certo per deprimerti con le mie lacrime.”
“Non devi scusarti.” rispondo “Ogni tanto ti farebbe bene sfogarti, e lo dico sul serio.”
So bene che non se la sta passando nei migliori dei modi ultimamente, soprattutto dopo le ultime notizie di attualità. Negli ultimi tempi in cui ci siamo frequentati a volte bastava una semplice frase fuori posto o un vago riferimento a quella persona per guastarle l’umore per un’intera serata. A detta di Miharu poi, ogni tanto senza un’apparente ragione si chiude in casa per giorni e smette di andare a scuola, senza vedere né sentire nessuno. Alterna questi periodi bui ad altrettanti momenti di inspiegabile euforia ed energia irrefrenabile, come se facesse di tutto per sfuggire dalla realtà.
Ma mai, e dico mai, si era lasciata andare ad una manifestazione emotiva così forte davanti me e credo neanche qualcun’altro. Credo stia cercando di soffocare il più possibile le emozioni dentro di sé.
Si volta e mi guarda con un sorriso.
Poverina, sembra proprio distrutta.
“È che… io non so più che fare.” dice.
Il sorriso le si spegne sulle labbra e abbassa lo sguardo a terra.
“Non so più come posso aiutarlo.” aggiunge abbassando il tono di voce “Continua ad ignorarmi, a non volermi vedere e…”
Inspiro a fondo e subito mi ricordo che ho mezza cassa toracica distrutta e che sono un coglione. Sto per mettermi a piangere anch’io adesso, dal dolore! Chiudo gli occhi e cerco di riassorbire la fitta senza fare smorfie troppo evidenti, nel mentre penso a qualcosa di intelligente che potrei dirle per farla ragionare.
Ha ancora quest’idea di doverlo salvare.
L’ha abbandonata all’improvviso senza neanche una parola, ha trascinato il mondo in un folle e ingiustificato conflitto bellico, ha a quanto pare dei segreti molto più oscuri e pericolosi di quanto avessi mai potuto immaginare, ma nonostante tutto lei continua ostinatamente a… volerlo salvare!
Non sono sorpreso, in fondo.
“Beh… se prima potevo chiedermi come mai avesse cercato di tenerti lontana per tutto questo tempo, non posso negare che ora forse comincio a farmene un’idea.” ammetto con voce strozzata “E mi verrebbe anche da dire che per una volta lo stronzo non ha tutti i torti.”
Mi fulmina con un’occhiata assassina.
Sapevo che non le avrebbe fatto piacere, ma è la verità.
“Non mi interessa.” dice con un soffio minaccioso.
Torna a darmi le spalle.
“Potevi esserci tu al mio posto.” le faccio notare con tono tagliente “E poteva anche andare peggio, lo sai.”
“Quindi dovrei starmene con le mani in mano ad aspettare che metta in atto chissà quali altre follie?” chiede rimanendo sempre di spalle.
So che neanche questo le farà piacere, ma qualcuno deve pur provare a farle tornare un po’ di buon senso.
“Devi accettare che tu non puoi fare niente per lui.” ribatto schietto “Devi accettare che non è più la persona che conoscevi.”
Scuote la testa.
“Tu non capisci.” mi dice con un soffio di voce.
“Non capisco che cosa?”
“Jin non è un pazzo, tantomeno una cattiva persona. Deve esserci una ragione per cui…”
Non posso credere a ciò che sto sentendo. Lo sta veramente giustificando?
D'accordo, può darsi che Kazama non sia del tutto responsabile delle azioni della sua versione dotata di ali e corna, ma la guerra e tutto il resto sono senza alcun dubbio una sua responsabilità!

“Xiaoyu!” la interrompo.
Lei mi ignora e riprende.

“Io lo conosco da anni, ho vissuto con lui! So che non farebbe mai quelle cose se non…”
“Xiaoyu!” la interrompo ancora.
Non posso stare a sentire tante cazzate.
Sto per continuare a parlare, ma lei si volta e mi guarda con un sorriso intriso di una tristezza incredibile, che mi lascia senza parole.
“Davvero non capisci che cosa sta pianificando di fare?” mi chiede “Nemmeno adesso che hai visto…” la voce le muore in gola e torna a voltarsi.
Non so cosa rispondere. Non sono neanche sicuro di aver capito a cosa stia alludendo.
“Non si torna indietro da cose come quelle che sta facendo. Quindi, alla fine di tutto, io penso che lui cercherà di mettere fine anche a…” deglutisce e non riesce a continuare.
Credo che le sia scappata qualche altra lacrima.
Non dico niente e la lascio sfogare per qualche altro minuto.
“Comunque...” riprende poco più tardi con un mormorio appena udibile.
Si passa una mano sulle guance per asciugarsi il viso e si volta a guardarmi con determinazione.
“…ha già annunciato un nuovo torneo e ho intenzione di iscrivermi.”
Anche questo, di certo, non mi sorprende.
La conosco bene ormai e so che, per quanto ostinata sia, non è stupida.
Sa benissimo che probabilmente non riuscirà a vederlo neanche stavolta.
Ma so che finché avrà anche solo un briciolo di speranza, sarà pronta a tirare fuori le unghie e a fare tutto il possibile, anche pazzie, per cercare di raggiungere il suo obiettivo. Stiamo pur sempre parlando della stessa persona che aveva avuto il coraggio di sfidare Heihachi Mishima e mettere al tappeto una sua intera squadra della Tekken Force quando era poco più che una bambina.
“Sei… sicura?”
Annuisce.
“So che sarà pericoloso, forse il più pericoloso torneo di sempre, ma devo almeno provarci.” dice.
So che anche se rimanessimo a parlarne per altri cent’anni, non riuscirei comunque a farle cambiare idea. Non su questo argomento.
Annuisco a mia volta.
“Parteciperò anche io.”
Ho già calcolato i tempi e ne ho parlato anche con il maestro Baek. Tornerò al dojo non appena mi dimetteranno. So che non sarebbe consigliato, ma non mi interessa. Mi rimetterò sotto con gli allenamenti il prima possibile. Dovrò fare molta più fatica e dovrò impegnarmi come non mai per riuscire a recuperare in così poco tempo.
Perché in fondo, sono stupido almeno quanto lei. Non ho intenzione di starmene seduto da una parte a fare da spettatore.
Guardo Xiaoyu che mi sorride con  orgoglio.
“Non avevo dubbi.”
La determinazione è una delle poche cose in cui ci assomigliamo, nella nostra strana, singolare amicizia.
Prende il cellulare e sembra controllare l’orario.
“Si è fatto tardi, Miharu mi aspetta per studiare, ma tornerò domani!” promette.
Poi si guarda intorno con aria incerta.
“Questa stanza è troppo bianca.” commenta “Ti porto dei fiori?”
“Mi hai preso per una nonnina?!” sbotto offeso.
Si mette a ridere di gusto.
Adesso, finalmente la riconosco.
Prima che abbia il tempo di mandarla a quel paese riprende a parlare.
“Domani porto il computer. Film e stuzzichini, ci stai? Ovviamente il film lo scelgo io.”
“Ci sto.”
Assolutamente. In questi lunghissimi, noiosissimi giorni non ho fatto altro che dormire e guardare quiz alla tv. Ci starei anche se dovesse farmi guardare un’altra volta quel teen drama che mi ha costretto a guardare quando avevo perso una scommessa – e che comunque non era poi così male, ma lei questo non dovrà mai saperlo –.
“D’accordo! Allora a domani!”
Mi sorride e mi fa un cenno di saluto con la mano.
“A domani.” ricambio il saluto alzando la mano libera.
Scompare dietro alla porta e rimango di nuovo solo nella mia stanza d’ospedale. Sorrido. Lacrime a parte, alla fine sono felice che sia venuta a trovarmi.
Sono le sei di sera, tra poco arriverà l’infermiera a portarmi la nuova dose di dolce veleno. Finalmente potrò tornare nella mia amata/odiata campana di insensibilità.
Nel frattempo accendo la TV e metto il notiziario. Altre bombe, un nuovo attacco da parte della Mishima Zaibatsu.
Il sorriso muore lentamente sulle mie labbra.



 

 



 

NOTE:
Questa era una di quelle storie dimenticate in una cartella che non apro da anni, è datata 2014, ultima modifica febbraio 2015, mai pubblicata perché c’era sempre qualcosa che non mi convinceva. Pochi giorni fa mi è tornata improvvisamente in mente, allora l’ho ripresa, rivista completamente, sistemato le parti che non andavano e questo è il risultato.
È nata da una sorta di riflessione sui personaggi di Xiaoyu e Hwoarang e della loro funzione nella trama, che negli ultimi titoli è quasi del tutto subordinata a Jin. Per come la vedo io, questi due servono un po’ la prova del “passato buono” di quest'ultimo, quello che lui sta cercando di abbandonare, ma dal quale non riesce a prendere del tutto le distanze. Ad esempio nello Scenario Campaign Devil Jin reagisce in maniera negativa davanti ad entrambi, lasciando intendere che Jin sia ancora affezionato a quei due, che a loro volta, imperterriti continuano a seguirlo, chi per affetto, chi per una strana rivalità *coff-coff* amicizia e boh, niente. Apprezzo la loro determinazione.
E comunque, al di là di ogni discorso di ship o altro, mi ha sempre colpito come Xiaoyu in T6 abbia avuto ragione su Jin. Ha intuito che ci potesse essere una "ragione", per quanto discutibile possa essere, dietro alle sue azioni e ha sognato il suo quasi suicidio, quindi in un certo senso ci ha azzeccato pure su questo (anche se molto alla larga ahah). Considerando comunque che in passato l'ha conosciuto bene non è poi così strano alla fine. Come dicevo prima, lei serve un po' per ricordarci che Jin non è sempre stato così stronzo lol.

Spero che sia stata una lettura piacevole!
Grazie per aver letto.



 
  
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