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Autore: LadyDP    19/05/2018    0 recensioni
Dialogo tra Deadpool e la sua controparte femminile, Lady Deadpool (personaggio realmente esistente nei fumetti).
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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Lady camminò verso il suo interlocutore, agitando i fianchi come faceva nei momenti in cui voleva mantenere ben viva l’attenzione di chi aveva davanti.

 

Come se non bastasse, tirò indietro le spalle, facendo scivolare delicatamente le mani sui suoi fianchi, e tirando per bene il petto all’infuori.

 

“Oggi il mio narcisismo ha raggiunto i livelli massimi. Mi trovo sexy da solo.” disse DP, asciugandosi il collo sotto la maschera, con la mano.

 

Lady alzò le mani e, ben allargate, le appoggiò sul petto di DP.

 

“Prima di sputare sul tuo stesso piatto, pensa a chi hai davanti, visto che dovresti saperlo” disse, con la sua solita voce da smorfiosa. Ma per DP era un piacere sapere di essere così troia dentro.

 

“Cazzo, ti sei davvero offesa perché ho perculato un po' le tue ustioni?” le chiese, brandendole le mani. I dorsi delle sue erano rivolte verso l’alto, perciò a Lady bastò un piccolo movimento verticale dei gomiti per far finire dritte le nocche dell’uomo sul suo stesso naso.

 

“Sei così adorabile quando ti offendi. Su di te la mutazione ha anche l’effetto di farti lavorare le ovaie più velocemente?”

 

Wade era in mood “finto maschilista irritante”.

 

“In realtà non lavorano più” rispose lei, decidendo di accettare lo scherzo. Si sedette sul bordo del tetto, dandogli le spalle.

“Sono una gnoccona senza le mestruazioni”

 

“E Vanesso gongola” si sfregò le mani lui.

 

Lady si voltò a fissarlo. Sembrava star riflettendo.

 

“No, non l’ho capita questa" concluse.

 

“No, niente. Ho solo pensato che visto che la mia ragazza si chiama Vanessa avresti intuito che Vanesso sia il tuo ragazzo. Anche se presumo abbia un altro nome, tipo che ne so, qualche nome virile con la V.” spiegò.

 

“Ah, no, niente Vanessi...il mio universo non è tutto un GenderBend, arrivaci.” disse.

 

“Le tue battutine da puttanella si sono un po' ammosciate.

 

Non sapevo che ti faceva così male questo argomento. Ti ho steso?”

 

Lady alzò le gambe al petto, le cinse con le braccia e vi appoggiò la testa in mezzo.

 

DP pensò che in realtà anche lui all’inizio ne aveva fatto una tragedia. Odiava andare in giro con quel volto deturbato, ma grazie a Vanessa aveva imparato a sbattersene la minchia altamente.

 

Ma per lei non c’era stato nessuno a dirle

“Tranquilla baby, sei bellissima così come sei”

 

La classica frasetta, insomma, che però nei momenti giusti ha il suo effetto.

 

Per quel che poteva valere, decise di essere lui quel tale a dirgliela.

 

“In realtà io non le ho mai viste le tue ustioni. Saranno più o meno la stessa merda delle mie, comunque se ti va puoi farmi dare un’occhiata, così, per la scienza.” disse, vago.

 

Lady alzò la testa verso l’alto.

 

Appoggiò una mano sopra la faccia, e si tolse la maschera.

 

Sapeva che sarebbe stato uno spettacolo forte, però non si immaginava niente di più e niente di meno che la solita faccia che aveva l’onore di vedere ogni mattina. Solo versione Signorina.

 

Aveva due grandi occhi blu, e sembravano così dolci. Non lo erano.

 

Ma sotto di questi notò dei solchi abbastanza profondi.

Come se dieci litri di lacrime fossero usciti tutti insieme in un colpo.

 

Non aveva sopracciglia. O meglio. Erano disegnate.

Non aveva ciglia. O meglio. Erano ciglia finte.

Quelle che metteva la sua donna, per le occasioni speciali.

 

I capelli avevano resistito, però.

 

Ma erano molto sottili.

 

Bellissimi, ma molto sottili.

 

“Non guardarmi così, stronzo.” cedette lei, coprendosi di nuovo con le mani, piena di vergogna.

 

Avrebbe mentito, se fosse stato necessario.

 

Ma non era necessario mentire.

 

“Sei una fregna da paura” disse “Modestamente”

 

Lady lo squadrò. Gli concesse un mezzo sorriso.

 

Chissà quanto poteva valere per lei un complimento da sé stessa.

 

“Non pensare di averne un po', morto di fame” disse, alzandosi dall’altro lato,

premurandosi di agitare per bene il lato B.

 

In realtà, un complimento da sé stessa era l’unica cosa di cui aveva bisogno.

   
 
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