20/05/2018
1 recensioniFandom: Naruto
Personaggi e pairing (se presente): Kurenai Yuhi!Centric, Asuma Sarutobi → Asuma/Kurenai
Prompt: “Un giorno”
Numero Parole: 493
Note autrice: Ah, la mia prima storia su questi due! Sono davvero, davvero, davvero contenta di aver trovato l'occasione giusta (ossia questo contest meraviglioso) per scrivere un qualcosina su di loro, coppia fantastica che mi ha lasciato una profonda ferita per la loro mancata felicità raggiunta (che tu sia maledetto, Kishimoto, per aver distrutto le basi che avevi costruito per questi due! ;;), per averlo brutalmente ucciso e per averla lasciata senza compagno, a crescere una figlia da sola.
A ogni modo, non voglio dilungarmi troppo, almeno per una volta. Mi fermo qui, sperando che questa piccola storiella vi possa piacere e, soprattutto, che non abbia distrutto la loro caratterizzazione (in mia discolpa, in caso sia così (?) voglio dire che Kurenai l'ho sempre trovata particolarmente caparbia, e che quando vuole sa tirare fuori il proprio caratterino, insomma. xD) eee, nulla! Se vi fa piacere ditemi cosa ne pensate!
A ogni modo, non voglio dilungarmi troppo, almeno per una volta. Mi fermo qui, sperando che questa piccola storiella vi possa piacere e, soprattutto, che non abbia distrutto la loro caratterizzazione (in mia discolpa, in caso sia così (?) voglio dire che Kurenai l'ho sempre trovata particolarmente caparbia, e che quando vuole sa tirare fuori il proprio caratterino, insomma. xD) eee, nulla! Se vi fa piacere ditemi cosa ne pensate!
tsukuyomi_
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♦ Scorci di vita ♦
1. Un giorno...
1. Un giorno...
«Qual'è il tuo sogno per il futuro, Kurenai?».
«Sogno?».
«Sogno?».
La donna schiuse appena le palpebre, infastidita dai numerosi fasci di luce che penetravano nella stanza dalle persiane, inondandole il viso. Sotto la sua mano, percepiva con semplicità il petto dell'uomo sollevarsi e poco tempo più tardi abbasarsi a un ritmo costante e rilassato che, come sempre, riusciva a placare e tranquillizzare il suo animo spesso inondato da troppe paure e incertezze.
Il terrore di non trasmettere le sue conoscenze ai suoi allievi, di non condurli sulla retta via, di non tramandare la Volontà del Fuoco che caratterizzava il loro villaggio e la loro Nazione e di non proteggerli da ogni male, in lei, erano pensieri sempre presenti che la tormentavano oltre ogni cosa al mondo. Eppure, quando era con lui, o anche solo quando lo sapeva al suo fianco, non poteva che esserne felice e rasserenata.
Il terrore di non trasmettere le sue conoscenze ai suoi allievi, di non condurli sulla retta via, di non tramandare la Volontà del Fuoco che caratterizzava il loro villaggio e la loro Nazione e di non proteggerli da ogni male, in lei, erano pensieri sempre presenti che la tormentavano oltre ogni cosa al mondo. Eppure, quando era con lui, o anche solo quando lo sapeva al suo fianco, non poteva che esserne felice e rasserenata.
«Sì. Un tuo sogno per il futuro.»
«Mmm...».
«Non hai nulla che ti piacerebbe realizzare?»,
domandò di rimando l'uomo, ridacchiando per
la notevole incertezza che mostrava la kunoichi
dinanzi a lui, visibilmente pensierosa. «Nulla?».
«Mmm...».
«Non hai nulla che ti piacerebbe realizzare?»,
domandò di rimando l'uomo, ridacchiando per
la notevole incertezza che mostrava la kunoichi
dinanzi a lui, visibilmente pensierosa. «Nulla?».
«Oh,» borbottò Asuma, con le labbra appoggiate sulla chioma scura della donna. «Sei già sveglia... Non mi aspettavo nulla di diverso, da te.»
«Guarda che avrei dormito ancora, eh!» ribattè lei, arricciando il naso, evidentemente scontenta per quelle ultime otto parole. «E colpa tua, sai? A casa mia non ho di certo delle persiane talmente scomode che filtrano così perfettamente la luce!» continuò, risentita. «In più...» Non ebbe neanche il tempo di terminare ad alta volce il proprio pensiero che l'uomo si lasciò andare in una risata, mentre faceva passare con delicatezza la mano tra i scompigliati capelli di lei, pettinandoli con le dita, lasciandosi assuefare dalla sua perfezione. «Va bene, va bene, ho capito!» disse, ancora con i residui della antecedente risata sulle labbra; le gote di lei, in risposta, diventarono appena più rosee.
«Buongiorno,» continuò, lasciandole un lieve bacio sulla fronte.
«Guarda che avrei dormito ancora, eh!» ribattè lei, arricciando il naso, evidentemente scontenta per quelle ultime otto parole. «E colpa tua, sai? A casa mia non ho di certo delle persiane talmente scomode che filtrano così perfettamente la luce!» continuò, risentita. «In più...» Non ebbe neanche il tempo di terminare ad alta volce il proprio pensiero che l'uomo si lasciò andare in una risata, mentre faceva passare con delicatezza la mano tra i scompigliati capelli di lei, pettinandoli con le dita, lasciandosi assuefare dalla sua perfezione. «Va bene, va bene, ho capito!» disse, ancora con i residui della antecedente risata sulle labbra; le gote di lei, in risposta, diventarono appena più rosee.
«Buongiorno,» continuò, lasciandole un lieve bacio sulla fronte.
* * *
«Oh, Asuma!» Lo richiamò la donna, giusto in tempo, prima che il ninja uscisse per andare dalla madamigella Tsunade a informarla dell'ultima missione portata a termine con il team 10. «Ti ricordi la nostra conversazione? Quella avvenuta due settimane fa?» chiese d'istinto, tutto d'un fiato. Sarutobi la osservò in silenzio, sigaretta stretta fra le fini labbra, l'attenzione tutta riservata a lei.
«Ci ho pensato molto in questi quattordici giorni e dopo infinite riflessioni, ho finalmente trovato il mio sogno.» Continuò, puntando i suoi occhi vermigli in quelli scuri quanto l'ossidiana dello shinobi. «Un giorno, quando avrò terminato il mio compito da sensei per il team di cui mi occupo, mi piacerebbe ritirarmi dalla carriera; se quel giorno staremo ancora insieme, se quel giorno mi amerai ancora quanto mi ami ora – o anche di più – mi piacerebbe sposarti, vivere la mia vita con te, avere una famiglia. Mi piacerebbe darti dei figli, diventare madre, crescerli con amore e soddisfare l'ultimo desiderio di mio padre. Un giorno, vorrei esaudire tutto questo».
«Ci ho pensato molto in questi quattordici giorni e dopo infinite riflessioni, ho finalmente trovato il mio sogno.» Continuò, puntando i suoi occhi vermigli in quelli scuri quanto l'ossidiana dello shinobi. «Un giorno, quando avrò terminato il mio compito da sensei per il team di cui mi occupo, mi piacerebbe ritirarmi dalla carriera; se quel giorno staremo ancora insieme, se quel giorno mi amerai ancora quanto mi ami ora – o anche di più – mi piacerebbe sposarti, vivere la mia vita con te, avere una famiglia. Mi piacerebbe darti dei figli, diventare madre, crescerli con amore e soddisfare l'ultimo desiderio di mio padre. Un giorno, vorrei esaudire tutto questo».
«È questo il mio sogno per quel giorno».