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Autore: sara criso    21/05/2018    1 recensioni
Tom non avrebbe mai immaginato che gli potesse davvero interessare qualcuno, non avrebbe mai potuto immaginare che avrebbe dovuto precisare nuovamente il suo dominio su Wiglaf.
E mai avrebbe potuto sapere di essersi affezionato a qualcuno, almeno un po’.
(Personaggi del film italiano uscito su YouTube "Voldemort: Origin of the heir"
Se non l'avete visto, vi consiglio di farlo)
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Tom da tre anni conosceva Wiglaf, i due avevano sempre avuto un rapporto molto conflittuale, ma nonostante tutto, stavano insieme e parlavano.
Forse perché Wiglaf era l’erede di corvonero, forse perché Tom era sospetto per il giovane.
Ma nessuno dei due sapeva dire precisamente perché stavano assieme. Erano due ragazzi diversi, di case diverse e con un modo diverso di ragionare.
Riddle usava la sua mente per pianificare tutto alla perfezione, la usava soprattutto per la manipolazione dei suoi nemici. Preferiva ferire psicologicamente, era più umiliante, sadico e soprattutto, fantastico.
Sigurdsson era un ragazzo più incentrato sulla scoperta del mondo, sulla magia, su come essa fosse nata, evoluta nel corso degli anni e come lui potesse sempre migliorarsi senza mai raggiungere la perfezione.
Non credeva in un concetto così fantasioso, credeva che la magia fosse come l’essere umano; unico, più forte di tutto ed in grado di evolversi e migliorare man mano che il tempo passava.
Erano diversi, ma in qualche modo legati e Tom non capiva davvero come e perché si erano legati, ma, soprattutto, non riusciva a capire come si era fatto convincere a conoscere Lazarus e Grisha. O meglio, come aveva permesso loro di imbucarsi nel legame che aveva con il ragazzo. Erano perfetti loro due insieme, da soli.
Non lo sapeva, ma ormai aveva capito come evitare i due per stare solo con Wiglaf e quale fosse il momento esatto per andarsene quando sapeva che il corvonero doveva fare qualcosa e non poteva stare con loro. Per Tom era davvero inutile stare con i due, se Sigurdsson non c’era.
Peccato che quel pomeriggio c’erano e spesso Grisha interrompeva le loro conversazioni facendo ribollire il sangue nelle vene del serpeverde.
Cercava di rimare calmo, ma la voce della ragazza suonava stridente, una nota sbagliata in una magnifica melodia. Una irritante o odiosa voce in una conversazione magnifica.

“Ehi Wiglaf, l’hai notata?”
E quella era la millesima volta che li interrompeva. Tom stava escogitando di farla fuori e no, non era uno scherzo, stava anticipando la cosa, voleva farlo per eliminarla una volta per tutte.
Il suo piano stava per giungere al termine, doveva solo mettere a posto un particolare e occuparsi dei tre. Gli mancava poco tempo da passare con lui e lei glielo stava portando via.
Si immobilizzò. Perché gli importava?

“Notato? Cosa dovrei notare?”
Chiese perplesso il ragazzo pensando inizialmente che lui o Tom, stessero sbagliando qualcosa nella loro revisione dei compiti che avevano fatto. Peccato che fosse impossibile che avessero sbagliato e lei avesse ragione. Wiglaf teneva alla ragazza, ma non era proprio brava nei compiti, soprattutto in pozioni.
“Wiglaf, davvero? Non l’hai notata?
C’è una ragazza, vicino al nostro tavolo, che ti guarda da quando siamo arrivati. Quindi due ore buone”
“Da un’eternità, vorrai dire” Aggiunse Lazarus stufo di stare in biblioteca a studiare con i tre.
Riddle a quelle parole, scattò sull’attenti ed i suoi occhi neri andarono subito alla ricerca della fatidica ragazza di cui Grisha parlava; era una tassorosso e sembrava veramente interessata a lui.
Lo guardava con insistenza e le sue guance si colorarono quando Wiglaf la guardò.
“Oh, non me n’ero accorto” Rispose sinceramente il ragazzo posando lo sguardo sui compiti subito dopo. Grisha lo guardò confusa.
“Che diavolo stai facendo? Vai a parlarci, no?”
“Perché dovrei?” Chiese Sigurdsson, Riddle gli andò immediatamente dietro nonostante nessuno lo avesse convinto nella conversazione.
Anche se non c’era bisogno di farlo visto che lui si infiltrava sempre nelle conversazioni quando e come, voleva.
“Già, perché dovrebbe? Stiamo facendo qualcosa di importante” Iniziò a dire guardando Grisha affilando lo sguardo. I suoi occhi scuri incontrarono quelli color nocciola di lei facendola preoccupare.
Quello sguardo era veramente agghiacciante, era come se la volesse uccidere da un momento all’altro.
“Se vuoi perdere tempo, vattene”
“Tom, smettila” Lo interruppe il tassorosso facendo alzare gli occhi al cielo al corvonero che guardò Grisha facendole cenno di andare.
“Andate, siete stanchi e dovete riposare” I due obbedirono a Wiglaf, ma Tom era ancora nervoso, soprattutto per come Lazarus aveva osato mancargli di rispetto in quel modo, rispondendogli.
E Sigurdsson sospirò quando lo vide, Riddle era diventato molto nervoso, strano, nell’ultimo periodo e lui era preoccupato. Entrambi sapevano che stava per arrivare la fine e sapevano di non poterla fermare in alcun modo, ma non voleva che facesse così.
“Tom, è solo un ragazzino” Cercò di fargli capire il corvonero sgranando gli occhi quando il ragazzo gli strinse con forza la mano, alzandosi, trascinandolo malamente via dalla biblioteca.
Avrebbe davvero voluto chiedergli cosa stesse succedendo, perché l’aveva portato via in quel modo, ma sapeva che non lo avrebbe saputo finché non sarebbero arrivati.
Tom lo portò nel bagno e lì sbatté Wiglaf contro il muro.

“Chi è quella?” Domandò a denti stretti riferendosi alla ragazza della biblioteca.
“Non la conosco, non so chi è”
“Sono menzogne!” Gridò Tom sbattendo un pugno contro la parete, accanto alla testa del giovane.
“Basta!” Rispose Wiglaf a tono dandogli una spinta, allontanandolo da sé. Riddle lo guardò male e immediatamente, lo prese per il colletto.
“Non osare farlo di nuovo”
“E tu non darmi del bugiardo”
Stranamente Tom avrebbe dovuto odiarlo perché rispondeva, odiarlo perché osava trattarlo in quella maniera. Come odiava Lazarus, ma lui non odiava Wiglaf. Anche provandoci, non ci riusciva, lui voleva che reagisse così.
Lo voleva sempre contro di lui, non voleva che Sigurdsson si spezzasse, ma che si piegasse, ma solo perché lo voleva.
Voleva che avesse un suo spirito, che si distinguesse fra gli altri, voleva che gli dimostrasse che non si era sbagliato, che era speciale, unico.
Sospirò e lo spinse contro il muro facendogli aderire la schiena completamente contro di esso.
Gli occhi del serpeverde caddero sul collo di lui.
La sua pelle era bianca, pura e priva di segni; come carta bianca in attesa di essere scritta. Come i fogli del suo diario ricolmi di piani e strategie. Una strana ed immensa voglia di marchiarlo, nacque in lui, voleva davvero farlo e non avrebbe rinunciato a farlo.
Ghignò e gli bloccò i polsi mordendo il collo del giovane che gemette a quel gesto, ansimando per i movimenti del bacino che il ragazzo aveva iniziato ad agire contro il suo.
Sapeva cosa sarebbe successo, sapeva perché lo stava facendo e lui lo voleva.
Voleva davvero che ci fosse qualcosa che dimostrasse il dominio di Tom su di sé.
Non era un dominio violento, era passionale; un dominio diverso da quello che Riddle voleva sul mondo.
Chiuse gli occhi e fremette sentendo i movimenti della lingua di Tom, come leccasse e succhiasse la sua pelle marchiandola il più che potesse.
“Dillo, di' a chi appartieni” Sussurrò con voce roca il serpeverde togliendo la presa sulle sue mani per stringere il sedere dell’altro.
“A te, solo a te” Mugolò Wiglaf arrossendo leggermente allacciando le gambe alla sua vita.
A Riddle quelle parole fecero nascere qualcosa dentro; una scintilla in un vuoto enorme e buio, che splendeva come una stella nel cielo in una notte nera e cupa.
Non sapeva cos’era nato dentro di lui, sapeva solo che non aveva mai provato nulla del genere.
“Tom…” Ansimò Wiglaf imbarazzato dai gesti che agiva sul suo corpo.
Le mani di Tom accarezzavano, stringevano e graffiavano il suo sedere fino a che il ragazzo non si fermò, staccandosi da lui.
Il corvonero esausto ed eccitato, cadde in ginocchio e Riddle sorrise accarezzandogli le labbra lucide di saliva.
Gli occhi azzurri del giovane erano bagnati, le sue pupille dilatate e le sue guance erano arrossate; era veramente magnifico.

“Leccale”
“Tom, siamo in un bagno” E ancora aveva il coraggio di rispondergli, anche in quello stato.
Sorrise e Wiglaf credette che avrebbe insistito, ma Tom fece qualcosa invece di assolutamente sbalorditivo; lo strinse con forza a sé, sospirando.
Il serpeverde era distrutto, la fine era troppo vicina e solo loro due lo sapevano. Tutto sarebbe cambiato, lui sarebbe cambiato e non si sentiva pronto ad abbandonare tutto per quella missione. Ad abbandonare Sigurdsson.
“Mi dispiace” Sussurrò flebilmente Tom.
“Lo so”
Wiglaf ricambiò quell’abbraccio, sapeva che Tom ne aveva bisogno e non voleva abbandonarlo in un momento così delicato. I due solo dopo interminabili minuti di silenzio, in cui rimasero abbracciati, tornarono nei loro dormitori.
Fra loro tutto tornò come prima, non parlarono di quello che successe nel bagno, di quell’abbraccio.
Sapevano che parlarne era inutile, i giorni passavano e il tempo insieme lentamente scemava.
Ma nonostante tutto, Tom non poteva permettere a qualcuno di invadere il suo dominio.

“Wiglaf, è da tempo che volevo chiedertelo”
Intervenne un giorno qualunque Grisha mentre stavano passeggiando insieme nei corridoi.
“Cosa volevi chiedermi?” La grifondoro subito indicò i morsi e i graffi che Wiglaf aveva sul collo.
“Ti è saltata addosso una tigre oppure ti sei trovato una ragazza molto possessiva?”
   
 
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