Fanfic su artisti musicali > Sleeping with Sirens
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Autore: mary_92 violetta    22/05/2018    0 recensioni
Potevo capire come stesse soltanto da come pronunciava il mio nome,quel ragazzo era troppo simile a me.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kellin Quinn, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10 mesi prima
 
New York 24 Agosto 
 
Non ho mai amato molto le feste ma la voce supplichevole di Alex,mio fidanzato e frontman  degli All Time Low, mi fece cambiare idea per una volta.
Non vedeva l’ora di rivedere alcuni suoi amici di altri gruppi che sarebbero stati tutti presenti per l’anniversario della casa discografica.
“Ti prometto che torniamo a casa presto’’ 
Mentre pronunciava quelle parole già sapevo che non ci credeva nemmeno lui ed era soltanto una scusa per farmi venire.
Sospirando e alzando gli occhi al cielo emisi un si svogliato.
In una caotica Manhattan il nostro van ci fermò davanti uno dei tanti grattacieli e arrivammo al ventesimo piano.
Ancora non ero abituata a quelle altezze ma sarebbe stata questione di abitudine.
Le porte dell’ascensore si aprirono e una marea di persone,musica e felicità ci inondò.
Alex cercò i suoi compagni d’avventura e scorse tra la folla Vic Fuentes e quello fu l’inizio della fine.
Iniziarono una lunghissima discussione da cui involontariamente fui esclusa.
Lasciai il mio ragazzo e provai a socializzare con le ragazze di vari batteristi,chitarristi e apparte la ragazza di Vic,quasi mia coetanea,le altre erano  troppo grandi o troppo fuori dal mio mondo dato che nessuna studiava o andava all’università quindi parlare di rossetti e vestiti mi poteva andare bene per una mezz’ora ma poi con una qualsiasi scusa fui costretta ad abbandonare il gruppetto. 
Presi un cocktail senza nemmeno chiedere cosa ci fosse dentro e mi avvia verso l’enorme terrazza dell’attico.
Mi appoggiai alla ringhiera  e alzando lo sguardo verso il  cielo stellato iniziai a perdermi nei pensieri finché ad un tratto vidi un ragazzo a pochi metri da me che guardava in basso con in mano una  bottiglia di birra.
Lo osservai per qualche secondo ma  distolsi  quasi subito lo sguardo; sicuramente non gli avrei parlato se non fosse stato lui ad iniziare.
 Infatti dopo qualche secondo sentii il suo sguardo su di me.
 ‘‘La festa è dentro ’’ disse con voce atona.
 ''Scusami,non volevo disturbarti.Pensavo che tutti stessero dentro a godersi al festa’’
Il ragazzo moro accennò un sorriso velato.
‘’Nessun problema.’’
Cadde un silenzio imbarazzante.
Di solito con Alex questo non succedeva dato che con lui il problema era riuscire a non parlare per più di qualche minuto. 
’’Scusa di nuovo ti lascio in pace.’’ dissi pronta ad  andarmene.
L’idea di tornare dentro in mezzo a quella gente semisconosciuta non era la cosa più allettante ma restare lì e continuare con quei  silenzi imbarazzanti non era proprio l’ideale.
''Ti avverto  Vic e Alex non puoi separarli molto facilmente’’
Mi voltai con uno sguardo interrogativo.
''Sei la ragazza di Alex Gaskarth giusto?’’ 
Sapevo che me ne sarei dovuta andare ma qualcosa mi spinse a restare.
‘‘Si,sono Violet, piacere! Ma tu come…?’’
‘‘Vi ho visto arrivare e poi Alex non fa altro che parlare di te. Non sai quanto possano essere pettegoli i cantanti. Io sono Kellin Quinn.’’
La mia mente cercò di collegare quel nome con una band che dopo qualche secondo arrivò.
''Sleeping with Sirens giusto? ''
Il moro annuì.
Mi accorsi solo in quel momento dei suoi incredibili occhi azzurri.
‘‘Hai sentito qualche nostra canzone?’’
‘‘Ad essere sinceri no.’’
 ''Non sei americana ’’ continuò lui.
'' Italiana, sono in erasmus per un anno.’’
‘‘Cosa fai?’’
‘‘Studio medicina a Roma. Un giorno spero di diventare foniatra e curarvi tutti.’’
Ci mettemmo a ridere.
‘‘Ma sei da solo? I tuoi compagni,la tua famiglia?’’
A quelle parole si irrigidì e capii che avevo fatto la più grande cavolata del secolo.
‘‘Stasera dovevo venire per rappresentare la band.I miei compagni avevano altri imegni e mia moglia doveva stare con i bambini.’’
Alex non mi aveva detto molto di Kellin,a dire la verità non so quanto lo conoscesse.
 ‘‘Anche voi avete un nuovo album in uscita?’’
‘‘Esatto’’
Calò di nuovo un silenzio imbarazzante.
‘‘Ma tu quindi vivi in Italia?’’
Annuii.
‘‘Come vi organizzate con Alex?Nel senso c’è un oceano che vi divide.’’
‘‘Lui vive la sua vita e poi usiamo skype ma cerchiamo di vederci una volta ogni   mese o due .’’
‘‘E ti fidi?’’
Lo guardai in modo molto strano: perché venire a farmi una domanda del genere ? 
 ‘‘Ok non sono affari miei.’’
‘‘Ci organizziamo,però  ora sono qui e cerco di non pensarci.’’ risposi quasi riluttante.
Sentendo altre voci mi voltai.
 Vedendo  Jack andai verso di lui salutando Kellin ma si vedeva da un miglio che aveva bevuto.
 Diceva frasi a caso e rideva ma ad un tratto cadde a terra.
Tutti pensando che non fosse nulla lo aiutarono ad alzarsi però il problema iniziò quando ad un tratto smise di ridere e iniziò a vomitare acqua e qualcosa di rosso che purtroppo non era solo vino.
La situazione in qualche secondo cambiò e le ragazze con lui iniziarono a gridare.Mi precipitai verso di lui e chiamandolo non rispondeva.
Iniziai a chiedere se c’era un medico e  una ragazza si avvicinò dicendo di essere  un’infermiera.
Lei chiamò il 911.
Io non iniziai più a capire nulla.
''Prendigli il polso’’ mi disse.
Non volevo credere a quello che stava dicendo.
Non sentivo nulla.
Non respirava.
Iniziammo a fargli il massaggio cardiaco e non so chi mi stesse dando la forza.
Ero tesa come una corda di violino e pensai solo a spingere e insufflare l’aria finchè ad un tratto dei ragazzi con la tuta arancio mi bloccarono e fu come vedere la luce dopo anni di buio. Presero Jack e lo portarono su una barella.
La ragazza mi disse dove lo avrebbero portato.
Io la ringraziai e iniziai a cercare fra la folla qualche viso familiare e riconobbi Rian a pochi metri da me.
Gli dissi il nome dell’ospedale e nel frattempo anche Cassadee si avvicinò abbracciandomi.
 Poi vidi Alex seduto su un divanetto ma non era il solito ragazzo di sempre.
Andai verso di lui con molta cautela,aveva gli occhi persi,oltre me,oltre tutto.
Mi aveva  detto che a volte aveva degli attacchi di panico ma non avevo mai assistito ad uno di essi.
Stava tremando e sudando e dopo Jack quella sera non avrei sopportato altro;realizzai solo in quel momento di essere lontanissima da qualsiasi cosa a me familiare a  chilometri di distanza  da casa e dal mio mondo.
Ad un tratto ricomparve  Rian che si sedette vicino al compagno  e iniziò a parlargli.
Arrivò anche Zack dicendo che di solito gli passava ma in caso mi disse il nome di una medicina che doveva prendere.
Io e i restanti membri degli All Time Low  andammo via.
Alex non stava migliorando,voleva andare da Jack, sudava e vicino a lui il batterista gli diceva che era meglio se andasse a riposare.
Avrei voluto abbracciarlo ma non sapevo cosa fare e Cassedee mi sorrise quasi come incoraggiamento.
Andammo in hotel e chiesi ai tre  di scrivere quando avrebbe avuto notizie sulle condizioni di Jack.
Alex si distese sul letto e crollò.
Io invece mi sdraiai vicino a lui accarezzandolo.
Sapevo che non avrei dormito quella notte,il soffitto bianco sarebbe stato un buon amico.
Che dire,la  prima settimana negli States non poteva che finire nel migliore dei modi…
 
 
 
 
  
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