Dal vetro del treno.
Sono in piedi con tutte e due le mani bene aperte sulle lastre trasparenti che danno su una galleria infinita.
Sono sola nel mio scompartimento e questo mezzo sembra non far altro che prendere velocità.
Si saranno rotti i freni.
Non so neanche cosa potrebbe accadere: forse ci schianteremmo oppure alla fine della galleria albergherà il mare ed annegherò.
Una micro-scossa elettrica.
Buio.
Qui si corre sempre più a perdifiato.
Non riesco a muovermi.
Non riesco a parlare.
Forse non ho paura.
Forse invece sarà troppa.
Nei corridoi, esseri umani con lo sguardo verso il basso, inespressivi.
Improvvisamente, dal buio oltre il vetro, appaiono fotogrammi della tua vita:
Quella Pizza al Ristorante.
Tu, piccino con un vestito da cerimonia.
E così, mentre io vado ad incontrarmi col destino, ti travesti da Film.
Quello che in assoluto preferisco.
Fine.