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Autore: lmpaoli94    22/05/2018    0 recensioni
Il principe Giovanni era finito dietro le sbarre dopo una lunga lotta per la giustizia.
Tutta la città di Nottingham aveva sognato quel momento.
E finalmente era arrivato.
Robin Hood, insieme a tutti i suoi migliori amici, tra cui Little John e la sua amata Lady Marian, aveva dato vita ad una festa a cui parteciparono tutti gli abitanti.
Quel momento fu l’apice della felicità di tutti quei cittadini.
Ed il tutto, fu contornato dalla dolce attesa di Lady Marian, che entro qualche mese avrebbe dato alla luce il primo figlio.
E se tutta questa felicità venisse incrinata improvvisamente dalla scomparsa del paladino della giustizia più famoso d’Inghilterra? Cosa succederebbe?
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lady Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Erano giunti dinanzi al castello.
Le guardie del principe Giovanni controllavano incessantemente ogni centimetro del castello.
«Robin, non te l'abbiamo detto ma...»
Little John non riusciva a trovare le parole adatte.
«Amico mio, che cosa vorresti dirmi?»
«Si tratta di tua moglie e di Lady Cocca... Sono state catturate.»
«Cosa?»
Nel sentire quella notizia, Robin divenne pallido in volto.
«Volevamo dirtelo prima, ma non ne abbiamo trovato la forza. Perdonaci.»
«Suo zio... suo zio ha osato fargli questo?»
La rabbia della volpe cresceva ogni secondo di più.
Doveva punirlo severamente.
Anche a costo di ucciderlo.
«Robin, adesso calmati. Dobbiamo concentrarci e penetrare nelle prigioni.»
«In quelle prigioni c'è anche la mia amata con il figlio che sta portando dietro di sè... Come ha potuto fare una cosa così ignobile?!»
«Voleva punirti, Robin. A tutti i costi» rispose Little John.
«Ah sì? Allora che si prepari al più presto perchè quando me lo ritroverò dinanzi, non gli darò nemmeno il tempo di recitare una preghiera.»
Robin sfoderò la sua spada inviperito che mai.
Nè Fra Tuck nè Little John l'avevano mai visto in quello stato.
«Adesso calmati, Robin. Questo non è il momento adatto per arrabbiarsi in questo modo.»
«Smettila di difenderlo, Fra Tuck! Non ha nessun perdono quel farabutto! Se vengo a sapere che ha continuato a far soffrire mia moglie, non ci sarà pace per lui. La mia vendetta sarà devastante.»
Robin uscì dal suo nascondiglio per mostrarsi alle guardie del castello.
Fortunatamente Little John riuscì a portarlo in salvo prima che lo potessero scoprire e ucciderlo.
«Adesso basta fare lo sciocco... Tu non sei questa persona, Robin. Non lo sei mai stato...»
«Non è colpa mia se quel leone tira fuori il peggio di me.»
«Ti prometto che rivedrai tua moglie sana e salva.»
«Davvero?» domandò la volpe che si stava piano piano sfogando.
«Te lo giuro, amico mio... sul mio onore.»
Dopo la promessa del suo amico, Robin si asciugò le lacrime e il naso.
«Molto bene, amici miei. Abbiamo molti innocenti da liberare. Non perdiamo altro tempo.»
«O Stasera o mai più» fece l'orso.
«Che il destino abbia pietà di noi» dissero in coro Crucco e Tonto.
«Che Dio ce la mandi buona.»
 
 
Il principe Giovanni non riuscì più a dormire quella notte.
L'impazienza si stava impadronendo di lui.
«Vostra altezza, avete veramente deciso che...»
«Non torno mai sui miei passi, sceriffo» fece Giovanni interrompendolo «Domani mattina saranno tutti giustiziati all'alba.»
«Tutti? Volete davvero punirli tutti?»
«Non mi sentite quando parlo? Svuoterò le carceri facendo una carneficina senza precedenti... Così impareranno a loro spese cosa vuol dire mettersi contro di me.»
«Ucciderete anche vostra nipote e la sua badante?» domandò Sir Biss terrorizzato.
«Biss, non c'è cosa che mi faccia star male che uccidere mia nipote... Ma visto che colei è stata la prima a tradirmi, sarà la prima ad essere giustiziata.»
«Sire, pensateci bene... Un abominio del genere...»
«Osate discutere i miei ordini?! Attento a quello che dite, sceriffo di Nottingham. Non costringetemi a prendere dei gravi provvedimenti su di voi. Sono stato abbastanza chiaro?»
«Chiarissimo» fece lo sceriffo guardandolo dritto negli occhi.
«Molto bene... Tra poco spunterà l'alba... Credo che andrò a fare una capatina nelle prigioni. Giusto per vedere lo stato d'animo dei miei traditori... Biss, sceriffo... Volete venire anche voi?»
«Ecco io...»
«Così capirete cosa vuol dire rinchiudere quei tiranni. Allora?»
«Sì. Veniamo volentieri» rispose il serpente parlando anche per lo sceriffo.
«Benissimo. Andiamo.»
 
 
Lady Marian era sfinita.
Non riusciva a dormire su quel freddo e duro pavimento.
«Marian, perchè non provi a dormire sulle mie ginocchia?»
«Vi ringrazio Cocca... ma non riuscirei a dormire lo stesso...»
Tutta la tristezza della moglie di Robin si dipingeva sul suo volto delicato e sciupato.
«A cosa stai pensando, tesoro?»
«A tutto, Cocca... Alla mia vita e a quella del pargolo che porto dentro di me... A cosa potrebbe essere successo a Robin... Se solo... se solo lui fosse qui...»
«Sono convinto che sta molto bene ed è sano e salvo. Sta solo aspettando il momento adatto per entrare in azione.»
«Spero che tu abbia ragione.»
Nel mentre stava guardando le condizioni della prigioni e dei detenuti, il principe Giovanni fece la sua entrata in scena attirando tutti gli sguardi dei presenti.
«Vedo che siete ancora svegli... Molto bene. Così potrò darvi la notizia sul vostro destino.»
Saetta, inviperito per la presenza del sovrano, si alzò di scatto frapponendosi fra lui e i prigionieri.
«Risparmiate le vostre parole cariche d'odio e di disprezzo. Non ci interessano.»
«E tu chi saresti?»
«Mi chiamo Saetta e derivo da un umile famiglia di conigli che ha sputato sangue per andare avanti... Ed ora, grazie alla vostra cattiveria ed avidità, ci state portando via tutto.»
«Saetta... Mi ricorderò di te... Avrai il piacere di essere giustiziato per primo.»
«Essere giustiziato?»
«Volevo lasciare questo onore a Lady Marian... Ma credo che tu sia più adatto. E tutto grazie alla tua insolenza e alla tua ribellione.»
Saetta non riusciva a non dire più neanche una parola.
«Che cos'hai, piccolo guerriero? Sei molto scosso per la notizia che ti ho dato? Fa niente. Tanto la tua vita non può valere così tanto ora che Robin Hood non è più tra noi.»
«Maledetto... Che cosa gli avete fatto?!»
Saetta stava per colpirlo sferrandogli un pugno.
Ma Sir Biss riuscì ad evitare il colpo del coniglio.
«Tieni le mani apposto, stolto che non sei altro.»
«Avete rovinato la nostra esistenza. Tutto a causa delle tasse e della vostra avidità!»
«Puoi pensarla come vuoi... Non ho bisogno che dei traditori come voi possano vivere ancora per un po'. Non lo meritate.»
«E voi non meritate di essere il nostro sovrano.»
Facendosi forza, Lady Marian si avvicinò a suo zio.
«Marian, hai un aspetto davvero orribile, sai?»
«Lasciateci andare... vi prego.»
«Dimmi, perchè vi dovrei lasciare andare?»
«Perchè abbiamo una dignità... Come credo che l'abbiate anche voi...»
Il principe Giovanni rimase in silenzio alcuni secondi.
«Andiamo Sir Biss. Non c'è altro motivo per rimanere fin qui...»
Sembrava che qualcosa lo stesse turbando.
Aveva lo sguardo perplesso.
«Rispondetemi!»
Il principe Giovanni si girò verso sua nipote con sguardo triste e afflitto.
«Mi dispiace... la decisione è già stata presa... Tra qualche ora sarete tutti giustiziati nelle piazza del castello... Che Dio possa avere pietà della vostra anima.»
Il leone richiuse la cella dietro di sè, tornando nei suoi alloggi in attesa che l'alba potesse sorgere per un nuovo giorno di sangue.
 
 
Robin Hood stava vagando nell'ombra insieme ai suoi amici.
«Eccoci arrivati dinanzi alla torre» fece Crucco.
Robin Hood fissava la costruzione con impazienza e tristezza.
Voleva subito entrare in azione.
Ma sapeva che doveva stare molto attento.
«Adesso come faremo ad entrare?» domandò la volpe.
«Ci penso io.»
Con la sua abilità di scassinatore, Crucco cercò di aprire la porta.
«Fortunatamente la serratura è molto vecchia, altrimenti non so se ci sarei riuscito.»
Ma nessuno rispondeva.
Quando l'avvoltoio si girò, vide i suoi compagni in mano alle guardie del castello.
«Crucco, non mi sarei mai immaginato da te un simile tradimento» fece lo sceriffo di Nottingham cogliendolo sul fatto.
«Sceriffo, ho dovuto farlo...»
«Perchè? Per pietà di questi dannati evasori e ladri?!»
«No!» tuonò l'avvoltoio «Perchè non è giusto che tutta questa gente paghi per l'avidità del nostro sovrano.»
«Zitto!» ripose lo sceriffo gettandolo a terra «Non ti permetto di parlargli in questo modo.»
«Ragiona, stupido orso. Come puoi sposare il volere del principe uccidendo tutti i prigionieri?»
«Se quello è il suo volere, noi non possiamo farci nulla.»
«È qui che sbagli. Noi possiamo salvarli. Ma abbiamo bisogno del tuo aiuto.»
Fissando i suoi occhi, Crucco capì che lo sceriffo non voleva fare un simile abominio.
Non avrebbe mai ucciso tutti quei prigionieri per un motivo così stupido.
«Io... non so...»
«Riflettici bene. Uccideresti anche donne e bambini?» gli domandò Robin.
Pensandoci più a fondo, lo sceriffo capì finalmente che non poteva causare tutto ciò.
«Liberate tutti i prigionieri.»
«Ma sceriffo, l'alba sta per spuntare...»
«Osate discutere i miei ordini?! Ho detto di liberarli!»
«Se il principe Giovanni verrà a sapere di tutto ciò...»
«Parlerò io con il principe Giovanni.»
Le guardie, sotto ordine dello sceriffo, liberarono tutti i prigionieri.
Tutti gli abitanti della città uscirono dal castello come se niente fosse sotto gli occhi delle guardie incredule.
«Robin, ma allora sei vivo!»
Saetta, vedendo il suo idolo, corse verso di lui per abbracciarlo.
«Avevi qualche dubbio?»
«Certo che no! Come stai? Che ti è successo?»
Mentre stava parlando con il coniglietto, vide Lady Marian e Lady Cocca uscire dalla prigione.
«Ti spiegherò tutto più tardi. Adesso raggiungi la tua famiglia.»
«Va bene.»
Il cuore della volpe mancò un battito.
Rivedere la sua amata dopo tutto quel tempo passato a soffrire gli fece uno strano effetto.
«Robin... finalmente sei ritornato» fece Lady Marian scoppiando a piangere.
«Sì, amore mio. Adesso sono qui. Non ci sarà più niente che ci potrà separare.»
Mentre Robin e Lady Marina si stavano scambiando dolci baci e abbracci, il principe Giovanni si affacciò dal suo balcone rimanendo con sguardo allibito.
«Che sta succedendo?! Perchè tutti i prigionieri sono stati liberati?»
«Principe Giovanni, non siete contento? Adesso la pace potrà tornare a regnare sovrano in questa città.»
«Tu! Maledetto ladro e criminale che non sei altro! Se solo tu fossi dinanzi a me...»
«Che cosa faresti? Mi uccideresti? Ma se non sai nemmeno tenere in mano una spada» lo canzonò Robin.
«Ci sono le mie guardie che possono farlo al posto mio... Guardie! Acciuffate quella volpe!»
Ma nessuno osò ubbidire all'ordine del principe.
Piano Piano, anche le guardie insieme agli abitanti, uscirono dal castello.
«Ma cosa sta...»
«Ormai non avete più nessun potere, principe Giovanni.»
Girando lo sguardo, il principe vide lo sceriffo di Nottingham in compagnia di alcune guardie.
«Che cosa state facendo lì impalato? Andate immediatamente ad arrestarlo!»
«Non mi avete sentito? Adesso non potete più comandarci.»
«Ma come...»
«Siete pronti a tornare nella vostra cella?»
«No... La Torre di Londra no!»
Il principe Giovanni venne portato via con la forza, mentre i suoi strepiti e i suoi urli echeggiarono in tutto castello.
 
 
Epilogo
 
Erano passati nove mesi e il primogenito di Robin e Marian era nato.
Era una bellissima volpina.
«È davvero incredibile come si possa dare alla luce una creatura così magnifica» fece Robin con tono estasiato «E tutto grazie a te, amore mio.»
«È anche grazie a te. Se tu non ci fossi stato, non so come avrei fatto...»
«Adesso non ci pensare. Io sono qui. Ed è questo che conta.»
«Allora, è nata la mia nipotina?» fece Little John entrando nella camera di Marian.
«Eccola qui. Sta riposando.»
«Guarda com'è piccola. Sembra un batuffolino morbidoso.»
«Little John, lo sai che non è da strizzare, vero?»
Anche Fra Tuck aveva fatto il suo ingresso nella camera di Marian per vedere la nascita della piccola.
«Lo so bene» rispose a tono l'orso.
«Congratulazioni a te e a tua moglie, Robin.»
«Grazie, Fra Tuck.»
La notizia della nascita della bambina si sparse velocemente in tutta la città, nominandola la nuova paladina della giustizia per la generazione futura.
 
   
 
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