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Autore: Spoocky    22/05/2018    2 recensioni
Partecipa della 26 prompt Challenge sul gruppo Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart [https://www.facebook.com/groups/534054389951425/ ] Prompt 4/26 - Prigionia
[Thor- The Dark World]
Quando viene a sapere della morte di Frigga, Loki rimane intrappolato in una gabbia peggiore di quella in cui è rinchiuso.
Thor cercherà di liberarlo dalle catene del suo dolore per aiutarlo a ricominciare.
Non è mai troppo tardi per ricominciare da capo.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono, non guadagno nulla da questa storia. Il titolo e il testo della canzone che ho inserito sono presi da "It's never too late" degli Steppenwolf e le parole appartengono a loro. la trovate qui: https://www.youtube.com/watch?v=2hU3Sc6p0ms

Warning: ci sono accenni di autolesionismo, non sono eccessivamente marcati o particolareggiati ma ho preferito lasciare il rating Arancione, se siete particolarmente sensibili a queste tematiche fate attenzione.

Buona Lettura ^.^
Onore e gloria a Stan Lee!
Your eyes are moist, you scream and shout
As though you were a man possessed
From deep inside comes rushing forth
All the anguish you suppressed
Upon your wall hangs your degree
Your parents craved so much for you
And though you're trained to make your mark 
You still don't quite know what to do


Sento i passi di quell’uomo allontanarsi nel corridoio.
Tap
Tap
Tap

Sono lenti e misurati, è tranquillo.
Nemmeno un minuto prima mi ha scaricato addosso una delle peggiori notizie della mia vita.

‘La regina è morta’ ha detto.
‘E’ morta’ punto.
Neanche un accenno di dispiacere nella sua voce, neanche un’ombra di emozione.
Come se stesse commentando le previsioni del tempo: ‘Oggi piove. La regina è morta. Probabili schiarite nel pomeriggio. ’
Poi sarei io il sociopatico.

E all’improvviso diventa troppo.
Non reggo più.

“VAFFANCULO!” urlo a pieni polmoni e un’onda di energia scaraventa i mobili dovunque nella cella.
Questo è l’inizio.

I miei occhi sono aperti ma non vedo.
Grida inarticolate ed imprecazioni escono a raffica dalla mia gola mentre mi lancio disperatamente contro tutto ciò che trovo.
Non capisco più niente.
So solo che fa male, più di quanto riesca a sopportare.
So che sono arrabbiato: con mia madre per avermi abbandonato, con me stesso per le ultime parole che le ho detto, con il mostro che me l’ha portata via, con mio padre, con Thor, con l’Universo intero.

“NON E’ GIUSTO!”
Non è giusto che io sia chiuso in una cella, senza poterla difendere.
Non è giusto che io sia prigioniero di me stesso: se solo avessi potuto dirle… se solo fossi riuscito… se solo le avessi detto quanto le volevo bene… se solo non l’avessi scacciata!
Se solo non avessi dato a quel mostro le indicazioni per la sala del trono!
Perché non posso non fare danni, per una volta!
Perché ci deve essere questo demone dentro di me, questo essere immondo che ogni volta mi spinge a fare la cosa sbagliata?

Non ho mai voluto potere, non ho mai voluto odio o violenza.
Volevo… voglio solo amore! Essere amato ed accettato per quello che sono!
Lei mi amava!
Nonostante tutto lei ancora mi amava!
E io l’ho uccisa.
Ho mandato io quell’abominio da lei!
Urlo di nuovo e tutto inizia a ruotarmi vorticosamente intorno.
Frammenti di legno e vetro mi colpiscono, lacerano la mia carne.

Ben venga!
Ben venga il dolore, ben venga la mia punizione.
Se fare del male è tutto quello che posso fare, che almeno questa volta sia l’unico a soffrirne.
Se queste pareti non possono impedirmi di creare dolore, che si ritorca contro di me.
Il mio corpo è la mia prigione.
La mia mente la catena del mio cuore.
Che queste manette forgiate dal mio subconscio mi stringano fino a soffocarmi e che di me non resti più nulla!
Più nulla.

Finalmente esaurisco le forze e mi accascio sul pavimento, relitto tra i detriti.
Scarto dell’Universo tra i resti della mia devastazione.
Questo è il mio posto. 
Ancora sto sanguinando, ma non importa.
La vista mi si annebbia e tutto si fa confuso.
Ho freddo, tanto freddo.
Ma non importa.
Basta così.
Basta così.
It's never too late to start all over again
To love the people you caused the pain
And help them learn your name
Oh, no, not too late
It's never too late to start all over again
 
Non era quello che si aspettava.
In realtà non era certo di quali fossero le sue aspettative: trattandosi di Loki sarebbe stato lecito anche lavorare di fantasia, perché riusciva sempre a tirare fuori qualcosa di completamente imprevedibile.
Questo, comunque, non se lo aspettava.
Il suo fratellino giaceva a terra, rannicchiato in mezzo alla cella.
Scalzo e con gli abiti sbrindellati, pallido e con gli occhi chiusi, immobile. Morto per il mondo.
Dappertutto frammenti di legno, cocci di vetro e macchie di sangue.
 
Davanti a quel triste spettacolo, tutto passò in secondo piano: Jane, l’Aether, Malekith e i suoi elfi assatanati.
Niente di tutto questo contava più.
C’erano solo lui e suo fratello.
 
Senza pensarci due volte spense il campo di contenimento che avvolgeva la cella – era l’erede al trono di Asgard, poteva farlo – e si precipitò al suo fianco.
Era sempre stato gracile ma in quello stato sembrava addirittura più piccolo e debole.
Lo raccolse da terra e lo cullò tra le braccia con una delicatezza insolita.
Non trattava neanche Jane con tanto riguardo.
Non aveva nemmeno paura di sbriciolarla con un abbraccio, però.
Loki invece era così fragile!
 
Sfiorò con i polpastrelli i capelli madidi dell’altro, scostandoglieli dal viso.
Rabbrividì per quanto fredda era la sua pelle. Già normalmente aveva una temperatura inferiore a quella dell’asgardiano medio ma così era troppo anche per lui. Ed era pure sudato, cosa che di solito non capitava se non per una delle sue frequenti febbri estive.
Abbandonato accanto a loro c’era il suo mantello verde. Thor strappò alcune strisce e le usò per medicare al meglio le lacerazioni sugli avambracci del fratello, sulle sue gambe e sui suoi piedi.
Lo strinse a sé quanto più possibile senza fargli del male, seppellì il volto tra i suoi capelli neri e li bagnò con le proprie lacrime.
Sapeva che Loki e Frigga erano molto uniti ma non pensava che il fratello fosse in grado di provare sentimenti tanto forti e sinceri. Non credeva neppure che avesse ancora dei sentimenti, fino a quel momento.
Non le ha neppure detto addio, pensò.
Anche Jane aveva presenziato ai funerali della regina ma il suo figlio preferito non c’era.
Chissà quanto tempo aveva trascorso così, steso sul pavimento insanguinato, abbandonato da tutti, prigioniero del suo dolore.
Basta così!
Basta così!

Non si accorse che il fratello stava cercando di divincolarsi, non finché non iniziò ad emettere una serie di guaiti nel farlo.
“Lasciami andare! Lasciami!”
“Shh. Non ti agitare, fratello. Sta tranquillo.”
“T- tu non capisci! Sono stato io!”
“No... no...”
“Gli ho detto io che direzione prendere.” La voce di Loki era rauca e spezzata dai singulti ed i suoi occhi grondavano lacrime “L’ho mandato io da lei. E adesso è morta. E’ colpa mia! Sono stato io! Non faccio altro che male, anche alle persone che amo! Ti prego, Dio del Tuono lasciami andare.”

Solo cinque minuti prima Thor l’avrebbe ammazzato per un’ammissione del genere.
Solo trecento secondi prima sarebbe stato il pretesto ideale.
Ma ora no.
Non dopo che aveva visto il fratello spogliato di tutte le sue maschere.
Non ora che stringeva tra le braccia il cuore pulsante del suo dolore.
Non ora che finalmente si era aperto con lui.
Non lo lasciò, lo strinse ancora più forte. Tanto da mozzargli il respiro.

“Tu non hai colpa in tutto questo: non potevi sapere cosa sarebbe successo. Volevi vendicarti di nostro padre e forse di me. Di certo non volevi questo, so che l’amavi davvero. E anche lei ti amava: ti ha sempre preferito a me e tu lo sai. Adesso non vorrebbe che litigassimo. Non vorrebbe che ci odiassimo. Lei ti amava perché sapeva vedere la bellezza ed il buono del tuo animo, sotto tutta quella coltre di illusioni e spavalderia che ti sei creato. E anch’io. So che non avresti invaso Midgard in quel modo se prima quei mostri non ti avessero torturato...”
“Tu come lo sai?!”
“Heimdall me lo ha detto, e io non ho stentato a credergli. So che tu non hai mai voluto il trono, volevi solo essere accolto. Ma non ne avevi bisogno: io ti voglio bene, fratellino mio. Non importa se non siamo figli degli stessi genitori, siamo cresciuti insieme e non posso immaginare la mia vita senza di te. Forse è questo che nostra madre ha cercato di farmi capire in tutti questi anni. Perdonami se ci sono arrivato solo ora.”
“Sei sempre stato tardo nell’apprendimento, fratello.”
“E tu sei sempre stato un bastardo!” Thor si lasciò sfuggire una risatina tra le lacrime “Ti ricordi quella volta... avevamo otto anni... ti sei trasformato in un serpente solo per farti prendere in braccio e pugnalarmi...”
“Ehi sono io! Sì me lo ricordo.”Anche Loki sorrise, appoggiando finalmente la testa sulla spalla del fratello “La tua faccia in quel momento è tuttora una delle cose più divertenti nella mia vita.” Fece una breve pausa in cui si strinse di più al fratello, cercando di rispondere al suo abbraccio “Grazie di essere qui, fratello. Ne avevo bisogno.”
Per tutta risposta, Thor lo strinse di nuovo e gli premette le labbra su una tempia.
Non lo aveva mai fatto.
Loki sorrise ancora: “Sai che questo non mi impedirà di pugnalarti di nuovo, dovesse capitare l’occasione.”
“Oh, lo credo bene! Ma tu provaci ed io ti uccido.” Thor stava sorridendo, però.

Rimasero ancora per qualche minuto stretti l’uno all’altro sul pavimento di quella cella aperta, sfondata come la gabbia che teneva imprigionati i pensieri di Loki.
Da quel giorno il loro rapporto sarebbe cambiato drasticamente: avrebbero litigato e sarebbero anche venuti occasionalmente alle mani ma sarebbe sparito completamente quell’astio di fondo che li aveva caratterizzati fino a quel momento.
Forse sarebbero arrivati anche a dare la vita l’uno per l’altro.

Ma in quel momento non importava, come non importavano i demoni in agguato intorno a loro.
Importava solo l’abbraccio di due dei diventati fratelli perché uniti dall’amore di una madre e dalla sua lezione più preziosa: non è mai troppo tardi per cancellare l’odio e ricominciare da capo.

In quel momento, lo spirito di Frigga era con loro e li avvolgeva per un’ultima volta nel suo abbraccio materno.
 
- The End -
 
Note:

La mia prima storia del MCU!
So che i personaggi sono un po' OOC ma dopo tutto quello che è successo volevo dare a Loki una seconda possibilità ed esplorare quelli che credo siano i sentimenti suoi e di Thor.
Spero di non aver fattto castronerie madornali, nel caso avvertitemi!

Grazie per aver letto! Alla prossima!

 
  
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