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Autore: DredaSM    22/05/2018    0 recensioni
Jared Ouray è un ragazzo problematico.
Nonostante sia benestante non perde occasione per dimostrarsi una vera e propria testa calda. Sarà Gad, suo nonno, a tentare di riportarlo sulla retta via portandolo nelle foreste della sua tanto amata riserva.
Tuttavia, non passerà neppure un giorno che il ragazzo scapperà e sarà proprio sul rettilineo intrapreso in macchina che, nel buio, una figura a quattro zampe sbucherà fuori all'improvviso provocando l'incidente in cui perderà i sensi.
Quando si risveglierà si scoprirà diverso.
Perchè lui? Cosa gli sarà successo veramente? Come potrà tornare ad essere ciò che era prima?
E, soprattutto, questa trasformazione gli cambierà solamente l'aspetto o anche il cuore?
Genere: Avventura, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP 6:
 
-Piega di più le zampe e cerca di fare meno rumore quando respiri, ok?- bisbigliò Kory.
Il lupo strano questa volta indossava una ghirlanda di fiori viola in tipico stile hawaiano attorno al collo portando Jared a pensare: “Ma che razza di gente passa di qui lasciando certi oggetti per i prati della riserva?”
-Concentrati sulla preda. Annusala, nasconditi bene e cerca di memorizzare il suo “stampo”-. All’occhiata stramba di Jared, Kory si decise a spiegare quel particolare punto. –Lo “stampo” è un modo di dire, Jared. Insomma… tutto ciò che è la preda, quello che è possibile sentire, vedere e annusare, è lo “stampo”. Chiaro?-
-Cristallino-
-D’accordo-
-Attento: più passa il tempo e più rischi di affezionarti al batuffolo-
Sopraggiunse una voce dietro di loro, spingendoli entrambi a voltarsi all’unisono.
Era Randy.
Jared notò che la sua cicatrice sotto l’occhio era quasi guarita. Li aveva probabilmente raggiunti per farsi quattro risate, cosa che stava già facendo con lo sguardo.
-Silenzio! Gli sto insegnando la pratica- sbuffò Kory appiattendo le orecchie dietro la testa.
-Anche se funziono meglio con la teoria…- mormorò in sua difesa Jared, incerto sul da farsi.
Randy annuì affiancando il lupo rossiccio senza interferire nella lezione di Kory.
Passò qualche altro secondo.
-Hai lo “stampo”?- chiese il lupo con i fiori attorno al collo.
Jared avrebbe voluto urlare. Ma perché i lupi non si erano evoluti abbastanza da riuscire mentalmente a far fuori le proprie prede con il pensiero? Un bel diretto di testa ed ecco che la preda era servita. Purtroppo, come nella vita, capì che le cose sono molto più complesse…
Per ora preferì mentire e finire quell’agonia. Le scapole iniziavano a fargli male. Annuì per rispondergli.
-Allora vai!- lo istigò questo, seguito a ruota da Randy.
-Forza! E’ tutto tuo!-
Con uno scatto di reni era partito in corsa, diretto verso il coniglio a distanza strategica di sei metri, mezzo nascosto da delle siepi ricoperte di bacche invernali.
-Ci sono, ci sono, ci sono- si ripeté Jared come un mantra per tutta la corsa dietro a quella preda di media grandezza.
Non pensava potesse avere mai così tanta fame di carne cruda e ossa sanguinolente, ma ne aveva eccome. Ne aveva da vendere.
Gli arrivò così vicino che con un’azzannata gli strappò un ciuffo di peli bianchi dal manto.
Questo, in tutta risposta, prese a correre all’impazzata verso la zona più buia del bosco alla sua sinistra.
-Ce la puoi fare! Avanti!- lo incitarono gli altri due sbucati fuori dal sottobosco per cercare di star dietro a Jared e osservare lo spettacolo da vicino.
Questo non mollava e stette alle calcagna del coniglio come fosse incollato.
Fu facile. Come diceva Kory: una volta preso lo “stampo” era difficile perdersi in altro. Jared teneva lo sguardo fisso sulla preda e non vedeva nient’altro. Tutto attorno era sfocato e la fame gli faceva incentrare la visuale solo sul succulento coniglio impegnato a correre lontano verso la salvezza.
Gli fece una finta ma Jared lo capì subito e con un movimento veloce del busto riuscì ad azzannarlo alla testa, fermandolo.
-No! Lasciami! Aiutatemi!- gemette e urlò il coniglio dimenandosi con le zampe posteriori più grosse e capaci di dare delle belle botte.
Jared, preso in contropiede, mollò la presa attonito e rimase a fissare il batuffolo di pelo correre via il più rapidamente possibile lontano da lui.
-Ehi! Ma… che è successo?- domandò Kory voltandosi verso la direzione intrapresa dal coniglio.
-Ti ha morso la lingua?- chiese Randy, appena giunto al suo fianco. A quella domanda Kory fece un sibilo dolorante portando mezza lingua fuori dalla bocca.
Jared però non rispose e abbassò lo sguardo sentendo ancora il sapore della preda e il pelo nella bocca.
Nel momento in cui aveva sentito la sua voce, aveva capito che quel coniglio era “qualcuno” e non “qualcosa”. Iniziò a sentirsi un verme per avergli fatto del male con l’intenzione di ucciderlo.
 
-Oh, suvvia ragazzo- sbuffò il vecchio Hugh stiracchiandosi e grattandosi la schiena contro la vecchia siepe situata sul retro della stazione dei rangers. –E’ normale che la prima caccia sia un totale fallimento, no? Non te la prendere, la prossima volta andrà meglio-.
Il cane-lupo però non aveva azzeccato ciò che era il punto principale della situazione, in altre parole: i suoi rimorsi di coscienza per aver tentato d’ammazzare qualcuno.
-Io credo però che anche il secondo, terzo e quarto tentativo andranno a vuoto… Senti, Hugh, in realtà sono venuto qua per dirti che ho parlato con Miles e…-
-Oh, davvero? E come sta quella vecchia barbagianni?-
Il tono sprezzante di Hugh lo prese in contropiede, tanto che Jared tentennò prima di riprendere parola dopo quella domanda.
-Hugh… ma tra te e quell’aquila non corre buon sangue, vero?- tentò di indovinare.
L’altro lo guardò come avesse visto un alienato.
-Chi? Miles? Ma che cosa vai a pensare ragazzo? I vecchi si pungolano a vicenda, è una cosa normale-.
-Vecchi? Miles quanti anni ha?- domandò interessato Jared, rimangiandosi poi le parole. Se Miles avesse saputo che aveva persino indagato sulla sua età proprio con Hugh, dopo tutte quelle che le aveva già detto, altro che coniglio paffuto avrebbe dovuto procurarle…
-Diciotto spaccati, ragazzo. E’ un vero pezzo da museo, anche se si mantiene ancora bene. L’ho notata la bella cicatrice che ti porti sulla spalla, cosa credi?- rise di gusto Hugh tornando seduto sulle zampe posteriori.
-Va bene, ma devi sapere che il vero motivo per il quale sono qui è dirti che mi ha raccontato della maledizione di Nashoba-
Il vecchio cane parve molto sorpreso.
-Oh, santo cielo figliolo, soltanto ora me ne sono ricordato. Mi spiace, la mia memoria fa davvero pena-.
-Non è un problema Hugh, Miles mi ha spiegato tutto quanto ma mi ha anche detto che non ci sono stati casi di buona riuscita. Nessun tentativo di contrastare la maledizione sembra essere andato bene. L’unica eccezione sono un ragazzo e una ragazza che hanno ucciso il proprio padre-.
-E sono rimasti comunque in forma animale, non è vero?- domandò Hugh, come ricordandosi solo in quel momento parte del racconto.
-Vero-
-Eh già, questo è un bel problema... - disse il vecchio cane grattandosi grossolanamente l’orecchio destro con la zampa posteriore.
In seguito, Jared gli spiegò l’intenzione di uscire dalla riserva per dirigersi con Miles verso la zona in pieno disboscamento per cercare di capire quale fosse il motivo della sua trasformazione.
-Bhè, ragazzo, è una buona idea, ma siete sicuri di riuscire a raggiungere l’altra parte della rete? Non molti conoscono i passaggi della zona-.
Jared lo guardò stupito. Era così abitudinario per gli animali uscire come gli andava e poi tornare all’interno delle recinzioni? Gli sembrò di parlare di un’evasione da un collegio militare.
-Io e Miles ci incontreremo domani nella piana a ovest da qui, in mattinata. Se tu conosci i vari passaggi, potresti scortarci almeno fino a lì? Dubito che un’aquila possa conoscere certe cose da “terrestri”-.
-Ma certo. E’ da un po’ che non rivedo quella vecchiaccia permalosa-.
Se avesse potuto, Jared si sarebbe messo le mani nei capelli. Li aspettava un viaggetto davvero inquietante.
 
Alla sera si ritenne per la prima volta davvero molto fortunato: aveva trovato un coniglio paffuto già morto all’entrata del territorio di Dreda e se l’era portato dietro.
Sicuramente era stato Kory oppure Randy. Oramai credeva nelle maledizioni, ma nei miracoli ancora proprio no.
Prima di completare la traversata del bosco per raggiungere l’estremo nord di questo, il territorio del branco, diede un rapido sguardo alla luna.
Era salvo.
Semplicemente, nel loro gergo, quella sera c’era la Sfera Chiara: luna crescente. Era salvo da qualsiasi incubo o battaglia.
Arrivò poco dopo alla zona riposo del branco di Dreda e quando la vide come al solito seduta sul lieve rialzo davanti all’entrata delle due grotte, ricambiò lo sguardo con un cenno del capo in saluto. La lupa vide il coniglio e assottigliò lo sguardo.
-Ti sei dato alla caccia, straniero?- domandò lei prima di annusare nell’aria e voltarsi verso l’entrata della grotta più profonda. –O forse no-
-Ci ho provato, davvero, ma non’appena ho afferrato il coniglio per la testa, questo si è messo a parlare e… l’ho lasciato scappare via-
Dreda respirò a fondo e tenne chiusi gli occhi per una lunga manciata di secondi prima di riprendere a parlare tornando a fissarlo in volto. Qualcosa fece sembrare a Jared che questa sapesse già tutto oramai.
-Noi dobbiamo uccidere per natura, Jared-
-Sì, questo lo so, credimi, però ecco…- balbettò il lupo rossiccio abbassando il capo tenendo ancora con le fauci il coniglio trovato poco prima.
Dreda lo interruppe subito.
-Uccidiamo per sopravvivere. Combattiamo per vivere e so che tu stesso lo hai fatto in queste giornate, ho forse torto?- alla risposta muta di Jared, Dreda riprese a parlare. –Sono morti utili per la sopravvivenza. Prede deboli: giovani, anziani e feriti. Non uccidiamo mai invano-
-Capisco- mormorò Jared e fu lui questa volta a congedarsi da lei. Si voltò con la preda morta in bocca e si diresse verso la grotta profonda per ringraziare Kory e scambiare qualche parola prima di mettersi a dormire. L’indomani avrebbe dovuto passare una giornata molto più intensa.
 
La mattina dopo Jared si svegliò di umore incerto.
Ripensò all’incubo che aveva avuto la notte di Sfera Sanguinosa, luna rossa insomma, ma non ne capì ancora il significato e molte cose non le ricordava già più oramai.
Si chiese come mai i lupi dovessero sopportare certi incubi durante le notti in cui la luna è rosso sangue. Kory gli aveva detto che aveva sognato che quando provava a parlare con qualcuno, dalle sue fauci fuoriusciva una fiamma infuocata che avvolgeva l’altro lupo fino a bruciarlo e lasciare nient’altro che un cumulo di cenere. Anche Randy sognò qualcosa che lo turbò, non volle però dire niente a proposito, congedandosi subito da tutti.
Aveva una strana sensazione. Avrebbe presto dovuto dire a Dreda e agli altri chi in realtà fosse e a Randy avrebbe detto che era stato lui a colpirlo con la macchina. Si era non poco sorpreso per la resistenza del corpo dei lupi, anche sulla propria pelle aveva notato gli effetti di una guarigione più veloce di quella umana.
Furono questi i suoi pensieri mentre si dirigeva, con il coniglio in bocca, verso il luogo d’incontro in cui avrebbe dovuto incontrare gli altri due compagni di viaggio.
Arrivato sulla piana, si avvicinò al cumulo di rocce, in parte ricoperte di muschio, per attendere l’arrivo in primis di Miles che non ci mise poi molto ad appollaiarsi lì sopra.
-Dove hai messo il mio coniglio?- domandò l’aquila sospettosa.
Il sorriso sul muso di Jared la diceva molto lunga.
-Avrai il tuo coniglio a patto concluso. Prima mi porti sul luogo esatto in cui ci sono i lavori degli umani e, una volta tornati, ti darò il coniglio- sentenziò Jared facendo spallucce.
Miles protestò animatamente. E se qualcun altro avesse trovato la sua cena prima di lei? Lui però la rincuorò fino a farle accettare il suo compromesso.
-Sei pronto, lupo? Prima ce ne andiamo e prima potrò assaporare la mia succulenta preda-.
-Aspetta. Deve ancora arrivare Hugh. Ci dirà lui dove si può uscire dalla recinzione. Lo so che per te non è un problema ma, piuttosto che perdere tempo a cercare per tutto il perimetro un varco abbastanza grande, preferisco che qualcuno mi dia una direzione precisa-.
Non appena Miles sentì il nome del vecchio cane, gridò il suo disappunto gonfiando il petto pennuto d’irritazione.
-Hai chiesto aiuto a quel vecchio botolo bavoso?!- domandò lei, stupita. –Scommetto che si è perso solo per arrivare fin qui e tu credi sul serio che si ricordi con esattezza dove siano i passaggi nel recinto? Non ci va da anni! Ah! Quadrupedi…-
-Ti ricordo che in verità io sarei un bipede…-
-Mammiferi: tutti puntigliosi-, sbuffò ancora Miles voltandosi in giro in cerca di un segno dell’arrivo di Hugh.
Era passata già una buona mezzora e, ignorando le insistenze dell’aquila di voler subito la sua preda per la pazienza infinita che stava dimostrando, il lupo si stese sul prato a schiacciare un pisolino. Almeno ci provò perché Miles si appollaiò sulle sue spalle a picchiettare con il duro becco la sua fronte.
Arresosi, Jared le passò il coniglio che aveva sotterrato al fianco delle rocce e, dopo essersi sorbito i rimproveri di questa poiché ora il coniglio aveva perso già metà del suo sapore, il lupo si rimise a riposare sull’erba.
Dovette passare un’ora ancora prima che Miles ultimasse il suo coniglio e che, finalmente, arrivasse Hugh trotterellando dal fondo della piana.
-Hugh! Che fine avevi fatto?!- alzò la voce Jared muovendo qualche passo verso la sua direzione.
-Sacco di pulci, si può sapere che ti è successo?- sbraitò invece l’aquila.
La risata stanca del vecchio cane-lupo si fece sentire fino a loro due.
-Salve, ragazzo! Ah, vecchia barbagianni, ci sei anche tu?!- rispose questo arrivando tutto trafelato e visibilmente stanco.
Jared si preoccupò e gli si avvicinò di corsa.
-Cos’è successo?- chiese il lupo.
-Tre coyote hanno insistito perché parlassi loro di te-
-Che cosa?!- sbottò incredulo il giovane mentre Miles si rimise a battibeccare con il vecchio cane.
Hugh non aveva riportato ferite, ma raccontò che lo avevano intrattenuto parecchio accerchiandolo in tre e, per forza di minacce e intimidazioni, Hugh dovette vuotare il sacco e dir loro che il lupo in realtà era un essere umano.
-E poi?- domandò insistente Jared mentre già si stavano dirigendo verso la recinzione che delimitava la zona della riserva.
Il vecchio cane-lupo sembrò incerto mentre andava a passo calmo di fianco al lupo.
-Quando ho detto che in realtà tu eri un essere umano, la femmina che era con loro è scappata via in gran corsa-
Jared fece per aprir bocca ma Miles gridò qualcosa dall’alto del suo volo, interrompendolo.
-Ti hanno detto i loro nomi, vecchio?- chiese questa ma Hugh rispose con uno sbuffo stanco. –Perché non glielo hai chiesto?!-
-Loro non l’avevano chiesto a me…-
-Ah! Cani…-
I due ripresero ad azzuffarsi di parole mentre Jared proseguì per inerzia nella direzione intrapresa da Hugh. In realtà stava riflettendo sul fatto accaduto. Avrebbe dovuto raccogliere maggiori informazioni su questi coyote e sul perché avessero chiesto delucidazioni sul suo conto.
 
-Eppure era qui, me lo ricordo bene- borbottò il vecchio cane dando un’altra occhiata alla recinzione salda, resistente e soprattutto priva di passaggi.
-Non c’è un altro passaggio qui intorno?- domandò Jared studiando la situazione.
Potè già notare con lo sguardo la zona in cui vi erano i lavori di disboscamento. I lavoratori erano ancora all’opera e in lontananza sentiva il rumore dei macchinari come fosse un ronzio insistente nella testa.
-Eccolo! Lo dicevo io che non me l’ero dimenticato-, disse entusiasta Hugh facendo un salto per oltrepassare la radice di una quercia e scavare insistentemente nel terreno per allargare il passaggio già ampio per la recinzione letteralmente sbranata. Il buco era abbastanza grande e in tanti potevano uscire ed entrare come pareva a loro. Dava l’idea che un grosso animale avesse afferrato con i denti il recinto e ne avesse strappato un pezzo.
-Chi l’ha fatto?- domandò Miles curiosa mentre si appollaiava sopra il ramo di un vicino abete.
-Zander. Quel vecchio orso gigante, prima di morire, ne ha fatti almeno una decina in tutto il territorio e ci ha campato almeno tre anni- rise di gusto Hugh fermandosi dallo scavare e annusando il terreno vicino per essere sicuro nell’attraversarlo.
-Ci ha campato per tre anni? Che cosa intendi?- domandò Jared sedendosi lì vicino. Poi intuì qualcosa. –Non mi dirai che gli altri animali l’hanno pagato per farlo! Cioè… cosa gli hanno dato in cambio?-
-Cibo. Per il letargo. Zander era molto pigro, negli ultimi anni della sua vita soprattutto, non aveva voglia di racimolare scorte per l’inverno e quindi i lupi, coyote e almeno metà fauna della zona si sono accordati con lui per creare questi facili accessi all’esterno-.
Le parole di Hugh lasciarono il lupo con un palmo di naso. Certo che gli animali, doveva ricredersi, erano davvero molto ingegnosi e, sotto certi versi, simili agli esseri umani.
-Molte famiglie della zona hanno parenti o amici fuori di qui. Non tutti arrivano da lontano come Kyra o Lex. Kyra, il puma che abbiamo incontrato l’altro giorno, è arrivata qua da cucciola qualche anno fa e ancora sogna le Montagne Rocciose dalle quali arriva, mentre Lex invece è nato in Russia- aggiunse Miles, dicendo ciò che sapeva sulla faccenda.
-Ma voi come fate a sapere tutte queste cose?- domandò a quel punto Jared, rivolto ad entrambi.
-Io sono il cane della guardia forestale e lei è l’aquila più pettegola del Canada- rispose in poche parole Hugh ridendo come a suo solito, contagiando anche il lupo ed irritando Miles.
 
Prima di oltrepassare il confine della riserva, Jared domandò al vecchio cane se suo nonno avesse ancora parlato a telefono con suo padre.
-Mi spiace ragazzo ma credo proprio di no- rispose Hugh prima di salutare i due che avrebbero continuato il viaggio, mentre lui si apprestò a rifare la strada a ritroso per tornare alla stazione dei ranger.
-Miles- la chiamò Jared, dopo qualche minuto in cui si erano addentrati nel bosco minacciato dal disboscamento.
-Dimmi-
-Ian, la lince che era con Kyra, anche lui arriva dalle Montagne Rocciose?-
-No. So che ogni tanto il puma esce da qui portandoselo dietro per fargli incontrare la sua famiglia. Sua madre vive stabilmente in questo bosco da sempre e Kyra sembra non avergli ancora detto nulla dei bracconieri che ci sono nella zona. La madre di Ian rischia molto a non voler entrare nella riserva ma ha un’altra cucciolata qui e ha paura degli esseri umani-, rispose l’aquila volando alla stessa altezza delle cime degli alberi secolari.
-Bracconieri…- specificò Jared, fermandosi poi le parole in gola poiché oramai erano arrivati su un’altura che dava una visuale abbastanza ampia dei lavori che si stavano svolgendo al di sotto. Vi erano ruspe, motoseghe in procinto di recidere gli alberi e un mucchio di operai con camion per portare via i secolari e farne chissà cosa.
-Credevo ci fosse una foresta di aceri qui-
-C’era- commentò Miles atterrando sul ramo di una quercia.
In effetti, ricordò Jared, girava per la zona quando ancora era piccolo e aveva all’incirca dieci anni. Un piccolo boyscout. Si ricordava di quando aveva trovato un grande nido di corvi sopra a un ramo di uno degli aceri che erano oramai stati abbattuti assieme alle altre centinaia lì originariamente presenti.
-Dobbiamo scendere di più-
Dopo altri quindici minuti erano oramai nelle vicinanze del cantiere all’aria aperta.
Tanti operai vestiti di arancio e giallo con gli elmetti in testa stavano lavorando, mangiandosi il pranzo, chiamando la moglie a casa o parlottavano tra di loro su quanto fossero sottopagati.
Uno in particolare catturò l’attenzione di Jared che rimase ben nascosto tra la vegetazione ancora salda al terreno per capire qualcosa dei loro discorsi.
Un tizio stava parlando proprio della costruzione di edifici nella zona.
-Alla fine gli hanno accordato il progetto al tipo?- domandò uno degli operai mentre si assicurava, assieme al collega, che i tronchi fossero ben agganciati sul camion.
-Sì. Ha dovuto abbattere più alberi del dovuto, li vedi? Guarda qua che roba… sono marci fino al midollo. Gli aceri della zona sono tutti da abbattere ma quel tizio, Miller-qualcosa vuole ancora costruire dei residence. In questa zona… Come minimo fra un anno sentiremo dell’abbattimento di qualche decina di orsi perché “troppo vicini agli edifici abitati”-, disse il secondo operaio, intento ad aiutare a fissare con le cinghie i cadaveri malati degli alberi.
-Sì, bhè, non me ne parlare. Mio figlio e mia moglie hanno manifestato assieme alle altre scuole davanti alla casa del sindaco e siamo stati denunciati dal signor Miller. Già, proprio lui! Quel gran cretino che ha ideato il progetto era lì, dal sindaco, proprio lo stesso giorno… Non ho parole- commentò il collega scrollando il capo.
-Io spero che riescano a vincere i ranger con la richiesta dell’ampliamento della riserva. Mio figlio Oliver lavora lì e se facessero una stazione forestale anche qui sarebbe molto più vicino a casa. Mia moglie non vede l’ora, ma da come si stanno mettendo le cose non sembra andare tutto così bene. Secondo me Miller vincerà prima ancora della fine del mese-.
-Già, è vero. I soldi sono soldi, no?-
-Sì, e noi quel poco che riceviamo non ce lo danno per parlare del più e del meno. Forza, dobbiamo portare questo camion alla segheria-.
I tre uomini salirono poi sul camion e si allontanarono dalla zona dopo aver fatto inversione con il mezzo.
-Miller…- mormorò Jared nascondendosi di più nella vegetazione.
-Non è tuo padre, vero ragazzo?- domandò l’aquila lì vicina.
-No, dovrò pensare a qualcos’altro-
-Ok, andiamocene prima che ci vedano-, disse Miles alzandosi in volo ma rimanendo comunque nascosta dalle cime degli alberi.
Jared fece per raggiungerla ma si voltò per dare un’ultima occhiata alle ruspe, i taglialegna, i tronchi mezzi distrutti e gli uomini in giacca e cravatta con l’elmetto in testa e il cellulare alla mano con sotto braccio delle scartoffie e qualche progetto.
Sì, non era suo padre a essere in concorrenza con i ranger per ottenere quel posto, ma comunque si sentiva in dovere di fare qualcosa per quella zona e gli animali che vi abitavano. Gli tornarono in mente Ian e Kyra, la famiglia del cucciolo, e la sua mente elaborò qualcosa alla svelta prima di sgattaiolare via al richiamo brusco di Miles.
   
 
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