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Autore: AlessandroConte    23/05/2018    0 recensioni
Storie varie brevi e lunghe, in prosa e in versi.
Genere: Generale, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA  VALUTAZIONE  
 
“Quella fessura…”
“Quale fessura?” chiese il tecnico della Regione che ormai non dedicava più di qualche minuto a ciascun appartamento lesionato.
“Uh, Gesù! La crepa che va dal soffitto al pavimento. La vede o mi prende per il cxxo?” allibì il proprietario in cerca di una valutazione al rialzo.
“Quella è fisiologica. Si forma quando nella costruzione il cemento si ritrae.
Qui abbiamo finito.”
“Quindi nessun risarcimento? Alla prossima scossa sarà rasa al suolo questa casa!
Quella fessura…”
“E dalli con la fessura. Non c’è nessuna fessura, nessuna crepa. I mattoni sottostanti sono sani. E con ciò non c’è nulla da mungere allo Stato.
Vede, signore, le case veramente lesionate dal terremoto sono più di mille, qualcuna completamente abbattuta. Sono quelle che vanno indennizzate e sono tante.
Lei con quel segnetto, la fessura come dice, non ha diritto a niente. Rien. Non c’è trippa per gatti, mi comprende?”
“Lei comprenda me adesso, signor coso dei miei stivali. Vada a fare…”
E il proprietario deluso e imbufalito citò altre fessure, tutte formatesi naturalmente nei componenti femminili dalla famiglia del tecnico.
 
Alessandro Conte
 
 
HO  PERSO  UN  FIGLIO  
 
Non è morto, si è solo allontanato
quel tanto che se pure fossi nonno
nessuno me ne ha dato il giusto avviso.
Colpevole d’aver rotto il legame
con la sua mamma lui mi ha ritenuto.
Sta scritto sopra certi documenti
che quello parimenti è divorziato.
Apparentati siam pur nella sorte
ma non so dir neppure ‘Gli sta bene!’
La sua metà è di quelle che ti spolpa?
Fa forse differenza? A lui la colpa!
 
Alessandro Conte.
 
 
L’ APPARENZA                             
                         
“Lo vedi quello nel macchinone?” chiede Stefania dando di gomito alla compagna. “Mi ha dato buca.”
“Pure a te? Stefy, quello mi piaceva un sacco” racconta Emanuela. “L’ho tenuto sulla corda per due ore lì al muretto della piazza: strette, bacetti e poi? basta, nulla più. Mare davanti, mezzanotte, lui bello, tutti gli ingredienti necessari per una scopata grande e discreta e ci ho ricavato solo un appuntamento inutile.
Credevo di fargli crescere l’interesse mentre friggevo solo io. Se ha fatto lo stesso pure con te lo saprai come fa.”
“Se lo so? Manu, mi ha portata in barca l’altro ieri e mi ha conquistata più parlando che altro. Solo a guardarlo mi sentivo i brividini.”
“Non ci hai fatto niente? Stavate soli, no?”
“Come è successo a te: appuntamento e non si è fatto vedere. Fosse stato per me ero pronta subito; ma lui remava e parlava e quando si riposava un po’ veniva a sfiorarmi con le labbra e con le mani, mi faceva fare altra acquetta sotto e si rimetteva ai remi.
Mi dicevo che stava preparando il terreno, lo zappettava e quando fosse stato dissodato e tutto aperto, bello ricettivo… No, non era bastato a farlo eccitare, lui.”
Il quadro è completo e chiaro per Manu ed è intollerabile. Strattona l’amica:
“Vieni, Stefy. Voglio proprio dirgliele sul muso a quel mascalzone.
Quella a fianco a lui è la prossima vittima, quella che resterà con tante illusioni a bocca asciutta se lo lasciamo fare. Vieni, vieni.”
Il bell’oggetto di tanto desiderio però, forse per averle notate, ingrana e corre via.
Un altro paio di belle figliole sta guardando e una di loro interroga le due bloccate nello slancio:
“Ragazze, scusate. Conoscete quello in Ferrari? Tony? Per caso vi ha dato appuntamento e non è venuto?”
“Lina” interviene la sua compagna con un gesto di scusa a Manu e Stefy, “su Tony so tutto io.
Me ne vergogno tanto ma gli sono stata dietro per giorni e giorni con la bava alla bocca.
Con quello tutte in bianco, è vero?” e gira lo sguardo su tutte e tre. Chi confermando il consuntivo atroce di non aver beccato neanche un po’ di sesso da quel turpe individuo, chi scuotendo la testa rispondono a Gemma.
“È fatto proprio così quello” pontifica l’esperta in toniologia; “tutte vorremmo farcelo ma nessuna ci riesce. Ci fa girare la testa con le sue maniere, con la bocca tutto miele, con quella macchina ...”
“È bello” aggiunge Stefy, “questo è il fatto.”
“Sì” continua Gemma, “è vero. Per risvegliare i bassi istinti femminili non c’è di meglio di una bella faccia su di un bel corpo di maschio: per quest’insieme anche madre Teresa di Calcutta avrebbe tentazioni.”
“Fosse frocio?” chiede Lina.
“Non mi risulta” risponde Gemma: “non l’ho mai visto in compagnia maschile e non è neanche sposato.
Volete sapere che ne penso? È uno che adopera tutte le sue arti seduttive e poi si ritrae appagato dalla conquista ormai fatta; come fanno tante di noi se vogliamo essere sincere. Credo sia fondamentalmente frigido e l’atto sessuale non è fra le sue impellenze. Quindi gioca con i nostri sentimenti e sai le risate che si fa a lasciarci appese dopo averci portato a fare l’acquolina in bocca.”
 “Sì, solo lì?” sospira Stefy, rassegnata come tutte.
Di tutto quel chiacchiericcio da donne ci rimediano solo la conoscenza reciproca con l’ampliamento della cerchia.
“Ragazze” conclude Manu, “sembriamo soldati che si sentono parenti solo per aver combattuto sullo stesso fronte.”
“...e perduto.”
“Già. Io propongo di attendere un paio di giorni, parlare con quella che stava in macchina adesso e aggregarla al club ‘Vaffanculo, Tony’. Che ne dite?”
 
Alessandro Conte
 
(Ringrazio chi legge e gradisce. Vi do appuntamento a mercoledì prossimo, 30 maggio, con altre storie)
   
 
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