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Autore: kibachan    23/05/2018    2 recensioni
Un excursus su vari momenti della vita di Loki, dalla sua nascita in poi, sui legami e le relazioni con la sua famiglia, in particolare con sua madre Frigga, che l'hanno condotto lentamente a diventare il dio degli inganni.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frigga, Loki, Odino, Sif, Thor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAP 7 – INNUMEREVOLI ANNI DOPO
 
La lunga vita che caratterizza gli abitanti di Asgard aveva portato lentamente consiglio ai due selvaggi principi. Mentre nell’aspetto essi sembrassero ancora due ragazzi, le loro spalle si erano forgiate con il fuoco e il fumo delle numerose battaglie che erano stati portati a combattere negli anni, fianco a fianco insieme ai fidati membri della squadra di guerrieri d’élite che Thor aveva radunato: lady Sif, naturalmente, la più talentuosa e temibile tra le amazzoni, Volstagg, Hogun, Fandral e Loki.
Loki ne faceva parte per preciso volere di Thor. Nonostante i suoi compagni uomini non lo ritenessero né idoneo alla guerra né tantomeno degno di fiducia, lui aveva insistito per averlo al suo fianco. Thor si riteneva superiore a lui e non mancava di farglielo notare, eppure al contempo non celava l’affetto prorompente che provava nei suoi confronti, né l’incrollabile fiducia che nutriva in lui.
Thor era ancora borioso, eccessivamente pieno di sé e sicuro dei suoi mezzi, ma il tempo era riuscito ad inculcargli in testa quel tanto di etichetta che bastava da convincere Odino che si stesse trasformando nel degno erede al trono.
Loki invece era cambiato molto rispetto all’adolescenza. Le sue ambizioni sul trono erano cresciute in maniera spasmodica di pari passo con la sua età, così come il suo cinismo. Nonostante ciò aveva gradualmente celato sempre di più dentro di sé questi sentimenti, e aveva assunto davanti a Thor e a Odino un calcolato e misurato atteggiamento remissivo. Mentre il suo disprezzo per il re non aveva fatto che alimentarsi, sostituendosi totalmente al desiderio di entrare nelle sue grazie, egli, con suo disappunto, non era riuscito a fare altrettanto con i suoi sentimenti nei confronti del fratello. Anche se il suo carattere lo infastidiva, e di base lo ritenesse uno sciocco, quell’affetto infantile era rimasto attaccato al suo cuore peggio della gramigna.
 
Quel giorno Hogun, Fandral e Volstagg combattevano come furie nella desolata steppa di Múspellsheimr. Il lontano e primitivo regno del fuoco aveva scatenato una rivolta che Odino non aveva potuto evitare di reprimere, per la sicurezza dei villaggi di semplici contadini che in maggior parte lo popolavano. La squadra dei guerrieri d’élite, capitanata da Thor, era stata inviata lì proprio per quello.
Loki si guardò attorno da dietro lo sperone di roccia dietro cui si riparava mentre scatenava le sue illusioni per confondere l’avversario.
Ma dove era finito quell’imbecille??? Quanto ancora intendeva far massacrare loro per amore della sua entrata in scena teatrale?
In quel momento notò lady Sif a pochi passi da lui. Una leonessa splendida e letale sul campo di battaglia. Faceva roteare la spada con maestria abbattendo un avversario dietro l’altro.
Fu mentre lei si apprestava a scontrarsi contro uno particolarmente grosso che Loki notò l’arciere che incoccava alle sue spalle.
Non ragionò nemmeno sulla perdita delle sua posizione vantaggio.
 
Sif assestò un fendente all’avversario e poi si voltò di scatto, al rumore della freccia che veniva deviata pochi centimetri prima del suo orecchio. Vide Loki affondare nella schiena dell’arciere un pugnale identico a quello che giaceva accanto alla freccia.
Lui le scoccò un breve sguardo ammiccante prima di estrarre il coltello dalla sua vittima e gettarsi nella mischia, per uno dei suoi rarissimi scontri corpo a corpo.
Sif si guardò attorno mentre tentava di regolarizzare l’affanno del suo respiro. Nessuno a parte lei aveva notato che Loki le aveva salvato la vita.
 
 
 
 
QUELLA SERA
 
Il castello di Asgard era un tripudio di canti e urla di festa, schiocco di bicchieri e risate.
Tutta la corte celebrava l’ultima grande vittoria riportata da Thor e i suoi seguaci nel lontano regno di Múspellsheimr.
Loki se ne stava in disparte, spalla poggiata a una delle immani colonne rosse della coorte del salone delle feste. Osservava con un mezzo sorriso quasi malinconico il suo giovane fratello ridere sguaiatamente e rompere bicchieri di birra a terra tra gli applausi dei presenti, mentre un cantore narrava di come un sol colpo del sacro Mijolnir aveva battuto il campione dei rivali, mettendo immediatamente fine alla rivolta.
Gli altri membri della squadra, ormai quasi totalmente ubriachi, alternavano tra loro grosse pacche sulle spalle a volgari insulti goliardici
 
-inutile che vi faccio di nuovo l’imitazione di Fandral miei cari, che più che combattere sembra sia sulla scena madre di un balletto!- gridò Volstagg
 
-io sarò anche un ballerino caro amico, eppure com’è che ti ritrovo sempre a riparare il tuo grosso culo alle mie spalle??- replico Fandral facendo scoppiare tutti in sguaiate risate.
Sif rise e si portò il boccale alle labbra, era forse l’unica ancora sobria. Fu in quel momento che Thor, seduto accanto a lei, intervenne nello scambio
 
-ah tacete sciocchi!- tuonò ridendo –non siete uomini la metà della nostra lady Sif- aggiunse assestandole una pacca sulla schiena così forte da farle quasi incastrare la bocca nel boccale di birra –qui è l’unica che non ha mai bisogno di nessuno che pari il culo!-
 
Tutti esplosero in urla festanti. Solo Sif dardeggiò lo sguardo al punto in cui sapeva che Loki li stava guardando. Loki le lanciò a sua volta un’ammiccata, facendo scattare le sopracciglia verso l’alto ma senza dire una parola.
 
-hei!- gridò Volstagg a quel punto –io propongo un brindisi anche al nostro dio degli inganni- sbrodolò con finto tono ossequioso alzando il boccale verso di lui –che oggi ha deciso di onorarci della sua presenza sul campo di battaglia- biascicò barcollando appena –complimenti… Loki- recitò in finto tono solenne –continua così e un giorno anche a te scenderanno i coglioni, ti crescerà la barba e comincerai a somigliare a un vero uomo!- concluse scoppiano a ridere, seguito da tutti gli altri. Thor sbatteva la mano sul tavolo così forte da farlo tremare. Loki rivolse a Volstagg un sorriso sardonico sollevando appena il calice del suo primo bicchiere ancora pieno, mentre Sif, l’unica a non ridere, gli scoccava uno sguardo a disagio.
 
La tavolata principale tornò ad ignorarlo, e lui si girò di spalle rivolgendosi al buio dei portici, trovandosi davanti suo padre Odino.
L’uomo gli sorrise per un attimo, evidenziando tutti i solchi che ormai segnavano il suo viso, e lui gli rivolse un debole cenno di saluto con il bicchiere.
 
-è l’alcool a parlare per loro ragazzo- esordì il vecchio –non dar peso alle parole di Volstagg-
 
-sei gentile a preoccuparti per me padre, ma niente potrebbe aver meno peso delle parole di Volstagg per me- rispose lui sardonico. L’uomo trattenne un sogghigno divertito e gli si affiancò
 
-perché non festeggi anche tu con gli altri?- gli chiese. Lo infastidiva non vederlo mai fare niente di ciò che lui considerava normale
 
-ubriacarmi, vomitare e palpare le cameriere non combacia con la mia idea di festeggiamento- rispose lui freddamente ma mantenendo ossequio nella voce, poggiando tuttavia anche l’unico bicchiere che aveva in mano. Odino sospirò
 
-sai, mio padre diceva che chi non beve ha qualcosa da nascondere- tentò
 
-presumo sia prerogativa delle forme di vita intelligenti non dire proprio tutto quello che gli passa per la testa- ribattè Loki, che ora iniziava a infastidirsi.
 
Odino assunse un atteggiamento più freddo, come tutte le volte che discuteva con quel suo figlio a lui incomprensibile, tuttavia tentò di mantenere un tono gentile, data la natura di quello che voleva dirgli
 
-Loki, sai bene quanto apprezzi la tua intelligenza- iniziò –è una dote fondamentale per chi è chiamato al compito di assistere il re di Asgard-
 
Assistere già. Negli anni ormai Loki aveva digerito la cosa. Sapeva che Thor, seppur più giovane, gli era stato preferito come erede al trono. In realtà si era reso conto di aver sempre sospettato che questa cosa sarebbe accaduta. Forse l’unica cosa che ancora lo infastidiva era la tracotanza con cui Thor si comportava in merito, cioè come se fosse un suo diritto ancestrale e inalienabile, e lui non avesse neanche mai potuto sperare di competere a questo titolo
 
-ma ricordati Loki- il tono ora severo di Odino lo strappò in maniera irritante ai suoi pensieri, detestava quando gli parlava così –l’intelligenza da sola non basta, ti occorrerà anche l’elasticità e l’umiltà. Tuo fratello è un uomo forte e valoroso- aggiunse Odino scoccando un’occhiata al suo giovane orgoglio –ma è indubbio che avrà bisogno del tuo raziocinio per elaborare delle strategie di battaglia-  Loki lo interruppe con uno sbuffo di risata irritata, quel discorso gli aveva fatto perdere la calma
 
-mio fratello non riconoscerebbe una strategia neanche se ci cascasse sopra, figuriamoci elaborarne una!- esclamò tagliente voltando le spalle al padre degli dei.
 
Odino sentì esplodere la rabbia e lo afferrò per un braccio voltandolo verso di sé con forza
 
-non osare parlare così del tuo re!- gli sibilò feroce. Ma lui si divincolò con altrettanta violenza e gli soffiò a un centimetro dal viso
 
-egli non è ancora il mio re-
 
Poi si allontanò di un passo e se ne andò dopo avergli rivolto uno sguardo rabbioso.
 
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-te ne vai di già?- la voce cristallina di Sif riecheggiò nel corridoio deserto in cui lo aveva seguito, fermando il suo incedere. Loki si volse a mostrarle solo il profilo del viso, non voleva scorgesse la sua rabbia
 
-il livello della conversazione si era fatto troppo elevato e stavo iniziando a sentirmi a disagio- ringhiò, riuscendo comunque a strapparle un sorriso per la battuta al vetriolo
 
-non prendertela per quello che hanno detto, sono dei bambini troppo cresciuti- gli disse con tono ineditamente dolce.
 
Loki si voltò di scatto, esibendo il suo miglior sorrisetto da schiaffi per nascondere la sorpresa, quando se la ritrovò a un solo passo. Quando era successo che si era avvicinata così tanto???
 
-meno male che ci sei tu Sif! Stavo giusto per mettermi a piangere per le loro parole!- esclamò in tono di scherno. Ma lei non diede adito di essersela presa, abituata ormai al suo carattere spigoloso
 
-lo sai cosa volevo dire- replicò mantenendo la dolcezza della voce, cosa che fece passare anche a lui la voglia di scherzare
 
-si lo so… cosa volevi dire- disse piano, facendo sparire ogni traccia di strafottenza dal suo viso.
 
Sif gli sorrise provocandogli, con suo disappunto, una stretta allo stomaco
 
-perché non hai risposto, comunque?- gli chiese poggiando la schiena alla parete e incrociando le braccia –potevi rimbalzare la palla su di me, raccontando di come mi hai salvata da quella freccia- aggiunse.
 
L’espressione di Loki si fece seria mentre constatava con stupore, ora che le stava così vicino, di quanto la sovrastasse in altezza. Sul campo di battaglia il suo furore non faceva percepire quanto in realtà fosse minuta.
Gli piaceva sotto ogni punto di vista, nonostante la strenua resistenza che aveva posto verso tali sentimenti… gli piaceva da sempre.
 
-beh… so che non ami che vengano sbandierate le tue debolezze- disse con semplicità –ho le spalle abbastanza larghe da sopportare qualche presa per i fondelli per te… stai tranquilla-
 
Sif si sentì avvampare in faccia, non tanto per le sue parole, ma per il sorriso appena accennato con cui le aveva dette, che ne testimoniava la sincerità.
Era davvero Loki, il dio delle malefatte che le aveva detto quelle cose? Niente prese in giro? Frecciatine? Scherzi?
 
Non era facile essere una donna in un mondo di uomini come quello delle forze d’élite. Sif aveva sempre la sensazione di dover dimostrare più degli altri, di doversi impegnare il doppio per essere considerata la metà. Possibile che Loki si fosse accorto di questo?
Il rapporto tra loro si era evoluto in maniera strana da quando avevano avuto quello screzio da ragazzini: lui amava punzecchiarla nelle maniere più disparate e lei si era spesso ritrovata a minacciarlo più o meno sinceramente di morte, ma di base si era affezionata a lui.
Si era unita alle truppe d’élite ancora mossa dalla sua infatuazione giovanile per Thor, ma ora quel sentimento era scemato, col sopraggiungere della consapevolezza che lui, per quanto le dimostrasse affetto, la considerava e la trattava come un compagno d’armi e nulla più. Loki invece, con i suoi dispetti e i suoi sorrisetti bastardi, seppur riconoscesse la sua abilità in battaglia, l’aveva sempre trattata da donna, guardata come una donna. Sotto il suo sguardo lei stessa si riscopriva più donna di quanto volesse sembrare.
Loki ghignò beandosi del rossore del suo viso, in contrasto con il nero lucente dei capelli che lui le aveva donato
 
-dovresti tornare di sotto- le disse con un tono completamente diverso da poco prima, quasi di scherno –Thor si starà domandando che fine abbia fatto il suo coppiere preferito, se ancora non è svenuto sotto il tavolo-
 
Il voltò di Sif si indurì, arrabbiata che lui avesse spezzato quel momento, e forse ancor più stizzita con sé stessa di questo suo rammarico. Lo congedò con un pugno ben assestato su un braccio e si voltò
 
-scema io a preoccuparmi per te!- esclamò marciando via.
 
Loki attese di vederla svoltare l’angolo per massaggiarsi il braccio, poi sorrise. Amava vedere il suo viso arrabbiato, ancor di più di quanto amava vederla sorridere.
  
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