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Autore: MonicaX1974    24/05/2018    1 recensioni
Harry e Chloe.
Lui deluso dalla vita, lei con un immenso dolore nel cuore.
Lui pensa solo a divertirsi, lei cerca di ritrovare la speranza.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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So close, no matter how far
couldn't be much more from the heart
forever trusting who we are
and nothing else matters

"Nothing else matters"

Metallica

***************

È una strana vigilia di Natale, strana, ma in modo piacevole. Non avrei immaginato che questo pranzo sarebbe stato costellato di sguardi divertiti e allegri - tranne quello di Harry che sembra essere seduto su un ripiano pieno di puntine da disegno - ricco di risate e battute, ed io vorrei che questo momento durasse per sempre.

Zayn è seduto vicino a mia sorella, con la sua solita aria distesa e rilassata, mentre non fa altro che parlare per tutto il tempo con mio padre di motori e altre cose che riguardano la meccanica. Harry ha provato ad intervenire un paio di volte, ma papà l'ha palesemente ignorato per tornare a discutere con Zayn di carburatori e filtri.

Mamma persiste nel chiedere a tutti i presenti a tavola se vogliono altro cibo, altra acqua, altro vino ed io rido nel vedere come Harry non riesca mai a dirle di no. Sono stata un po' stronza, lo devo ammettere, ma lui è sempre così sicuro di sé che vederlo così in difficoltà per un banale pranzo in famiglia, mi ha portato a non essere tanto diversa da come mi ha conosciuta.

Ricordo bene come Harry ha affrontato tutti quegli investitori a Madrid che hanno tentato di complicargli le trattative in ogni modo, ma lui è stato in grado di fronteggiarli e risolvere ogni piccolo, o grande, problema gli ponessero pensando che un ragazzo non sarebbe stato in grado di farcela, e invece ha lasciato tutti senza parole

Mentre ora è lui quello ad essere rimasto senza parole. Credo siano passati almeno venti minuti dall'ultima volta che ha aperto bocca e allungo una mano sulla sua gamba per attirare la sua attenzione.

«Così non sei d'aiuto piccola Stewart» mi dice lui a bassa voce mentre muove a caso la forchetta nel piatto, spostando il cibo, svogliatamente, da una parte all'altra.

Credo si riferisca alle mie dita sulla sua coscia, ma non ho alcuna intenzione di spostare la mano, anzi stringo un po' di più la presa portandomi un pezzo di carne alla bocca, per poi masticarlo con lentezza mentre lo guardo di sottecchi e non trattengo un sorriso quando mi accorgo che mi sta guardando con aria di sfida. Si vendicherà, questo lo so, ma suppongo che la cosa non mi dispiacerà affatto.

«E tu Harry che lavoro fai?» La voce di mio padre interrompe il nostro scambio di sguardi, con la coda dell'occhio vedo che lui apre la bocca per rispondere, ma mia sorella lo precede.

«Papà, lui è il mio capo... in realtà anche quello di Chloe...» Papà assottiglia lo sguardo mentre lui resta in silenzio in attesa della prossima domanda, che tarda ad arrivare. Harry è evidentemente a disagio mentre beve un sorso d'acqua.

«Quindi tu hai tutte e due le mie figlie sotto di te?» La sua reazione è decisamente comica perché trattiene a fatica l'acqua che stava bevendo mentre tenta di non soffocare dopo aver sentito la domanda decisamente ambigua di mio padre. «Va tutto bene ragazzo?» continua lui a provocarlo.

«Sì, mi scusi signor Stewart...» afferma Harry dopo essersi ripreso per poi posare il bicchiere sul tavolo. «Le sue figlie sono alle dipendenze della società di mio padre, io sono un dipendente proprio come loro» gli risponde lui.

«Sei il figlio del capo con quei capelli così lunghi?» Papà non smette di punzecchiarlo, credo voglia solo metterlo alla prova ed io sono troppo incantata a guardarlo per aiutarlo, ma sono certa sappia cavarsela da solo. E se lo aiutassi, mio padre crederebbe che lui è un rammollito, cosa che non è affatto.

«Sono il direttore della divisione investimenti...» Harry gli spiega in cosa consiste il suo lavoro e lo sento acquistare più sicurezza ad ogni parola che pronuncia, ma sembra si stia scaldando perché lo vedo sbottonare i polsini della camicia e arrotolarli lungo l'avambraccio e, nonostante siamo a tavola con i miei genitori, non posso non trovare estremamente sexy il suo gesto.

Lo sguardo di mio padre cade sulle sue braccia, poi si sposta quelle di Zayn che, malgrado le maniche lunghe della sua felpa coprano la maggior parte dei suoi tatuaggi, mostrano palesemente la presenza di inchiostro sotto la pelle.

Non gli sono mai piaciuti, ha protestato anche per i miei, e i due ragazzi seduti di fronte a lui, ne hanno davvero tanti.

«Siete tutti e due scarabocchiati!» dice con tono infastidito.

«Robert!» Lo riprende subito mia madre. Zayn ride, Harry no. Mamma si alza in piedi e lo fulmina con lo sguardo. «Ho bisogno di una mano con il dolce» gli dice, e il suo è chiaramente un ordine al quale mio padre sa di non potersi sottrarre, ma ci prova comunque.

«Abigail hai qui entrambe le tue figlie, perché non chiedi a loro?» Si pulisce accuratamente la bocca con il tovagliolo che poi infila sotto al piatto e si accomoda meglio all'indietro contro lo schienale della sedia.

Mamma non risponde, lo guarda in silenzio e lui capisce che non può ribattere. Si alza sbuffando e la segue in cucina. Rido quando restiamo soli e sento Harry imprecare sottovoce.

«Non fa ridere piccola Stewart!» mi dice con un tono piuttosto contrariato.

«Fa decisamente ridere Styles!» risponde Zayn per me.

«Facile per te, sembra che tu e l'armadio andiate piuttosto d'accordo» dice ancora Harry guardando il suo amico con aria minacciosa.

«Non fare il bambino» gli dice ancora il suo amico mentre si porta il bicchiere di vino alle labbra.

«Ascolta, te la stai cavando alla grande, non essere così nervoso...» Lui si volta a guardarmi non appena finisco di parlare e vorrei immediatamente sprofondare nei suoi occhi.

«Dici sul serio?» mi domanda incerto.

«Sì» gli sorrido e lui mi bacia all'improvviso tenendomi ben salda con una mano dietro la nuca. Un bacio casto, fatto solo di labbra, ma incredibilmente intenso, tanto da mandare a fuoco ogni parte di me.

Si allontana appena per sussurrarmi all'orecchio «Ricordati che ho bisogno di sfogare tutto questo stress» ritorna poi nella sua posizione sorridendomi. La sua allusione è decisamente chiara, e gli sorrido a mia volta facendogli capire che sono d'accordo con lui.

Il resto del pranzo continua allo stesso modo, con papà che sforna battute pungenti - specialmente per Harry - mamma che lo rimprovera, ed io e mia sorella che restiamo a goderci la scena fino a che è proprio lei, a pranzo terminato, ad alzarsi da tavola comunicando a mamma e papà che saremmo usciti per tutto il pomeriggio.

Papà non sembra molto contento, ma è in minoranza ed è costretto a guardarci uscire mentre lui resta a casa ad aiutare la mamma a sistemare la cucina.

Le ore del pomeriggio scorrono troppo veloci mentre passeggiamo nei luoghi dove sono cresciuta. Ci raggiungono anche Kurt e Hazel per andare tutti insieme al bar di Ryan al quale ci fermiamo per la nostra cioccolata calda.

Ammiro Harry per tutto quello che sta facendo. Sono certa che si stia ponendo diverse domande sui posti che gli ho mostrato - sono certa lo stia facendo anche ora mentre si guarda intorno - ma non ha ancora tirato fuori l'argomento, e con argomento mi riferisco a Dylan. Non so per quale preciso motivo lo stia facendo, se sia perché non voglia farmi soffrire, o se sia perché lui stesso non vuole soffrire, ma per quanto vorrei poterlo evitare, non mi è possibile negare la presenza di Dylan in ogni luogo che ho frequentato, e lui lo sa. Non so se sarei coraggiosa come lui.

Harry e Ryan sembrano andare parecchio d'accordo, non hanno smesso di parlare da quando siamo entrati qui dentro e la cosa mi rende felice perché tutte le persone che mi stanno intorno lo stanno accettando senza riserve, anche mio padre che, per quanto possa sembrare riluttante all'idea di un ragazzo al mio fianco, sono sicura gli piaccia.

È ormai tempo di tornare a casa e prepararci per la cena. Salutiamo Ryan, i miei amici, e rientriamo giusto in tempo per cambiarci ed andare al ristorante al quale i miei genitori hanno riservato un tavolo, proprio come fanno ogni anno. Fortunatamente i proprietari sono amici di papà così non è stato un problema chiedere di aggiungere due posti.

Harry e Zayn hanno dovuto disdire la camera d'albergo che avevano prenotato per la notte dato che mia madre non ha voluto sentire ragioni. Ha insistito sul fatto che sono nostri ospiti e abbiamo una camera in più in cui potranno dormire. Papà ha storto il naso, ma non ha potuto fare altro che accettare la decisione di mamma.

Ci avviamo con due macchine e non posso evitare di continuare a sorridere per l'espressione nervosa di Harry. «La smetti di prendermi per il culo?» mi dice lui poco prima di scendere dalla macchina guidata da mia sorella.

«E perché dovrei?» gli rispondo appoggiando la testa allo schienale del sedile posteriore sul quale entrambi siamo seduti.

Lui allunga una mano per arrivare ad infilarsi tra i miei capelli che ho lasciato sciolti, poi la sua espressione cambia in un attimo. Non è più scherzosa, né infastidita. L'unica cosa che leggo nei suoi occhi è la sua voglia di me. Si avvicina lentamente, fino a sfiorare il mio orecchio con le labbra. «Saprei esattamente come farti smettere di ridere... aspetta di tornare a Boston...» mi sussurra in modo che possa sentire solo io e, quando si allontana per tornare a guardarmi, posso chiaramente vedere il suo sorriso soddisfatto perché sa bene qual è l'effetto che ha su di me.

Non faccio in tempo a riprendermi per rispondergli a tono perché la voce di mia sorella ci interrompe, comunicandoci che siamo arrivati. L'auto è ferma vicino all'ingresso del ristorante, mamma e papà hanno parcheggiato poco più in là, e tutti insieme entriamo all'interno del locale mentre io cerco ancora di riprendere fiato per le parole di Harry che ancora mi girano per la testa.

Raggiungiamo il tavolo e ci accomodiamo. L'atmosfera sembra un po' più rilassata rispetto a qualche ora fa, forse mamma ha parlato con papà e gli ha detto di smetterla con le sue domande imbarazzanti o, più semplicemente, è troppo concentrato su Reb e me per occuparsi dei nostri ragazzi scarabocchiati.

«Sono così contento che siate qui tutte e due... non potevo sperare in un regalo migliore questo Natale...» ci dice lui con un piccolo velo di malinconia negli occhi, ma né io, né lei facciamo in tempo a rispondergli perché una voce attira l'attenzione di tutti i presenti al tavolo.

«Robert!?» Mio padre si volta nel sentirsi chiamare e sorride all'uomo in piedi accanto a lui.

«Ethan!» Lo saluta con entusiasmo. Si alza in piedi e si abbracciano dandosi un'amichevole pacca sulla spalla.

Sembrano a loro agio mentre si salutano, mentre io sembro aver subito una paralisi istantanea. Non li vedo da mesi, ma so che sono sempre rimasti in contatto con i miei genitori, io, invece, li ho tagliati fuori dalla mia vita nel momento in cui sono salita sull'aereo per Boston e non pensavo che li avrei incontrati proprio stasera alla presenza di Harry.

Anche mamma si alza per salutare i signori Peters, poi lo fa anche mia sorella ed io guardo mio padre che mi osserva a sua volta invitandomi silenziosamente a salutarli. Allungo la mano su quella di Harry, la stringo con forza e credo che ormai anche lui abbia capito chi siano le due persone che mi sto apprestando a salutare.

Harry ricambia la stretta facendomi capire che è sempre al mio fianco, così mi alzo e mi avvicino a loro, ma mi accorgo che non mi ha lasciata sola, ed è proprio accanto a me mentre allungo la mano verso l'uomo che mi guarda sorridente. «Buonasera signor Peters» lui afferra la mia mano e la stringe con forza.

«Ciao Chloe, è bello rivederti» mi dice un tono malinconico che mi tocca il cuore.

«Come sta?» gli domando senza lasciare la sua mano.

«Andiamo avanti. Ti trovo bene» mi dice ancora per poi rivolgere lo sguardo verso Harry che non ha mai tolto la mano dalla mia schiena per tutto il tempo.

«Lui è Harry... Harry ti presento il signor Peters...» gli dico presentando i due. «... il padre di Dylan.» Sento un dolore nel petto mentre pronuncio il suo nome, sento tornare i sensi di colpa, ma il tutto viene alleviato dalla voce di Harry vicino a me.

«Buonasera signor Peters, io sono Harry Styles» Non riesco ad interpretare l'espressione di Harry. Potrebbe essere disagio o gelosia, non lo so, sono troppo fuori fase io stessa per riuscire ad interpretare quello che vedo sul suo volto, ma non sembra niente di buono.

«Ciao Harry, è un piacere conoscerti» risponde lui e sono assolutamente certa di aver sentito Harry bisbigliare un 'non credo', ma non faccio in tempo a chiedergli nulla, perché anche la madre di Dylan si avvicina per salutare.

«Ciao Chloe!» Si avvicina e mi abbraccia dolcemente.

Non posso fare a meno di chiudere gli occhi e tornare mentalmente a quella sera, quando l'abbraccio di questa donna sapeva solamente di disperazione. Faccio fatica a reprimere quello che sta tornando a galla in questo momento e se non fosse per la mano di Harry costantemente sulla mia schiena, non credo riuscirei ad affrontare tutto questo.

«Come sta signora Peters?» le domando quando si allontana leggermente da me.

«Avevamo detto Annie, ricordi?» mi rimprovera affettuosamente per non averla chiamata per nome ed io le sorrido tornando vicina ad Harry. Ho assolutamente bisogno di lui in questo momento e non posso far altro che tornare a ringraziare mentalmente Kurt per averlo chiamato.

«Sì... Annie...» le dico per poi stringere la mano di Harry.

«Ti trovo bene Chloe, sono contenta di vederti felice.» Il suo riferimento ad Harry è palese nello sguardo che gli rivolge, ma sono certa che sia sinceramente contenta per me.

«Lui è Harry» presento anche a lei il ragazzo al mio fianco che le sorride molto più dolcemente di quanto non abbia fatto poco fa con suo marito.

«Felice di conoscerla signora Peters» le stringe la mano, poi torna ad accarezzare la mia schiena facendomi percepire costantemente la sua presenza al mio fianco.

I genitori di Dylan tornano a parlare con i miei mentre io resto immobile a fissare la scena che si svolge davanti ai miei occhi. Vorrei dire qualcosa, vorrei riuscire a muovermi, ma mi sento quasi sotto shock.

Poi sento la mano di Harry stringere la mia, mi sembra che abbia parlato con qualcuno dei miei, ed infine, mi ritrovo a camminare velocemente dietro di lui. Non so dove mi sta portando, non riesco nemmeno a rendermi conto di dove sono, ma sono contenta che mi stia allontanando da lì.

Mi ritrovo improvvisamente all'esterno, dove vengo investita da un'aria gelida, poi non sento più freddo perché le sue braccia sono intorno a me. L'abbraccio di Harry è la mia cura a tutto.

Non mi ero accorta di stare trattenendo il respiro fino a quando non ho lasciato andare l'aria che stavo tenendo imprigionata nei polmoni. Non mi ero accorta che avevo smesso di sentire i rumori circostanti fino a quando ho iniziato a sentire la voce di Harry ovattata, come se arrivasse da lontano.

E non mi ero nemmeno accorta che il mio cuore stesse battendo ad un ritmo fin troppo accelerato, almeno fino a quando non ha iniziato a rallentare nel momento in cui ho cominciato a percepire le carezze delicate di Harry sulla mia schiena.

La sua voce bassa, le sue mani che sanno esattamente come muoversi su di me, e il calore del suo corpo stretto al mio, hanno sempre l'effetto di calmare i miei attacchi di panico in brevissimo tempo.

«Sono qui Chloe...» adesso la sua voce arriva più nitida alle mie orecchie. «Va tutto bene, sono qui...» mi stringo a lui, facendogli capire che sono tornata lucida.

Sapevo che prima o poi sarebbe successo, che li avrei incontrati, ma non avrei immaginato di avere questa reazione. Ogni volta che credo di essermi lasciata indietro il passato, questo ritorna con tutto il suo bagaglio di sofferenza riportando a galla i ricordi di quella notte, ma stavolta il mio personale giubbotto di salvataggio è qui con me che non mi lascia andare a fondo, tenendomi con forza.

Non so per quanto tempo restiamo in questa posizione, so soltanto che sto tornando alla realtà quando lui si allontana quel poco che gli basta per guardarmi negli occhi mantenendo le mani sul mio viso. «Ehi...» dice soltanto con un piccolo sorriso.

«Sto bene Harry... Adesso sto bene...» gli dico tentando di tranquillizzarlo.

«Credo sia passato troppo tempo dall'ultima volta in cui te l'ho detto...» la sua voce ha lo stesso effetto benefico di sempre.

«Detto cosa?» Ci sta riuscendo, sta allontanando da me il dolore, e lo fa semplicemente con la sua presenza.

«Che sei bellissima anche da qui.» Non posso e non voglio più restare a questa distanza da lui. Per questo lo bacio per poter attingere ancora dalla sua forza e da tutto quello che può darmi.

«Grazie Harry» gli dico poi restando ancora tra le sue braccia - che domani mi mancheranno incredibilmente tanto - riferendomi non soltanto a ciò che mi ha appena detto.

«Credo che dovremmo ringraziare Kurt» dice infine tornando ad abbracciarmi, e penso che non potrei trovarmi d'accordo con lui più di così.

«Già, sarà la prima cosa che farò domani mattina...» Harry sorride carezzandomi ancora una volta i capelli regalandomi uno degli sguardi più dolci che gli abbia mai visto.

«Torniamo dentro?» annuisco in silenzio, poi ci rechiamo all'interno mentre lui continua a farmi sentire la sua presenza tenendo la sua mano sulla mia schiena.

Credevo di aver fatto dei progressi, e magari li ho anche fatti, ma sembrano non essere sufficienti per riuscire a farcela da sola - non ancora almeno - ma so che lui è qui con me stasera e niente potrà più abbattermi.

Arrivati al nostro tavolo noto che mamma, Reb e Zayn sono tornati ad occupare i loro posti. I genitori di Dylan non ci sono più, e nemmeno papà di cui chiedo subito notizie.

«Papà?» chiedo a mia madre, la quale guarda subito oltre le mie spalle.

Mi giro e lo vedo arrivare dalla stessa direzione in cui sono venuta io poco fa, ma non faccio ulteriori domande. Al momento voglio solo riuscire a passare indenne queste ore con le persone a cui tengo.

****************

Mi sono sciacquata la faccia, ho lavato i denti, ho legato i capelli e sono quasi pronta per andare a dormire.

È stata una splendida serata, se tralascio l'incontro con i signori Peters, ma non è certo colpa loro se non sono in grado di affrontarli. Il fatto è che quando li ho visti dopo tutto questo tempo, mi è sembrato di essere scaraventata indietro nel tempo e venire travolta da tutto ciò che è successo quella maledetta sera.

So che nessuno m'incolpa di niente, ma sono io stessa a farlo, perché il pensiero che se non fosse stato per il mio compleanno, forse Dylan non avrebbe percorso quel tratto di strada, forse non avrebbe avuto quell'incidente, e forse...

Alcuni colpi alla porta della mia stanza mi fanno trasalire. Mi alzo dal bordo del letto sul quale ero seduta quasi in stato di trance e vado ad aprire. L'immagine davanti ai miei occhi è meravigliosa.

Harry è appoggiato con un fianco allo stipite della porta, le braccia conserte e il sorriso sulle labbra, ed io non posso non restare a contemplarlo, cosa che lo fa ridere. «Resteremo così ancora per molto?» mi chiede in tono ironico.

Gli sorrido. «Vuoi entrare?» gli domando spostandomi per lasciarlo passare.

«A dire la verità preferirei di no» mi dice mantenendo il suo sorriso ed io lo guardo aggrottando le sopracciglia, perché la sua risposta mi ha confuso. Ero assolutamente convinta che volesse entrare in camera mia, ma il suo chiarimento non tarda ad arrivare. «Perché non vieni tu di là?» mi sta chiedendo di raggiungerlo nella camera degli ospiti e non ho intenzione di dirgli di no.

«Ok» rispondo, per poi spegnere la luce e chiudere la porta alle mie spalle e seguirlo fino alla stanza in fondo al corridoio.

Da quando siamo tornati dal ristorante papà non ha fatto altro che tenerci d'occhio - sia me che mia sorella, ma soprattutto i due nuovi arrivati - ma ora sembra non esserci traccia di genitori nei dintorni, quindi mi infilo di soppiatto con Harry nella camera degli ospiti, che lui chiude immediatamente dopo essere entrato.

«Zayn?» chiedo voltandomi per guardarlo.

Lui mi si avvicina lentamente, mantenendo il suo splendido sorriso su quelle labbra a cui credo di non riuscire a resistere ancora per molto. «È con tua sorella» afferma con voce bassa.

Credo di aver capito perché non ha voluto restare in camera mia. Il mio letto è sempre lo stesso da sempre e ci sono ricordi ovunque. Qui, invece, possiamo essere solo io e lui, ed è giusto così.

«Non ce l'avrei fatta stasera senza di te» gli dico quando le sue mani arrivano sul mio viso.

«Sei molto più forte di quello che pensi Chloe, devi solo crederci» la sua voce è sempre più bassa ed io voglio solamente baciarlo e stringerlo, ma proprio quando sto per farlo, qualcuno bussa alla porta.

Harry alza gli occhi al cielo ed io non riesco a trattenere un sorriso a causa dell'interruzione. Si allontana lentamente da me per avvicinarsi alla porta. «Sì?» domanda incerto.

«Sono Robert.» Harry si volta immediatamente verso di me sgranando gli occhi nei quali riesco a leggere il terrore allo stato puro.

«Merda!» mi lascio sfuggire sottovoce. Non credo mi farebbe storie se mi trovasse qui, ma forse Harry non farebbe una bella figura. La cosa migliore da fare è nascondermi. «Digli di aspettare» continuo bisbigliando.

«Un attimo!» dice Harry sistemandosi dietro la porta.

Valuto velocemente le mie possibilità - in realtà ne ho solo una se non voglio essere vista - quindi esco dalla finestra, e mi sistemo sulla sporgenza laterale della finestra.

Rido della situazione mentre muoio di freddo e sento la voce di mio padre un po' più vicina. «Scusa se ti disturbo a quest'ora Harry...»

«Nessun problema, come vede sono ancora sveglio» la voce di Harry risulta leggermente incerta e vorrei davvero vedere la sua espressione in questo momento.

«Volevo solo... Volevo solo dirti che ho visto quello che hai fatto per lei stasera...» adesso è la voce di mio padre ad essere malferma.

«Cosa... Cos'ha visto?» domanda Harry.

«Nessuno è mai riuscito a contenere un attacco di panico di Chloe come hai fatto tu» sento sollievo nella voce di papà e mi do mentalmente della stupida per aver fatto preoccupare così tanto lui e la mamma.

«Non ho fatto niente...» Harry minimizza sempre i suoi meriti.

«Non so cosa ti abbia detto, ma sembra che tu sia perfettamente in grado di prenderti cura di lei... Ti sei accorto prima di tutti noi che stava avendo un attacco, l'hai portata fuori e ti sono bastati meno di due minuti per calmarla...» La tentazione di rientrare nella stanza è forte, ma non voglio far fare questa figuraccia a Harry, quindi mi trattengo, ma domani abbraccerò mio padre così forte che se lo ricorderà per mesi.

«Io non...» Harry imbarazzato, mi piacerebbe vederlo...

«Ecco... Io volevo solo ringraziarti e dirti che sono contento che ci sia tu al suo fianco» Sorrido un po' di più per le parole di mio padre.

«Signor Stewart io...»

«Non c'è bisogno che tu dica niente solo... Non è che potresti tagliarti i capelli?» Sono costretta a trattenere una risata per la richiesta di papà.

«Anche mio padre sta aspettando che io lo faccia, ma credo di non potervi accontentare.» Riesco a percepire chiaramente quanto adesso sia più rilassato.

Mio padre ridacchia alle parole di Harry, poi sento dei passi farsi più lontani. Forse se ne sta andando.

«Ora vado...» sento il rumore della porta che si apre. «... Buonanotte Harry.»

«Buonanotte signor Stewart» tiro un sospiro di sollievo.

«Ah, un'ultima cosa... Buonanotte Chloe!» La voce alta di mio padre pronuncia quelle parole decisamente divertito.

Non mi muovo dalla mia posizione fino a che non sento la porta richiudersi e non vedo Harry spuntare dalla finestra aperta. «Tuo padre è un segugio!» dice ridendo mentre allunga una mano nella mia direzione per aiutarmi a rientrare.

«Potrebbe essere passato dalla mia camera prima di venire qui» gli dico ipotizzando il motivo del perché abbia immaginato fossi in questa stanza, mentre rientro dalla finestra.

«O forse ha pensato che tenere la finestra aperta in piena notte a dicembre volesse dire qualcosa...» Il tono di Harry è palesemente ironico, ma il suo sguardo sembra cambiare non appena i nostri occhi si incrociano.

«Già.» Sorrido con lui. «Allora... Quand'è che ti tagli i capelli Styles?» gli domando passando le dita tra le ciocche dietro al suo orecchio.

«Non credo di voler rinunciare a quello che stai facendo...» Le sue mani si posano sui miei fianchi e mi attira a sé, facendomi aderire perfettamente a lui.

Restiamo in silenzio a guardarci. Resto a guardare ogni dettaglio del suo viso. Dalla forma degli occhi, a quella del naso, dal modo in cui piega leggermente le labbra per sorridere, a come quella fossetta sembra chiamarmi a gran voce non appena spunta sulla sua guancia. Resto ad ammirare la sua espressione rilassata mentre le mie dita continuano a giocare con i suoi capelli e sono certa che qualcosa sia cambiato nei suoi occhi.

Sembra sparire tutto e non so a cosa lui stia pensando, ma sono assolutamente chiare nella mia mente due parole, semplici, precise, che stanno premendo per uscire e so che dovrei dirle adesso, ma ora che le sue labbra sono sulle mie, ora che mi sta baciando come se ne andasse della sua stessa vita, credo di aver perso quel briciolo di lucidità che mi era rimasta dopo essermi persa nei suoi occhi. 



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SPAZIO ME

Buonsalve!
Capitolo in cui succedono cose.

Il pranzo con i genitori di Chloe, il pomeriggio in giro per Montreal in cui Harry conosce "i posti" di Chloe e lei che lo ammira per tutto quello che fa.

La sera avviene l'incontro con i genitori di Dylan, incontro che provoca a Chloe un attacco di panico, ma ehi c'è Harry...

Per lui, invece, questo incontro ha un doppio risvolto. Brusco con il padre, dolce e gentile con la madre e noi sappiamo perché.

Ma la cosa più carina è stata la buonanotte del padre di Chloe alla figlia.

Detto questo io torno a sclerare su Entertainer di Zayn e High hopes dei Panic at the disco.

Eeeeee niente, buona lettura 😍

 
   
 
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