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Autore: reggina    24/05/2018    4 recensioni
Si dice che i gemelli abbiano un legame misterioso, speciale e invidiabile.
James e Jason , forse incatenati allo stesso destino, imparano da subito di non essere il centro del mondo.
Si guardano le spalle, si proteggono e si difendono l'un l'altro. Sempre.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gemelli, Tachibana/Derrick
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Scarpe e giacche sparse ovunque nell’ingresso, briciole di pane e pentole sporche in cucina, in un angolo del tavolo in equilibrio precario quei piatti dozzinali che ha comprato Cliff perché non gli piacevano quelli raffinati prestati dai genitori e poi bicchieri scompagnati, mucchi di vestiti nelle loro camere, libri ovunque.

“Benvenuta nella mia umile dimora!”

James si sente completamente a suo agio da quando ha fatto ritorno al nido e ci ha messo ben poco per rimetterlo in disordine. Lydia gli lancia uno sguardo perplesso ora che ha scoperto pezzi di vita nascosti nel caos di un appartamento di studenti.

“Che carino il mosaico del bagno!”

Fa quella disinvolta, non lo lascia vedere ma sotto, sotto è un pochino schifata.

“Ah quello è un bell’enigma! Dovresti essere una psicologa per capirne il senso!”

Sono queste le mura in cui ha desiderato ardentemente far ritorno dal suo brutto viaggio, queste le finestre da cui guardare la pioggia scrosciante, questi i pavimenti freddi su cui stendersi quando fuori fa molto caldo.

Il piacere di ritrovarsi con Cliff è stato accompagnato dalla necessità dello studio, dal gusto della trasgressione, dalla ricerca dell’ironia, della compagnia e dell’avventura. Sono tornati i festaioli di sempre e, inconsapevolmente, si sono ritrovati anche a partecipare ad un compleanno: Yuma stenta ancora a credere ai cinquecento yen a cui ha dovuto dire addio per contribuire al regalo del festeggiato!

Ma il momento migliore è stato ieri l’altro quando James, in piedi sul divano, ha declamato le regole della serata: vietati moti autocommiserativi e autodistruttivi . Loro due da soli, due bottiglie di vino, tre pizze e una serie tv talmente scema che ad un certo punto hanno smesso di guardarla per darsi alle chiacchiere.


“Ci sono delle regole di convivenza?”

Lydia ispeziona la pila ingiallita di giornali sportivi mentre, ogni volta che apre l’acqua, un odore solforico risale gorgogliante dai tubi.

“C’erano all’inizio ma sono durate più o meno una settimana, da quel giorno ognuno fa quel che gli pare. Diciamo che è una casa ordinata ad ondate, quando non c’è Jason e durante i weekend si trasforma. Durante la settimana invece ci si può anche studiare o mangiare senza rischiare di prendere malattie!”

James si aspettava che lei rimanesse sopraffatta dinnanzi ad un tale abbandono invece si accorge che questa sfida sembra riempirla di energia. Si rimbocca le maniche e propone delle pulizie d’autunno . Ovviamente senza Clifford perché non è un caso che i gemelli lo abbiano soprannominato il mago per la sua capacità di sparire quando c’è da sgobbare!

James non si è mai impegnato tanto grazie a Lydia, la sua cartina di tornasole: tocca a lei insegnargli che della carta di giornale e un po’ d’aceto sono la cosa migliore per pulire i vetri.

Coperti di polvere, dopo un’ora passata a smistare e legare insieme i giornali, tutte le dita delle due mani del ragazzo affondano un solletico nei fianchi di Lydia.

“Temevo avremmo dovuto allertare una squadra di disinfestazione!”

Tiene una mano sulla sua nuca e con l’altra gli accarezza il mento.

“In effetti questa casa era il tao del disordine!”

“Siamo stati proprio bravi, invece! Che ne dici se per premiarci stasera usciamo insieme? C’è la festa delle matricole!”

Sono così vicini che James sente il fiato e il calore sprigionato dal corpo che ama. La voce e la delicatezza della mano che gli accarezza la guancia lo ipnotizzano.

“Il mio viveur preferito! Non è che queste feste di piazza oltre musica, scherzi e divertimento nascondano di più?”

“Sai che a me non è mai piaciuto il silenzio, la solitudine. Io sono più per il casino!”

“Buono a sapersi!”

Sposta la mano dietro il collo di Lydia per attirarla a sé e incontrare le labbra di lei. È un bacio delicato, quasi esitante, un leggero sfioramento ma la giovane vi si abbandona e Jamie sembra non aspettare altro perché il secondo bacio è tutt’altro che esitante. La bocca di lui si impadronisce di quella della fidanzata che gli avvolge le braccia intorno al collo.


“Prima che andiate a fondo con il vostro bacio alla francese tenete conto della presenza del sottoscritto!”

La voce sorniona di Clifford li interrompe, si staccano rossi in volto. Lydia tiene gli occhi bassi mentre lo sguardo beato di James può far pensare che sia su di giri per effetto dei detersivi - vero che l’odore di ammoniaca si sente fin dal piano di sotto- ma è palese che la sua gioia scaturisca dal cuore.

“Avete avuto una buona giornata? Mi chiedo perché vi ostiniate a pulire questo posto…”

Li prende in giro Cliff.

“Crediamo nel duro lavoro!”

Risponde Lydia rimettendosi una ciocca di capelli sotto la bandana che si è legata in testa.

“Tocca a me rendere questo posto abitabile per dar prova del mio valore a te e a mio fratello!”

Rincara James. In effetti quando lo ha saputo Jason ha riso perché era convinto che non ce l’avrebbe fatta.

Una volta finito di sistemare il casino superficiale la ragazza si allontana con la scusa di andare a fare rifornimento di viveri .


“È bello rivederti così! Con l’arcobaleno dentro!”

Jamie si siede sulla poltrona sgangherata, con un bicchiere di limonata in mano. Guarda Cliff che lascia cadere una pallina da tennis spelacchiata sulle assi regolari del pavimento.

“Non è stato facile lasciarsi dietro tutte le sensazioni, i malesseri che hanno abbracciato i miei stati d’animo in questa lunga estate! Mi mancava tutto questo, il mio vecchio io. Mi mancavo se fosse possibile!”

La palla rotola seguendo una linea retta, traccia una curva lungo un tappeto sbiadito ed entrambi ne seguono la traiettoria.

“È stata una gran batosta! Hai perso una parte di te ma non ti sono mai mancate la voglia e la forza di combattere!”

La pallina rotola attraverso la porta e finisce in camera di Cliff. Lui balza in piedi e la segue come se fosse una preda viva, con dei movimenti così buffi che il suo coinquilino inizia a ridere di cuore.

Lo distrae una notifica. Apre la sua pagina facebook incuriosito da quel tag e resta incredulo difronte all’umiltà, o ego smisurato, di Jason…

“James hai fatto sparire le mie cose? Dov’è finita la mia collezione di incarti di lecca-lecca?”

Meglio lasciare a Cliff il lusso della rabbia! Gli ululati di collera provenienti dalla stanza pulita stranamente gli sono di conforto.


Ogni mamma ha partorito un bambino tranne la mia. Lei ha partorito una leggenda. Batti cinque mamma. Capito James?! Tu sei stato adottato !!!

Jason si frega le mani con un sorrisetto beffardo e furbo perché con quel post appena pubblicato è certo di smitizzare un po’ il legame tra gemelli. Se non altro è un modo per interagire con il fratello perché, nonostante tutto, gli manca.

Lui e Zahra si stanno godendo mari e spiagge da cartolina, nel parco marino protetto a est di Kuala Lumpur, nell’isola di Redang.

Autenticità mozzafiato con la barriera corallina dominata da coralli blu e quell’immersione alla scoperta dei relitti di due navi inglesi affondate dai giapponesi durante la seconda guerra mondiale.

Si sta gustando la spiaggia dell’isola più incontaminata della Malesia quando la vede arrivare. Zahra è a dir poco magnifica: indossa un costume nero appena coperto da un pareo che esalta le sue forme toniche e slanciate, i capelli sciolti danzano ai suoi movimenti.

“Sei bella come un angelo!”

Lei si leva gli occhiali da sole ed è davvero da togliere il fiato.

“Credevo fossi bella come un gol al novantesimo!”

“Sono un romantico d’altri tempi io!”

Sono così ubriachi di felicità che, strillando come due bambini scapestrati ed evitando gruppi di persone che dormono accanto ai falò spenti, giocano a rincorrersi fino all’acqua.

Arrivano al ruscello che scorre attraverso la spiaggia e decidono di attraversarlo a nuoto perché si sentono avventurosi. Arrivano dall’altra parte, quasi al termine della foce, si siedono ansimando sulla riva. Jason riprende fiato un po’ dopo di Zahra.

“Non è che mi muori qua, eh?”

Scherza lei.

“Credo di sì!”

Risponde il ragazzo e si lancia su di lei. Sono entrambi zuppi mentre le mani scivolano lungo i fianchi, sulla pelle abbronzata, e sul bordo degli short del bikini.

Molto film romantico.


Quando tornano al resort, Zahra si aggiudica il diritto di essere la prima a fare una doccia calda. Jason, non avendo nulla da fare, approfitta di quel momento di relax nel loro bungalow per coricarsi con il telefono in mano.

Non ci mette troppo prima che inizi a squillare.

“Ehi Sandokan non ti hanno ancora sbranato le tigri di Mompracem?”

Quella voce polemica, da oltre cinquemila chilometri di distanza, gli è fin troppo nota.

“No gemellino! Ho visto soltanto pesci pagliaccio!”

“Ah quindi i fratellini di Nemo! O…i parenti di Bruce?”

È inutile per loro fingere che tutto sia tornato alla normalità perché quest’esperienza li ha segnati lasciando strascichi che si protrarranno nei prossimi anni e cicatrici per sempre. Ma sapere che James sta riprendendo la vita e le abitudini precedenti gli riscalda il cuore.


“Come va con lo studio?”

“Benone! È così bello essere un universitario. Sto facendo un corso accelerato di recupero spensieratezza, serate con gli amici e giornate trascorse a parlare di esami e calcio. Non mi è pesato nemmeno svegliarmi alle sei di mattina e poi ritrovarmi, comunque, a fare la fila in segreteria o pranzare in mensa con Cliff!”

“Te lo meriti Jamie! Meriti di essere felice, fratellino!”

L’intenso momento viene interrotto dai commenti che continuano ad arrivare al post di Jason. Bruce, per smentirlo, ha postato una foto dei gemelli ai tempi di Yomiuri Land: due ragazzini uguali nella divisa dell’Hot Dog, naso camuso ed espressione di chi ha appena ricevuto una padellata in pieno viso.

Ma è un’altra la risposta che li spiazza, del tutto inaspettata.

“Jason?!”

“James?!”

“Da quando la mamma usa i social network?”

**** ****


Probabilmente non conosceremo mai la risposta di Sumire, lascio a voi libera interpretazione! La prima parte del post di Jason l’ho trovata navigando su Internet…Poi l’ho personalizzato. E così, incredibile ma vero, sono arrivata alla fine di questa avventura e come accade spesso c’è un misto di gioia e orgoglio e di nostalgia per questi personaggi che mi hanno tenuto e ci hanno tenuto compagnia per 8 mesi. È doveroso ringraziare chi ha voluto accompagnarmi in questo “lavoro” commentando, consigliandomi, semplicemente leggendo. Allora un grazie davvero grande, grande a: AmilyRoss : Ma come avrei fatto senza di te? Ci siamo talmente “innamorate” dei nostri gemellini da fare pure eventuali casting per scritturarli…Ci siamo dette già tante di quelle cose in privato che non saprei davvero cosa aggiungere se non…Grazie per esserci sempre!

Mahlerlucia: Cara trovare la tua prima recensione è stata una grande gioia e confesso di aver aspettato le altre e di averle lette con il sorriso…Sono contenta di averti conosciuto grazie a questa storia, mi hai fatto sentire meno sola sapendo che non sono l’unica a preferire i personaggi secondari. E chissà magari un giorno anche Sandy avrà il suo momento di gloria!

Un grazie di cuore anche a Susieprice, lolly19 e Krys: grazie ragazze per le vostre recensioni appassionate e partecipi. A presto <3

   
 
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