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Autore: Altair13Sirio    25/05/2018    8 recensioni
Salta a bordo di un'avventura totalmente disorganizzata con Giuseppe, Angelo e Francesca, alla ricerca di qualche giorno di divertimento, un po' di svago e distrazione dagli esami incombenti e, soprattutto, ricordi da portare sempre con sé piacevolmente nel cuore!
Due giorni da vivere appieno nella Città Eterna, raccontati in un resoconto ironico e dai toni allegri che cercherà di strapparti un sorriso e darti qualche emozione in più! Un diario di viaggio che cercherà di raccontare tutti i particolari di questa avventura, fino al suo epilogo dove i tre impavidi viaggiatori torneranno nelle loro case con nuovi ricordi da custodire per sempre.
Che cosa aspetti allora? Entra subito a scoprire quali avventure vivranno i protagonisti di "Cronaca di un viaggio improvvisato!"
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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GIOVEDI' 25 MAGGIO
22:28

CAPITOLO 1: PARTENZA

Siamo partiti da una decina di minuti e già sento di aver dimenticato qualcosa. Mi sento come prima di un'interrogazione, ho un blocco allo stomaco e non riesco a respirare; so di non sapere nulla, poi magari va tutto bene e io mi stupisco di me stesso…

Discutiamo su cosa fare una volta arrivati e Francesca tira fuori dal telefono una foto della stazione di Termini: tale foto mostra una stazione gremita di gente, una marea di teste di tutti i tipi che si accalcano alla ricerca del loro treno.

<< Meno male che non abbiamo preso il treno! >> Mi dice mostrandomi la foto, mentre i miei occhi si soffermano di sfuggita su Angelo con un auricolare in un orecchio che si stiracchia. Improbabile comitiva di un improbabile viaggio, penso. Eppure siamo qui… Seduti nei terzultimi e penultimi sedili della fila di sinistra di un autobus che corre e sobbalza, rendendomi difficile scrivere.

Io sono accovacciato sul mio sedile vicino al finestrino, un uomo con la barba e i capelli neri riposa davanti a me e mi schiaccia il sedile addosso. Almeno ha chiesto di potersi stendere…

Scrivo a stento, ma ora che ci siamo fermati posso concentrarmi meglio e spiegare per bene la situazione: due o tre settimane fa a scuola, in un'ora buca, Francesca, accompagnata da Federica, mi si rivolge con fare eccitato chiedendomi:<< Vuoi venire a Roma? >>

Ora io non sono mai stato entusiasta di portare novità nella mia vita, la quotidianità basta e avanza, e l'idea di intraprendere un viaggio da solo mi mette un sacco di ansia addosso, ma in quell'attimo di smarrimento, assieme al mio unico compagno Angelo, ho risposto di sì.

L'idea mi intrigava, e anche adesso sono eccitato a tal punto da avvertire una strana sensazione frizzantina fin dentro lo stomaco, ma allo stesso tempo oserei affermare di starmi cagando addosso! Non avevo mai affrontato un viaggio così, è qualcosa di diverso che ha i suoi alti e bassi: sensazioni nuove – come l'idea di andare a vivere completamente da soli in un luogo grande come Roma – e vecchie – come questa dannata nostalgia che mi deprime ogni volta che mi divido dalla mia famiglia…
 

Guardo l'orologio e sono le 23:05; il tempo passa in fretta quando si scrive piano… Angelo ha la musica nelle orecchie e Francesca fissa il panorama dal suo finestrino: una serie di cinque palazzi uguali mi compare davanti quando mi giro. Comincio a sentir russare anche dal posto davanti a me…

Finalmente trovo un impiego per questo quaderno che mia cugina Luana e il suo ragazzo Angelo – un altro Angelo – mi hanno regalato per i miei diciotto anni: grazie ragazzi! Non sono abituato a scrivere a mano, ma mi divertirò un sacco ad annotare il viaggio, e chissà… Magari diventerà il prossimo best seller!

Sento una voce roca alle mie spalle e scopro che Angelo e Francesca sono ancora svegli: lei mi chiama e mi aggiorna su una sua abitudine che, da lei, avrei dovuto aspettarmi. Tirando fuori dalla borsa un libricino e sfogliandolo rapidamente, mi dice che tutte le sere prima di dormire legge un passo del vangelo, in modo da rimanere coerente alla sua fede. E brava, Francesca! Annoterò anche questo mentre Angelo ti fissa sconcertato.

Ora che ci penso, che fortuna che ho avuto a trovare un posto con una lampadina proprio sopra la testa! E chi scriveva sennò?

Siamo in una galleria, e mi viene da pensare al "piano" originale che avevamo preso: inizialmente dovevamo partire una settimana fa e dovevamo essere in quattro; io, Francesca, Angelo e la sopracitata Federica, che poi ha deciso di non venire perché "si scocciava". Onesta, soprattutto se si pensa che in questo momento dovremmo stare sui libri e preoccuparci degli esami, che ormai incombono, ma al diavolo! Non capita tutti i giorni di andare all'avventura così. A studiare ci penserò poi, al mio ritorno… Spero.

Comunque, tornando a Federica, è un peccato che abbia cambiato idea; un animo spensierato e leggero come lei avrebbe fatto bene al viaggio… Con lei non manca mai l'occasione di farsi una sana risata. Mi spiace, Fede: domani andrai a scuola senza di noi.
 

Ore 23:36

Ecco che cosa mi ero scordato: le dannatissime pellicine alle unghie! Molto più comunemente chiamate "ragadi", si formano in circostanze misteriose e si rimuovono tramite utilizzo di un pratico tagliaunghie, fanno un male cane e ora dovrò sopportarle per tutto il viaggio!

Angelo mi chiama da dietro il sedile di destra; pensavo dormisse. Mi chiede se ho portato qualcosa da leggere per il viaggio, ma io scuoto la testa rispondendogli di aver portato solo questo quaderno, e glielo mostro. Leggere non era mia intenzione…
 

23:45

Terza fermata, Cosenza. Avvisto un'insegna "Old Wild West" sul bordo della strada e qualche metro più tardi una chiesa. Ahh… La "grande città".

Tiro fuori il telefono e scopro che mia madre mi aveva telefonato; decido di richiamare per non farla restare in apprensione. Non riesco mai a sentire la vibrazione del telefono!

Riassunto della telefonata: Annalara dice che l'ho abbandonata, papà abbassa il volume del televisore che non si sente.

Mentre siamo fermi sale un tipo grosso con i capelli rasati che si aggira minacciosamente accanto al mio posto: essendo alquanto sociofobico, tiro un sospiro di sollievo quando vedo che va a sedersi dall'altro lato. Intanto Francesca ci offre dei biscotti e io ne accetto volentieri uno. Mastico piano per non far rumore.
 

Ore 23:54

Al tipo sul sedile opposto al mio continua a squillare il telefono con una suoneria sempre diversa. E' scuro di pelle, con una barbetta che sembra fungere da paraurti per il mento. Non parla italiano, o per lo meno è quello che ne ho dedotto.
 

Mezzanotte

Mi verrà la gobba a stare così incurvato per scrivere, ma non posso farne a meno! Ora mi metterò gli auricolari e ascolterò un po' di Gorillaz, e se avrò sonno dormirò un po'…

Mi giro a guardare Angelo alle mie spalle: la testa adagiata sullo schienale del sedile, gli occhi aperti e vigili ruotano per un istante e si posano su di me. Mi giro e torno a scrivere…

Ora metto gli auricolari e risposo un po'.

Mi fa male la mano…

   
 
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