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Autore: telesette    26/05/2018    0 recensioni
[Sleeping Dogs ]
Sleeping Dogs, dopo gli eventi della storia principale. L'ispettrice di polizia riceve un mazzo di rose da un misterioso ammiratore.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un mazzo di rose per l'ispettrice

Prefettura di Hong Kong, le 8 del mattino. Gli ufficiali di polizia erano tutti presenti, ognuno con le proprie mansioni: chi portava il caffè ai colleghi, chi fumava la sigaretta del buongiorno, poi vi c’era qualcuno più scrupoloso che aveva acceso i pc e iniziato a compilare le scartoffie della giornata, tra autorizzazioni, rapporti e una partita a solitario che non deve mancare mai.
La giornata, quindi, si poteva dire che era una delle tante. Da quando il poliziotto corrotto, Thomas Pendrew, era stato arrestato e condannato a passare un periodo di ferie in compagnia dei più esperti massaggiatori dei bagni del penitenziario statale e di conseguenza, la Triade, ora divenuta una sola, la Sun On Yee, era riuscita a mantenere il controllo delle proprie attività illecite, di conseguenza Hong Kong aveva finalmente conosciuto un periodo di relativa tranquillità.

Tutto questo grazie agli sforzi del poliziotto sotto copertura Wei Shen, che con impegno e sacrificio aveva reso tutto questo possibile. Lo stato nipponico lo aveva premiato, dandogli una promozione a detective.

Chiaramente però, per riuscire ad arrivare fino a quel punto, doveva avere avuto il supporto della giovane ed esperta ispettrice Jane Teng. Nel suo piccolo, attraverso indagini e informazioni fatte per conto dell’infiltrato aveva dato un brutto colpo alla malavita.

I giornali, ovviamente, avevano dedicato alla donna molti articoli lodandone il senso del dovere e lo zelo mostrato nel corso delle indagini, ma di fatto non era cambiato molto.
Ma evidentemente, lei non si aspettava di ricevere, quello stesso giorno, un grosso set di fiori.

Il poliziotto alla porta, quando vide arrivare il corriere con il grosso mazzo di fiori, era tutto coperto davanti e pensò che fossero stati i fiori a parlare.

-Come, scusi?- Il poliziotto, un tal Mei Jong, in tutti gli anni della sua onoratissima carriera come portinaio, non si aspettava che arrivassero dei fiori, di punto in banco. Di solito arrivavano i fiori per le vittime tra la polizia durante gli attacchi terroristici o che so, agguati della triade. Passi che fosse anonimo ma che fosse diretto a una persona in particolare, era una novità.

-Le ripeto che questo mazzo è per la signorina Jane Teng.- Il corriere, con le mani tremanti per lo sforzo, cercava di non far cadere il mazzo di fiori. Quel giorno il motorino si era rotto, e si era dovuto sorbire una lunga camminata fino al commissariato, dall’altra parte dell’isolato. Il suo capo non aveva voluto sentirne ragioni.

-Va bene, va bene. Ecco, prenditi una ciottola di pollo.- Jong, impietosito per viso sudaticcio ed esaurito del commesso, gli aveva lasciato una cospicua mancia.

-Ragazzi! Non indovinerete mai a chi sono destinati questi fiori.- Il poliziotto dopo salutato il commesso, aprì la porta ed entrò negli uffici principali della centrale con il mazzo in mano. Nessuno lo ascoltava.

-Sono un mazzo di fiori per l’ispettrice Teng, da un anonimo.- In quel momento si domandò, il nostro portinaio, se non avesse fatto meglio a lasciare il mazzo nell’ufficio della donna e dileguarsi nel suo quadrato di terra davanti alla porta.

Tutti lo fissavano scioccati, il tempo pareva essersi fermato: c’era chi era riuscito a completare il solitario e aveva lasciato che le carte attraversassero tutto lo schermo; chi, invece, stava versando il suo caffè nella tazzina e non si era accorto che ormai era piena, con il resto del liquido che macchiava le prove di un caso di corruzione dei ministri della difesa cinese; chi invece ancora aveva i polmoni pieni di fumo e si era dimenticato di soffiare via la nicotina all’interno.

-Seriamente?- A parlare e spezzare così, la trance fu l’appuntato Han Guio, che stava dormicchiando opportunamente riparato dal mega schermo del pc.
Nel frattempo, l’ispettrice in causa era accomodata sul divanetto nel suo ufficio privato, accomodata per modo di dire siccome era svaccata, scalza e con una bottiglia di sake forte in mano.

Di certo la mattina non era il momento giusto per darsi ai piaceri dell’alcool ma tanto lei aveva il suo ufficio privato, i vetri oscurati e bastava che non desse di matto per farsi scoprire dai sottoposti.

Da quando Wei era riuscito a salvare la giornata, non era bastato che lo degradasse a poliziotto di quartiere per farlo stare tranquillo ma anzi era riuscito a salvare la parata di Capodanno con indosso solo una divisa da CTU. Secondo Jane, Wei era una vera calamita per i criminali e i danni che conseguivano alla loro cattura, erano responsabilità della donna.

-Stupido Wei!- Malamente si alzò con la schiena, la posizione assunta prima era troppo scomoda. Lei era una donna gentile e paziente, e sapeva che il detective non lo faceva apposta e inoltre era stato sempre un valido aiuto ai numerosi casi che lei stessa aveva affidato. Ricordava bene quando aveva sfidato Hotshot in una finta gara o quando aveva indagato e fatto arrestare un medico colluso con gli 4K, una triade rivale.

Però diamine, un po' di apprezzamento per quelli che devono metterci la faccia nelle sue bravate!
Sbuffò e alzò lo sguardo all’orologio a pendolo… Sentì un gran vociare all’esterno. Si rimise le scarpe e si diede una sistemata, si sistemò la piega dei suoi capelli corvini e si controllò il trucco leggero. Costatò che il trucco non si era rovinato.

-Che succede?- Aprì la porta dell’ufficio, i poliziotti si voltarono tutti nella stessa, medesima direzione come falchi su uno spaurito coniglio.

Il coniglio, cioè l’ispettrice Teng si sentì molto a disagio ma riprese il proprio contegno e vide di sfuggita il mazzo di fiori.

-Chi ha autorizzato a portare dei fiori nella centrale? Non è il luogo e nemmeno il momento per cose simili. Mi sembrava di essere stata chiara, che voglio essere informata prima che organizzate… che organizzate? Una festa?- Lei incrociò le braccia severa. Gli altri si guardarono reciprocamente e poi successivamente si concentrarono sul portinaio.

-Nessuna festa, ispettrice… una consegna anonima…- Prima che potesse finire la frase la donna lo interruppe.

-Avete controllato se non contenesse qualcosa di pericoloso? Siamo in mezzo a una guerra, e vi siete già dimenticati del capodanno esplosivo? E se fosse una vendetta?- I poliziotti la guardarono dubbiosi era fisicamente impossibile per un mazzo di rose nascondere una bomba.

-No signora, non contiene nulla di pericoloso. È un regalo da parte di un ammiratore sconosciuto e…- Non finì la frase che venne nuovamente interrotto dalla donna.

-Immagino, portalo pure sulla scrivania di Shen. Quando arriverà lo trova lì. Sarà una delle tante ammiratrici.- L’ispettrice stava per fare dietrofront e tornare al suo sake preferito quando…

-Questo è per voi.- All’inizio pensò di non aver capito. Si voltò dubbiosa, ma alla vista del biglietto con scritto in formato prestampato “Alla ispettrice più carina e coraggiosa che conosca.” Restò in stato di shock.

-Ma come…- L’ispettrice non riusciva a crederci… Le sue preghiere erano state esaudite? Arrossì leggermente…

-Va bene. Appena arriva Wei, me lo mandi nel mio ufficio.- Dicendo questo, prese il mazzo di rose e senza nemmeno guardare i suoi sottoposti, si ritirò nel suo angolo privato e chiuse la porta.

-Okay, io me ne torno alla porta. Io ho fatto il mio dovere.- Jong salutò alla porta, come se fosse possibile che l’ispettrice potesse recepire il saluto.
Gli altri nel frattempo, borbottavano tra di loro.

Erano le 9 e un quarto, quando si sentì un botto micidiale fuori dalla stazione.

-Wei Shen deve aver acchiappato un altro dei 4k…- Borbottò l’ufficiale al pc, si chiedeva se fosse più saggio muovere l’alfiere in G-4 o sacrificare il pedone.

-Non potete trattarmi così! Conosco i miei diritti!- La porta si aprì, un criminale di bassa lega era stato legnato a dovere ed era ben stretto nella morsa d’acciaio della mano del detective.

-Il tuo diritto è quello di stare muto!- Il detective, che aveva lo cortesemente accompagnato nel portabagagli della propria macchina, lo spintonò fino al retro degli uffici, dove erano allocate le celle.

Dopo ciò, tornò negli uffici. Fu accolto da una serie di applausi.

-Ben fatto Wei, quel criminale dovrà rispondere di molti capi d’accusa.- Commentò uno.

-Grazie ragazzi.- il Detective salutò i suoi compagni di squadra, dispensando strette di mano e batté diverse cinquine.

 -Detective Wei!- Una voce autoritaria entrò di prepotenza nelle orecchie della star della giornata.

-Ispettrice? Qualche nuovo caso?- Il poliziotto, con indosso il suo fido distintivo, perse subito il suo buon umore per dedicarsi con serietà, anima e corpo al nuovo caso, sfoderare tutte le sue capacità di arti marziali e le abilità di guida spericolata che gli avevano fatto guadagnare il titolo (non ufficiale) di agente più caro della intera Hong Kong, e non era per lo stipendio.

-Non faccia lo gnorri.- La donna lo fissò negli occhi, raramente appariva arrabbiata, e quando lo faceva c’era da tremare.

-Lo gnorri?- Shen ricambiò lo sguardo con uno più interrogativo.

-Conosco le sue capacità, è stato bravo a ingannare lo Sun On Yee ma a me non la si fa.- La donna mostrò un segno di nervosismo.

“Accidenti? Se n’è accorta subito?” Wei inarcò il sopracciglio.

-Avevo sentito le voci che eri stato capace di sfruttare le tue competenze per ottenere favori all’esterno.- Teng fece un cenno invitando il detective ad entrare nel suo ufficio.

Gli altri poliziotti osservarono mentre la porta si chiudeva e, in uno scatto immediato, si fiondarono sulla porta, con le orecchie poggiate sul legno. Qualcuno parente di un medico piazzò un stetofonendoscopio portato per scherzo e che ora gli fu fondamentale per ascoltare la curiosa vicenda che si era sviluppata in questo caldo giorno.

-Senta ispettrice, non voglio creare scandali ma…- Wei attese che la donna si accomodasse sulla sedia nel suo ufficio.

-No anzi, perché non si siede sul divano?- il tono di voce fu un po' più gentile.
“Accidenti, non mi piace proprio quando le persone si comportano così, e dire che mi fa più paura lei che l’intera triade che ho affrontato. Eppure come ha fatto a scoprire che mi ero preso l’auto del dottor Tong?” Il detective si sedette sul divano, solo per poi rialzarsi di scatto mentre l’ispettrice si voltò dall’altra parte per vedere alla finestra.

“Che è tutto questo bagnato?” Wei trovò un piattino da sakè lasciato tra le pieghe del divanetto. Ritenne comunque doveroso non chiedere spiegazioni.

-Mi fa piacere, anzi! Il fatto che se ne stia occupato lei stesso mi rende molto tranquilla.- Teng sfoggiò un sorriso compiaciuto.

-Ah..- Wei sorrise di rimando, sollevato dal fatto che ora poteva usare quel veicolo con le mitragliatrici incorporate in tutta tranquillità, poteva occuparsi dei criminali senza nemmeno alzare il fondoschiena dal sedile.

-Però vede…- Quel “però” fu più letale di una fucilata. Si era illuso brevemente di essere al sicuro.
Teng non notò nulla e proseguì: -Deve tenere conto che ci sono delle regole e dei rapporti che è meglio non oltrepassare. Ho saputo del suo successo con le donne…-

-Eh?- Ora era nel pallone, Wei cercò di provare a ricordare che avesse combinato.

“Strano… eppure non sono andato con nessuna dalla settimana scorsa, ad eccezione di quella donna africana che aveva appena iniziato a lavorare al Bam Bam Club… ma erano solo stratagemmi per estorcere informazioni su un nuovo giro di prostituzione.” Wei era così concentrato a navigare nei ricordi che non si accorse che la ispettrice lo stava chiamando.

-WEI! Per un attimo ho creduto che si fosse incantato.- Il detective si ridestò di scatto, focalizzando l’attenzione sul proprio superiore.

-Le stavo dicendo che è inappropriato consegnare delle rose in pieno giorno e in ufficio.- Finalmente Teng arrivò al nocciolo della questione.

-Rose?- Wei a questo punto non aveva parole per ribattere.

-Sono anche le mie preferite e di questo la ringrazio molto, ma era più educato un invito privato a cena. Potevamo farlo passare come una cena di lavoro cosicché non avremmo alzato dicerie su di noi.- Teng era entusiasta e anche leggermente rossa come una ragazzina.
-Veramente io…- Wei, a quel punto, aveva capito l’equivoco: Non stava parlando dell’auto. E nemmeno della scappatella con la donna straniera.
-Certo, poteva essere molto costoso per il suo stipendio. Ma stia tranquillo, mi sarei accontentata di una serata al ristorante francese, senza tanti complimenti.- Lei era già partita con i suoi progetti.

-Non proprio ma…- Wei alzò un dito per dire qualcosa ma desistette subito.

-Certo, lo capisco benissimo. Aveva preferito passare al sodo, consegnando delle rose a titolo di ringraziamento e per non mettermi in imbarazzo. O almeno come lo pensava lei. Ma io sono nell’idea che una cena frugale avrebbe permesso a noi due di conoscerci reciprocamente e poter lavorare meglio in futuro.- Wei sgranò gli occhi. Da quando si comportava come una fidanzata? Anzi non erano nemmeno una coppia.

“Povero quello che la prenderà in moglie.” Wei incrociò le gambe aspettando almeno che finisse di parlare.

Un ora dopo… Le gambe di Wei stavano perdendo la sensibilità, la donna stava ora parlando di una gita in barca…

-Ispettrice!- Wei si alzò in piedi di scatto, battendo le mani sulla scrivania. Alla reazione imprevista la donna alzò le braccia timorosa.

-Non sono ancora pronta per quello!- Wei alzò lo sguardo al cielo, per la risposta che aveva ricevuto.
-Signora Teng, quelle rose non le ho mandate io!- Wei più che altro, aveva reagito per preservare la salute delle proprie orecchie.
-Cosa?- La donna divenne rossa come un peperone.
-La assicuro.- Wei non era il tipo da mentire, soprattutto in un caso del genere.

Detto ciò, uscì dall’ufficio superando a grandi falcate la massa di corpi crollati fronte alla porta. Aveva aperto così di scatto che i poliziotti non erano riusciti a staccarsi in tempo.

-E voi che volete? Mi avete messo in totale imbarazzo!- La donna sbottò infuriata. Ma non tanto da punire severamente i suoi sottoposti, più che altro era consapevole di essere giunta a conclusioni affrettate.

La sera…

“Finalmente ho finito… non vedo l’ora di tornare a casa e di infilarmi nel letto… quello scemo di Wei…” Mentre chiudeva la porta della centrale di polizia, le ritornò in mente la figuraccia di stamattina.

-Stupido, stupido…- Poggiò tristemente la testa sul vetro della doppia porta.

-Buona sera, ispettrice.- La donna riconobbe subito il tono di voce.

-Pirla… Volevo dire, Wei.- Teng non ebbe nemmeno il coraggio di alzare gli occhi.

-Mi sa che non ti è proprio piaciuto lo scherzo.- Commentò il poliziotto.

-Cosa te lo fa pensare? Mi sono divertita assai!- Tirò fuori la chiave dalla toppa e lo gettò nella propria borsa prendendo la direzione opposta del suo interlocutore.

-Ho capito, vieni con me. Abbiamo una cena in sospeso.- -Come?- -Su, non farmelo ripetere due volte. Mi hai tenuto il muso per l’intera giornata e non hai nemmeno risposto alle mie telefonate. Non mi piace vederti così arrabbiata.- La voce di Wei era decisamente più sincera.

-Giuri?- Teng sembrò calmarsi.

-Giuro!- -Ti farò prosciugare il portafoglio…-

-Andrò a vincere qualche gara, allora.- -Scemo!- L’ispettrice ridacchiò.
Il portinaio Jong giurò di aver visto una coppietta allontanarsi dalla stazione di polizia e sembrava che si divertissero un mondo a scherzare e scambiarsi battutine, o per meglio dire, uno le sparava e l’altra gli rispondeva a tono.  

FINE
   
 
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