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Autore: Atramentum    26/05/2018    1 recensioni
Nuvole costruite per celare il colore del cielo, ampi spazi modellati dall'immaginazione. La finitezza del mondo conosciuto da Maggie viene messa da lei in discussione alla luce della mutabilità dell'ambiente per mano dell'uomo. È forse ella onnipotente?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL MONDO
sotto i riflettori



Il risveglio suscita uno stordimento dovuto al passaggio da una condizione di immersione nella sfera semichiusa del mondo delle immagini e delle sensazioni ad una condizione di realizzazione della propria collocazione nel mondo delle immagini e delle percezioni.
Il mondo che Maggie ha sempre osservato, toccato, odorato, gustato e sentito é ora vivido e strano. È "strano" tutto ciò che non è nostro, che ci è proprio estraneo.
È strano il mare grigio su cui cammina come fosse asfalto, senza precipitare nelle oscure acque prive di segni di vita. È strano il vento che agita i suoi capelli, non sa di nulla, non porta con sé alcun odore.
Più strano di tutti è il cielo coperto da nuvole azzurre che non lasciano intravedere il suo colore.
Giunge a riva e, invece di tastare sabbia sotto i piedi, si ritrova su una gelida lastra di vetro. In un primo momento non vuole crederci: avverte delle crepe, appena formatesi, spandersi da sotto i piedi scalsi.
Le sembra di essere tornata a scuola: il professore le faceva domande scomode e lei prendeva tempo chiedendo di riformulare la domanda, mera scusa per non volere ammettere a se stessa di non conoscere la risposta, un meccanismo che si attiva nel nostro cervello e che cerca disperatamente risposte nelle domande, la non accettazione delle domande.
La non accettazione della situazione porta Meggie a stare ferma sul vetro, immobile, come faceva davanti al professore. Il vetro si rompe ed ella avverte una sensazione di nausea, dovuta forse alla paura di cadere piuttosto che alla caduta, che non è avvenuta. Realizzando di essere immobile sulla sabbia, Maggie tira un sospiro.
La paura fa più paura dell'oggetto della paura. Una frase piena di fastidiose ripetizioni che Maggie pensa mentre cammina lenta e esausta.
La vista di una figura avvolta da un cappuccio la induce a fermarsi. Lo sconosciuto fa un cenno e indietreggia, invitandola a fare altrettanto.
Maggie guarda il cielo ed ora vede dei riflettori puntati sul mare e sulla sabbia, dietro i quali una nube scura offusca la vista.
Indietreggia con calma mentre continua ad osservare i riflettori. Si allontana guardando le nuvole dietro i riflettori farsi sempre più lontane, fino alla rivelazione.
Colori che non aveva mai visto, un cielo limpido in cui si fondono formandone altri. Il cappuccio che avvolgeva lo sconosciuto si libra ora in aria, forse non avvolgeva nessuno che lei desiderasse.
È sola con il mondo, avvolta dal silenzio più assordante che abbia mai sentito.
Tutto intorno a lei muta, i colori cambiano come desidera.
Del mondo onirico l'uomo è padrone. Un insieme di tutto ciò che la circonda nel mondo reale è riuscita a fonderlo.


..........


Eppure non le sembra illecito chiedersi da dove la sua mente avesse ricavato quei colori.





Sono in cerca di riflessioni a caldo. "Il mondo sotto i riflettori" è stato scritto per capire come le persone possano concepire un mondo dalle mille sfaccettature, che non ha alcun fulcro, che non è finito, che può essere tutto ciò che vogliamo. Un sogno, direte voi, e beh, cosa vorreste vedere nel cielo in un sogno al di là dei riflettori?

   
 
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