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Autore: Adeia Di Elferas    27/05/2018    4 recensioni
Maracaibo, Venezuela. Una misteriosa ballerina di origine cubana nasconde più un segreto e in una notte senza luna la sua vita prende una piega del tutto inattesa...
Immortalata in una notissima canzone, questa è una storia di impronta creola che ha da sempre colpito moltissimo la mia immaginazione.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Prego, Sir. Da questa parte, Sir...” fece il cameriere, scortando l'inglese fino a una porta che sembrava chiusa da tempo: “Mi segua, Sir...”

Lo straniero fece come gli veniva detto e quando il venezuelano aprì quella porticina, un nuovo mondo gli si aprì davanti agli occhi. Il locale squallido e spento che faceva da facciata non era nulla in confronto a quel salotto incredibile.

Mobilia di pregio, drappi di seta, profumi inebrianti... Sembrava un paradiso in terra.

“Prego, Sir.” fece di nuovo il cameriere, indicandogli una poltroncina imbottita: “Potete vedere, Sir.” gli disse, con un inglese molto stentato, indicando il salone.

L'uomo si accomodò e si fece accendere la pipa. Squadrò con attenzione gli altri avventori di quello che gli era stato presentato come un bordello di lusso. Erano quasi tutti stranieri e quei pochi che sembravano del posto davano l'idea di avere tanti di quei soldi da non saper più dove infilarli.

“Se poi vuole, Sir, ragazze incontrano di là.” proseguì il cameriere, indicando una tendina che evidentemente divideva il salotto dalle camere da letto.

L'inglese ringraziò e si prese qualche minuto per valutare la situazione. Contò in tutto ventitrè mulatte, tutte giovani e bellissime che ballavano come matte su una musica caraibica appena accennata.

Sui vari tavolini si potevano vedere bottiglie di rum e strisce di cocaina purissima. Un trattamento da re, difficile da trovare in quella città.

“Ecco, arriva Madame, Sir.” fece il cameriere, indicando con il dito scuro un piccolo palco, la cui tenda che dava sul retro era appena stata aperta.

L'uomo si sistemò meglio e puntò lo sguardo verso quella direzione. Si rese conto con stupore che anche tutti gli altri, mulatte comprese, stavano facendo quello che stava facendo lui.

Nel silenzio più totale, una donna dalla pelle bruna si presentò sul palco. Una splendida regina di centotrenta chili, le cui forme, per quanto abbondanti, non avrebbero potuto essere più dolci ed eteree.

Quando cominciò a ballare, il salotto di cui era proprietaria e padrona indiscussa, restò immobile a fissarla, rapito come un tempo era stato rapito il Barracuda.

Negli occhi scuri di quella cubana, ormai non più nel fiore degli anni, né nel fiore della forma, si poteva scorgere la discesa all'inferno e la risalita. Come un Lucifero cacciato dal cielo che, dopo una tragica caduta, fosse riuscito a tornare in paradiso e a riconquistarlo.

Le sua movenze la rendevano leggera e impalpabile, una creatura ultraterrena. E benché fosse completamente nuda, non aveva nulla di volgare, nulla di grossolano, né di rozzo.

Era la classe, l'eleganza e la purezza della vita stessa, la forza che aveva saputo battere la morte e la cattiveria.

“Chi è?” chiese in un sussurro l'inglese, senza staccare gli occhi da quella meraviglia.

Il cameriere, che fissava parimenti la sua padrona, disse: “Voi non conosce storia di Maracaibo?”

L'uomo scosse appena il capo e confessò: “Molto poco, temo...”

Allora il venezuelano sospirò e attese che lo spettacolo della sua regina fosse terminato. Dopo gli applausi scroscianti – che la donna, al contrario di come faceva da giovane, restò ad ascoltare fino alla fine – finalmente il ragazzo parlò di nuovo.

“La mia signora – disse, con gran serietà, mentre versava del rum al nuovo cliente del salotto – è una donna di gran pregio, Sir.”

Gli parlò a grandi linee dell'arrivo misterioso della regina, di come fosse stata trovata quasi morta su una spiaggia, reduce dall'attacco di un pescecane che l'aveva morsa, ma che non era riuscito a ucciderla, e di come, in pochissimo tempo, fosse riuscita a far fortuna, mettendosi in proprio con quel locale.

“Lei è la nostra regina.” convenne una delle mulatte che si era avvicinata all'inglese, sedendoglisi sulle ginocchia: “Pensa, straniero... Se sarai cortese, ti farà vedere, nella pelle bruna, una zanna bianca come la luna...”

 
   
 
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