Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: EmilyG66    27/05/2018    0 recensioni
Quando il sole finalmente scompare per lasciare spazio alla notte con le sue luccicanti stelle due ragazzi si rifugiano in una stanza e iniziano a giocare soli e indisturbati.
Elsa non conosceva questo gioco “Obbligo o Verità” ma Jack era ben disposto ad istruirla quella sera.
I personaggi non appartengono a me ma alla Disney e alla DreamWorks.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il castello di Arendelle era silenzioso e tranquillo come tante altre notti, le luci erano tutte spente e in giro non c’era anima viva. Persino le guardie si stavano concedendo un meritato sonnellino.
Una camera in particolare però proiettava ugualmente luce attraverso lo spiraglio inferiore della porta bianca dagli elaborati ma eleganti disegni azzurri.
-Fidati ti piacerà, è un gioco molto conosciuto dal posto da cui vengo io e i ragazzini lo fanno spesso. –ammise il guardiano sicuro di se seduto a terra a gambe incrociate.
Difronte a lui la regina di Arendelle, regalmente in camicia da notte celeste lunga sino ai piedi scalzi, aveva portato invece le ginocchia al petto e osservava il suo interlocutore con sguardo curioso e un po’ diffidente.
-Non guardarmi così fiocco di neve è facilissimo e non ci sono regole. –ammise particolarmente felice di ciò. -Devi solo scegliere obbligo, e fare ciò che ti chiedo, o verità e rispondere sinceramente. Io farò lo stesso. –spiegò poi esaustivamente lo spirito portando la mano destra al petto.
-Potresti mentire. –gli fece notare la ragazza scettica inclinando leggermente il capo.
L’albino sorrise e appoggiando la mano contro il pavimento rispose onestamente.
-Non a te. –
La magica sovrana alla fine si convinse osservando per un breve momento la luna piena, al di là della grande finestra a rombi, che faceva loro compagnia.
-Iniziamo con qualcosa di semplice ok? Obbligo o verità? –formulò il ragazzo.
La bionda ci pensò su un attimo e decise di scegliere la seconda opzione, dopotutto lei diceva sempre il vero e in particolare a Jack.
Non vedeva cosa ci potesse essere di diverso dal solito.
-…Verità. –rispose un po’ incerta.
-Io ti piaccio? –domandò rapidamente con espressione mefistofelica il guardiano.
Elsa arrossì di botto.
Questa era una domanda decisamente scomoda e inopportuna ma soprattutto alla quale la regina non avrebbe mai risposto in un diverso contesto.
-Avevi detto qualcosa di semplice! –gli fece notare in imbarazzo.
-Sì o no? –ripeté fermamente lo spirito.
La sovrana distolse lo sguardo rivolgendolo al pavimento mentre rispondeva.
-…Sì…-
Quando tornò a guardare l’albino aveva le palpebre leggermente abbassate e il suo solito sorrisetto fanciullesco, e malizioso al tempo stesso, faceva da protagonista su quell’ingannevole volto d’angioletto.
-Non puoi fare questo tipo di domande. –lo rimproverò lei ritrovando il contegno perduto.
-Il divertimento sta proprio in questo. –le rivelò il ragazzo facendo desiderare alla magica sovrana di non aver mai accettato la sua proposta.
-Tocca a me, verità. –affermò Jack convinto.
La bionda pensò scrupolosamente che cosa chiedergli e quasi si vergognò dell’unica domanda che da un po’ di tempo le ronzava in testa.
-…La ragazza di cui mi hai parlato…hm…Dentolina…- provò a formulare.
-Sì? –la incoraggiò a proseguire divertito il guardiano.
-Ti…piace? –riuscì finalmente ad esprimersi Elsa.
-No. –rispose con una semplicità disarmante l’altro prima di continuare –Lo sai che preferisco una bionda con i capelli color della luna, e non del sole, dagli occhi di ghiaccio e con i poteri di-
-È abbastanza grazie. –tagliò corto la regina con rapidità ma interiormente felice.
Lo spirito continuò a sorridere e fu il suo momento di chiedere: -Obbligo o verità? –
-Obbligo…-rispose la ragazza con timore.
L’albino sembrò rifletterci su valutando diverse possibilità dopodiché si rivolse nuovamente alla magica sovrana.
-Ti obbligo a guardarmi negli occhi per un po’ e se distogli lo sguardo mi spetta un altro turno. Pensi di farcela? –chiese con naturalezza.
La bionda gli rivolse uno sguardo interdetto.
-Tutto qui? –domandò.
-Tutto qui. –confermò lui con un cenno del capo.
Elsa pensava che doveva esserci un trucco ma non riusciva a indovinare quale fosse.
Conosceva il potere di quegli occhi ricavati dagli stessi ghiacci artici, li aveva visti così tante volte pieni di malizia e dolcezza mentre la cercavano e la fissavano.
Non negava che avessero un fascino irresistibile, erano unici, ma lei era altrettanto sicura che ammirarli una volta in più non avrebbe fatto differenza.
La sovrana si fece più vicina, così come il guardiano, mettendosi poi in ginocchio.
I due si osservarono rapiti per qualche momento e mentre la ragazza contemplava tranquillamente quei laghi ghiacciati…
-Hai dei bellissimi occhi fiocco di neve. –confermò all’improvviso lo spirito spezzando l’atmosfera.
Non voleva incantarla, desiderava solo guardarla a lungo senza che lei dicesse niente.
La ragazza non se lo aspettava e fu proprio perché arrossì che voltò il viso dall’altra parte mentre l’albino sorrideva soddisfatto e vittorioso.
-Ah! Ho vinto. –confermò.
-Non è valido così! –protestò la magica sovrana voltandosi nuovamente di scatto.
-Niente regole ricordi? –le disse il ragazzo sibillino.
La bionda cominciava a capire in cosa consistesse il gioco: nel mettere in imbarazzo l’avversario, e sfortunatamente Jack era un campione nel farlo con lei.
-Obbligo o verità? –le domandò.
-Verità. –rispose Elsa espirando sconfitta.
-Tra te e lo stalliere c’è qualcosa? –chiese il guardiano trattenendosi a stento dallo scoppiare a ridere.
L’espressione che adottò la regina fu esilarante, un misto tra sdegno e shock.
-Stai scherzando spero. –disse seriamente preoccupata che fosse impazzito.
Lo spirito si trattenne nuovamente.
-Sono serissimo, non hai mai visto come ti guarda? –domandò.
-Jack avrà almeno sessant’anni e una moglie con quattro figli. –gli rivelò la ragazza comicamente sconvolta.
-Beh l’età è un piccolo numero e mi sembra che i ragazzi maturi con i capelli bianchi ti piacciano…o sbaglio? –chiese alludendo a se stesso e ai suoi 318 anni.
La magica sovrana ridacchiò e alzò gli occhi verso il soffitto.
-È il mio turno Jack. –gli ricordò con sguardo innocente.
-D’accordo. –accettò lui incrociando le braccia.
-Obbligo o verità? –
-Obbligo. –decretò coraggiosamente l’albino.
-Ti obbligo…ad ammettere che i miei poteri sono più forti dei tuoi! –ordinò la bionda dopo aver riflettuto.
-Assolutamente no! –si rifiutò il ragazzo punto nell’orgoglio.
-Non fare il bambino, sai che è vero. –lo incalzò Elsa sporgendosi verso di lui per rinforzare il concetto.
-Tu non hai sconfitto un esercito di incubi. –le fece notare fiero.
-No. –ammise la ragazza posando una mano sulla propria coscia con fare accomodante –Ne tu hai lanciato un inverno perenne, creato un castello di ghiaccio o dato vita ad alcune creature. –concluse.
-Potrei farlo se volessi. –ribadì Jack.
-Bene, ma fino ad allora…- disse la magica sovrana incitandolo con la mano destra a dirle ciò che voleva.
Il guardiano alzò il capo, osservò il soffitto per un lungo istante e poi emettendo un verso di protesta abbassò occhi e spalle.
-I tuoi poteri sono più forti dei miei. –confermò controvoglia.
Sapeva bene che i propri poteri erano leggermente inferiori ma nessuno dei due aveva mai dato importanza a una cosa così futile.
La sovrana intenerita gli si avvicinò e gli scoccò un dolce bacio sulla guancia in un gesto puramente amichevole.
-Grazie. –lo ringraziò allontanandosi.
Nuovamente battagliero lo spirito la guardò e sorrise.
-Obbligo o verità? –domandò.
-Obbligo. –accettò la bionda.
L’albino pensò e il suo sorriso si ingrandì rivelando i denti bianchi. Chissà cos’aveva in mente…

Jack e Elsa sgusciarono dalla stanza senza fare il minimo rumore e rapidamente si introdussero nelle cucine dove, tra le varie pietanze per la colazione di domani, spiccava una crostata alla ciliegia perfettamente tagliata a fette e dall’aspetto davvero invitante.
La regina era stata obbligata a rubare la suddetta pietanza e quando ormai se n’era appropriata il guardiano aveva urtato di proposito una pila di stoviglie che erano cadute a terra provocando un enorme baccano.
Prima che i domestici o le guardie si svegliassero entrambi si erano dati alla fuga.
Fra le risate i due fuggiaschi arrivarono alla camera della ragazza e si chiusero la porta alle spalle.
La magica sovrana posò il dolce a terra e lo spirito rapido ne prese una fetta.
-Mi hai costretta a rubare. –lo rimproverò la bionda riprendendo fiato e sedendosi nuovamente al proprio posto.
L’albino, con le labbra sporche di marmellata parlò.
-Non l’hai rubata. È dentro casa tua e l’avresti mangiata comunque. –argomentò splendidamente.
Elsa scosse la testa e poco educatamente infilò un dito nella confettura di una fetta portandola poi tra le labbra e schiudendole dolcemente.
Il ragazzo deglutì per quanta grazia e sensualità riusciva ad emanare la sovrana.
-Però è sempre buona. –commentò lei estranea ai pensieri di Jack.
Quando la bionda si accorse dello sguardo sognante del guardiano domandò con naturalezza: -Obbligo o verità? –
-Verità. –rispose lo spirito mordendo e finendo la propria fetta di crostata.
Elsa prese coraggio e chiese: -Hai mai…baciato qualcuno? –
In fondo lui aveva dei secoli alle spalle.
-No. –rispose con sincerità il ragazzo -Cosa c’è vuoi rimediare? –aggiunse poi.
Lei scosse subito la testa a disagio negando e ci fu un breve silenzio tra i due.
-Obbligo o verità? –formulò ancora una volta Jack.
-Verità. –disse sicura la regina.
-Dormiresti con me sta sera? –se ne uscì all’improvviso il guardiano.
Fece appena in tempo a prendere il proprio bastone e a coprire la crostata con una cupola di ghiaccio che venne assalito.
La ragazza aveva raggiunto il letto e preso a lanciargli contro energicamente cuscini tondi, lunghi e rettangolari mentre lo spirito rideva animatamente.
-Come…ti…permetti! Sono la regina di Arendelle! –diceva tra un lancio e l’altro.
-Dormire! Ho detto dormire, non intendevo…-rideva lo spirito mentre rispondeva all’offesa.
In breve una guerra coi cuscini imperversò e si placò solo per dare inizio a quella di palle di neve.
Giocarono a lungo e quando terminarono la camera e loro stessi erano ricoperti di neve. Non che fosse un problema.
Ansimando entrambi stabilirono una tregua e mentre la magica sovrana faceva sparire tutta la neve l’albino si scosse il cappuccio poi sedette a terra su un cuscino blu dai bodini d’orati trovato nelle vicinanze.
Elsa si portò le mani al viso e tirò indietro alcuni ciuffi biondi che non erano più al loro posto, rispose di no alla domanda precedente e si sedette.
Quel gioco era divertente.
-Obbligo o verità? –chiese dunque.
-Obbligo. –rispose il ragazzo di fronte a lei.
Questa volta la regina lo osservò a lungo…e volle soddisfare la propria sete di conoscenza.
-Togliti la felpa. –ordinò portando il dorso della mano sotto al mento con fare misterioso e giocoso.
Jack impiegò qualche minuto per elaborare la richiesta e mentre le guance si coprivano leggermente di brina, non potendo arrossire, si sfilò l’indumento.
-Speravo me lo chiedessi. –scherzò facendole l’occhiolino.
-Ah ah, davvero molto divertente Jack. –fece ironica.
La ragazza tentò di non guardarlo a petto scoperto mentre prendeva la felpa dalle pallide mani del guardiano e si avvicinò ad uno specchio ovale a dimensione intera posto nell’angolo della stanza.
La magica sovrana alzò l’indumento per vedere come le stesse e infine se lo provò sopra la camicia da notte.
Il risultato non era terribile come si era immaginata, il tessuto blu era abbondante sulle braccia e sulla vita mentre le modellava le forme del seno e dei fianchi.
Nel frattempo che si specchiava e guardava come le cadesse dietro l’indumento lo spirito dell’inverno, sempre seduto a terra, si era voltato parzialmente verso di lei pervaso da uno strano calore.
Vedere la bionda con la propria felpa lo face sentire orgoglioso, gli dava piacere e inconsapevolmente avrebbe voluto vederla così sempre. Poteva farci l’abitudine.
-Quindi anche le ragazze indossano questa da dove vieni tu? –domandò Elsa trovandosi a suo agio in quel capo e guardando lo specchio.
L’albino si riscosse dai propri pensieri e annuì sorridendo affettuosamente.
-Ti sta bene. –confermò.
La regina gli restituì uno sguardo dolce, si rimirò un’ultima volta portando entrambi i polsi al viso e ispirando il profumo del ragazzo.
Era fresco, per nulla spiacevole, sapeva di bosco e menta.
La ragazza restituì la felpa sedendosi e Jack se la rimise con naturalezza, ora profumava anche di lei.
-Obbligo o verità? –chiese poi.
-Obbligo. –rispose tranquillamente la magica sovrana.
-Ti obbligo a venire con me sul tetto. –decretò il guardiano alzandosi in piedi, prendendo il bastone e porgendole la mano sinistra libera.
La bionda l’accettò e si rialzò senza protestare.
-E come ci arriviamo? –domandò con un orribile presentimento.
Lo spirito sorrise malizioso e le mise un braccio attorno alla vita attirandola al proprio fianco. Elsa guardò quella mano e poi il suo possessore.
-Sicuro di non avere un doppio fine? –chiese scettica alzando un sopracciglio.
L’albino rise.
-Assolutamente, non essere così prevenuta algida regina delle nevi. –le disse.
Prima che lei potesse ribattere le imposte della finestra si aprirono di colpo facendola sobbalzare e in un attimo il ragazzo la prese in braccio gettandosi nel vuoto.
Il tutto durò un attimo ma nonostante ciò niente poté evitare che la sovrana gridasse per un momento spaventata col rischio di svegliare qualcuno.
La risata di Jack non sovrastò la voce della bionda che mise rapidamente giù sulle tegole del tetto a cui lei si aggrappò rapidamente.
Mentre il cuore di Elsa tentava di tornare a battere al suo solito ritmo il guardiano le si sedette accanto appoggiandosi al bastone contemplando la luna e le stelle come faceva di continuo.
Dopo qualche minuto poté farlo anche la regina di Arendelle e si sentì un po’ come lo spirito.
Libera.
Il vento le accarezzava il viso con tenerezza e l’albino desiderò intimamente poter condividere sempre quel momento con la ragazza accanto a lui.
Il mare scintillava in lontananza e la luna vi si specchiava silenziosamente.
I due rimasero su quel tetto per minuti interminabili, completamente rilassati tanto che la magica sovrana appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo e stava per chiudere gli occhi quando la sua voce le impedì che Sandman la accogliesse nel proprio regno.
-Dobbiamo finire il gioco. –le ricordò Jack con il tono che di solito le madri usano per i bambini inclinando la testa verso la sua e passandole il braccio sinistro dietro la schiena fino ad afferrarle il braccio.
Nonostante le proprie parole non aveva nessuna reale intenzione di spostarsi da lì per lungo tempo.
-Hm…-protestò la bionda del suo stesso parere.
Il guardiano sorrise.
-Dovrai volare di nuovo temo…-ammise.
Fortunatamente non soffriva di vertigini.
-Non facciamolo mai più ti prego. –lo pregò Elsa scostandosi di malavoglia.
-Come vuoi maestà. –confermò lo spirito.
La riportò nuovamente nella stanza e lei svelta chiese: -Obbligo o verità? –
L’albino rimase interdetto da questo cambiamento d’umore ma rispose ugualmente.
-Obbligo, che devo fare? –
La regina non aspettava altro e sorridendo divertita lo prese per mano e lo trascinò fuori dalla camera.
-Non vedo l’ora di vederti indossare una marsina. –fece la ragazza scendendo in fretta le scale.
-Una cosa? –domandò il ragazzo preoccupato.
Nei successivi minuti Jack desiderò di non essere mai nato.

-Non ridere è umiliante! –affermò il guardiano mentre la magica sovrana finiva il lavoro.
Lo aveva obbligato a vestirsi come un nobile e lui non aveva mai avuto la minima idea di quanto tempo ci volesse o di quanti strati di tessuto avesse bisogno per rendersi presentabile.
Prima dovette indossare una camicia bianca, seguita da un panciotto e gilet indaco, e poi la temuta marsina.
Una giacca blu corta sul davanti con due file di bottoni d’orati e lunga sul dietro, divisa in due come la coda di una rondine. Aveva infine le maniche lunghe, il collo alto con le rifiniture d’orate ed era stretta su petto e schiena.
Inoltre lo spirito era stato costretto ad indossare dei pantaloni altrettanto aderenti bianchi, alti sino all’ombelico con altri bottoni, stivali stretti neri lucidi e guanti bianchi completavano il tutto.
L’albino si sentiva soffocare e non riusciva a muoversi mentre la bionda poteva già figurarselo a tavola coi nobili.
Per concludere in bellezza Elsa si premunì di far passare più volte attorno alla sua gola un fazzoletto da collo in modo da ottenere un fiocco elaborato nello stile della classica cravatta da gentiluomo, poi gliela portò sino alla mandibola.
Il ragazzo si sentiva uno spaventapasseri così imbottito.
La regina si allontanò un momento per osservarlo, aveva fatto davvero un buon lavoro ma Jack non era dello stesso parere quando si vide nello specchio.
Chiuse gli occhi per non guardare. Se l’avesse visto Calmoniglio…
-Jokul Frosti siete così elegante. –ammise la ragazza con una mano davanti alla bocca in caso fosse arrivato un commento che l’avrebbe fatta ridere.
-Non chiamarmi ghiacciolo fiocco di neve. –la rimproverò il guardiano non appena l’ebbe sentita pronunciare il suo nome in Norvegese.
La magica sovrana sorrise maggiormente e lo osservò da tutti i lati girandogli attorno.
-Almeno non devi indossare un corsetto. Non stai male, sul serio. –confermò fermandosi davanti a lui.
Lo spirito le inviò uno sguardo pieno di risentimento ma alzò gli occhi verso il soffitto ed espirò pesantemente.
-Va bene ma tirami fuori da qui ora. –la pregò allargando le braccia e allora la bionda scoppiò a ridere.

Uscire da quegli abiti fu quasi più difficile che entrarci ma alla fine l’albino fu libero e si affrettò ad indossare la propria felpa e i pantaloni con la cintura prima di avvolgere nuovamente lo spago attorno ai polpacci per evitare che la loro, anche se minima, larghezza lo infastidisse nel muoversi.
Rientrati nella camera di Elsa Jack si mise a sedere imbronciato sembrando solo più adorabile ai suoi occhi e incrociando gambe e braccia.
-Obbligo o verità? –chiese.
-Verità. –rispose la regina mettendosi a sedere ugualmente con le gambe incrociate.
Il guardiano meditò per un lungo momento su quali imbarazzanti domande potesse rivolgerle ma quando la vide osservare di nuovo la luna, e i raggi immergersi nei suoi capelli facendo scintillare quegli occhi trovò una domanda migliore.
-Elsa. –la chiamò facendola voltare e chiedendosi che cosa stesse facendo.
Il suo viso era così fiducioso, sereno…bello.
-Verresti via con me? Per sempre? –domandò seriamente.
La ragazza ne rimase più che colpita.
L’avrebbe voluto, l’avrebbe voluto davvero ma il regno…il popolo e sua sorella…
La magica sovrana abbassò il capo e con lo sguardo da cucciolo smarrito e dispiaciuto rispose.
-Non posso. –
Il silenzio calò nuovamente tra i due e lo spirito si sentì uno stupido.
-…Obbligo o verità? –chiese la bionda sistemandosi meglio sul posto incerta.
-Verità. –scelse l’albino quasi stanco di giocare.
-Sei mai stato innamorato? –domandò con occhi limpidi Elsa suscitando tutta l’attenzione del ragazzo.
Ovviamente Jack sapeva che lei non lo era mai stata ma lui?
-No. –confermò.
Era immune ed estraneo all’amore, almeno finché non aveva conosciuto lei.
La regina ne fu sollevata.
-Obbligo o verità? –domandò il guardiano improvvisamente attento alla sua risposta.
Voleva tanto che scegliesse la prima opzione perché ora sapeva esattamente cosa ordinarle.
-Hm…obbligo. –rispose la ragazza.
-Baciami. –decretò lo spirito lasciandola senza parole.
Lei fu certa di aver capito male, non poteva obbligarla a…
Oh invece sì perché si stava avvicinando.
Quando la magica sovrana lo vide a pochi centimetri dal suo volto schizzò in ginocchio coprendosi gli occhi.
-Non ci riesco. –disse al massimo dell’imbarazzo imporporandosi e tentando di tenere sotto controllo i suoi poteri.
Dopo un momento Jack sorrise docile.
-È il mio primo bacio. –svelò la bionda separando due dita per riuscire a guardarlo.
-Ehi non sei l’unica, te l’ho detto prima. –affermò il guardiano ponendole una mano sulla testa affettuosamente facendo sì che lei smettesse di nascondersi e abbassasse le braccia.
Le sue guance ora erano di un bel colore vivido.
-Non vuoi darlo a me? –chiese lo spirito guardandola attentamente negli occhi.
Ma si certo che voglio. Avrebbe voluto dire Elsa, solo che non sapeva come fare a baciare qualcuno in quel modo.
-Se non te la senti non farlo, ma vincerò la partita. –ammise Jack per non metterla ulteriormente a disagio.
La regina si rilassò un po’, in fondo era sempre lo stesso. Baciarlo le sarebbe dovuto venire dal cuore naturalmente e con spontaneità, e fu proprio quello che accadde.
La sovrana lentamente ma con audacia e gentilezza prese i lati del suo volto e lo avvicinò.
Sotto i raggi lunari che filtravano dalla finestra le loro labbra si toccarono appena con esitazione e poi ripresero il contatto decise e dolci scoprendo per la prima volta l’una il sapore dell’altra.
Le emozioni che entrambi nutrivano reciprocamente esplosero in loro all’improvviso. Era tutto talmente strano…
Neanche il guardiano sapeva cosa fare ma era certo di non volersi privare mai più di lei e istintivamente abbracciò la sua compagna sentendo sotto le proprie mani il calore che emanava quel corpo coperto dalla morbida seta.
La ragazza scese con le dita ad accarezzare il collo niveo dello spirito e risalì dolcemente verso i capelli nevosi. Le loro bocce si mossero come se avessero vita propria e finirono di assaggiarsi solo quando ai due sembrò bastare.
Era stato perfetto. I cuori di entrambi ancora danzavano nei loro petti.
Le guance dell’albino erano di nuovo coperte di sottile brina su cui un’allegra sovrana passò le dita affusolate.
Il ragazzo le afferrò l’altra mano e la baciò causando un sospiro contento da parte della bionda. Ora sapeva cosa si provava e voleva baciarlo di nuovo.
Jack allora sorrise malizioso.
-Questo è molto simile ad un altro gioco che conosco. –ammise facendo risalire la mano sinistra, ancora sulla vita di Elsa, lungo la sua flessuosa schiena.
Lei lo guardò interessata.
-Si chiama “Sette minuti in paradiso”. –le rivelò non volendo tuttavia sembrare sdolcinato.
Gli occhi della regina scintillarono.
-Che bel nome. E come si gioca? –chiese.
Il guardiano si guardò alle spalle individuando subito l’armadio della ragazza e si voltò nuovamente verso di lei. Le sorrise amabilmente e stupendola la coinvolse in nuovo improvviso e straordinario bacio.
Fine.
  
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