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Autore: fefi97    27/05/2018    2 recensioni
[drarry; post seconda guerra magica]
Harry non riesce a credere che Draco lo voglia ancora, nonostante quello che succede una volta al mese.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Next to me (under the moon)

 

 

 

 

-Mi vuoi ancora? -

Draco pensò che fosse una domanda così scema, così da Harry.

Stirò le labbra e spalancò gli occhi, con uno sbuffo incredulo.

-Certo. - disse, e solo Draco poteva condire una sola parola con tanta offesa.

Harry irrigidì i muscoli del viso, posando bruscamente la propria tazza di the sul tavolino in mezzo a loro. Draco odiava quello stupido tavolino in mezzo a loro. Lo avrebbe buttato nelle fiamme, nel camino che crepitava piano alle spalle di Harry.

Ma non osava fare nulla del genere, perché, a dispetto di quanto aveva detto a Harry, aveva paura. Respirava piano, gli occhi grigi cauti e pronti a ogni evenienza, il peso rassicurante e scomodo della bacchetta che gli scavava le costole, sotto le vesti.

-Non sei mai stato coraggioso. Ma sei sempre stato intelligente, anche troppo – considerò Harry alla fine, con voce bassa e lenta – Perché proprio ora vuoi essere coraggioso e stupido? -

Draco scosse la testa, leccandosi le labbra e cercando di pensare velocemente.

-Credo – cominciò poi, esitante – Che non debba necessariamente diventare una situazione pericolosa. Posso gestirla. - e sembrava una supplica, e Draco si odiò profondamente per questo. Anche a Harry doveva essere sembrata una tenera, dolce e stucchevole supplica, perché i suoi occhi adesso erano morbidi su di lui e Draco provò il rabbioso istinto di picchiarlo.

-Draco, non è una cosa che puoi gestire – gli occhi di Harry erano di nuovo duri, la sua voce amara – Nessuno può gestirla. Hai fatto uno sbaglio a venire qui. -

Draco strinse le proprie dita sottili contro la tazzina di the. Quel the faceva schifo, si vedeva che l'aveva preparato Harry e se Harry fosse stata una persona con del buon senso, avrebbe permesso a Draco di restare solo per avere del the decente.

-E il tuo amico straccione allora? - sibilò, diventando cattivo come ogni volta che aveva paura – Lui e mia cugina l'hanno gestita abbastanza bene. Perché noi no? -

Gli occhi di Harry scintillarono in maniera sinistra e Draco si ritrasse impercettibilmente sulla sua sedia.

-Non è saggio provocarmi, ti avviso. - lo minacciò quietamente e Draco quasi si sentì male, perché Harry non avrebbe mai detto nulla del genere, Harry era quello che sopportava pazientemente tutte le sue provocazioni e tutti i suoi capricci. Harry rispondeva con un sorriso e un bacio ai suoi commenti acidi.

Ma adesso era tutto diverso.

-Esistono delle pozioni – insistette Draco, dopo essersi ripreso. Ignorò il grugnito esasperato di Harry e andò avanti – Esiste una pozione che puoi prendere. Te la preparerei io, sai che posso. Andrà bene. Fidati di me. -

Harry si prese la fronte tra le dita, massaggiandola e respirando piano, come se si stesse controllando.

-E' troppo pericoloso. Non posso permettere che tu corra un rischio del genere.-

Draco sorrise, amaramente.

-Allora ti importa. Nel tuo... biglietto d'addio – e quelle parole, dette dopo un profondo respiro, suonarono talmente acide da poter corrodere l'aria tra loro – sei stato piuttosto chiaro e categorico sul fatto che di me non ti importasse niente. -

Per un attimo lo sguardo di Harry si incrinò sotto il senso di colpa, ma solo per un attimo.

-Eppure sei qui. -

Draco produsse un sorriso sarcastico.

-Sì, sai. Ero più incline a credere che stessi facendo l'idiota perché mi hai quasi ucciso, piuttosto che non mi amassi più.-

Harry strinse le dita contro i braccioli della sedia, fino ad avere le nocche bianche.

-Non hai paura che accada di nuovo? - chiese piano, senza guardarlo.

-No – mentì Draco, prontamente – No, perché non intendo lasciarlo accadere. Harry – e per la prima volta il suo tono era un po' dolce – andrà bene.-

Harry scosse la testa, velocemente, spaventato e arrabbiato.

-No. No! Ci abbiamo già provato, non ha funzionato e tu stavi per morire, cazzo! -

-Ma non è successo! - urlò anche Draco, lasciando perdere la cautela, gli occhi fiammeggianti – Sono solo un paio di cicatrici in più, sai che me ne importa! -

-Importa a me! Importa a me, importa a me saperti al sicuro, saperti con qualcuno che non ti faccia male... -

Draco lo interruppe con una risata sprezzante.

-Quindi, in parole povere, ti importa non farmi del male, ma non ti importa lasciarmi a qualcun altro? -

Lo sguardo di Harry grondava abbastanza gelosia e possessività da risultare più che sufficiente come risposta.

-Non ho bisogno del tuo permesso per trovarmi un altro – continuò Draco, tagliente – Un altro me lo trovo anche senza il tuo permesso. Ma non voglio. -

Gli occhi di Harry scintillarono, pericolosi.

-Davvero? - domandò soffocato – Perché quando sei entrato qui dentro, avevi tanti odori addosso da farmi girare la testa. - confessò a denti strettissimi, mordendo le parole.

Draco lo fissò con rabbia. No, non gli avrebbe permesso di ridurre tutto a una questione futile come la fedeltà, non gli avrebbe permesso di rigettare la colpa su di lui, di usare il senso di colpa per mandarlo via.

-Non osare fare questo gioco con me! Sei sparito per un anno! Un anno! Cosa cazzo ti aspettavi! - urlò, odiandosi per la voce rotta – Mi hai lasciato con uno stupido biglietto dislessico in cui rinnegavi tutto ciò che c'era stato tra noi, ci ho messo un fottuto anno per trovarti e adesso ti metti a fare il cane da guardia ferito perché gli hanno rubato l'osso? Sì, è capitato che ogni tanto uscissi con qualcuno, mentre cercavo il mio ragazzo testa di cazzo! Sono umano anche io!-

Si fissarono con rabbia per minuti interi, prima che Harry desse in un verso di rabbia, allargando le braccia.

-Sai che c'è? Non me ne frega un cazzo di chi ti sei fatto, d'accordo? Hai ragione, ti ho lasciato. Avevi il diritto di fare tutto quello che volevi! -

-Bene! -

-Bene! -

Continuavano a fissarsi come se desiderassero solo saltarsi addosso e uccidersi.

-Io rimango qui! - esclamò poi Draco, scaraventando la sua stupida tazza di the imbevibile per terra, incurante delle schegge, di bagnarsi le scarpe, incurante dello sguardo furioso di Harry su di lui – Mi hai capito? Io rimango qui! Io... -

Harry balzò su di lui e Draco non fece nemmeno in tempo a prendere la bacchetta. In un attimo era in piedi, i polsi imprigionati nella presa innaturalmente forte di Harry, Harry che lo spingeva, che lo inchiodava al muro con prepotenza. Harry che gli faceva così paura.

-Forse tu non riesci a comprendere in che situazione di merda mi trovo! - sbottò, scuotendolo per i polsi e strappandogli un gemito di dolore.

-Non mi importa! - urlò Draco, guardandolo con odio, cercando di dargli un calcio che Harry evitò semplicemente intrappolandolo con il suo corpo contro il muro. Draco ringhiò quasi, frustrato da quella novità, da quella nuova forza di Harry che faceva risaltare in maniera imbarazzante la sua debolezza fisica.

-Ti importerà almeno una volta al mese! - gli gridò Harry in faccia, disperato e incazzato, perché odiava essere così. Odiava che Draco avesse paura di lui, odiava i segni rossi che si stavano già formando sui suoi polsi, odiava avere voglia di abbracciare Draco, di baciarlo, di farsi perdonare, di coccolarlo e viziarlo come aveva sempre fatto. Di fare l'amore, di essere dentro di lui, di farsi dire che lo amava, di cancellare gli odori di altri uomini che Draco portava si di sé con spietato orgoglio, chiaramente per punirlo. Perché Draco poteva essere così pazzo e così inaspettatamente romantico da attraversare tutta l'Inghilterra per tornare da lui, ma era anche vendicativo e pieno di rancore.

-Non mi importa! Non mi importa, non mi importa! - continuava a urlare Draco, agitandosi come un animaletto impazzito, come il furetto che era stato per pochi istanti, quando ancora litigavano per questioni stupide come delle spille dal cattivo gusto e non perché stare insieme avrebbe significato metterlo costantemente in pericolo.

-Importa a me! - ripeté Harry, e gli diede uno strattone brusco, per farlo smettere di agitarsi.

Draco gemette dolorante quando la testa sbatté senza grazia contro la parete e Harry si bloccò, gli occhi spalancati e il respiro bloccato in gola.

-Draco! - mormorò, spezzato, lasciandogli andare immediatamente i polsi e circondandogli delicatamente il volto, cominciando a scrutarlo.

Draco aveva gli occhi chiusi e si lamentava piano per la botta, ma per fortuna Harry vide che non c'era sangue.

Gli accarezzò con dolcezza i capelli biondissimi, nel punto in cui aveva colpito il muro.

-Amore – e gli era sfuggito prima che potesse pensare – Stai bene? Apri gli occhi, prova a dire qualcosa. -

Draco emise una risatina esanime, gli occhi ancora chiusi, il corpo stanco sostenuto solo dal muro e da Harry.

-Sei sempre tu... Perché non lo capisci? - e quando aprì gli occhi erano lucidi e per la prima volta Harry si sentì sull'orlo delle lacrime – Non mi importa di cosa succede una volta al mese... perché tu sei sempre tu. -

Harry sospirò, esausto, continuando ad accarezzare piano i capelli di Draco.

-Non me la sento di tornare a casa. -

-Resto io. - disse immediatamente Draco, come se fosse la cosa più scontata del mondo e Harry desiderava così tanto baciarlo contro il muro che si sentì morire. Invece lo guardò male.

-Draco... -

-Harry – esclamò Draco, inarcando le sopracciglia – Non ti stavo chiedendo il permesso. Io resto e basta. -

Harry scosse la testa, gli accarezzò con leggerezza una guancia, facendogli socchiudere gli occhi grigi. Poi fece un passo indietro, costringendo Draco a premersi contro il muro per reggersi sulle gambe.

Si passò una mano sugli occhi, Draco che lo fissava con insistenza.

-Dormirai in una stanza opposta alla mia – cominciò piano, ignorando gli occhi di Draco che si riempivano di sdegno – E in quel periodo, ti chiuderai a chiave e non uscirai fino al mattino dopo, uscirai solo quando verrò da te a chiamarti e... -

-Non esiste! - lo interruppe Draco, guardandolo male – Noi dormiamo insieme! - e sarebbe stata una richiesta tenera, se non l'avesse pronunciata in tono altezzoso, come se Harry fosse stato un servo duro d'orecchi.

Harry un tempo avrebbe sorriso indulgente a quel capriccio. Adesso lo guardava arrabbiato.

-Draco, se vuoi restare, le condizioni sono queste. -

Draco lo fissava incredulo, una paura del tutto diversa da prima negli occhi.

-Non mi toccherai più? Davvero? -

Il suo tono era talmente ferito, che per un attimo Harry desiderò solo cullarlo tra le braccia.

Invece lo guardò freddamente.

-Che c'è? Non sei stato toccato da abbastanza uomini nell'ultimo anno? Sei in astinenza? - ed era una cattiveria non da lui, ma era necessaria.

O forse no, e Harry era solo molto geloso e molto stupido.

Gli occhi di Draco scintillarono di rabbia e lacrime, ma si scostò dal muro con forza, cominciando ad allontanarsi da Harry, odiando mostrarsi debole.

-Mi stai punendo perché sono stato con altri o stai punendo te stesso, Harry? - domandò a denti stretti, marciando fino alle due valige che aveva portato con sé, in quel posto sperduto, in quella casa enorme e lontana da tutto e da tutti, che Draco era riuscito a trovare dopo più di un anno di ricerche, dopo che Harry era sparito senza lasciare tracce, abbandonando i suoi amici, i suoi colleghi. Abbandonando lui.

Harry fissava la sua nuca, bruciando di gelosia.

-Con quanti? - chiese, senza riuscire a trattenersi.

Draco gli rivolse un sorriso crudele da sopra la spalla, mentre si avvicinava alle scale che conducevano al piano di sopra.

-Abbastanza da non sentire la tua mancanza. -

E quella bugia fu l'ultima cosa che si dissero per quel giorno.

 

 

 

 

Era stato morso un anno e mezzo prima.

Era in missione di salvataggio, dei bambini purosangue rapiti da alcuni licantropi costretti a vivere ai margini della società e bisognosi di soldi. I tempi non erano cambiati così tanto dopo la morte di Voldemort come Harry sperava, e gli ibridi erano ancora costretti ad arrancare tra mille stenti, perseguitati e isolati. Avevano chiesto un riscatto e Harry era stato mandato personalmente per recuperare quei bambini.

Era lampante che quei licantropi non volessero fare loro del male, Harry e la sua squadra li avevano trovati perfettamente incolumi, tranquilli persino. Era chiaro che stessero solo morendo di fame e cercassero solo denaro che non potevano avere con un lavoro, che nessuno sembrava disposto ad offrirgli. Harry pensava che sarebbe stato infinitamente meglio pagare quel dannato riscatto, un riscatto ridicolo per famiglie di quel calibro, ma doveva rispettare gli ordini. Era quasi riuscito a mettere in salvo tutti e tre i bambini, quando un componente della sua squadra aveva deciso di infierire su un lupo mannaro donna, precedentemente schiantata e inerme sul pavimento. Il suo compagno, anche lui prostrato a terra, si era alzato ringhiando non appena la donna aveva cominciato ad urlare dal dolore.

Harry era stato mosso dallo spirito – il dannato spirito, diceva Draco – dell'eroe. Si era messo in mezzo, spingendo via quel sottoposto stupido e crudele, ma così giovane, appena ventenne, con una ragazza da sposare e tutta la vita davanti.

E Harry era sempre stato così ottusamente altruista, che non aveva pensato ai suoi ventisei anni. Non aveva pensato al suo ragazzo insopportabile da sposare. Non aveva pensato a tutta la sua vita davanti.

Era stato morso.

Mentre lo portavano d'urgenza al San Mungo, aveva pensato nebulosamente che Draco lo avrebbe ucciso per quello.

I medimaghi non sapevano cosa pensare. Il licantropo che l'aveva morso non era completamente trasformato, ma non era nemmeno completamente umano, sotto l'influsso della luna piena che sarebbe stata tra qualche giorno.

Harry era rimasto incosciente per una settimana, mentre tutti si indaffaravano intorno a lui, sentendo il peso della responsabilità della vita del salvatore del mondo magico schiacciarli come un macigno.

La prima cosa che aveva visto aprendo di poco gli occhi, era stato un bagliore bianco. Per un attimo aveva creduto fosse la luna, ma era molto meglio. Erano i capelli di Draco.

Draco che aveva le occhiaie e uno sguardo risentito, mentre sedeva accanto al suo letto come se gli stesse facendo un favore, con quell'aria da “sì, sono stato tutto il tempo qui senza mangiare e senza farmi una doccia, sentiti in colpa” che fece sorridere leggermente Harry, solo una piega di labbra.

-Beh – fece poi Draco e la voce gli tremava e allora Harry si era allungato con fatica per stringergli una mano sul lenzuolo, in una rassicurazione muta – Almeno ti ha morso al fianco. La tua faccia è ancora perfettamente ordinaria, sfregio a parte. Non avrei sopportato avere un ragazzo sfigurato come quell'ochetta francese. -

Harry aveva chiuso gli occhi, sentendosi stranamente al sicuro.

-Mh. Ti amo. -

-Ti odio – aveva risposto Draco, stringendogli la mano con il dolce intento di spezzargli le ossa – Ti odio quando fai così l'idiota. -

-Scusa. Mi farò perdonare. - aveva mormorato Harry confusamente, pattandogli debolmente la mano che ancora stringeva.

-Ti odio – aveva ripetuto Draco, ma Harry si era addormentato con le sue dita che gli pettinavano i capelli.

Per i primi tempi era andato tutto bene. Lo avevano dimesso nel giro di un'altra settimana, dolorante e con il monito del ministro di prendersi un periodo di riposo dagli auror, ma vivo e con Draco al suo fianco che si prendeva cura di lui in maniera sorprendentemente eccellente.

Aveva sviluppato uno spiccato gusto per la carne cruda e aveva acquisito una maggiore forza fisica e un olfatto molto sviluppato, ma erano tutte cose successe anche a Bill quando era stato morso da Greyback, i guaritori sostenevano non ci fosse nulla di cui preoccuparsi particolarmente.

Fino a quando non era venuta luna piena e Harry, da che abbracciava placidamente da dietro un Draco intento a leggere un mattone dei suoi sdraiato di lato sul loro letto, aveva cominciato a contorcersi dal dolore, a gridare. Cercava di spingere via Draco, di fargli capire che se ne dovesse andare, ma Draco a volte era così incredibilmente stupido e continuava a chiamarlo, a cercare di toccarlo, di abbracciarlo. Lo aveva colpito solo di striscio con gli artigli, all'altezza delle clavicole. Ma aveva anche tentato di morderlo, i suoi denti si erano chiusi a un soffio dal viso pallido e terrorizzato di Draco.

Poi Draco aveva finalmente capito cosa stesse succedendo ed era corso via, chiudendo Harry dentro la camera e barricandosi in bagno. Era rimasto lì fino al mattino dopo, mentre Harry faceva a pezzi la loro camera da letto, ferendo se stesso e qualsiasi cosa gli capitasse a tiro.

Harry aveva finto di essere d'accordo, mentre Draco gli curava le ferite con le mani che tremavano, senza riuscire a guardarlo negli occhi, continuando a parlare velocemente, rassicurandolo che avrebbero trovato una soluzione e che sarebbe andato tutto bene.

Harry se ne era andato due giorni dopo, senza una parola con nessuno, solo uno stupido biglietto per Draco sul tavolo della cucina.

Avrebbe dovuto saperlo che Draco fosse tanto stupido da andare a cercarlo.

 

 

 

 

Draco gli parlava solo una volta al giorno.

Mentre cenavano in quella sala troppo grande e troppo maestosa per Harry, Draco gli chiedeva se potesse dormire con lui quella notte.

Harry gli rispondeva di no senza alzare lo sguardo dal piatto, e Draco non gli parlava più fino alla sera successiva.

Avevano già superato due lune piene. Draco ogni tanto si assentava per andare a prendere gli ingredienti necessari per la sua pozione antilupo e Harry rimaneva ad aspettarlo con l'ansia gelosa che insieme agli ingredienti fosse andato anche a incontrare uno dei suoi amanti. Non avrebbe nemmeno potuto biasimarlo, visto che non lo aveva toccato dalla sera del suo rocambolesco arrivo nel suo rifugio in capo al mondo.

Ma Draco ogni volta che tornava alla villa sapeva soltanto di preoccupazione, rabbia e tristezza, e Harry poteva tirare un egoistico sospiro di sollievo.

Dopo che avevano appena superato la terza luna piena, Draco si era alzato nel mezzo della cena. Harry pensava che stesse per fare una ritirata drammatica, ma invece si era avvicinato e si era lasciato cadere in ginocchio davanti a lui, facendolo rimanere a bocca aperta. Draco aveva posato il viso sulle sue ginocchia, appendendosi alle pieghe dei suoi pantaloni larghi e consumati come un bambino capriccioso.

-Ti prego. Fammi dormire con te. - aveva mormorato contro la stoffa, senza osare guardarlo negli occhi, senza osare ammettere che lo stava implorando.

-Tu mi vuoi ancora. - sussurrò Harry, esterrefatto, come se prima di quel momento no ne fosse stato affatto sicuro.

Perché nella sua mente non aveva alcun senso che Draco lo volesse ancora. Che Draco volesse ancora un lupo mannaro.

-Certo. - aveva risposto Draco, soffocato, con sdegno.

Harry gli aveva accarezzato i capelli, esitante, poi lo aveva sollevato con dolcezza, ma Draco si era ribellato a farsi rimettere in piedi, si era messo a cavalcioni su di lui, con prepotenza, con una scintilla determinata in quegli occhi che gli ricordavano la luna che odiava tanto.

Draco gli aveva afferrato le guance, brusco.

-Ascolta. Non è un gran problema, okay? Capisco che tu debba trasformare ogni aspetto della tua vita in un dramma, ma questo non lo è. Una volta al mese diventi un licantropo. Sai che me ne importa. Abbiamo la pozione antilupo, abbiamo mille stanze con la chiave in questo stupido castello che hai comprato e io posso provare a diventare un animagus, per darti conforto... -

-Draco, no. - lo interruppe Harry, spalancando gli occhi, ma Draco gli fece cenno di tacere.

-Harry, ti prego. Mi stai tenendo lontano senza motivo, te ne rendi conto? Tu non mi farai del male, mi sottovaluti se pensi che te lo permetterò. -

Harry scosse la tesa, le mani che suo malgrado avevano afferrato dolcemente la vita di Draco. Per non farlo cadere, si diceva. Perché lo voleva disperatamente, era la verità.

-Possiamo anche solo dormire – continuò Draco, ancora con quel tono stranamente supplichevole – Ma fammi stare con te, ti prego. -

Harry gli rivolse uno sguardo strano.

-Non posso credere che tu mi voglia ancora. - mormorò e Draco lo guardò male, strappandogli una risata.

-Ma certo che ti voglio. - disse, con un tono che sottintendeva quanto lo ritenesse idiota.

Harry sospirò, allungando una mano per accarezzargli leggero una guancia.

-Pensavo che avessi avuto abbastanza compagnia da non sentire la mia mancanza. - e non riuscì proprio a evitarsi la battutina stronza.

Draco strinse le labbra e Harry capì di aver appena rovinato tutto.

-Vado a dormire, buonanotte. - sibilò inviperito, liberandosi agilmente della stretta di Harry e scappando via, mentre l'altro si prendeva il viso tra le mani, maledicendosi.

 

 

 

Harry era scivolato nella camera di Draco silenzioso come un fantasma, senza far rumore.

Draco era rannicchiato sopra le coperte, ancora vestito, la finestra aperta, il vento che muoveva leggermente le tende. Gli dava le spalle e i suoi capelli sembravano ancora più bianchi, illuminati dalla luna che filtrava dalla stoffa.

Fortunatamente, non era piena.

Si sfilò piano le scarpe e si sdraiò dietro Draco, senza toccarlo. Capì di aver fatto bene quando lo vide irrigidirsi tutto.

-Vattene. - gli ordinò, pieno di rancore.

-Posso dormire con te, Draco? - chiese invece Harry, la voce sottile, implorante.

Draco si voltò lentamente, soppesandolo. A Harry tremavano le dita dalla voglia di scostargli i capelli dagli occhi, ma lo sguardo ferito e arrabbiato di Draco lo fece desistere.

-Devi smetterla di farmi sentire una puttana, devi smetterla di punirmi per aver cercato un po' di affetto dopo mesi e mesi che ti aspettavo. - disse a bassa voce, categorico.

Harry sospirò, annuendo piano.

-Lo so. Mi dispiace. Perdonami. -

Draco continuava a fissarlo e i suoi occhi erano la cosa più vicina al colore della luna che Harry riuscisse a sopportare. E ad amare.

Strisciò piano verso di lui e Harry rimase immobile, rispettando i suoi tempi.

Draco gli appoggiò la testa a una spalla, sospirando in maniera spezzata e Harry sollevò una mano e gliela poggiò esitante sulla base della schiena.

-Non pretendo che tu sia felice di quello che è successo – sussurrò Draco, parlando contro il suo collo, mentre Harry lo abbracciava con più decisione – Perché è una situazione di merda e tu non la meritavi. E capisco che debba esserti sembrato più facile scappare che affrontare tutti e dire la verità. Scappare va bene, sai? A volte scappare è l'unica cosa sensata che puoi fare. Ma saresti dovuto scappare con me. Questa è l'unica cosa che devo perdonarti, avermi lasciato indietro. -

Harry fece pressione con due dita sotto il suo mento, per farsi guardare. Gli occhi di Draco brillavano in maniera quasi dolorosa nel buio della stanza. Gli sorrise, e se Draco non fosse stato Draco avrebbe pianto, perché quello era proprio il sorriso di Harry, dell'Harry prima di di tutta quella storia.

-Io ti amo, Draco. Ma se sei qui e non hai creduto a quello stupido e dislessico biglietto d'addio, probabilmente già lo sai. -

-Certo che lo so. - ribatté Draco, con un filo di broncio che lo fece ridere.

-E allora sai anche che cercavo solo di proteggerti. - sospirò, accarezzandogli le labbra schiuse con il pollice, facendogli velare leggermente gli occhi.

-Sì, ma questo non ti giustifica. - sussurrò, spingendolo a sdraiarsi sulla schiena e andandogli sopra. Harry lo lasciò fare, solo una punta di incertezza negli occhi verdi. Draco gli accarezzò una guancia, come a rassicurarlo, e chinò piano il viso verso di lui, gli occhi socchiusi, speranzosi.

-Non posso credere che tu mi voglia ancora. - sussurrò Harry, guardandogli le labbra, dicendosi che non sarebbe riuscito a resistere, non con Draco così vicino, caldo e intossicante.

-Ti vorrò sempre, stupido. -mormorò Draco, gli occhi che brillavano di rimprovero, e Harry non resistette più, lo afferrò per la nuca e lo attirò sulle sue labbra, nel loro primo bacio dopo tre mesi passati serbarsi rancore a vicenda.

Draco gli abbracciò il collo con familiarità, stringendosi a lui come se ne valesse della sua vita e Harry per la prima volta dopo tanto tempo si sentì di nuovo se stesso, sentiva di avere il controllo su qualcosa e di non essere solo una vittima passiva di qualcosa più grande di loro. Era dolce e familiare baciarsi piano, con calma, per riscoprirsi, Draco che lo stringeva con un'inaspettata tenerezza, le mani di Harry che vagavano sulle sue spalle, sulla sua schiena flessuosa, sulla curva delle natiche. Draco ridacchiò nella sua bocca e Harry si rese conto che gli era mancato molto più di quello che pensava. Era consapevole che gli mancasse Draco, ma solo in quel momento capiva che era stato stupido e masochista a pensare di poter vivere senza di lui.

-Non avevi il mio permesso. - sussurrò Draco e Harry rise, capendo.

-Mi farò perdonare. - mormorò, ma il suo tono era rilassato e divertito, niente a che vedere con il terrore che lo aveva pervaso a vent'anni, dopo che aveva strappato un bacio a Draco, il primo bacio, e Draco non solo non aveva ricambiato, ma lo aveva guardato malissimo, rimarcando che non aveva il suo permesso.

Mi farò perdonare, aveva detto Harry, senza pensare, semplicemente terrorizzato all'idea di aver appena compromesso quella sorta di rapporto civile che avevano instaurato da quando entrambi lavoravano al ministero.

Ma alla fine era venuto fuori che Draco fosse molto più incline al perdono di quanto volesse dare a vedere e che Harry non avesse in fondo così tanto di cui farsi perdonare.

-Visto? - mormorò Draco sulle sue labbra, e in qualche strano modo sembrava orgoglioso di lui – Sei sempre tu. Sei sempre lo stupido, esasperante uomo che malgrado tutto amo. -

Harry lo baciò, incapace di parlare senza far tremare pateticamente la voce di commozione.

-Voglio fare l'amore con te. - riuscì a dire, dopo parecchi istanti.

Draco lo guardò, esitante. Sembrava più giovane con i capelli che gli ricadevano sugli occhi e le braccia appese al collo di Harry con la stessa tenacia di un bambino con il suo papà.

-Anche se sono stato con altri? - chiese, abbassando un po' gli occhi.

-Non mi importa. Tu sei sempre tu. - disse Harry, sicuro, ed era la verità.

Era stato lui a mettere Draco in quella situazione, ma aveva intenzione di cambiare le cose, di non avere più paura. E a quel punto sarebbero tornati ad appartenersi esclusivamente.

Draco lo fissò, sorpreso, poi sorrise, colpevole, e Harry capì improvvisamente tutto.

-Oh mio Dio... non era vero. Non sei mai stato proprio con nessuno! - lo accusò, incerto se arrabbiarsi o scoppiare a ridere.

-Ritengo che adesso siamo pari. - lo informò Draco, serafico.

Harry lo fissava a bocca a aperta, oltraggiato.

-Tu sei malato! E assurdamente vendicativo. -

-E tu sei un credulone. Che non riesce nemmeno a riconoscere l'odore di Theo e Blaise. O la differenza tra un abbraccio e una scopata. - lo apostrofò Draco, alzando gli occhi al cielo.

Harry strinse appena la presa sulle sue natiche, strappandogli un ansimo divertito e oltraggiato insieme.

-Eri pieno di odori, non erano solo Theo e Blaise. -

Per la prima volta Draco parve imbarazzato e Harry si preoccupò leggermente, dicendosi che qualsiasi cosa fosse venuta fuori era suo dovere accettarla, perché era stato lui a mettere Draco in quella situazione. Se lo ripeteva come un mantra, anche se era marcio di gelosia.

-Che cosa patetica, non farmela dire... - mormorò Draco, cercando di scostarsi, ma Harry lo afferrò per un braccio.

Doveva ancora imparare a calibrare la forza, perché Draco sibilò e gli lanciò uno sguardo sofferente. Harry lo guardò pentito, ma allentò solo la presa, senza lasciarlo.

-Cosa, Draco? - lo incalzò, inarcando le sopracciglia.

Draco lo guardò con odio per un istante, poi capitolò con uno sbuffo seccato.

-Va bene. Ma non dare di matto. Ogni tanto Theo e Blaise mi portavano fuori, perché, sai - alzò seccato gli occhi al cielo, mentre Harry lo guardava con curiosità, un po' nervoso – Dicevano che fossi depresso perché mi avevi abbandonato. Assurdo.-

A Harry scappò quasi un sorriso. Gli accarezzò il fianco con la mano libera, incitandolo ad andare avanti.

Draco arrossì evitando i suoi occhi.

-A quanto pare da ubriaco divento molesto. E... a mia difesa mi mancavi! Un po', non tanto e... - Draco chiuse brevemente gli occhi, mentre Harry tratteneva il respiro – Abbracciavo ragazzi a caso. Theo diceva che più che altro cercavo di ucciderli strangolandoli, ma comunque – gli gettò uno sguardo risentito, mentre Harry era sempre più sbalordito e lo guardava con occhi e bocca spalancati – Ero una specie di sgualdrina d'abbracci, va bene? Mi sono fatto abbracciare da tutta la fauna di tutti i locali di Londra – fece una smorfia disgustata – Chissà che germi ho preso. -

Harry rimase in silenzio, la bocca leggermente aperta, e Draco inarcò un sopracciglio, seccato e imbarazzato.

-Se devi scoppiare a ridere fallo ora e facciamola finita. -

Ma Harry non aveva nessuna voglia di ridere. Nessuna. Dolcemente attirò Draco contro il suo petto, coprendogli la nuca con una mano e avvolgendogli possessivo le spalle con l'altro braccio. Draco si rilassò contro di lui, lasciandosi abbracciare e artigliandogli le spalle con tanta forza da lasciargli il segno, ma a Harry non importava. Se lo meritava un po' di dolore. Un anno. Lo aveva lasciato a se stesso per un anno, con uno stupido biglietto in cui diceva di non amarlo. Come aveva potuto essere così crudele.

-Mi dispiace così tanto. - sussurrò accorato, contro i suoi capelli.

Draco sospirò, nascondendosi di nuovo contro il suo collo e Harry aveva l'orrenda sensazione che nascondesse anche le lacrime.

-Non farlo mai più, stupido lupo idiota. -

-Mai più. -promise Harry, baciandogli i capelli, quei capelli bianchi come la luna. Draco era in effetti l'unico raggio di luna di cui Harry non avesse paura.

Lo strinse forte, mentre Draco gli circondava la schiena, per averlo più vicino.

Harry sapeva che Draco avesse bisogno di quello, capiva adesso lo sguardo incerto dell'altro quando aveva detto di voler fare l'amore.

Draco voleva ripartire da lì, voleva un abbraccio, un abbraccio non dato da ubriaco, un abbraccio non dato a uno sconosciuto.

Voleva un abbraccio di Harry.

E Harry lo abbracciò per tutta la notte, la luna che brillava inoffensiva in cielo.

 

 

 

NOTE

 

 

Ciao a tutti <3

Questa è solo una piccola sciocchezza che spero possa strapparvi un sorriso dopo un po' di angst.

Un bacione,

Fede <3

ps: per chi magari avesse già visto la storia pubblicata ieri, purtroppo non andava l'html e ho dovuto cancellarla e riprovarci oggi!

 

 

  
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