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Autore: Sick_Unicorn    27/05/2018    2 recensioni
"La luna, pallida e grande, era ormai alta nel cielo. Il calore era diventato maledettamente insopportabile, le membra gli facevano male, la mente era annebbiata, non riusciva a smettere di muoversi e, in pochi minuti, la sua mente fu avvolta nel buio totale della sua piccola angusta cella, prigioniero della sua “malattia”, mentre sentiva il forte ululato del lupo sempre più lontano…"
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[Prompt 4/26: Prigionia]
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I Malandrini, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Wolfstar moments'
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Remus's Prison

Il primo sintomo del pre plenilunio, era il caldo.
Dall'ultima settimana prima della luna piena, Remus non riusciva più ad indossare il mantello e, molte volte, neanche il pullover rimanendo solo con la camicia anche in pieno inverno.
Non era un caldo naturale quello che sentiva; sentiva le sue membra bruciare fino a fargli male, non era affatto una bella situazione e tutti nella scuola notavano che era strano, anche se solo i suoi amici Malandrini conoscevano il perché di quelle stranezze.
In quel primo periodo di calvario, era grato al suo Sirius che, per tutto il tempo, girava pieno di bottigliette d'acqua ghiacciate per aiutarlo a rinfrescarsi in ogni momento della giornata.
Sirius era, molto probabilmente, la persona che più si era occupata di lui, soprattutto in quei periodi, che avesse mai conosciuto. Per questo non avrebbe mai potuto dubitare del suo amore, come molti fidanzati normali qualche volta fanno, perché una persona non innamorata non avrebbe mai fatto tutte quelle cose chiedendo solo amore in cambio.
Dopo la settimana di fuoco, dove gli unici problemi erano il caldo, qualche cambio d'umore repentino ed il bisogno di mangiare unicamente carne al sangue, iniziavano i veri dolori e, nonostante Sirius, James e Peter gli fossero vicinissimi trasformandosi addirittura in Animagus per restare con lui anche dopo la trasformazione, i sintomi erano veramente uno strazio.
Nonostante tutti gli avessero detto che non doveva viverla in quel modo così tragico, per lui la licantropia era una vera e propria malattia. Era la sua croce, la sua eterna prigionia in una situazione che era sempre stata troppo più grande di lui e che, pian piano, l’aveva divorato facendolo chiudere in una bolla dove c’erano solo lui e quel mostro che diventava ogni mese. Era più forte di lui, non poteva controllarlo ed aveva deciso di soccombere.
Era la prima notte di plenilunio; Remus aveva già raggiunto la Stamberga Strillante dal pomeriggio perché, il bruciore, era diventato davvero insopportabile e, se avesse dato di matto prima del dovuto, voleva evitare di farlo davanti a tutta la scuola.
Quando Sirius, James e Peter arrivarono, lo trovarono in mutande mentre camminava avanti e dietro per l'enorme stanza. Sembrava un'anima in pena, un animale in gabbia e sapevano che il peggio doveva ancora arrivare.
-Remus, amore stai fermo-. Disse Sirius cercando di tranquillizzarlo e farlo sedere sul letto. Una volta tranquillizzato il suo ragazzo, prese una delle tante bottiglie d'acqua ghiacciate che aveva e, dopo averlo fatto bere un po’, iniziò a passargli dolcemente le bottiglie sul petto, sullo stomaco e sul volto cioè i punti in cui sapeva sentire più caldo. Lo conosceva bene ormai, si occupava di lui da tanto tempo e non poteva non conoscere ogni sintomo ed ogni particolarità del suo licantropo.
Con le dolci attenzioni di Sirius, Remus riuscì di nuovo a tranquillizzarsi ma, quando vide il cielo iniziare ad imbrunirsi, capì che a breve non sarebbero bastate più bottiglie d'acqua ghiacciate.
Appena vedevano il sole calare, James e Peter si trasformavano nei loro Animagus prima che fosse troppo tardi mentre Sirius, nonostante le preghiere di James e di Remus, rimaneva in forma umana praticamente fino all’ultimo.
-Andrà tutto bene, pensa solo che domani ti risveglierai e ci sarò io con te… Non sei un mostro Remus, io ti amo-. Disse Sirius accarezzandogli, per un ultima volta prima di essere cacciato quasi in malo modo per paura di ucciderlo, pian piano una guancia completamente in incandescenza. Subito dopo, si trasformò in cane non smettendo di guardare il suo ragazzo che, sicuramente, stava già soffrendo da morire.
Dopo il caldo che l'aveva già accompagnato da giorni, gli altri sintomi erano molto più brutti e Remus ne aveva sempre tanta paura perché doveva affrontarli da solo; non poteva certamente mettere in pericolo Sirius. In quel momento, era completamente prigioniero dei suoi demoni e non poteva fare altro che soccombere, come ogni volta, sperando di risvegliarsi senza nessuna ferita troppo grave.
All’imbrunire, partivano sempre i tic, il nervosismo ed il bisogno assoluto di muoversi per scaricare la tensione anche se sapeva che, man mano che andava avanti, quella sarebbe unicamente salita. Ogni tanto, portava il suo sguardo a Sirius sotto forma di Felpato. Le prima volte, il suo ragazzo si era ritrasformato in umano per cercare di aiutarlo per poi doversi ritirare, a malincuore, perché Remus gli intimava con rabbia di tornare immediatamente nella sua forma da Animagus. Sapeva di rendere Sirius triste in quel modo ma, se doveva decidere tra farsi amare e farsi odiare, forse preferiva l'odio perché almeno non gli avrebbe fatto del male.
La luna, pallida e grande, era ormai alta nel cielo. Il calore era diventato maledettamente insopportabile, le membra gli facevano male, la mente era annebbiata, non riusciva a smettere di muoversi e, in pochi minuti, la sua mente fu avvolta nel buio totale della sua piccola angusta cella, prigioniero della sua “malattia”, mentre sentiva il forte ululato del lupo sempre più lontano…
 
Una pezza bagnata sulla fronte, il bruciore delle ferite leggermente lenito da una sostanza oleosa fresca, tre sussurri che conosceva bene e delle morbide labbra piene che passavano sulle sue palpebre chiuse, sulle sue guance scavate o sulle sue labbra socchiuse. Quello era il solito risveglio di Remus dopo un pesante plenilunio e, dopo tutto quel dolore, niente poteva farlo sentire meglio.
-Si sta svegliando-. Disse Peter mentre, pian piano, Remus apriva gli occhi stanchi ed arrossati.
Adesso che era completamente cosciente, gemette per un dolore fortissimo al costato. Quando abbassò lo sguardo, vide una bella ferita ancora sanguinante nonostante Sirius ci stesse passando di nuovo un panno impregnato di disinfettante per poi ripassarci una delle pozioni curative che, il suo ragazzo, aveva di sua spontanea volontà imparato solo per offrirgli il primo soccorso dopo le notti peggiori.
-Tranquillo Lunastorta, non ci sono ferite profonde questa volta-. Rispose Sirius con il suo tono rassicurante mentre, delicatamente, andava ad accarezzare una guancia del suo ragazzo. Appena sentì quel tocco, Remus dovette trattenersi dal ritirare il volto dolorante. Sicuramente si era procurato un livido allo zigomo, gli capitava spesso se magari si scontrava contro qualche albero o contro le pareti della stamberga.
Pian piano, quando il sole era già alto nel cielo, James e Peter tornarono nel castello lasciando il mantello dell’invisibilità a Sirius che, fin quando non avesse finito di medicare almeno parzialmente le ferite più gravi del suo ragazzo, sicuramente non si sarebbe mosso da lì.
-Credo di aver finito, sicuramente Madama Chips riuscirà a farti stare meglio-. Disse Sirius per poi riporre tutta la roba che aveva portato con se nella sua borsa, compresi gli abiti distrutti di Remus sostituendoli con altri integri e puliti.
-Non dovresti fare tutto questo per me-. Disse Remus con voce stanca mentre cercava, con molta fatica, di sedersi per poi rinunciare perché la ferita al costato rendeva ogni movimento insopportabilmente doloroso.
-Rem- disse Sirius quasi con un tono scocciato mentre si avvicinava al suo ragazzo a cui diede un bacio a fior di labbra -Quante volte devo dirti che faccio tutto questo perché ti amo? Non potrei mai lasciarti solo, non è più io ma è noi quindi i tuoi problemi sono i nostri problemi e vanno affrontati insieme. Io ti amo Remus-. Concluse per poi dargli un bacio più intenso a cui, ovviamente, Remus rispose assaporando ogni centimetro di quella bocca che, con le parole o con i gesti, gli dava sempre amore e protezione al massimo.
-Anche io ti amo Sir-. Rispose prima di vederlo scomparire nel lungo tunnel che l’avrebbe riportato in superficie.
Rispetto al pre plenilunio, il post plenilunio era molto probabilmente il momento del mese che Remus preferiva.
La sua cella si apriva, Sirius entrava, lo stringeva a se e lo baciava. La sua prigionia non era più tanto dura se, al suo fianco, aveva l'amore della sua vita.
       
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1985
 
Un dolore fortissimo dietro la schiena, non sembrava una delle solite ferite però era come se qualcosa lo stesse pungendo.
Quando finalmente trovò la forza di alzarsi senza sentire un dolore lancinante a tutto il corpo, capì che era un pezzo del suo letto, ovviamente, distrutto a premergli contro la schiena.
Si guardò allo specchio; le solite ferite, niente di troppo profondo fortunatamente ma sarebbe comunque dovuto andare al San Mungo per farsi curare quelle più gravi.
Sì, erano cambiate un paio di cose dalle sue trasformazioni nella Stamberga Strillante ed erano stati dei cambiamenti abbastanza sofferti.

James e Peter erano morti, ancora faceva fatica a dirlo al solo pensiero del corpo senza vita di James a Godric's Hollow insieme alla sua Lily, e poi a quell'unico dito che era rimasto di Peter. Ma la cosa che faceva più male, era il pensiero di chi fosse il colpevole di tutto quello che era successo.

I suoi ultimi ricordi di Sirius, erano gli ultimi che avrebbe avuto avere della persona che, un tempo, aveva amato più della sua stessa vita. Sirius che scalciava, Sirius che urlava, Sirius che piangeva mentre lo portavano nell’ultimo luogo dove un mago sognerebbe di essere portato.
Avrebbe preferito non essere stato presente, non avrebbe voluto immergersi in quegli occhi colore ghiaccio che gli urlavano che lui era innocente e che doveva salvarlo perché lui doveva credergli. Alla fine fu costretto a voltargli le spalle, uno degli atti forse più infimi da fare nei confronti di un amico e di un fidanzato, ma in quel momento, con la mente annebbiata da tutte quelle tragedie una dietro l’altra, non riusciva a vederlo se non come un maledetto assassino che, dopo aver combattuto con loro, si era dimostrato un vero Black voltando le spalle a tutti ed unendosi al Signore Oscuro.
A mente fresca, Remus non sapeva se credere o no alle colpe che avevano attribuito a Sirius; ma forse era solo il suo cuore, bastardo irrazionale, che non riusciva a credere di aver amato una persona cattiva anche se il cervello gli imponeva di ragionare e notare l’evidente colpevolezza di Sirius.
Adesso, neanche il post plenilunio era un momento felice. Non c'era più Peter che gli chiedeva spaventato se ci fosse ancora un po’ di lupo in circolazione per paura di essere sbranato, non c'era più James con le sue battute per farlo tornare a ridere nonostante i dolori e le ferite… e poi non c'era più Sirius che lo baciava, lo curava, lo amava, lo consolava e rimaneva con lui fino alla fine rendendo quel momento meraviglioso ed unicamente loro senza interruzioni di alcun genere.
Adesso c'era solo il camino e la Metapolvere che l'avrebbe portato al San Mungo, era troppo debole per smaterializzarsi, e non avrebbe mai voluto nessun al suo fianco nel suo problema perché non poteva permettere di mettere in pericolo la vita di qualcun altro per lui che era semplicemente un mostro.
Mentre lo curavano, Remus si chiuse di nuovo nella sua cella mentale solo con la sua malattia con la speranza però, ad un tratto, di vedere apparire Sirius dicendogli che non era solo e che sarebbe andato tutto bene. Peccato che questo non sarebbe mai più successo.

  
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