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Autore: SourBliss    29/05/2018    2 recensioni
"E di certo ella non era abituata ad essere viziata da tali trattamenti, che trasportavano via i pensieri che si focalizavano sul suo lavoro, su Mario e la sua migliore amica."
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Attenzione: se la fanfiction urta la vostra sensibilità vi prego di non leggere.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bowser, Peach
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Peachy Body


Tra rossi vortici di coperte, pendaggi ocra che impreziosivano la camera e il calore del focolare che scaldava la maestosa stanza da letto, una figura angelica inginocchiata sprofondava in mezzo al comodo materesso di un invitante letto a baldacchino, circondata da cuscini in satin dall'alternante colore caldo. Il corpicino esile e diafano della fanciulla a stento era coperto da un fresco lenzuolo, a coprirle la schiena ci pensava il crine dorato che sfoggiava la sua morbidezza ogni qualvolta ella muoveva il capo, facendolo ondeggiare come fosse mare che specchiava la volta pomeridiana. Ciocche più corte le incorniciavano il viso, solleticandole le orecchie che dai lobi pendevano brillanti orecchini in zaffiro. Ancora pochi indumenti indossava: guanti ricamati le cingevano le braccia, stretti abbastanza da non cedere, e solo una rosea scarpina continuava a coprirle il piede; il trucco che poco le aveva macchiato il viso infantile non riusciva a ridicolizzarla, solo il rossetto sottolineava la sua sbadataggine che si era pròstata in quel ormai passato momento di foga. Era rimasta meravigliata di sé stessa sebbene quella sorpresa si era diramata in due sentimenti opposti: piacere e senso di colpa. Non ricordava neanche come ci fosse finita in quell'imbarazzante situazione, doveva solo ricordare al compagno di stanza che quell'evento doveva mietere nel profondo della loro coscienza. Una mano si passava sul petto, carezzandosi quelle piccole chiazze violacee che poco le facevano male, turbandosi ogni volta che rimembrava il suo nemico che goffamente provava a baciarla e scrutava il suo corpo nudo, appagato. Un brivido le fece drizzare la schiena all'impuro pensiero che nella sua testa si era manifestato e il leggero lenzuolo scivolò dal suo petto, dando al suo occhio critico la possibilità di scrutarsi allo specchio che vicino al letto stava. Si rimirava, compiaciuta, non si era mai lamentata del suo corpo, le bastava, e le piaceva, quel tocco fanciullesco che metteva in luce la sua innocenza, sebbene non disprezzasse l'idea di essere formosa come la sindaca di New Donk City. Non le mancava nulla, sapeva della sua bellezza fatale, ma quello non era il momento di far emergere il piccolo Narciso che in lei risiedeva, nossignore.Sentì i capelli levarsi verso l'alto, quasi tutti trattenuti da una grossa mano squamata, e una languida lingua le passò breve sulla spina dorsale, sorprendendola in quel momento riflessivo che le teneva bassa la guardia. 

«B-Bowser, sm-smettila» balbettò con un sorriso a fior di labbra, coprendo puerilmente la faccia con le mani, captando innocenti morsi sul fianco sinistro che le venivano lasciati dal suo compagno. E di certo ella non era abituata ad essere viziata da tali trattamenti, che trasportavano via i pensieri che si focalizzavano sul suo lavoro, su Mario e la sua migliore amica. Emise un gemito soffocato, mordendo il tessuto del guanto quando sentì la lingua del drago passarle sul collo e gli artigli gelidi sfiorarle la tenera carne dei seni, tanto soffici quanto sensibili. Voleva davvero continuare quella dolce tortura in tal modo? 

La bocca a cuoricino della Principessa si aprì, ansimando per quella situazione che tornava ad essere focosa, cacciando una ciocca di capelli tra le mani per distrarsi. E quella sensazione di piacere strisciava nel suo corpo che caldo tornava, percependo i tocchi delicati di quelle ingombranti zampe e delle carezze degli aurei capelli.

«Bowser, no, ti prego. Non voglio che qualcuno mi sorprenda in questo stato. Sono imbarazzante.» Il drago dalla criniera cremisi allontanò la testa dalla ragazza, udendo i piccoli gemiti che ella provava a sopperire a tutti costi, non volendo dar luce a un ego lascivo, peccaminoso. Coperta dal suo stesso lungo crine, la Sovrana del Regno dei Funghi si lasciò cadere sulle coperte, imperlata di sudore e di quel senso di colpa che stava divorando quel piacere che aveva amato. No, non poteva fare una cosa del genere a Mario, era impazzita, sentendosi rugiadosa nei confonti dell'eroe che sempre l'aveva aiutata. Le lacrime le scivolarono lungo la paonazza guancia, e il drago la guardava in silenzio, iracondo, ripieno di quella gelosia che faceva di lui quell'egoista che Peach aveva sempre odiato. Sempre e solo Mario veniva avvolto tra le membra della ragazza; lui, Il grande Re dei koopa, rimaneva uno scarto, sentendosi ferito nel profondo nel cuore. Gli facevano ribrezzo quelle speranze della Principessa rivolte solo, unicamente, con tanto di amore, verso quel rotondo eroe baffuto dall'insopportabile cappello rosso.

«Mario qui, Mario lì, dove pensi di mettere l'amore che provi per me? So benissimo che provi desiderio anche per il sottoscritto, non c'è bisogno di nasconderlo così male» Borbottò con la sua cavernosa voce, spostandosi verso la piccola ragazza, brusco e poco aggraziato. Poteva riversare odio nelle scelte della sua amata, ma non osava torcerle un capello per accontentare i propri capricci.

Le prese le mani, girandola verso di sé per poterla ammirare e, Dio, se era bellissima anche quando gli occhi erano magici di lacrime: quelle sue labbra carnose e tremolanti, quegli occhi lucidi che parevano lapislazzuli, quel corpo magro e diafano; una casta Dea che colpiva maree di cuori con la sua gentilezza. Come si poteva odiare quell'innocente creatura che non riusciva a disprezzare neanche il suo acerrimo nemico? Bowser avvertiva anche il suo rammarico, quasi sentendosi in pena per aver rivolto quelle parole così sgarbate.

«Sei adorabile anche quando piangi, mi fai anche sentire in colpa per quello che prima ti avevo detto»

«No...- singhiozzò, abbassando lo sgardo per la vergogna che stava provando, constatando che le parole di Bowser erano vere e che lei era una gran meschina -...Hai ragione e lo stereotipo sulle bionde non sbaglia. Sono una stupida menefreghista, ciò si è fatto presente anche nell'ultima lotta che tu e Mario avete avuto. Ho agito egoisticamente, dovevo far una scelta e-»E le sue labbra furono bloccate, sporcando di rosa il dito del drago dagli occhi di fuoco, disteso accanto a lei mentre le accarezzava una coscia con lentezza.

«Peach, è passato. Apprezzo che tu sia venuta qui per scusarti ma non riversare tutte le colpe su di te, d'altronde anche noi eravamo nel torto»

Ma quelle parole, per quanto dolci e cariche di genuino indulto fossero, non avevano tirato su il morale della Principessa, incapace di dimenticare quelle gesta ormai nel filone del remoto passato, angustiata. 

 

 

 

 

Note d'autrice:

Piccola One-shot che ho deciso di buttar giù dopo un dolce pensiero che feci sulla BowserxPeach, sentendo la necessità di dedicare a questi due un rapporto più intimo che non sfociasse sul volgare. Vi tranquillizzo però: i due non hanno consumato (Bowser con il Ding Dong fa uno strano effetto a parer mio) ma il koopa ha voluto darle un pizzichino di piacere da scollegarla dalla realtà e farle rimanere intatta la verginità.

 Bye hons~

   
 
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