Un amore malato solo per gli altri
«Puddin',
Puddin' rispondimi», seguiva una risata isterica tra le mani
sporche
di sangue della ragazza. Lo sguardo che diventava più
triste, mano a
mano che i secondi passavano, era accompagnato da un silenzio
tombale. Le espressioni sul volto di Rein si alternavano tra emozioni
disperate e sconcertanti, che lasciavano l'altro individuo –
colui
che aveva premuto il grilletto – esterrefatto: lui non poteva
capire.
Rein appoggiò la testa sul petto di Shade, ascoltandone il debole suono. L'amore della sua vita, tutta la sua vita – come avrebbe risposto lei alla domanda “Cosa sono io per te?” – era ansante al suolo, ma ancora vivo.
Avvicinò la mano alla pistola, premurandosi bene di tenerla nascosta sotto la giacca viola di lui. «Non temere» confidò in un flebile sussurro, increspando le labbra in un sorriso irrimediabilmente guasto «la pagherà.»
«Che hai da farfugliare?», il poliziotto sparò di nuovo, la mano tremante che a stento sorreggeva l'arma.
Rein non dovette guardare il carnefice, paladino della giustizia, per capire quanto fosse stupido. Sprecare il suo ultimo colpo buono solo per spaventarla; evidentemente l'unico ad avere paura, lì, era lui: un uomo sulla trentina che velocemente indietreggiava allo stesso ritmo del conto alla rovescia invocato dalla giovane pazza.
«Tre, due, uno», il proiettile perforò il collo, facendo stramazzare la vittima al suolo.
In lontananza, lungo il corridoio, l'eco della risata dei superstiti.
Rein appoggiò la testa sul petto di Shade, ascoltandone il debole suono. L'amore della sua vita, tutta la sua vita – come avrebbe risposto lei alla domanda “Cosa sono io per te?” – era ansante al suolo, ma ancora vivo.
Avvicinò la mano alla pistola, premurandosi bene di tenerla nascosta sotto la giacca viola di lui. «Non temere» confidò in un flebile sussurro, increspando le labbra in un sorriso irrimediabilmente guasto «la pagherà.»
«Che hai da farfugliare?», il poliziotto sparò di nuovo, la mano tremante che a stento sorreggeva l'arma.
Rein non dovette guardare il carnefice, paladino della giustizia, per capire quanto fosse stupido. Sprecare il suo ultimo colpo buono solo per spaventarla; evidentemente l'unico ad avere paura, lì, era lui: un uomo sulla trentina che velocemente indietreggiava allo stesso ritmo del conto alla rovescia invocato dalla giovane pazza.
«Tre, due, uno», il proiettile perforò il collo, facendo stramazzare la vittima al suolo.
In lontananza, lungo il corridoio, l'eco della risata dei superstiti.
›
N
o
t e d'
A u
t r i c e
›
Buon
pomeriggio,
questa flash era ferma sul mio computer da non so quanti mesi (forse
anche un anno) e oggi mi son detta che doveva vedere la luce, anche
se i personaggi sono OOC. E, se non si fosse capito, Rein e Shade
sono rispettivamente Joker e Harley Queen e so benissimo che
è una
coppia malata, però a me piace, e credo che
finché una persona
sappia distinguere la realtà dalla finzione non ci sia
niente di
male. Perché so benissimo anche io che una relazione come
quella di
Joker e Harley – nella realtà – non va
incoraggiata, anzi tutto
il contrario! Comunque, come al solito, spero vi sia piaciuta e
niente, ora mi dileguo: lo studio mi aspetta.
ayu