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Autore: Chiccagraph    30/05/2018    1 recensioni
Questa raccolta conterrà diverse drabble, un insieme di istantanee nate delle parole più disparate, rievocando i momenti più significativi dei nostri incredibili dottori.
Dal testo:
«Stiamo studiando?»
«Sì, anatomia. Qualcosa del genere».
Avrebbe dovuto saperlo. Era difficile prestare attenzione a quello di cui avrebbero dovuto parlare quando era così vicina, quando poteva semplicemente piegarsi in avanti e baciarla.
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Addison Montgomery Sheperd, Altri, Derek Sheperd, Mark Sloan, Meredith Grey
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Eccomi tornata!
Anche questa volta ho deciso di cimentarmi in una nuova sfida e fare una cosa che non ho mai fatto in vita mia: scrivere drabble.
Ok, forse alcune sono un pelino (ma giusto un po’) più lunghe di quanto dovrebbe essere una drabble, ma visti e considerati i miei standard, posso dire di essermi impegnata parecchio.
Ogni tanto il mio amore per Grey’s Anatomy riaffiora e sento forte il bisogno di scrivere qualcosa su questi incredibili personaggi.
Spero di essere riuscita nel mio intento perché ci sto prendendo gusto e a breve sposerò il filone delle drabble al posto delle one shot. Scherzo, amo troppo scrivere papiri di pagine per rinunciarvi!







1.Nero
(Addison)


La giacca che le ha dato prima di lasciare l'ospedale è calda sulle sue spalle.
La stoffa spessa le fa da scudo, mentre l’aria fredda della notte le taglia la pelle del viso. Affonda il volto nel colletto, respirando il suo odore; completamente avvolta dal calore dell’uomo che sapeva di amare con tutto il suo cuore.
Lo stesso uomo che pensava stesse tornando ad amarla.
Non sapeva, però, dei segreti nascosti nelle tasche della sua giacca.
Ora li fissa, finalmente vividi e tangibili di fronte ai suoi occhi.
Sono neri. Sono di pizzo. Sono ricoperti di tradimento e inganno.
Pensava che ce l'avrebbero fatta. Certo, non sarebbe stato facile. C'erano stati scontri, litigi, dissapori anche sulle più piccole cose; ma avrebbero potuto ancora farcela, pensa, mentre stringe nel pugno delle sue mani quel piccolo foglio di pizzo nero.
Nero come la notte, dolce come l’amore, caldo come l’inferno.
Quello che pensava fosse solo l'inizio di un matrimonio forte e salutare, si era abbattuto su di lei, sventrandola con la forza di una granata.
C'erano delle mutandine nere nelle sue mani, e lei sapeva con certezza a chi appartenessero.
Sapeva che era finita, per sempre. Non ci sarebbero più state mattine insieme, né passeggiate nei boschi; non ci sarebbero più stati baci sulla guancia; non ci sarebbe stato più un noi, ad indicare che erano lo stesso insieme di tutto.
Il matrimonio che lei tentò di salvare così duramente era stato distrutto da un momento di calore.
Lei odia il nero. Lei odia le cose di pizzo. E proprio ora, odia l’uomo che ama.




2. "Please forgive me, every word I say is true
Please forgive me, I can't stop loving you"
(Please Forgive Me - Bryan Adams)
(Addison e Mark)


«Non puoi restare» dice, mentre si siede sullo sgabello al suo fianco.
Meredith se ne era andata da un pezzo, e, seduto da solo a quel bancone del bar, anche lui aveva iniziato a rinunciare alla speranza.
Aveva contato che la porta si era aperta per ben trentaquattro volte; l’ultima cosa che si aspettava era di vederla seduta al suo fianco. E ora non poteva guardarla per paura che non fosse davvero lì. «Devi andare a casa, Mark».

«Ma potresti venire con me» risponde, «ti prometto che sarà migliore».

«Non fare promesse che non puoi mantenere» ribatte.

Un nuovo disco gira nel jukebox, le note lente si diffondono nell’ambiente, mentre la voce graffiante di Bryan Adams si perde nel tempo. Scuote leggermente la testa e beve il resto del suo scotch. Sa che lei lo odia per non essere Derek. Sa che lei lo odia per essere venuto a Seattle. Ma lui non può fare altro che esserci; il bisogno che ha di lei è impresso come una cicatrice sulla sua pelle.

«Come fai a sapere che non posso mantenerle? Come fai a sapere che non sarà migliore questa volta?»

«Oh, per favore,» ribatte con una risata, «Mark Sloan fedele ad una sola donna? Non succederà mai».

«Potrebbe» risponde dolcemente. Alla fine si volta a guardarla, inclinando la testa, fissandola nello stesso modo in cui Derek aveva fatto tanti anni prima. Le offre un sorriso complice nel tentativo di influenzarla. «Basta fare un tentativo»

È sorpreso quando lei dice di sì.

Please believe me, every word I say is true
Please forgive me, I can't stop loving you




3. Bisogno
(Addison e Mark)


Addison si svegliò avvolta nelle braccia di Mark, le palpebre irrigidite dalle lacrime che aveva versato quella notte.
La stanza era immobile e buia; il suo corpo caldo e rilassato, la sovrastava, la circondava, imprigionandola nella gabbia delle sue braccia.
Se doveva essere onesta con sé stessa, sapeva di aver bisogno di lui, bisogno di questo. Ma ciò non significava che avesse necessariamente bisogno di lui. Non in generale. Non al punto da renderlo una presenza costante nella sua vita. Non aveva bisogno di lui per trascinarla fuori dal guscio isolato e protettivo nel quale si era nascosta. Non per farla ridere. Non per farla sentire una donna.
Lei non aveva bisogno di lui.
Sospirò mentre le braccia dell’uomo si stringevano inconsciamente attorno alla sua vita, tirandola più vicino.
No, lei non aveva bisogno di lui; aveva solo bisogno di sentire qualcosa.





4. Aspettare
(Addison e Derek)


Le sue mani si muovono senza scopo sulla sua pelle, come se cercassero, attraverso il contatto, di ricordarsi come amarla.
Desidera di poterlo guidare in questo lungo percorso, di congiungere le loro mani come un tempo lo erano le loro anime.
Desidera che ciò che hanno perso possa essere riscoperto attraverso qualcosa di così primitivo come il sesso.
Le sue dita scivolano all’interno delle sue cosce, ma non succede nulla. Serve solo a ricordarle del tempo in cui lui non aveva bisogno di ricordarsi cosa amasse di lei.
Ma il fatto è che lei lo ama ancora. Lei lo ama, quindi, lo aspetterà, finché i suoi sentimenti non diventeranno dei nuovi ricordi per entrambi.




5. Passione


Era meglio che facessero finta di non conoscersi. Meglio che facessero finta di essere solo due corpi che cercavano un rilascio, nulla di più.
Un momento per abbandonarsi agli impulsi nevralgici della passione.
I loro nomi non venivano mai pronunciati. Nemmeno urlati, mentre le dita si arricciavano una dentro l’altra e i denti mordevano la pelle, provocando una scia di dolore e piacere, affilati come le spine di una rosa, mentre la pelle d’oca ricopriva i loro corpi.
L’anonimato funzionava bene per entrambi. Ma soprattutto per lei: l’anonimato era la sua cosa.
Incontri casuali, solo di una notte, sogni e desideri sussurrati nel tessuto del cuscino, senza che nessuno potesse sentirli. Era meglio così. Nessuna complicazione; nessuna relazione; nessuna giustificazione.
Era ben altro a spezzare i loro cuori.
Durante i loro incontri la stanza dell’albergo era sempre buia. Le lenzuola si aggrovigliavano mentre i loro corpi sudati si muovevano in sincronia, intrecciandosi come in una danza; come se fossero sempre stati insieme, e sapessero da sempre come combinarsi.
Bisognava sottrarsi alla passione o abbandonarvisi completamente? Quale di questi due atteggiamenti era il meno distruttivo?
L’unica risposta era data dai loro corpi, che si schiudevano in un crescendo di gemiti, mentre con le mani esploravano i percorsi familiari della loro pelle.
Una volta terminato il visitatore anonimo sarebbe scomparso, prima dell’alba, inghiottito in quel muro di silenzio.
I lori incontri non significavano nulla, ma al tempo stesso significavano tutto.




6. Il silenzio
(Addison e Derek)


Mentre il loro matrimonio ha cominciato a sgretolarsi, si è abituata al silenzio. Dopo che se ne andò, portando con sé la possibilità che la sua voce rompesse la quiete, la mancanza di suoni divenne insopportabile. Ora, nella loro vita insieme, in questa sorta di pseudo-riparazione, il silenzio è nuovamente confortante.
Tranne che nei momenti in cui la guarda come se volesse dirle qualcosa, ma mormora solo parole prive di senso.
E la sua reticenza non è data dal timore di rovinare tutto, ma dal terrore di renderlo migliore.
Perché ormai è così abituato a odiarla, mentre lei è abituata ad aver bisogno di lui più di ogni altra cosa, che non ha bisogno di parole per spiegare il nodo dei propri sentimenti.

Così anche lei lo odia un po’, e odia sé stessa ancor di più.
C'è una certa poetica, patetica, nel dare la caccia alle cose che sono già scappate; non importa quanto duramente quel passato cerchi di rimanere in un posto, lo si insegue nel disperato tentativo di raggiungerlo.
Tutta questa corsa, però, è solo patetica. Un’insulsa utopia di guarigione, di quel male che non ha né antidoto né ragione.
Ma non importa quanto sia facile il loro silenzio, questo non cambia il rumore che li circonda, né cancella il vuoto delle parole che non dicono.
Sono fermi. Immobili. Cristallizzati nel tempo.
Perché erano felici una volta, prima che tutto diventasse muto.




7.Crudeltà
(Addison e Meredith)


Mesi dopo che Derek era partito all’insegna di una nuova vita, Addison, realizzò che si era preso gioco di entrambe.
Aveva preso ciò che voleva e, poi, aveva gettato via il resto, una volta stufo del suo gioco. L’aveva ingannata, con il suo inutile tentativo di essere un bravo marito, in grado di perdonare il suo adulterio; e, inoltre, aveva intavolato lo stesso gioco perverso con Meredith, fingendo di essere il suo principe azzurro e di amarla profondamente.
Era una cosa crudele, pensava, trattare le persone come cose.
Ma suppose che non era crudeltà se entrambe le parti condividevano lo stesso desiderio. Non era crudele cercare nella sua compagnia un conforto, prendendo in prestito il suo corpo, per fronteggiare questa ulteriore notte di solitudine.
Quindi, si chiedeva nuovamente, il sesso poteva davvero essere considerato crudele se lei e Meredith condividevano lo stesso obiettivo?





8. Appuntamento
(Addison e Derek)


«Quindi, dal momento che il nostro primo appuntamento è stato, come hai detto tu, “il miglior appuntamento della tua vita”, posso chiederti di uscire per un secondo appuntamento?» disse Derek, mentre la guidò in un’ala appartata dell’ospedale.

«Solo se prometti che comporrai un’altra di quelle orribili poesie in cui dici: che solo al sentire il nome Addison, il tuo cuore batte come un diapason» Addison rispose con un sorriso.

«Penso di riuscire a trovare un altro paio di parole che fanno rima con Addison. Volevo tenermele da parte per quando avremmo festeggiato il nostro primo anniversario…» si interruppe, al suono della sua risata che risuonava fragorosamente nel corridoio vuoto.

«Potrei scrivere anche una canzone, lo sai? Mia madre mi ripetev-» ma non riuscì a terminare la frase perché Addison si avvicinò a lui e gli posò un dito sulle labbra.

«Mi piacerebbe. E forse dopo potremmo tornare nella mia stanza, mi capita di avere una chitarra da poter suonare».

«Suona perfetto».

Il suo sorriso lo seguì anche dopo che si divisero percorrendo direzioni opposte lungo il corridoio.






   
 
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