Odore di casa
Yukihira diede uno spintone leggero a
mano aperta a Megumi,
la giovane sgranò gli occhi e rischiò
d’inciampare.
“Dai, non ti fare paranoie.
Certo che puoi rimanere in
camera mia stanotte. In fondo abbiamo qualche giorno di vacanza e qui
sono
scomparsi tutti.
Mi farà piacere avere un
po’ di compagnia” disse. Si sciolse
il laccio candido che aveva alla testa e lo appoggiò sulla
libreria, sopra i
libri. Con il piede sfiorò la bruciatura sul pavimento.
< Così
potrò farti assaggiare tutti i miei esperimenti
> pensò, nascondendo un ghigno.
Megumi arrossì e con le
mani tremanti chiuse la porta, il battito
cardiaco accelerato.
“S-sei sempre
così gentile… Vorrei essere brava come
te” mugolò.
I suoi occhi divennero liquidi, con le lacrime agli angoli.
Incassò il viso vermiglio
tra le spalle.
Yukihira la osservò e
negò con il capo, sedendosi sul letto.
“Mi piace come cucini, in
realtà. Mi fa sentire a casa.
Ecco, quando penso a te, penso alla moglie che vorrei mi aspettasse a
casa”
sussurrò. Si grattò la guancia e
corrugò la fronte. “Non solo per la tua
cucina, ammetto. Sei dolce, mi rendi sereno e…”.
Piegò di lato il capo, vedendola
boccheggiare. “Devi davvero essere carina, sotto quel
camicione, con quelle
trecce da bambina sciolte”.
Megumi si lasciò andare a
uno strilletto.
“Sei adorabile quando ti
spaventi o t’imbarazzi, ma ti
preferisco sicura di te. Sai avere del carattere, micetta”
disse Yukihira.
Incrociò le gambe sul letto. “Tu, piuttosto, come
lo immagini un possibile
marito? Dai l’impressione di volerne uno. Correggimi se
sbaglio”.
Megumi giocherellò con il
proprio fermaglio. Si sedette sul
bordo del letto e deglutì rumorosamente.
< Ho sempre pensato che lo
avrei voluto perché al mio
villaggio si aspettavano questo. Ora, invece, che sto disobbedendo a
regole
fondamentali come ‘non rimanere sola con un uomo nella sua
camera’, mi rendo
conto che vorrei davvero ‘lui’ al mio fianco
> pensò.
“Deve essere molto
più alto di me”. Giocherellò con le
proprie mani. “Deve essere sicuro di sé e avere
delle spalle abbastanza forti
per mantenere un locale in cui anche io possa esprimere le mie
ricette”. Notò
che il giovane si era sfilato le scarpe.
“Fino a qui
‘check’. Però…
ecco… ti andrebbe bene anche se
passasse ore intere in un ristorante di cibo giapponese da portar
via?” domandò
Soma. La sua voce tremò leggermente incerta.
Megumi si sciolse le trecce, Soma
deglutì rumorosamente. Vide
il proprio riflesso nelle iridi castane dai riflessi color ambra di
lei, le
gote rosse della giovane e le sue labbra piegate in un sorriso timido.
“Il problema è
che quel suo cibo fa arrivare l’orgasmo a
tutti quelli che lo mangiano. Di quello potrei essere gelosa,
però… Solo per me
ha creato principi ciliegia, mondi da favola che andavano oltre la
semplice sessualità.
Mi piaci tu, Yukihira” si
dichiarò la giovane.
Yukihira le prese il viso tra le mani.
“Tornerei sempre da te o ti
vorrei al mio fianco. La tua
bellezza va oltre quella fisica, sei come un piatto che cela
gl’ingredienti
segreti.
Sei un cibo delizioso che vorrei
assaggiare” sussurrò.
Megumi chiuse gli occhi e lo
baciò.
“Mi sposerai anche se non
arriverai in vetta?” domandò.
“Ti sposerò
domani se questo ti farà sentire tranquilla, ma
arriverò sicuramente in vetta” sussurrò
Yukihira. SI sfilò la maglietta e l’avvolse
tra le braccia, lei gli nascose il viso contro il petto.
“Sposami e potrai gustarmi
tutte le volte che vuoi” mormorò.
< Intrigante l’idea
di sposarla di nascosto. Il vecchio
avrà un infarto quando lo scoprirà >
pensò Soma, ghignando. Accarezzò la
spalla della giovane.
“Non vedo l’ora,
perché non ho nessuna intenzione di
condividere la mia fetta di casa paradisiaca con nessuno. Potranno
mangiare i
tuoi piatti e agognarla inutilmente” sussurrò.